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Autore: evilkya    11/10/2013    6 recensioni
Non ci vediamo da troppo...
Verità che si mischiano a bugie. Amori Perduti e Ritrovati.
Pianto e Gioia. Felicità e Paura.
Quando strade separate si incrociano di nuovo, dopo tanto tempo, tutto è cambiato e tutto cambierà...
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 ~ Standing Alone
 
Freddo.
Sentiva freddo, davvero freddo.
Dove si trovava?
Tutto intorno a lui era estraneo, sconosciuto.
Realizzò di essere sdraiato su qualcosa di morbido. Un letto.
A tentoni cercò una coperta, accorgendosi solo in quel momento di essere completamente nudo.
Ecco perché aveva freddo.
Si mise a sedere, coprendosi bene, provando a riconoscere quella camera d’albergo.
Era grande, spaziosa.. di fronte al letto un grande armadio a muro ricoperto di specchi. A sinistra  una vetrata da dove si intravedeva l'alba che stava per svegliare Seoul. A destra, una porta socchiusa.
Ma di chi era quella stanza? Forse il proprietario si trovava proprio li, nel letto affianco lui.
Aveva quasi paura a girarsi, ma lo fece.
Vuoto.
A parte lui non c’era nessuno.
Con il cuore che andava a mille, cercò di ricordare cosa fosse successo la notte passata.
C’era una riunione. Aveva incontrato amici che non vedeva da tempo. Amici che gli erano mancati davvero tanto.
Presi dall’euforia, avevano bevuto. Troppo.
Poi… il nulla. Solo quella stanza d’albergo.
Ancora una volta diede uno sguardo intono a se. A terra giacevano degli indumenti… erano i suoi.
Li osservava da lontano, senza spostare nulla, come se fosse stato necessario lasciare tutto com’era.
Perché non ricordava assolutamente niente?
Era già successo altre volte che si fosse ubriacato tanto da stare male, ma non gli era mai capitato di avere un’amnesia. Era spaventato. Voleva andare via… ma allo stesso tempo non riusciva a muoversi.
Si distese nuovamente chiudendo gli occhi.
Doveva ricordare.
Cercò quindi di riportare la sua mente al giorno precedente…
 
 
Quel giorno si era alzato presto. Non era riuscito a dormire dall’eccitazione. In verità non dormiva da una settimana, da quando era arrivata quella lettera.
La prese ancora una volta in mano: solo tenendola stretta tra le dita sentiva che era vera, che non era frutto della sua fantasia.
La rilesse. Erano davvero poche righe ma erano bastate per renderlo l’uomo più felice della terra.
 
Ciao a tutti. Come va? Vi scrivo per proporvi un incontro. Lo so che è difficile conciliare gli impegni di tutti e 15 ma da quel che ho sentito siamo tutti a Seoul, quindi quale migliore occasione?
L’appuntamento è tra una settimana. Stesso posto, stessa ora. Come ai vecchi tempi. Non sono ammesse scuse ed ogni assenza sarà pagata amara. Non voglio nessun cenno di assenso, tanto sono sicuro che nessuno oserà contraddirmi. Proprio come ai vecchi tempi.
Heechul.
 
Rise tra sé e sé. L’amico non era cambiato per nulla.
Da quando i Super Junior si erano sciolti 5 anni prima avevano avuto rare occasioni per incontrarsi, e mai tutti e 15.
Dopo lo scioglimento della band tutti avevano preso strade diverse. Alcuni si erano dedicati a carriere da solisti, altri si erano invece concentrati sulla recitazione e altri ancora si erano ritirati dalle scene, come lui.
Tutti troppo impegnati per incontrarsi spesso, avevano pian piano perso i contatti. Venivano a conoscenza della vita, artistica e non, sugli altri leggendo i giornali.
A dire il vero trovava il tutto alquanto squallido: avevano o no condiviso la loro vita per 10 anni?
Quella rimpatriata ci voleva proprio. Sperava che una volta rivisti, tutto il tempo in cui erano stati lontani sarebbe svanito, e tutto sarebbe tornato come prima. Anche se solo per una sera.
Con quella speranza uscì di casa. Raggiunse il luogo dell’appuntamento e vi trovò già Heechul con Hangeng. Da quel che sapeva, i due abitavano insieme in Cina. Era davvero felice per loro. Ma soprattutto li invidiava per il loro coraggio... ne avevano passate davvero tante.
Il tempo di salutarli e pian piano arrivarono anche gli altri.
Ma i suoi occhi cercavano solo una persona e una volta trovata non riuscì più a staccare lo sguardo dal suo viso: i suoi occhi, le sue labbra..quanto gli erano mancati?
Erano stati compagni di stanza per molto tempo, erano stati migliori amici e la lontananza per un po’ non aveva scalfito la loro unione.
Ma le cose cambiano.
Le ore al telefono erano diventati minuti. Gli incontri erano diventati sempre più radi.
Ormai erano quasi due anni che non si vedevano.
Ed ora che l'aveva davanti a se non riusciva a concentrarsi su nulla, tutto gravitava intorno a lui.
Non lo aveva mai desiderato così tanto. Nemmeno quando dormivano nella stessa stanza. Nemmeno quando l’altro gli rivolgeva quello sguardo dolce e allo stesso tempo malizioso.
Quanto lo aveva agognato...
 
Forse era stata proprio quella frustrazione che lo aveva spinto a bere così tanto, la sera prima.
E ora non ce la faceva più a stare su quel letto freddo da solo.
Gli girava la testa.
Voleva ricordare.
Doveva ricordare...
Si alzò di scatto e si diresse verso la porta che dava su un piccolo salone, aprendola.
Ma la stanza in cui si ritrovò era altrettanto vuota e fredda.
Frustrato, iniziò a camminare verso il divano posizionato vicino al muro immacolato, quando gli venne in mente qualcosa.
Un flash gli balenò davanti agli occhi, seguito immediatamente da un altro...e un altro. E un altro ancora.
Fin quando tutta la notte passata fu di nuovo chiara e nitida nella sua memoria..
 
 
Era notte inoltrata ed ormai erano tutti fuori dal locale, che era in via di chiusura. La serata ormai era finita. Tutti erano un po’ brilli e un po’ tristi. Sapevano che sarebbe passato molto tempo prima che fossero riusciti ad incontrarsi di nuovo.
Ma mentre si stava avviando per chiamare un taxi, una mano, la sua mano, lo bloccò.
 
Non ci vediamo da troppo. E’ ancora presto. Perché non vieni a bere qualcosa da me. Ho preso una camera in un hotel qui vicino.
 
Tutto stava andando secondo le sue più rosee aspettative.
Anzi, era molto più di quanto avesse sperato.
Il tragitto in macchina fu breve, giusto il tempo di aggiornarsi sulle ultime novità: era grato che nonostante tutto quel tempo divisi, riuscissero a parlare così naturalmente.
Ma anche se fuori appariva calmo e composto, dentro di se' non riusciva a fermare la sua eccitazione. La voglia di averlo si faceva sempre più prepotente nei suoi pensieri. Faceva fatica a rispondere in maniera lucida alle sue domande.
In ascensore la situazione peggiorò. Non riusciva più a tenere a freno i suoi istinti, amplificati, tra l'altro, dall’alcol. Ma mentre cercava di valutare se era meglio tornare a casa o continuare la serata e resistere a quella "tortura", l’altro lo afferrò con decisione, alzandogli il mento e posando le labbra contro le sue, con decisione.
Non sapeva cosa fare. Era in estasi.
Dischiuse le labbra per rispondere al bacio, che iniziò dolce, delicato, per poi diventare più energico quasi rabbioso.
E in quell’istante capì che anche l’altro lo desiderava, almeno quanto lo desiderava lui.
Le porte dell’ascensore si aprirono e i due, senza staccarsi, si avviarono nella stanza, dove erano stati insieme tutta la notte…
 
 
I ricordi passarono nella sua mente più vividi che mai. I baci, le carezze… Ed ora che tutto era chiaro, voleva solo trovarlo. Voleva stringerlo di nuovo a sé, essere di nuovo suo..
Così chiamò il suo nome, ma non ottenne risposta. Allora provò a chiamarlo di nuovo, più forte. Magari l'altro era sotto la doccia e non riusciva a sentirlo.
Sorridendo, aprì la porta del bagno, pronto a rivederlo ma anche questo, come tutto il resto, era vuoto.
In ansia, ritornò nel salottino continuando a chiamare invano il suo nome, cercando con tutte le sue forse di scacciare ormai la palese realtà. L’altro se ne era andato.
Le lacrime iniziarono a scendere… no, non doveva piangere.
Tremando, raccolse i vestiti che erano ancora sul pavimento della camera da letto e li indossò.
Sapevano ancora del suo odore...
Una volta recuperato tutto ciò che era suo, e stava per lasciare quella stanza, qualcosa colpì la sua attenzione. Un biglietto era poggiato sul tavolino.
Lo aprì, tremando sempre più forte.
 
Scusami se me ne vado senza una parola, ma credimi è meglio così.
La notte passata insieme è stata la più bella della mia vita. Non la dimenticherò mai.
Spero di rivederti presto...
Con affetto, Kyu.
 
Era ovvio. Cosa poteva mai aspettarsi? In fondo Kyu non aveva anche una fidanzata ufficiale? Era stato uno stupido a sperare in qualcosa di più.
Rilesse di nuovo il biglietto.
 
Spero di rivederti presto...
 
Sungmin sorrise. Dopo tutto, anche lui sperava di rincontrarlo presto.
Ripiegò con cura il biglietto e lo mise in tasca mentre lasciava per sempre quella stanza con dentro anche un pezzo del suo cuore...
  
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