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Autore: Liberty89    13/10/2013    7 recensioni
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?
Dal capitolo I
Tsuna si scambia con il se stesso del futuro a causa del Bazooka di Lambo e il venticinquenne porta con sé notizie sulla nuova difficoltà che i Vongola dovranno affrontare. Che esperienza si cela dietro lo scioglimento del sigillo sulla Fiamma del Cielo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Il sigillo del Cielo
Autore: Liberty89
Genere: Avventura, azione, comico a tratti
Rating: Giallo
Personaggi: Un po’ tutti, Sawada Tsunayoshi
Pairing: Nessuna coppia in particolare.
Avvertimenti: Interpretabile come “What if?”
Note dell'autrice: *sbircia da dietro un angolino* Buona sera…? Sono arrivata anche in questo fandom a dare fastidio x3 Dunque, questa fic che non so quanto verrà lunga né con che frequenza la aggiornerò, si inserisce dopo la saga dei Millefiore, quindi alla fine dell’anime. Ho messo l’avvertimento “What if?” per precauzione più che altro, perché volendo guardare la trama del manga, se si inserisse lì cambierebbe non poco lo stato delle cose xD Ma non siamo qui a mettere lo smalto ai piccioni, per cui buona lettura! :3

Disclaimer: i personaggi e l'ambientazione della fic non mi appartengono, ma sono proprietà degli aventi diritto. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.


Il sigillo del Cielo



Capitolo I - Una giornata quasi tranquilla

Quella mattina, Sawada Tsunayoshi si era alzato di buon'ora con un gran sorriso e una strana voglia di mettersi all'opera in qualcosa. Persino seguire gli assurdi allenamenti del suo bizzarro insegnante privato, che al contrario, gli aveva fatto capire da subito che quel giorno voleva riposarsi e lui doveva fare lo stesso, perché il giorno dopo avrebbero recuperato. A quel punto, il quindicenne si era congedato con una risatina rassegnata, dicendogli che sarebbe uscito quantomeno a far due passi, visto che era una bella e soleggiata Domenica di Maggio.
L'Arcobaleno annuì soddisfatto. -D'accordo, ma non andare da solo, chiama Gokudera e gli altri.- consigliò, fermandolo sull'uscio. -Non si sa mai cosa può accadere e sei pur sempre il futuro Boss della Famiglia Vongola.-
Il ragazzo scosse il capo, archiviando la storia della Mafia e del suo presunto ruolo di capo, nonostante avesse detto più volte che non ci teneva minimamente a diventarlo. -Sì, non preoccuparti, mi aspettano tutti davanti alla scuola, tranne Gokudera-kun, che credo si stia precipitando qui.-
Sceso in cucina, il castano aveva trovato un placido quadro di serenità e l'aveva osservato con un sorriso intenerito. Sua madre che trafficava ai fornelli con un'espressione radiosa con Bianchi al suo fianco che studiava ogni suo gesto, come se volesse imprimerselo nella memoria, mentre seduti al tavolo, Lambo, I-Pin e Fuuta erano tutti presi dai loro disegni e strani discorsi che nessuno a parte loro avrebbe compreso.
-Buongiorno!- esclamò, attirando l'attenzione su di sé e ottenendo in cambio un tripudio di sorrisi calorosi.
-Oh, Tsu-kun! Ben svegliato!- lo salutò Nana, facendogli cenno di sedersi a tavola per mettergli davanti un'abbondante colazione. -Sei mattiniero oggi.-
Il giovane annuì. -Vado a fare un giro.- annunciò, rubando una fetta di pane tostato. -Mi basta questa per oggi!-
-Sei sicuro? Non è poco?- si preoccupò sua madre, accigliandosi appena.
-Tranquilla, se mi viene fame rimedierò.- rispose, avviandosi verso la porta d'ingresso. -Ci vediamo più tardi!-
-Tsuna! Aspetta!- gridò il bambino pezzato, abbandonando i suoi disegni per corrergli incontro e saltargli in braccio. -Lambo-san vuole venire con te!- dichiarò, attaccandosi ai lembi della sua felpa.
-Va bene Lambo.- acconsentì immediatamente, perché nonostante tutti i guai che combinava un giorno sì e l'altro pure, era contento di passare del tempo anche con lui e gli altri membri di quella bizzarra Famiglia che in cuor suo aveva già accettato. -I-Pin, Fuuta, volete venire anche voi? E tu Bianchi?- propose agli altri, che scossero il capo e riferirono che avrebbero aiutato Nana-mama con le faccende domestiche.
Salutati tutti, Tsunayoshi andò all'ingresso e infilate le scarpe uscì, scorgendo subito la figura del Guardiano della Tempesta appoggiata al muretto.
-Buongiorno Decimo!- esclamò l'argenteo, rimettendosi in posizione eretta, pronto a seguirlo fino in capo al mondo.
-Buongiorno Gokudera-kun!- ricambiò, avvicinandosi. -Andiamo, gli altri ci aspettano davanti alla scuola.-
-Neh Tsuna!- chiamò Lambo quando furono in strada. -Dopo andiamo al parco? Eh? Ci andiamo?- chiese speranzoso e con una gentilezza ben diversa dal suo solito imporsi su quello che aveva cominciato a considerare un fratello maggiore.
-Perché no?- replicò il Cielo, sorridendo al Guardiano del Fulmine che esultò, rendendolo partecipe di tutta la sua genuina gioia di bambino.
Hayato osservò con orgoglio il ragazzo al proprio fianco, quasi invidiandone la pazienza verso quello scricciolo che lui definiva spesso e volentieri Scemucca, ma ammirando l'affetto che dimostrava per tutti loro e la capacità di tenerli insieme, uniti, e pronti a correre l'uno al fianco dell'altro per aiutarsi. Si sorprese però del tono educato usato dal moro, chiedendosi quanto l'esperienza del futuro li avesse provati, riplasmati, migliorati e fatti maturare con le sue battaglie e difficoltà. Tornò poi a guardare il profilo del giovane Boss, disteso in un'espressione serena e luminosa, e ancora una volta si disse che gli sarebbe stato accanto per sempre come suo braccio destro, perché era quello il suo posto.
Sentendosi osservato, Tsuna girò lo sguardo, incrociando quello verde dell’italiano, ma non chiese nulla. Si limitò a donargli un nuovo sorriso, che si estese anche alle calde iridi castane.
Quel giorno era semplicemente perfetto e niente sarebbe potuto andare storto.

L'esplosione improvvisa ebbe la forza di scaraventarlo tra gli alberi, che a causa del suo violento passaggio persero diversi rami. Tsuna strinse i denti e aumentò l'intensità delle fiamme sui propri palmi per frenare la sua corsa e spingersi fuori dal boschetto che circondava il tempio di Namimori.
Avevano deciso di passarci, dopo il consenso di Lambo, per allungare un po' la strada che li avrebbe portati al parco e mai avrebbero pensato di finire sotto l'attacco di una Famiglia rivale dei Vongola, giunta dall'Italia per uccidere il futuro Decimo Boss, o almeno questo era il poco che aveva compreso dal discorso megalomane del sottoposto che stava guidando l'operazione. Un uomo imponente dalle spalle larghe e braccia muscolose, che brandivano una larga e letale scimitarra, bruciante di Fiamme color magenta, simbolo inequivocabile della Tempesta, e che si era presentato come Fernando, capitano della Prima Divisione dei guerrieri della Famiglia Corallo, proveniente dalle coste toscane.
Messo da parte il panico e lo sgomento iniziali -sì perché ormai si era arreso all'idea di poter vivere una giornata normale e tranquilla-, Tsunayoshi si era infilato i guanti di lana e inghiottita una pillola dell'Ultimo Desiderio s'era lanciato verso gli avversari seguito dai suoi Guardiani, tranne Chrome perché non era riuscito a rintracciarla quella mattina, a differenza di Hibari che era comparso da chissà dove all'inizio della battaglia per mordere a morte quei folli che avevano osato mettere piede a Namimori, disturbandone la quiete domenicale.
In breve si era ritrovato a fronteggiare il capo della fazione avversaria in un uno contro uno e la scimitarra gli aveva inferto più di una ferita, il cui sangue ora gli insozzava gli abiti insieme alla polvere. La sua Fiamma del Cielo comunque non era stata da meno e aveva restituito con gli interessi quanto ricevuto. Si erano affrontati per lunghi minuti, indietreggiando e avanzando a un ritmo quasi regolare, finché l’uomo non aveva provocato l’esplosione che l’aveva gettato lontano.
Ora, dall'alto della sua postazione, il Cielo studiò la situazione e si preoccupò. I nemici non erano quel grande esempio di forza, ma erano tanti e per uno che veniva sconfitto, tre ne prendevano il posto e i suoi compagni stavano lentamente cedendo a una stanchezza logorante.
Serrò i pugni, nervoso, sarebbe bastato un X-Burner per spazzare via tutti quegli avversari, ma non poteva usarlo, perché il rischio di coinvolgere persone innocenti era troppo alto. Schivò un proiettile di Fiamme e guardò sotto di sé quando udì delle urla spaventate e il richiamo disperato di Lambo.
-Kyoko-chan! Haru!- urlò Tsuna, scendendo in picchiata e mettendosi davanti alle ragazze con il mantello del Primo già aperto per avvolgerle.
La scarica di proiettili avvolti dall’attributo Tempesta arrivò in un istante, ma nemmeno un colpo passò attraverso la stoffa nera, che come un muro insormontabile, era stata posta a difesa del Decimo e della sua Famiglia.
-Tsuna-kun…- balbettò Sasagawa, fissando con occhi spalancati la schiena del ragazzo, e scorrendo con timore sulle macchie di sangue.
-State bene?- chiese lui, voltando appena il capo per incrociare i loro sguardi.
Haru annuì, stringendosi il Guardiano del Fulmine al petto per cercare di placare il suo pianto. -Lambo-chan, calmati. Adesso c'è Tsuna-san qui con noi.-
Il bambino tirò su col naso, annuendo e girandosi verso Sawada, che nonostante la serietà delle iridi color arancio riuscì a trasmettergli un senso di pace e tranquillità. Qualcosa, però, si mosse nel cuore del giovane Bovino: avvertì un senso di impotenza e al contempo un desiderio enorme di aiutare il suo Boss per farlo tornare spensierato come quando giocavano insieme.
-Kyoko-chan.- chiamò il castano, mentre le porgeva il lembo del mantello. -Tenetelo e usatelo per ripararvi, purtroppo, è impossibile allontanarsi da qui.-
-Ma Tsuna-kun, tu come farai…?- replicò lei impaurita, stringendo la mano dell'altro.
-Non preoccuparti per me.- disse solamente, prima di abbandonare la sicurezza del mantello del Primo per rigettarsi nella mischia, di cui iniziava a essere stanco.
In meno di un battito di ciglia si ritrovò circondato dagli avversari che lo puntarono, chi con armi tradizionali, chi con armi avvolte dalla Fiamma dell'Ultimo Desiderio. Li scrutò tutti e sollevò i pugni, pronto a riprendere lo scontro e concluderlo il più velocemente possibile. Sentiva forti e chiare le voci degli amici che stavano tentando di raggiungerlo, fra tutte quella di Gokudera che si stava facendo strada a colpi di dinamite.
All'improvviso partirono dardi e fendenti e Tsunayoshi si difese tracciando una scia di fiamme tutt'attorno a sé, che ridusse in brandelli i colpi degli avversari. Fu in quel momento che il Cielo si accorse di una presenza al suo fianco a cui rivolse una rapida occhiata.
-Reborn.- pronunciò calmo.
-Scusa il ritardo. Si è presentata una faccenda abbastanza importante e non sono potuto arrivare prima.- spiegò il killer. -Ho anche recuperato Chrome, ora dovrebbe essere più semplice liberarsi di tutti questi moscerini senza fare troppi danni.-
Infatti, verso la zona più esterna della battaglia, avevano cominciato a levarsi grida di terrore e dolore, miste a qualche sparuto ordine di mantenere i ranghi serrati.
-Quale faccenda?- indagò il giovane Boss, a cui non era sfuggito il tono serio del bambino.
-È una cosa delicata Tsuna, ne parleremo più tardi a casa.- rispose Reborn, lasciando intendere che non avrebbe detto nulla di più.
L'altro annuì, fidandosi delle decisioni dell'Arcobaleno. -Sai qualcosa su questa Famiglia?-
-Non molto, so solo che hanno chiesto di entrare a far parte dell'Alleanza, ma non sono stati accettati.-
-Perciò questa è una vendetta.-
-Precisamente, ma né il Nono né il CEDEF si aspettavano una simile eventualità.- chiarì l'insegnante, aprendo la mano per invitare il piccolo Leon a mutare il proprio aspetto in quello di una pistola. -Che ne dici di fare piazza pulita?-
-Quando- il castano s'interruppe a causa di nuove urla provenienti dal punto in cui aveva lasciato le ragazze e il giovane Bovino, che era fuggito dalla protezione del mantello del Primo per correre verso di lui.
-Tsuna!- chiamò a gran voce.
-Lambo torna indietro!- ordinò Sawada, girandosi per andare incontro al suo Guardiano e affidandosi alla copertura del killer.
-No! Lambo-san vuole aiutare Tsuna!- affermò il bambino pezzato, mettendosi le mani nella capigliatura afro e tirando fuori il Bazooka dei Dieci Anni.
Sgranando gli occhi, Vongola Decimo pensò che forse la presenza della versione adolescente del Fulmine sarebbe stata effettivamente d'aiuto in quella situazione. Tuttavia, avvertì un brivido intenso corrergli lungo la schiena quando vide che l'arma viola era puntata su di lui. In pochi effimeri istanti lo inghiottì, sparandolo nel futuro e liberando una nuvola di fumo rosa; immediatamente, il mantello del Primo lo seguì in quel viaggio, svanendo con un sonoro “puff” e lasciando gli astanti sconvolti e stupefatti.
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?

La nube rosa s'era espansa in ogni direzione, celando Lambo, la sua bizzarra arma e la versione futura del castano. Tutto pareva essersi fermato, come in una stasi profonda, e il silenzio corse ovunque, fino tra i ranghi degli avversari, che avevano alzato la guardia, pronti a respingere qualsiasi diavoleria fosse capitata loro davanti.
-…Decimo?- chiamò Smoking Bomb, deglutendo e rompendo quello strato d'invisibile ghiaccio.
Fu uno sbuffo quasi divertito a rispondergli. -Sembra che qui ci sia un po' di confusione.-
Era matura quella voce, più profonda, ma il timbro era inconfondibile.
-Decimo!- ripeté l'argenteo. -Tutto bene?!-
-Tranquillo Hayato, sto benissimo.- replicò il ragazzo, incamminandosi per uscire dal fumo. -E sono certo che anche il me stesso di questo tempo sia in salute, quindi rilassati.- concluse, mostrandosi a tutti i presenti, che lo studiarono da capo a piedi.
L'ormai giovane uomo, molto più alto del se stesso quindicenne, vestiva con un completo nero perfettamente in ordine, accompagnato da una camicia bianca, una cravatta anche lei color pece e un ampio mantello posato sulle spalle. I capelli castani, come sempre un po' arruffati e fatti alla loro maniera, gli incorniciavano il viso fino a metà guancia, ciò che però attirò maggiormente l'attenzione dei compagni di Sawada furono l'espressione del suo viso e i suoi occhi. Entrambi seri, come quando il loro Boss era in Hyper-mode, ma allo stesso tempo trasudavano una tranquillità senza pari in cui tutti riconobbero il loro solito Tsuna. Vedevano, però, che tra quest'ultimo e il venticinquenne che avevano davanti c'era un profondo abisso di differenza a cui non riuscirono a dare un'origine.
-E tu chi saresti?!- sbraitò il comandante di quel folle attacco, puntandogli contro la propria scimitarra avvolta dalle Fiamme della Tempesta.
Il castano gli rivolse un'occhiata indecifrabile. -Non mi riconosci? Sono il Decimo Boss della Famiglia Vongola, Sawada Tsunayoshi.- rispose con incredibile cortesia. -Se non ricordo male, siete qui per eliminarmi, o sbaglio?- disse, mostrando un'espressione pacata che ebbe il potere di far rabbrividire l'uomo e tutti i suoi compagni.
-Oi Sawada!- esplose il Guardiano del Sole, riprendendosi a quelle parole e piazzandosi davanti a lui, imitato immediatamente dalla Nebbia e dalla Tempesta, mentre Yamamoto e Hibari affiancavano l'Arcobaleno più avanti. -Non provocarli in questo modo estremo!-
L'altro si lasciò sfuggire una risatina. -Oh, Ryohei onii-san, non preoccuparti.-
Il boxeur quasi trasalì nel sentirsi chiamare per nome, esattamente com'era stato per Gokudera poco prima. I due ragazzi osservarono il loro Boss dal basso all'alto con sguardo indagatore, spostandosi per farlo passare quando s'incamminò tra di loro con andatura sicura.
-Chrome-chan.- chiamò, attirando l'attenzione della ragazza che sobbalzò.
-Sì, Boss?- rispose cauta, mentre si girava, non sapendo come comportarsi con quella figura un po' misteriosa, che le rivolse un caldo sorriso rassicurante, splendido come quelli che era abituata a vedere.
-Per favore Chrome-chan, andresti da Haru e Kyoko-chan con questo?- chiese, porgendole il mantello che gli copriva la schiena. -Vi servirà, non vorrei che vi faceste male.-
Dokuro annuì, prendendo l'ampio soprabito e arrossendo quando le mani calde dell'uomo sfiorarono le sue. Dopodiché corse per fare ciò che le era stato chiesto, senza perdere il colore sulle guance al ricordo di quel diminutivo affiancato al proprio nome.
-Grazie. Ah, onii-san, puoi occuparti di Lambo?- continuò, voltandosi appena nella sua direzione.
-Certo!- esclamò Sasagawa dopo un istante di smarrimento per correre dal Bovino, che se ne stava ancora a terra con il Bazooka tra le mani.
-Ehi Tsuna.- chiamò l'Arcobaleno, puntando le iridi scure sull'allievo, che ricambiò lo sguardo con assoluta calma mentre s’infilava i guanti. -Hai le pillole con te?-
-No, non ne ho bisogno.-
-Che vuoi dire?- domandò Reborn incuriosito, mentre un dubbio cominciava a germogliare tra i suoi pensieri.
-Esattamente quello che ho detto. Non uso più le pillole né i tuoi proiettili da parecchio tempo.- spiegò. -Ora devo chiedervi di stare indietro. Anche tu Hibari-san.- proseguì, calcando molto sulle sue ultime parole senza girarsi verso il loro destinatario.
-Non osare dirmi quello che devo fare, erbivoro.- ribatté con irritazione la Nuvola, alzando i tonfa.
Il suo stato d'animo poi, non poté che crescere quando avvertì una risatina provenire da Vongola Decimo.
-Vuoi che ti morda a morte?!-
-Scusa Hibari-san, è davvero molto tempo che non mi sento chiamare in quel modo.- confessò, voltandosi. -Ora per favore, stai indietro. Raggiungete gli altri, sarete più al sicuro.-
-Ma… Tsuna, cos'hai intenzione di fare?- si azzardò a chiedere Yamamoto, attirando gli occhi del Boss e incrociandoli con i propri.
-Pulizia.- rispose semplicemente, mentre le iridi si tingevano d'arancio, sulla sua fronte compariva la Fiamma dell'Ultimo Desiderio e i suoi guanti di lana divenivano di lucido metallo per poi essere circondati dalle tumultuose lingue di quella stessa fiamma, molto più pura e splendente di quella che conoscevano e che emanava una potenza incredibile solo guardandola.
-Presto! Indietro!- avvertì il killer, saltando sulla spalla del Guardiano della Pioggia, che si allontanò seguito da un reticente Hibari.
Ciò che accadde poco dopo, nessuno l'avrebbe mai dimenticato.
  
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