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Autore: FindingDarcy    12/10/2013    3 recensioni
- Buuuuuu. Erin è scema, Erin è sceeeema, Erin è sceeeema. Gne gne gne gne! Sei brutta e puzzi come la pupù!! –
- Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! –
E’ questo il primo ricordo che mi viene in mente quando penso a Kurt Marvel. Abbiamo fatto le elementari insieme, cinque anni di inferno per me. [....]
"Il cellulare mi vibra in borsa. Numero sconosciuto. E’ lui, me lo sento. E d’un tratto capisco il senso di tutto ciò. Una valchiria dalle bionde trecce e grassa cavalca trionfante nel mio cervello all’urlo di “Vendetta. Tremenda vendetta” e così… rispondo alla chiamata."
Quando la vita ti offre l'opportunità di vendicarti per un torto passato.. tu cosa faresti?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Buuuuuu. Erin è scema, Erin è sceeeema, Erin è sceeeema. Gne gne gne gne! Sei brutta e puzzi come la pupù!! –
- Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! –
E’ questo il primo ricordo che mi viene in mente quando penso a Kurt Marvel. Abbiamo fatto le elementari insieme, cinque anni di inferno per me. Mi prendeva in giro ogni santissimo giorno, preferiva schernire me piuttosto che giocare con i Transformers, come tutti gli altri bambini della sua età, e starsene sempre in gruppo con altri maschietti. Ogni volta che entravo in classe, mi si metteva dietro come un condor che aspetta di fiondarsi su una carogna putrefatta. Non avrei potuto scegliere paragone più fetido, forse. Ma era proprio come mi faceva sentire lui, cibo per predatori. Ero una secchiona, ero una quattrocchi, ero una pallone da basket, avevo i denti di ferro. Queste erano il tipo di apprezzamenti più gentili che mi avesse mai indirizzato. Se me la cavavo con un “brutta cacca di iguana” potevo anche ritenermi fortunata di esser tornata a casa quasi indenne.
Devo ammettere che ho attraversato una fase in cui la natura si era veramente accanita contro di me, come fossi davvero l’unica ragazzina esistente sulla faccia della Terra. Immagino che mia madre fosse l’unica a pensare che la propria figlia fosse veramente bruttina, visto che anche a giugno mi mandava a scuola imbacuccata con cappellino e foulard e giubbottini sempre con il bavero altissimo. Sembravo una mini Sherlock Holmes che gironzolava per la scuola. Meno mi si vedeva, meglio era. Che dolce mia madre, vero? E così mi trascinavo a scuola, un ammasso umidiccio di sudore e ingenuità che rotolava tra i banchi, in attesa del prossimo attacco frontale di Kurt.
Lo odio. Sono vent’anni che lo odio. Credo che non odierò mai nessun altro come odio lui.

 
- Erin, apri tu alla porta per favore? Sto mettendo le scarpe! –
La mia coinquilina, Marie,  stasera ha organizzato un' uscita a quattro. E’ la prima volta per me e non mi sento a mio agio. Odio l’idea di dover uscire senza sapere chi avrò davanti, ma Marie mi ha assicurato che il tipo è affascinante e molto simpatico. In realtà il suo giudizio mi spaventa. L’ultima volta che ha detto che un tipo era simpatico, ricordo di averci litigato a fine serata perché non la piantava più di prendermi in giro su un aneddoto che avevo raccontato. Oh beh, colpa mia. Potevo risparmiarmela la storia di quando andai al mare e mi addormentai al sole con un pantaloncino addosso. Guadagnai un’imbarazzante abbronzatura stile Chupa- Chups panna e fragola. Spesi un occhio della testa in creme autoabbronzanti per dar un colorito uniforme alle mie cosce. Pessima idea, il risultato fu una combinazione di macchie multicolor da far sembrare che avessi addosso dei leggins militari nelle sfumature del marroncino e ocra. Allora provai a prendermi a ceffoni le cosce e fonarmele per due ore alla massima temperatura, per arrossarle come serviva. Davvero geniale. Mi si ruppero tanti di quei capillari che sembravo una mappa in 3D della metro di Londra. E non vi dico il dolore, dopo due ore di auto-trattamenti masochisti. Non mi son potuta sedere per due giorni.
Do un rapido sguardo nell’ingresso allo specchio prima di aprire la porta. Sono figa. Non c’è che dire. Non sono presuntuosa, sono solo pienamente cosciente della mia bellezza sbocciata. E’ diverso. Sono radiosa e delciata, sono proprio l’amica stronza che tutte non vorrebbero avere. Quella che non mette un etto di grasso anche se mangia come un camionista a digiuno da giorni. Quella che, appena sveglia, sembra che sia appena uscita da una spa. Quella che se ne sta ore sdraiata sul divano mentre le altre sgobbano in palestra per smaltire il cioccolatino mensile che si sono concesse come degna ricompensa ad un mese di dieta. Ahahaha. Amo mentire a me stessa, è la cosa che mi riesce meglio.  Questo vestito mi sta troppo stretto, mi mette in evidenza il seno che, di per sé, già non fa molta fatica a presentarsi prepotentemente all’attenzione degli altri. Tutto sommato ho un bel fisico, sodo e generoso, ed i miei occhi grigiastri sono la mia carta vincente. Ma ho anche i capelli che vanno dove gli pare, tranne nella giusta direzione che dovrebbero prendere. Ho anche  esagerato con il correttore sotto agli occhi, da far sembrare in lontananza che abbia delle enormi orbite come quelle dei manga giapponesi. Meglio che vada a cambiarmi e a darmi un’ultima sistemata.
Marie corre all’ingresso notando che il campanello continuava a suonare ed io me ne stavo impalata avanti allo specchio.
- Stupida, vuoi aprire o no? –
- Fallo tu. Io devo cambiarmi. Un’altra volta. -
Ecco. Ora sto meglio. Mi serviva un’ultima piastrata al volo e qualche centimetro in più. Erin 2.0 è pronta a far conquiste. E fare danni! Ti prego, Signore, mandami un clone di Bradley Cooper.
Quando torno, trovo sulla porta due ragazzi in giacca e cravatta ad attendermi. Marie strabuzza gli occhi, muta, come se velesse dirmi qualcosa. Con nevrotici scatti del capo, mi indica il mio accompagnatore. Oddio. Mi arriva giusto alle tette. Un po’ bassino per i miei gusti, dovrei cambiarmi ancora e metter le ballerine. E’ anche un po’.. uhm… diciamo che ha la sfumatura alta. Alla Nicholas Cage. Nicholas Cage quasi completamente calvo, ecco. Ci presentiamo e lui si sporge in avanti per piazzarmi due baci sulle guance, all’italiana. Colta di sorpresa, poggio la mano sul suo fianco. Sento al tatto qualcosa di rigido, qualcosa di ruvido.. ma cos’è? Tasto un po’, lo vedo sbiancarsi nel volto. Oddio, questo addosso ha una panciera!! E così lui sarebbe il tipo affascinante di cui mi parlava Marie? Non dovrò mai e poi mai fidarmi dei suoi gusti se mi affibbia fregature come questa. Grazie, Signore, grazie davvero. Proprio Bradley, uguale.
Usciamo. I ragazzi hanno prenotato in un delizioso ristorante italiano molto caratteristico.. se non fosse per il fatto che i camerieri son cinesi. L’accompagnatore di Marie è molto galante, ci apre la portiera prima di salire in auto e ci scosta la sedia prima di accomodarci al tavolo. Se devo esser sincera, la sua presenza riempie la sala, come se emanasse un’aurea erotica di un discreto livello. Ha un non so che di magnetico, di primordiale, qualcosa nei suoi occhi che… con ostinazione tiene fissi su di me. Oh. Al posto di Marie gli avrei tirato un calcio sotto il tavolo. E così deve esser stato, dal momento che a metà cena la mia coinquilina si alza stizzita ed annuncia di voler tornare a casa. Mi offro di accompagnarla e lei accetta di buon grado. Menomale!! Finalmente ho una via di fuga da questa matrioska tascabile che mi è seduta di fronte.
Appena metto piede in casa, non ho neanche il tempo di chiudermi la porta alle spalle che Marie diventa un tornado furioso. Inizia a sproloquiare ed insultare il ragazzo e lancia qualche occhiata minacciosa nella mia direzione. Ma che avrò mai fatto di male?!? Sono io che dovrei esser incavolata persa con lei dal momento che mi ha rifilato Tony la matrioska. Scherziamo?!? Ma dai.
- E vuoi sapere l’ultima? Quando tu e Tony vi siete allontanati per andar vicino all’acquario delle aragoste.. lui sai cosa mi ha detto?!?! Vuoi davvero saperlo?? Mi ha detto che sentiva una naturale attrazione nei tuoi confronti!!! E visto che io e lui ci siam visti soltanto tre volte ed eravamo agli inizi.. ha preferito esser sincero con me al cento percento. Anzi… ha avuto anche il coraggio di dirmi che avrei dovuto apprezzare questa sua ammissione!! Ma ci rendiamo conto?? –
La mia autostima in questo momento schizza dritta alle stelle. Non mi ero sbagliata affatto. Mi era sembrato che il tizio conversasse più piacevolmente con me anzichè con lei e che buttasse uno sguardo nella mia direzione un po’ troppo spesso.
- Ascolta, Marie.. mi dispiace.. non.. non so che dire! Non ho fatto niente.. non lo conosco nemmeno e, a dirla tutta, non ricordo neanche il nome! Figurarsi se potrebbe interessarmi!! Non ci uscirò, tranquilla! -  Mento spudoratamente e sento le guance in fiamme.
- Non ce l’ho con te… - il tono di Marie stavolta è più calmo, rassegnato. Mi lancia uno sguardo di sufficienza e poi il suo sorriso si apre sul volto, finalmente. – Ascolta. Gli ho dato il tuo numero.. fai un po’ come vuoi. Ma almeno fai lo sforzo di ricordarti il nome!! Si chiama Kurt. Kurt Marvel. E da oggi  è ufficialmente nella mia black list. –
Sento di esser sul punto di svenire. Kurt?? Quel Kurt? L’odioso Kurt? Il mio incubo delle elementari? Quando ha deciso di diventare così illegalmente sexy? Non è giusto. I tipi come lui dovrebbero invecchiare tutti come Gollum o giù di lì.
Il cellulare mi vibra in borsa. Numero sconosciuto. E’ lui, me lo sento. E d’un tratto capisco il senso di tutto ciò. Una valchiria dalle bionde trecce e grassa cavalca trionfante nel mio cervello all’urlo di “Vendetta. Tremenda vendetta” e così… rispondo alla chiamata.
   
 
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