Fanfic su artisti musicali > Union J
Ricorda la storia  |      
Autore: ljttledreamer    12/10/2013    9 recensioni
Tanti sguardi nascosti e poi il coraggio. Quel coraggio di rischiare e buttarsi senza sapere che tipo di atterraggio troveremo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                             

George Shelley era un ragazzo di vent’anni nato e cresciuto a Bristol e trasferitosi poi all’età di diciotto anni nel pieno centro di Londra. Aveva i capelli ricci e castani e due occhi color cioccolato nel quale perdersi. Aveva un sorriso che faceva invidia a chiunque, ma la cosa che più piaceva era il suo viso tanto bello quanto dolce e che lo faceva sembrare un bambino. George si definiva un ragazzo normalissimo, anzi, era molto insicuro del suo corpo perché fin da piccolo aveva sofferto di bullismo, ma adesso le cose sembravano essere cambiate; molte ragazze gli correvano dietro, ma a lui poco importava, lui aveva nella testa solo una persona. Blair. Una ragazza di un anno più piccola di lui, con i capelli biondo-castano e due vivacissimi occhi azzurri. Era alta solo un metro e sessanta ed anche lei sembrava più piccola dell’età che in realtà aveva e a George questo piaceva e gli faceva venire voglia di tenerla tra le sue braccia e non lasciarla più. Se solo avesse potuto lo avrebbe fatto, ma il punto è che i due non si conoscevano. Come ogni mattina il riccio si alzò presto, si andò a sistemare e come ogni giorno, una volta uscito di casa si diresse da Starbucks per fare colazione. Non uno Starbucks qualunque, ma quello in cui lavorava lei. Oggi era però un giorno speciale così passò prima in pasticceria, poi dal fioraio e poi andò finalmente a fare colazione. Come sempre, lo Starbucks era pieno di persone; chi andava di corsa per arrivare in tempo a lavoro o a scuola, chi prendeva un pezzo dolce e usciva a fare una passeggiata per le vie di Londra e chi invece come lui  poteva gustarsi il suo caffè o magari una cioccolata calda, tranquillamente seduto ad un tavolo a leggere il giornale oppure un buon libro. Il ragazzo entrò dentro e subito la vide lì al bancone a servire clienti su clienti sorridente e gentile con tutti come sempre e a quel punto non poté fare a meno di sorridere pure lui. Andò a sedersi al suo solito tavolo, il quale si trovava quasi nascosto e si voltò verso la grande finestra perdendosi ad osservare il via vai di persone.
-“Buongiorno”
Disse dopo qualche minuto una voce femminile. Era lei.
-“Buongiorno”
Disse lui voltandosi verso la ragazza che già gli aveva portato il vassoio con la colazione. Ormai sapeva che cosa voleva, ordinava le stesse cose ogni mattina sin dal primo giorno che mise piede lì dentro.
-“Grazie”
Disse gentilmente il ragazzo sorridendo. Lei ricambiò il sorriso per poi tornare dietro al bancone e riprendere a servire le altre persone.
-“Blair, la strega ti vuole e sembra essere molto nervosa”
-“Quand’è che non lo è. Grazie Philippe”
La strega, come la chiamavano loro, era la proprietaria dello Starbucks ed era sempre di pessimo umore e molto acida. Lo era sempre stata, ma da quando si lasciò dal marito mesi fa lo divenne ancora di più. Blair andò dalla strega e per lei che oggi era un giorno speciale e aveva già programmato tutto, le notizie non furono per niente buone.
-“Mi voleva?”
-“Si signorina Barton. Oggi pomeriggio deve lavorare, deve sostituire Martha che ha la febbre e Philippe che deve andare ad una visita. Inoltre dato che ultimamente la vedo troppo distratta, voglio che sia all’ora di chiusura per pranzo che a quella di chiusura di stasera i pavimenti siano lucidi ed anche tutte le varie cose”
-“Ma, oggi lei mi aveva promesso almeno il pomeriggio libero per il mio compleanno ed io avrei organizzato alcune cose. Non potrebbe far venire Jaymi o magari Kenny o..”
-“Oggi sono nervosa e non ho voglia di fare chiamate a destra e a manca e non me ne frega niente se oggi è il suo compleanno! Lei lavorerà punto!”
La signora Martins prese il suo giubbotto insieme alla borsa e con aria superiore girò i tacchi per uscire da lì ed andare a fare folli spese ad Oxford Street come suo solito fare. Blair tornò da Philippe con aria arrabbiata, ma allo stesso tempo abbattuta. Oggi era il suo diciannovesimo compleanno e ricevuto due settimane fa il permesso di pomeriggio libero, aveva organizzato un’intera giornata con le amiche ed una cena fuori, ma purtroppo avrebbe dovuto disdire ogni cosa per colpa della signora Martins. Non la sopportava e mai lo avrebbe fatto; spesso pensò anche di lasciare quel lavoro, ma aveva bisogno di soldi per pagare l’affitto del suo piccolo appartamento e per riuscire, quando le era possibile, a frequentare un corso di spagnolo che tanto amava.
-“Allora?”
-“Allora è una stronza. Mi aveva promesso pomeriggio di festa, avevo preparato un sacco di cose ed invece devo stare rinchiusa qua tutto il giorno e per di più devo pulire ogni cosa e fare i pavimenti lucidi”
-“E perché?”
-“Perché dice che ultimamente sono troppo distratta”
-“Beh, forse su questo non ha proprio torto”
-“Che vuoi dire?”
L’amico, con un cenno del capo le indicò George e subito lei si morse un labbro per l’imbarazzo arrossendo leggermente. Lei non si definiva distratta, o almeno non le sembrava di esserlo però era vero che quel ragazzo la stava prendendo. George non era l’unico ad osservarla tutta la mattina. Anche lei lo faceva. Lo osservava di nascosto mentre sorseggiava il suo caffè e leggeva il giornale o qualche rivista. Lo osservava mentre spostava i suoi ricci dagli occhi oppure mentre abbozzava un sorriso dopo aver letto qualcosa di divertente. Lo osservava per secondi, minuti ed ore e probabilmente quel ragazzo stava iniziando a piacerle davvero.
-“Ma no dai che dici”
Disse lei scuotendo la testa. L’amico non sembrava convinto, ma non c’era tempo da perdere in chiacchiere, bisognava lavorare e pure tanto. Verso le una circa, che poi era l’orario di chiusura, nel locale rimasero due persone e servite anch’esse Philippe poté andarsene mentre la povera Blair dovette rimanere dentro a sistemare. Era girata, intenta a pulire la macchinetta del caffè quando alle sue spalle giunse una voce.
-“Ciao”
-“Scusi ma il locale adesso è chiuso e non ..”
Quando si voltò per vedere chi fosse, si ritrovò il riccio davanti.
-“Ciao”
Disse allora dolcemente.
-“Che ci fai qua dentro? Cioè voglio dire è ora di chiusura ed io avrei un bel po’ da fare”
-“Si. Si lo so. Scusami è solo che dovrei darti una cosa e prima con tutta quella confusione non potevo”
Blair lo guardava confusa ancora incredula del fatto che stesse parlando con quel ragazzo e George senza sapere dove trovò il coraggio, le porse due pacchetti.
-“Tanti auguri”
Disse ancora lui. Già, quella mattina andò a prendere un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini solo per lei, per farle un regalo, perché sapeva quanto fosse speciale per lei il giorno del suo compleanno. La ragazza rimase veramente sorpresa di quel gesto, si domandava come uno sconosciuto sapesse del suo compleanno, ma allo stesso tempo sentiva dentro di lei tanta felicità.
-“G..grazie davvero. Ma come facevi a sapere che oggi è il mio compleanno?”
-“Beh, vengo qua ogni giorno e ti sentivo parlare con le tue colleghe della festa che da come ho sentito hai dovuto annullare. Scusami, di solito non ficco il naso negli affari altrui, ma il mio tavolo è proprio vicino al bancone e..”
-“No. No tranquillo nessun problema. Sono veramente sorpresa del tuo gesto perché beh insomma non ci conosciamo e .. grazie, grazie davvero”
-“Figurati, per così poco”
Si sorrisero nuovamente e nei loro occhi si poteva leggere quanto entrambi in quel momento si sentissero davvero felici.
-“Comunque, io sono George”
Disse lui porgendole la mano e subito lei ricambiò.
-“Io sono Blair, piacere mio”
-“Si, lo so. C’è scritto pure sulla divisa”
-“Giusto”
-“Dai ti aiuto a sistemare”
-“Ma no dai, tu sei un cliente e poi avrai mille cose da fare”
-“Non ho impegni e poi lo faccio volentieri”
Senza aspettare risposta, George andò dall’altra parte del bancone per aiutare Blair e tra una tazzina lavata ed un’altra, tra un tavolo spolverato ed un altro, ed ovviamente i pavimenti lucidati, i due ragazzi non fecero altro che parlare, ridere e conoscersi. Il tempo sembrava correre e così un’ora e mezza passò velocemente. Tra circa una mezz’ora il locale sarebbe stato di nuovo aperto e così la ragazza avrebbe dovuto affrontare altre sei ore di lavoro da sola. George avrebbe voluto davvero aiutarla anche in questo, ma non poteva, non era un dipendente e se fosse per caso arrivata la signora Martins, sarebbero stati guai per entrambi.
-“Non so davvero come ringraziarti George. Questa giornata sta in parte diventando migliore ed è merito tuo”
-“Se questa giornata anziché solo in parte, la facessi diventare migliore del tutto?”
-“Che vuoi dire?”
-“Stasera, dopo il turno, ti andrebbe di uscire con me?”
Ancora una volta George non seppe dove trovò il coraggio di chiedere a Blair di uscire, ma dopo tutto, quella era un’ottima occasione e così colse la palla al balzo. Male che andasse, avrebbe ricevuto una risposta negativa e si sarebbe messo l’anima in pace cercando di togliersela dalla testa.
-“Si. Si, mi andrebbe di uscire con te”
Con sua sorpresa la risposta fu però positiva. Non ci sperava molto, perché in fondo si conoscevano solo di vista ed avevano parlato quella volta sola e non sapeva quindi neanche se la ragazza fosse fidanzata o meno.
-“Stasera chiudete prima giusto?”
-“Si alle nove, ma considerando il compito che mi ha dato quella strega uscirò di qua per circa la dieci”
-“Allora passo a prenderti alle undici. Devi solo dirmi dove abiti”
-“Appena esci da qua vai sulla tua sinistra, il quarto portone è il mio”
-“Perfetto allora, così almeno son sicuro di non sbagliare strada”
Scoppiarono entrambi in una sonora risata e tra altre chiacchiere fu ora di riaprire, così il ragazzo decise di tornare a casa sperando che il pomeriggio passasse più velocemente possibile. Anche Blair lo sperava, ma sicuramente dopo il regalo assolutamente inaspettato di George, le due ore passate insieme e la proposta di appuntamento, affrontare quelle sei ore di lavoro sarebbe stato più facile. Ed infatti anche i clienti la trovarono più raggiante del solito.

**

Finalmente giunsero le nove e serviti gli ultimi clienti, Blair poté finalmente, si fa per dire, dedicarsi nuovamente alla pulizia del locale. Visto che grazie a George aveva già fatto molte cose il pomeriggio, non c’era molto da pulire così poté fare chiusura definitiva prima di quanto credesse. Come disse pure al ragazzo, il suo appartamento non distava molto dallo Starbucks e neanche in dieci minuti fu a casa dove poté finalmente rilassarsi un po’. Non c’era tempo per preparare una vera e propria cena, allora si fece un panino al volo per poi iniziare a prepararsi. Dopo aver scelto i vestiti da indossare andò in bagno per lasciarsi cullare dal dolce getto dell’acqua calda e togliersi di dosso tutte le fatiche del pomeriggio. Dopo circa una ventina di minuti ne usci ed una volta che asciugò i capelli, i quali decise di lasciare sciolti al naturale, iniziò a vestirsi. Era Gennaio e fuori faceva abbastanza freddo quindi optò per un paio di jeans, degli stivali neri pesanti con un po’ di tacco ed una maglietta a maniche lunghe Chanel sempre nera, ma con una scritta bianca. Un filo di eyeliner nero che facesse risaltare i suoi occhi azzurri ed era pronta per uscire. Fuori era tranquilla, ma in realtà dentro di lei c’era il caos più totale. Era agitata, molto, non sapeva neanche dove sarebbero andati. Alle undici, puntuale come un orologio svizzero, finalmente il riccio arrivò a casa della bionda che quando gli aprì la porta lo fece rimanere per qualche istante senza parole.
-“C.. ciao”
Disse lui facendo un cenno di mano.
-“Ciao”
-“Sei bellissima”
-“Sono vestita in modo semplice, sono me stessa, ma ti ringrazio. Comunque anche tu stai molto bene”
Disse poi lei abbassando lo sguardo imbarazzata.
-“Allora, andiamo?”
-“Si, dove mi porti di bello?”
-“Oh vedrai”
Blair si affrettò a prendere la sua borsa con il telefono e le chiavi di casa e poi finalmente poterono andare. La prima tappa della serata prevedeva un giro in battello lungo il Tamigi e per quanto magari per molte persone non lo potesse essere, Blair trovò la cosa dolce e romantica. Durante quella specie di mini crociera, i due non fecero altro che ridere e scherzare scattandosi anche molto foto e a qualcuno non passarono inosservati.
-“Beata gioventù”
Disse infatti un’anziana signora seduta proprio di fianco a loro.
-“Da quanto tempo state insieme ragazzi?”
-“Oh beh, a dire la verità siamo solo amici”
Rispose George guardando prima Blair e poi la signora.
-“Beh miei cari ragazzi, date retta a questa vecchia signora che potrebbe essere vostra nonna. Voi sarete anche solo amici, ma nei vostri occhi si legge quanto in realtà proviate di più l’un per l’altra”
I due ragazzi si sentivano imbarazzati al punto di non riuscire a guardarsi e di non sapere che rispondere, ma fortuna loro ci pensò la signora a continuare con il suo discorso anche se per poco.
-“Lasciate che vi dia un consiglio. Tu tieni d’occhio questo ricciolino che sarà sicuramente un rubacuori e tu invece tieniti stretta questa ragazza perché di così belle, semplici e genuine ce ne sono poche ormai. Adesso dobbiamo scendere, buona serata ragazzi, auguri per tutto e figli maschi”
L’anziana signora scese seguita poi dai due ragazzi e George scosse la testa sorridendo pensando a quanto fosse simpatica e pensando a quelle ultime parole dette. Blair lo osservava sorridere e pensava che non ci fosse niente di più bello di quel meraviglioso sorriso. La seconda tappa della serata prevedeva un giro al Big Ben e a dire la verità George pensava anche ad un’altra cosa romantica; un giro sul London Eye.
-“Non soffri di vertigini vero?”
-“No perché?”
-“Vieni”
Dopo aver fatto i biglietti i due poterono salire su quell’enorme ruota e godersi a pieno tutto il fantastico panorama. Londra era un città veramente bella e magica e la sera, tutta illuminata lo diventava ancora di più. Blair amava quella città più di qualsiasi altra cosa, ed il fatto che molto spesso piovesse non le dispiaceva affatto, anzi. Più che la ruota girava e loro salivano in alto e più che tutto si faceva sempre più bello e quello che per Blair doveva essere un compleanno rovinato, si rivelò invece essere uno dei più belli che avesse mai festeggiato se non addirittura il più bello, ma la serata non era ancora finita ed erano in arrivo altre belle cose. Una volta scesi da lì, continuarono il loro giro per la città e si divertirono talmente tanto che il tempo sembrò volare in un attimo. Si fecero le una così si incamminarono verso l’auto di George per ritornare a casa e nel frattempo iniziò pure a nevicare e Blair era una grande amante della neve, così per lei la serata divenne ancora più magica. Una volta arrivati, George accompagnò da gentiluomo la ragazza fino alla porta di casa e giunto il momento dei saluti, i due non sapendo come comportarsi, rimasero qualche secondo in silenzio. Probabilmente volevano entrambi un finale di serata come quello nei film, ma sembrava che nessuno dei due avesse il coraggio di fare quella mossa.
-“Qua fuori si congela, ti va di entrare a prendere una cioccolata calda?”
Proferì Blair eliminando così quella situazione imbarazzante. George rispose in positivo così entrarono dentro a riscaldarsi.
-“Appendi pure qua la giacca, io vado in cucina a preparare la cioccolata tu nel frattempo siediti pure sul divano e fai come fossi a casa tua”
Con quella frase la ragazza si liquidò in cucina per poi uscirne dopo circa una decina di minuti con un vassoio con sopra due cioccolate fumanti con panna. Era davvero buona e con un freddo del genere era proprio ciò che ci voleva per riscaldarsi.
-“Grazie per la cioccolata”
-“Figurati è niente in confronto a ciò che tu hai fatto per me durante tutta la serata. Non so davvero come ringraziarti George”
-“E’ stato un piacere stare con te”
-“Si, anche per me lo è stato”
-“Beh, è davvero tardi adesso, meglio che vada. Tu domani devi lavorare ed anche io devo alzarmi presto per ..”
-“Venire allo Starbucks ad osservarmi tutta la mattina?”
George al suono di quella frase voleva sprofondare. Non credeva che Blair si fosse accorta di ciò, era sicuro di non essersi mai fatto beccare in flagrante.
-“Da .. da quanto lo sai?”
-“Da un mesetto. Cioè io in realtà non mi ero accorta di niente è stato un mio collega a farmelo notare”
-“Ah capisco”
-“Scusami, non volevo metterti in imbarazzo. Comunque beh se ti può consolare anche io non faccio altro che osservarti tutta la mattina”
Confessò Blair abbassando lo sguardo. Sul volto di George comparve un leggero sorriso e subito cancellò l’imbarazzo di poco prima. Si avvicinò alla ragazza lasciandole un dolce bacio sulla guancia per poi prendere la sua giacca ed uscire dall’appartamento. Passarono pochi secondi da quando chiuse la porta che essa si riaprì.
-“George!”
Il ragazzo si voltò trovandosi ad osservare occhi negli occhi Blair.
-“Sai, probabilmente la signora sul battello aveva ragione. Tu mi piaci”
-“Già, credo proprio che avesse ragione. Anche tu mi piaci Blair”
Si sorrisero, e quel sorriso diceva molto. George si avvicinò a lei perdendosi ancora una volta dentro quegli occhi color oceano e capì che quello era il momento giusto per fare ciò che voleva da molto. Si era buttato, ed il lancio riuscì perfettamente, adesso mancava solo l’atterraggio. Spostò una ciocca dei suoi lunghi capelli dietro all’orecchio e la distanza che li divideva era sempre meno, fin quando non fu azzerata del tutto. Le loro bocche si congiunsero, ma quel leggero bacio non bastava a nessuno dei due. George premette leggermente con la sua lingua sulle labbra di Blair per chiedere un permesso che non gli fu negato e così prese vita un grande e bellissimo bacio. Le mani di lui finirono sui fianchi di lei per attirarla a se ancora di più e quelle di lei finirono nei vivaci ricci di lui. Si staccarono controvoglia, ma solo per riprendere fiato. I loro occhi, che ancora una volta si incontrarono, dicevano tutte le parole che in quel momento i due non riuscivano a dirsi ed i loro sorrisi esprimevano tutta la felicità che era impossibile descrivere.
-“Buonanotte piccola”
Le sussurrò lui dolcemente, e con un ultimo bacio a stampo si liquidò sotto lo sguardo ancora sognante di Blair.


_________________________________________________________________________________________________________________
Buonasera fandom! Per chi non mi conoscesse, io sono Alessia ma potete chiamarmi Ale.
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico riguardo agli Union J ed ho scelto George.
Io sono molto romantica, dolce e si pure parecchio smielata ahah e poi con uno come George
come si fa a non scrivere cose dolci?
Quindi chiedo scusa in anticipo se vi ho fatto venire il diabete. Il banner l'ho fatto io e la foto di Starbucks
è stata realmente scattata da me a Londra. Chiedo scusa se non è il massimo ma è uno dei primi che faccio e non ho photoshoop quindi mi arrangio con quello che ho. La cosa che mi interessa però non è questa, ma sapere come vi sembra la storia, che cosa ne pensate quindi se dopo aver letto vi va di lasciare una recensione anche piccola, mi farebbe davvero molto piacere. Accetto tutto: giudizi positivi ma anche critiche, consigli ecc..
Non voglio dilungarmi ancora, quindi niente grazie a tutte coloro che leggeranno.
Un bacio bellezze.
La vostra Ale.

Se vi va di leggere pure altre cose basta andare sul mio profilo e troverete altre storie.
Se vi va di seguirmi su twitter sono DreamerX_ 

 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Union J / Vai alla pagina dell'autore: ljttledreamer