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Autore: marta_cr_cullen92    12/10/2013    1 recensioni
Ciao a tutti!! Questa mia ff nasce qualche notte fa. Mi giravo e rigiravo nel letto ed ero sempre più sveglia.. Mi sono venuti in mente Tristan e Yvaine ed hanno cominciato a parlare...
Mi sembra un episodio carino… Non so dirvi se la continuerò o se la concludo così…
Spero vi piaccia!! Baci _ Marta
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tristan Thorn, Yvaine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Questa mia ff nasce qualche notte fa. Mi giravo e rigiravo nel letto ed ero sempre più sveglia.. Mi sono venuti in mente Tristan e Yvaine. Hanno cominciato a parlare (non sono pazza.. non ho allucinazioni uditive xD) ed avendo il computer rotto ho preso carta e penna. Non mi ricordavo il tempo di scrivere così tanto a mano…

Mi sembra un episodio carino… Non so dirvi se la continuerò o se la concludo così…

Spero vi piaccia!!

Baci

Marta





Diceva d'esser una stella e lo era davvero!

Per me era la stella più bella e splendente del firmamento.

Al di là del muro sarebbe diventata pietra e poi polvere. Un freddo pezzo di roccia scura che nulla ha a che vedere con la candida e bella bionda che riposa felice sul mio petto.

Erano questi i pensieri del giovane uomo mentre fissava i tizzoni ancora rossi dentro il camino. Ripensava a ciò che era appena accaduto, a quanto fosse stato strano e bellissimo. Candida era Yvaine, biondissimi capelli lunghi e lisci, pelle morbida di porcellana, occhi color del cielo.

Quegli occhi…


Lei lo stava fissando ancora, come tutti i giorni passati assieme nei boschi, poi in città e ancora al castello. Non aveva conosciuto altri uomini ma se fossero stati tutti come lui, la Terra sarebbe stata il posto migliore del mondo.

Stavano cavalcando due purosangue neri come la notte più profonda quando un lupo indirizzò il suo verso alla Luna, salutandola. Il cavallo di Yvaine s'impennò facendola precipitare al suolo.

Tristan saltò giù immediatamente da cavallo e fu al suo fianco.

- Stai bene? - le chiese porgendole la mano da bravo gentiluomo. Con un braccio dietro la sua schiena l'aiutò a restare in piedi ancora un po' tramortita.

Persa nei suoi pensieri si era volare e rovinare al suolo, sull'erba umida e fredda nella notte. Un braccio forte la stringeva contro un altrettanto prestante corpo caldo. Raggiunse con lo sguardo gli occhi di Tristan; dopo mesi e mesi non si era ancora abituata alla profondità di quelle due perle – Adesso sì. Sto bene. Grazie. -

Tristan la teneva ancora stretta, non riusciva a lasciarla andare: non ora che aveva un'ottima scusa per starle così vicino! L'aveva appena vista volare per qualche metro: la bella veste era sporca di verde, i capelli scappavano dalle forcine che prima li tenevano ordinati, il terrore dello smarrimento negli occhi blu, le piccole mani tremanti ed incerte sulle sue braccia.

- Credo sia meglio rientrare. -

- Sì, certo. -

La mise sulla sua cavalcatura ed insieme tornarono nelle scuderie. - Al caldo si sta decisamente meglio. Non ti tremano più le mani, visto?!

- Forse mi sono vestita troppo leggera nonostante sia estate -

Sistemato il purosangue salirono le scale ed entrarono in uno dei salottini più piccoli della residenza estiva. Alla servitù era stato chiesto di controllare che il camino rimanesse sempre acceso e di tenere una teiera pronta per il loro arrivo.

Yvaine si sistemò una coperta sulle spalle e si sedette sul marmo del caminetto mentre il giovane rimase sulla poltroncina ad un metro dal fuoco caldo.

- La Luna era bellissima stassera! - cominciò lei - Peccato per le stelle: neanche una… - ma Tristan la fermò – Sono d'accordo sulla prima parte ma cosa me ne faccio di una moltitudine di stelle nel cielo quando qua sulla Terra ci sei tu? - mai si era esposto tanto; aveva sempre temuto un rifiuto e non aveva idea di come si sarebbe dovuto comportare in tal caso. Alzatosi dalla poltrona si sedette difronte a lei, sul tappeto. La stella sorrise e si illuminò.

I sentimenti che provava per lui le erano chiari da molto tempo ma che diritto aveva lei?! Era caduta dal cielo per pura coincidenza! Molti avevano notato questo suo sentimento ma non se ne era mai fatta parola ad alta voce.

Tristan rimase sorpreso, non l'aveva mai vista risplendere così! La sua pelle candida rifletté, luce chiara che prima non c'era, come frammenti di specchio, polvere di brillanti. Non le era mai accaduto ma aveva visto le sue sorelle farlo svariate volte e sapeva bene perchè accadesse… - Ops! -

- Yvaine… stai brillando! -

- Già.. Come non notarlo! È colpa tua… - non voleva che il giovane capisse che si trattava dell'intensità dei suoi sentimenti ma la sua natura di stella non mentiva…

Allungò la mano per sfiorarle il viso e il braccio nudo che riluceva ed emanava calore, lieve e piacevole. Egli sperò ardentemente che quello fosse la prova dei suoi sentimenti - Sei come un miracolo meraviglioso. Impossibile non adorarlo… - e la baciò.

Le mani si cercarono, le lingue si trovarono, Tristan percepiva il calore aumentare lievemente mentre Yvaine brillava sempre di più.

Lasciata andare la coperta, Yvaine si mise sulle ginocchia e il giovane le strinse con un braccio la vita, tenendola salda a lui.

La coperta sotto di loro era morbida ma presto, a contatto con la tela ci fu solo la schiena del giovane. Con una mano le aveva spostato una gamba accompagnandola su di sé. Non voleva sembrare prepotente forzandola ma sapeva che se si fosse messo sopra lui avrebbe perso la capacità di pensiero.

Le piccole e candide mani della stella scorrevano sul petto e sul torace del compagno, avide di ogni particolare sfuggente alla vista.

Lui tracciava con le dita tutte le cuciture della veste leggera, quasi prendendosela con la sua camicia troppo facile da sfilare. Quasi perchè colei che irradiava luce e calore aveva sostituito alle mani tiepide labbra che passavano sulle spalle e sui bicipiti. Ora si posavano sui pettorali appena scolpiti dal lavoro; sulla pelle sensibile dei capezzoli turgidi percepì il delicato passaggio umido della lingua. Fremette da capo a piedi e vide la sua stella che, sorridendogli, gli prese una mano e se la appoggiò dietro la schiena dove stava il fiocco del corpetto.

Raccolto l'invito fece scivolare via il nodo e i lacci non prima di essersi ripreso le labbra tra le sue e quindi ricominciando il gioco delle lingue che come prima lottavano per la vittoria comune.

Tiratosi a sedere con Yvaine in braccio, le sfilò le maniche e arrotolando l'orlo della veste gliela levò. Si sorrisero a vicenda, felici di fare quella scoperta insieme.

La sottoveste di lino bianco era trapuntata di fiori. Lui si chinò per baciarle la bocca, il mento, la gola, la spalla. Lei lo spinse giù ancora e lo baciò con foga, infilandogli le dita nei capelli. Scese con le mani accarezzandogli i fianchi, baciandogli il petto; arrivando al bottone dei pantaloni con le dita, si rese conto che Tristan non respirava e teneva le mani ferme sulle sue cosce sotto la sottoveste.

Gli prese il volto tra le mani – Non immagini quanto ho sofferto pensando a te con un'altra. Non immagini quanto ho sperato di poter stare con te così come sto adesso. Toccami amore! - e lo baciò ancora, con foga e sempre più a fondo, strusciandosi sopra di lui. Staccò una mano dal suo volto e sfiorando gli addominali con le nocche gli slacciò i bottoni dei pantaloni.


   
 
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