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Autore: Eriok    13/10/2013    2 recensioni
Una storia su Hermione, Harry e Ron come non si sono mai visti. Bontà d'animo, indecisione e rabbia governeranno ognuno di questi personaggi. Un nuovo individuo nella scuola, importante per la prima, un avversario e un nemico odiato per il secondo e terzo. Conosciamo veramente questo trio?
La scuola, per loro, non è ancora finita. Devono concludere gli anni persi a Hogwarts, tornando sui libri. La magia trabocca, in questa storia, ma non tutta dalle bacchette. Esistono individui che la magia la fanno esplodere dalle mani.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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8.

 

Hermione rimase sorpresa e all’inizio non rispose al gesto.

D’un tratto esplose confusione, dubbi, l’immagine di Ron. E poi tutto sparì. E chiuse gli occhi, poggiando delicatamente una mano al volto di lui. Si perse nel sentire le sue labbra e, poi timidamente, la sua lingua. Approfondendo il bacio. Persa nei suoi pensieri.

“Questo è il mio addio, voglio...ricominciare.” perse il contatto con il suo corpo, affondando in quella sensazione piena di improvvisazione e dolcezza. Desiderio e amore.

“Ron non è più una cosa mia, forse non lo è mai stato... Mi sono solo presa in giro. Avevo tutto davanti, i suoi occhi, i suoi gesti, i suoi...tradimenti... eppure continuavo, illudendomi. Ma ora...ho la verità. E lui”.

«Hermione...».

“La sua voce, il suo richiamo...è così profondo, dolce...”.

«Hermione...».

“La sua voce ansante...è così sensuale...”.

«...fermati.».

Hermione si bloccò. Aprì gli occhi. Andreas la guardava, rosso in volto e col fiatone. E poi sentì una presenza strana stretta nella sua presa. Era dura. Pulsante. E calda. Si accorse di avergli messo una mano nei pantaloni.

Ritrasse la mano, come scottata, diventata rossa in volto e iniziando a domandarsi da quando era diventata così...audace nei rapporti. Neanche con Ron era stata così. Anzi, mai.

«I-io... scusa.» si nascose dietro i capelli, allontanandosi quatta quatta.

«Non mi devi chiedere scusa, solo...non voglio che... inizi così.» la donna alzò lo sguardo. Lui era timido, e tentava di ricomporsi.

«Non voglio un rapporto...di quel genere...» affermò, grattandosi i capelli. Maledisse la mancanza del suo ciuffo, barriera utile per i momenti imbarazzanti.

Lei nascose la mano dietro la schiena.

«Capisco...» lui le strappò un bacio casto. Lei rimase sorpresa, di nuovo.

«Andiamoci piano, ok?» le disse, giocando con una sua ciocca. «Sei importante per me...» soffiò dolcemente, passando dolcemente la mano sulla schiena, raggiungendo la mano. La strinse forte.

«Ok.» rispose lei, sorridendogli timidamente.

«Te la senti di uscire?» domandò lui, e lei annuì.

 

Stavano scendendo le scale insieme, mano nella mano, quando videro uno sciame di studenti correre verso una direzione.

Neville passò davanti a loro e, riconoscendoli, si fermò.

«Presto, correte!» disse, ignorando la loro vicinanza. Era agitato e lo dimostrava platealmente.

«Cosa succede, Neville?» domandò Hermione, spaesata. Stava accadendo qualcosa di strano a Hogwarts.

«Harry e Ginny si stanno azzuffando! E di brutto anche, devi fermarli!» disse, e iniziò a correre, intimandoli di seguirlo.

Correndo per una rampa di scale e poi per un corridoio affollato, passarono vicino all’infermeria e raggiunsero l’uscita dal castello e poi uno dei tanti chioschi.

Un cerchio di studenti di varie classi stava intorno a una coppia che sfavillava di incantesimi potenti. Le urla di Ginny si potevano udire a distanza.

«NON OSARE DIFENDERLO!» la rossa, circondata da una barriera protettiva, sfavillava incantesimi potenti e chiassosi, avvolta d’aura rosso fuoco, i contraccolpi degli incantesimi scuotevano i suoi lunghi capelli ramati, e gli occhi, verdi, urlavano ira. Sembrava un’amazzone guerriera. Solo che invece di un’ascia, in mano, aveva una bacchetta. E così, era ancora più pericolosa.

«Ginny fermati!» urlò Hermione, gettandosi nel cerchio formatosi intorno ai due sfidanti. Harry, dall’altra parte, col fiatone e scosso, cercava di non nuocere alla donna, e di evitare brutti colpi. Una barriera sottile si formò intorno alla castana, accorsa non armata. La concentrazione di Andreas era palpabile nell’aria.

Gli incantesimi si fermarono, ma le bacchette non si abbassarono.

Hermione sentiva, come una carezza, la protezione di lui, e provò sollievo per quell’atto.

«Hermione!» Ginny la vide, e gli occhi si ricoprirono di lacrime. «Scusami...» mozzò col fiato un singhiozzo, che represse con la rabbia. Una vampata di fuoco sgorgò dalla punta della bacchetta, venne spenta dall’acqua di Harry.

«Ginny, non è colpa tua! Sono io...che ho scelto di non parlartene...» disse la ragazza, imbarazzata. Le guance imporporate. Andreas sentì il cuore palpitare per la bellezza.

«Harry, Ginny, abbassate le bacchette!» intimò l’amica, ma nessuno dei due lo fece.

«Lui, questo stronzo insiste a difendere il suo amico da quello che ti ha fatto!» urlò Ginny, avvampata dalla rabbia. Ancora fuoco. Ancora acqua.

«Ginny, ti prego, non lo sto difendendo, sto soltanto dicendo che dovremmo ascoltare anche la versione di tuo fratello prima di decidere...» ma fu interrotto.

«LUI non è più.» ogni incantesimo scandiva una parola.

«MIO FRATELLO!» un potente Riducto attraversò l’aria tra i due avversari, scuotendo le pietre del pavimento del chiosco. Il contraccolpo con il contro incantesimo fu tale che un’onda d’urto si propagò nell’aria, respingendo gli alunni accerchiati ad allontanarsi ancora di più.

«Andreas non è la voce della verità!» disse Harry, rinforzando la barriera. Il colpo della donna lo aveva incrinato. Era potente, soprattutto quando è arrabbiata. Ed era anche straordinariamente bella.

«Io ho solo detto il vero!» ribadì il giovane, uscendo dal cerchio. Si appostò dietro le spalle della giovane riccia, sentì l’incantesimo di protezione aumentare.

«Harry...» la donna chiamò l’amico. Lui, che l’aveva sempre ascoltata. Sempre protetta. «...lui dice il vero.» le ultime parole furono un colpo duro per il giovane. Un fremito lo scosse, e rimase basito. Venire a sapere che il tuo migliore amico ha fatto violenza alla tua migliore amica ti sconvolge l’esistenza.

Infine, abbassò la bacchetta. Ginny fece altrettanto, vedendolo scosso. La rabbia l’aveva condotta a quello, ma ora la pietà l’attraversò vedendolo sconvolto. Ripose la bacchetta, raggiunse Hermione e l’abbracciò. La strinse forte, come per chiederle perdono, come se fosse stata lei, e non suo fratello, a farle del male.

«Hermione... mi dispiace tanto...» piagnucolò sulla sua spalla. La riccia la strinse a sé. «Perché... non me lo hai detto?».

«Perché conoscendoti gli avresti spezzato tutte le ossa. E lui non è bravo come Harry a proteggersi dai tuoi incantesimi.» rispose ridendo, anche se un senso di malinconia la pervase.

Si staccarono, e guardarono verso Harry, inginocchiato a terra. La bacchetta abbandonata lì vicino.

Andreas gli si avvicinò, raccolse la bacchetta, e gli posò una mano sulla spalla. Era calda, sentì Harry.

Lo guardò, e lui gli tese la mano per aiutarsi ad alzarsi.

Si alzò, ma lo sguardo rimase a terra. Andreas sorrideva mestamente, e gli riconsegnò la stecca magica.

«Ammiro il tuo coraggio e la tua determinazione.» gli disse, e Harry lo trafisse col suo sguardo pieno di verde pianura.

Il gruppo di ragazzi che prima faceva da platea iniziò a sciogliersi, preoccupati dei professori che sarebbero accorsi di lì a poco.

Neville si avvicinò a Harry.

«Ehi, amico...ti ricordi cosa mi disse Silente, il primo anno qui, a Hogwarts?» gli domandò, dandogli una pacca sulla spalla. Andreas lo guardò interrogativo, sulla sua fronte si vedeva ancora il segno rosso di una profonda cicatrice. Ed era alto. Straordinariamente alto.

«Che ci vuole coraggio ad affrontare i nemici. Ma molto, molto più coraggio nell’affrontare gli amici.» ripeté Harry, perso in vaghi ricordi di un uomo vecchio dalla folta barba bianca e occhi azzurri.

«Esatto. Ora basta, prima che ti pietrifico, come ha fatto Hermione.» la ragazza rise della battuta, mentre Andreas teneva sotto controllo il cuore, per evitare che fuggisse verso le labbra calde e dolci della donna che glielo aveva rubato.

«Ma che è caspiterina è successo qui!?» la voce della McGranitt spezzò l’incantesimo e tutti, con sguardo dispiaciuto - soprattutto Ginny - guardarono in basso, sentendosi colpevoli di aver rovinato il chiosco della scuola.

 

   
 
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