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Autore: Sherit Maatkara    06/04/2008    3 recensioni
"Erano passati un paio d'anni o forse più... ne aveva perso il conto. Nei suoi ricordi era come se fosse stato ieri."
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! E' la mia prima fan fiction seria, quindi non siate troppo severi =( Questa fan fic non è a scopo di lucro, è tutto frutto della mia fantasia e i protagonisti appartengono a loro stessi. Spero che vi piaccia.. (mi raccomando, recensite!)

Childish

 

«No, Jared, ti prego

La piazzola a quell’ora era deserta, circondata da un gruppo di case dalle imposte chiuse. La luna faceva capolino tra le nuvole riflettendosi sull’asfalto e confondendosi con la luce artificiale dei lampioni. Shannon era appena sceso dalla macchina, incredulo alla proposta che il fratello gli aveva fatto. Il giorno dopo avrebbero avuto un concerto e il batterista non attendeva alto che un po’ di meritato riposto dopo le performance precedenti, ma Jared l’aveva svegliato in piena notte bussando alla porta della sua camera.

«Ehi, Shan… che ne dici se facciamo un giro?»

Shannon l’aveva guardato perplesso. «Ti si è fuso il cervello, per caso? Domani abbiamo un concerto, dobbiamo essere al meglio delle nostre forze e per farlo dovremmo dormire. Va’ a letto.» Aveva fatto per chiudere la porta, ma Jared l’aveva bloccato.

«Andiamo, Shan… Staremo via una mezz’oretta e basta, te lo giuro.»

Tra i due era piombato il silenzio e il fratello maggiore aveva guardato l’altro negli occhi.. Solo dopo qualche attimo, si era arreso lasciandosi andare ad un rumoroso sospiro e dicendo: «D’accordo, Jay… andiamo…»

Ed ora era lì, in una piazzola alla periferia della città, davanti alla cancellata di una casa abbandonata, cercando di persuadere Jared dalle sue intenzioni. «Jay, giuro che se non ci ripensi subito ti concerò talmente male che dovremo rimandare il concerto. Ehi, mi hai sentito?»

Il fratello minore, per tutta risposta, si mise a ridere e si voltò verso di lui. Era in piedi di fronte alla cancellata, una mano già che afferrava una delle sbarre. «Su, Shan… non avrai mica paura?»

«Non ho paura», rispose prontamente lui. «Sono solo seccato dal fatto che tu mi abbia tirato giù dal letto per venire a fare una cosa stupida e assolutamente pericolosa.»

Jared scrollò le spalle. «Una volta non lo ritenevi così stupido e pericoloso…»

Shannon azzardò qualche passo verso di lui. «Una volta eravamo dei bambini, Jay…», ribatté. «Pensa se ci vedesse qualcuno… che figura… in men che non si dica saremmo su tutti i giornali.»

«Si fottano, i giornali…» Il cantante afferrò con l’altra mano la sbarra accanto.

«Jared, cazzo… torniamo in albergo, infiliamoci il pigiama e dormiamo sonni tranquilli…», cercò ancora di persuaderlo Shannon. Niente da fare.

«Dimentichi che dormo nudo, fratellone!» Con un balzo, Jared salì su una sbarra orizzontale con entrambi i piedi e cominciò a scavalcare le cancellata.

«Jay!» Il fratello gli corse incontro per tentare di fermarlo, ma quando raggiunse la cancellata, Jared si trovava già a cavalcioni di quest’ultima. «Santo iddio, Jay, appena scendi ti ammazzo!»

«Prima devi scavalcare anche tu il cancello!», replicò Jared con un grande sorriso raggiante.

Shan scosse la testa. Suo fratello in quel momento era così infantile, gli ricordava il bambino magro e smilzo che scavalcava la siepe ogni qualvolta la palla finiva nel giardino del vicino, che quando si faceva male sorrideva e provava ad arrampicarsi ancora. Quei ricordi non erano poi così distanti nella sua memoria e a quanto pare nemmeno nella memoria di Jared. «Dai, Jay, non sei più un ragazzino… rischi seriamente di farti male…»

«Ehi, non offendere… ho appena trentasei anni, non sono ancora vecchio. Ah, ti ricordo che tu hai un anno in più di me, fratellone»

«Sei fottutamente idiota, Jay…» Shannon incrociò le braccia. «E ora scendi… se ti fai del male parecchie fan avranno da ridire… e poi non verrai più candidato tra i cento uomini più sexy del mondo.»

Jared si portò una mano dietro l’orecchio. «Come? Non sento!», finse e si mise a ridere.

«Guarda che chiamo la polizia», cercò di minacciarlo il fratello maggiore, ma l’altro scosse nuovamente la testa, irremovibile. «Sì, certo… così finiremo veramente sul giornale» Prima che Shannon potesse parlare ancora, Jared passò anche l’altra gamba sopra la cancellata e, dopo qualche attimo di esitazione, si gettò in avanti.

Il batterista sentì il respiro mancargli, mentre al rallentatore vedeva il fratello compiere la parabola discendente verso terra. Jared sembrò atterrare saldamente sulle gambe, ma, prima che Shan potesse tirare un sospiro di sollievo, barcollò in avanti e con un gemito sommesso cadde disteso sull’erba incolta del giardino.

Shannon rimase pietrificato, le mani stretta ancora attorno alle sbarre del cancello. «Jared, tutto okay?» Silenzio. Il fratello non si mosse.

«Jared? Jared? Va tutto bene?», ripeté. Sentiva il respiro faticoso e le gambe tremargli come se non avessero consistenza. «Jared, non è per niente divertente! Piantala!» Ma l’altro non si mosse.

«Cazzo, JaredShannon guardò verso l’alto: la cancellata non doveva essere più alta di tre metri. Esitò guardando ancora Jared immobile per terra, poi prese ad arrampicarsi. Non era mai stato bravo quanto il fratello e nei caldi pomeriggi a casa aveva sempre preferito giochi a suo dire “meno pericolosi”. A volte gli venivano i brividi quando il fratello, come al solito fuori di testa, si arrampicava da qualche parte – era anche successo ad un concerto, preso dalla foga delle canzoni -  e più volte aveva rischiato di rompersi il collo. Ma mai, mai aveva rinunciato alle sue arrampicate, nonostante i ripetuti rimproveri di Shannon. “Passi il buttarti come un sacco di patate sul pubblico, passi lo spaccare le chitarre, passi fare l’idiota e correre come un forsennato per il palco, ma la prossima volta che ti arrampichi sull’impalcatura, sul serio, sarò io ad ucciderti.

Shannon raggiunse la sommità del cancello e, scavalcatola, a differenza del fratello, scese con cautela gettandosi solo quando si trovò ad un metro da terra. Atterrò a piedi pari e, non appena ristabilito l’equilibrio chinandosi in avanti, corse verso il fratello.

«Jared!» Gli si inginocchiò accanto e, afferratolo per i vestiti scuri, lo voltò verso l’alto. Jared aveva gli occhi chiusi, in un’espressione completamente fredda e immobile. Shannon prese a scuoterlo. «Jared? Jared? Porca miseria, Jared! Rispondi!» Si accorse che anche le mani tremavano, segno della forte agitazione che s’era impadronita di lui. «Oddio, Jared

Improvvisamente, il volto del fratello si mosse impercettibilmente. Jared non riuscì a trattenersi e, spalancati gli occhi, esplose in una risata fragorosa. «Ah, Shanny, ci sei cascato!»

Shannon rimase per un attimo spaesato. Non sapeva se tirare un sospiro di sollievo o soffocare il fratello per averlo preso in giro. «Sei un fottuto bastardo, Jay! Un fottuto bastardo!» E prese a strattonarlo per il cappotto con entrambe le mani. «Sei forse idiota? Volevi farmi prendere un colpo? Giuro che se lo fai di nuovo, ti ammazzo e lo faccio sul serio!»

«Shan, calmati!» disse Jared, senza smettere di ridere. «Era solo un modo per farti scavalcare il cancello e a quanto pare ha funzionato!»

Shan rimase a guardarlo, un’aria truce stampata sul suo volto. Poi, di colpo, pure lui scoppiò a ridere. «Dannato attore da quattro soldi!», esclamò. «Sei un cretino, Jay! Sei una pazza scimmia allucinata!»

Jared si alzò aiutato dal fratello, scrollandosi i fili d’erba rimasti attaccati al cappotto scuro. «Senza questa “pazza scimmia allucinata” non sareste i Thirty Seconds to Mars!», ridacchiò.

Shannon gli diede un pugno amichevole sulla spalla. «Falla finita!», esclamò. «Sei sempre il solito narcisista del cavolo, Jay.»

«Stavo scherzando!» Il cantante sorrise. Poi, non appena voltatosi verso la casa abbandonata, si fece improvvisamente serio. «Ora non ci resta che entrare» E, a grandi passi, si diresse verso la porta sverniciata dalla pioggia.

Shannon si chiese che cosa passasse nella testa del fratello, ma scosse la testa rinunciandovi e lo seguì.

 

  
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