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Autore: YokoPucioLove    06/04/2008    1 recensioni
Questa è una raccolta di tutte le giocate realmente effettuate all'interno di una community fantasy medievale GdR (Gioco di Ruolo). Ogni capitolo appartiene ad una parte della vita del protagonista della raccolta, Hoghan, personaggio mosso da me all'interno della community (Extremelot)
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una raccolta di tutte le giocate realmente effettuate all'interno di una community fantasy medievale GdR (Gioco di Ruolo). Ogni capitolo appartiene ad una parte della vita del protagonista della raccolta, Hoghan, personaggio mosso da me all'interno della community (Extremelot).

I personaggi di questo capitolo sono; Hoghan (Essendo il mio personaggio sarà presente all'interno di ogni capitolo), Sarellah (Si vedrà spesso), Debra (Una comparsa), Chesyla (Potrebbe capitare nei prossimi capitoli) Alayen (Come Chesyla)

La narrazione rappresenta la prova che Hoghan dovrà sostenere per prendersi la fiducia della Strada, che è una banda di malviventi che fanno parte della Gilda della "Reggia dei Miserabili". Il suo obiettivo di fatti è quello di dimostrare di essere all'altezza di entrare all'interno della "Famiglia". Non aggiungo altro perchè non voglio rivelare altri spoiler, in ogni caso, buona lettura, e spero vi piaccia ^^

NB: I personaggi trattati fanno parte di un contesto puramente virtuale, e i fatti narrati sono realmente avvenuti all'interno della community. Pertanto i rispettivi proprietari dei personaggi sono al corrente dell'utilizzo del materiale da me trattato.

Buona lettura ^__^

Non era la noia a rendere quel giorno diverso dagli altri, non era la pioggia all'esterno che rendeva quel pomeriggio così maledettamente diverso.

E pure nell'aria c'era un'atmosfera di assoluta attesa, come se effettivamente qualcosa stesse per accadere.

Due donne sembravano avanzare lungo i gradini che conducevano presso il piano inferiore di quella calda locanda.
Un posticino accogliente, che solitamente era frequentato da coloro a cui non dispiaceva scambiare quattro chiacchere con gli amici.

Un luogo di ritrovo per i giovani scavezzacollo, insomma, un luogo dove poteva succedere di tutto, ma proprio di tutto.

Un'espressione di scherno dipintasi lungo il viso latte della bionda, abbigliata da un pesante raso di seta che le fasciava il busto, facendosi ampio e svasato lungo la gonna che scivolava sino al pavimento. Una mezzatunica in lana grigia, sotto i neri pantaloni, che s'infilavano perfettamente lungo gli stivali, alti sino al ginocchio. Lungo la vita una cinta in bella vista, e lungo la coscia destra l'evidente presenza di uno stiletto legato alla cintola. Lungo quei suoi capelli biondi, raccolti in uno chignon, un giglio bianco ad adornarne la sua aurea cascata.

La sua mano destra, dapprima appoggiata lungo il corrimano, che lentamente si spostò ad avvolgere la sua area visiva, esortando la compagna a prendere il passo dinnanzi a lei.


"Prego Chesyla, dopo di voi."

 

Quel suo ciarlare con evidente enfasi, la monella dal volto di donna, che non si fermava davanti a niente e a nessuno, irriverente e diabolicamente cinica.

Ed in effetti la reazione di Chesyla non tardò ad arrivare, la quale mostrando un'evidente espressione di rassegnazione, si fece strada lungo quei gradini, scendendoli con la dovuta attenzione affinchè non capitolasse sino alla sala comune. Uno sferragliare di oggetti metallici nella sua borsa, destava di certo la curiosità di coloro che all'interno stavano brindando alla salute di chi sa quale nuovo fidanzamento. In fin dei conti era sempre così. C'era sempre una scusa per prendere da bere. Che fosse morto un nemico, o che un amico si fosse sposato, non aveva importanza, purchè ci fosse sempre un motivo per prendere da bere ed esultare tutti felicemente.

 

"Che siete gentile, Sarellah."

 

Nel baccano prodotto da quei giochi che l'alcol manifestava, un figurino dal fisico scarno giaceva semiseduto in una posizione pseudo-fetale, come il più squallido dei vagabondi.

E in effetti, l'impressione da lui data, non era dissimile da quella di un vagabondo.

Un pantalone grigio che gli arrivava sino a metà polpaccio, che faceva a pugni con la camicia sgualcita color marroncino spento.

Un accostamento di colori decisamente di cattivo gusto, completato dallo sgualcito manto color porpora che di certo sparava negli occhi a chi vi prestasse attenzione.

L'avanzare di Sarellah dai capelli color del grano, le consigliò di osservarsi attorno, un consiglio decisamente ben accetto dalla giovane, che si guardò circospetta ad ambo i lati, probabilmente sconvolta per la classica caciara che quel luogo ospitava.

 

"Siamo alle solite. Chesy, quel tavolo lì."

 

Sarellah indicò un tavolo vuoto, che sarebbe sicuramente stato preso da qualche gruppetto di avventurieri, se le due ragazze non si fossero affrettate a raggiungerlo, superando gli innumerevoli ostacoli, che celavano le insidie più impensabili, rappresentate da ubriaconi e vagabondi.

Tutto sommato era tutta gente benestante, o quasi..

 

"Chesy.. Venite qui.."

 

Il tavolo designato da Sarellah sembrò essere subito dimenticato, quando la sua attenzione subito venne rivolta all'indirizzo di quel figurino che giaceva in quell'angolo in penombra della locanda.

Si trovava in una di quelle porzioni buie che ogni luogo possiede, spesso per mancanza di torce adeguatamente sistemate dall' oste, probabilmente a causa di una sua stessa dimenticanza.

Chesyla non tardò nel notare la presunta persona buttata come un corpo morto su quel pavimento in legno.

Il giovane dalle iridi oceaniche, spostò la sua attenzione lungo le figure delle due donne, tentando come meglio poteva di mormorare qualcosa d'incomprensibile.

Il suo aspetto oltremodo trasandato, lasciava intuire si trattasse di qualche vagabondo, o comunque di un invalido, per via della fasciatura che partiva dalla sua spalla destra, sino ad arrivare al polso.

Il contorno dei suoi occhi era di un verde melanzana, tendente al grigio, e le sue labbra normalmente pallide, erano di un colore rosato, anzi, più che rosato, erano rosso sangue, probabilmente suo stesso sangue, coagulatosi lungo le sue labbra. Tutto lasciava intendere che fosse stato maltrattato.

 

"Mph.."

 

Chesyla sembrò non notare subito la figura distesa sul pavimento, al cui fianco teneva un piccolo piatto in ceramica per l'elemosina, poichè troppo impegnata a trafficare nella sua borsa. Estrasse un cucchiaio, un coltello, ed una piccola padella in rame, una di quelle padelle che si possono portare nelle borse data la loro ridotta dimensione.

 

"Un momento, siete stata voi a dirmi di portare armi. E dal momento che armi "vere" non ne possiedo, mi sono armata di un cucchiaio, un coltello, che non taglia, però almeno è pulito, e di una padella. Non è bellissima?"

 

Ironica e menefreghista, si accorse del pezzente soltanto nell'istante in cui, in quel suo avanzare alla cieca, non finì addosso a Sarellah, spingendola con la sua poca delicatezza a ridosso di un tavolo frequentato da un drappello di ubriaconi. Fortuna volle che questi fossero tanto intorpiditi dall'effetto dell'alcol, che non si accorsero del capitombolo della giovane lungo il proprio tavolo. E forse quello fu un bene, dal momento che la maggiorparte degli stupri avveniva nelle locande o nei boschi.

 

"Oh, ecco, sembra abbastanza mal ridotto. Mi spiace, ma in questo campo sono proprio ignorante, non saprei come aiutarlo."

 

Aggiunse Chesyla accortasi soltanto all'ultimo momento della figura del vagabondo che si lamentava davanti alle due monelle.

Sarellah nel frattempo, rialzatasi da quel brutto incidente con gli ubriaconi, si avvicinò alla figura del giovane, mormorando in maniera ironica all'indirizzo dell'amica.

 

"Sì certo, un'arma, ma non l'argenteria del Principe. Se lo scopre ci ammazza. In ogni caso, vediamo che possiamo fare per questo poveretto, chi sa che oggi non possiamo compiere la nostra buona azione quotidiana."

 

Affermò la giovane dai capelli color del grano, mentre si accovacciava dinnanzi la figura del mendicante, prendendo il suo piattino con la mano destra, a constatazione che nessuno si era degnato di lasciargli una misera moneta.

Nell'istante in cui il vagabondo alzò il viso, incrociando il suo atipico e inumano sguardo con quello di Sarellah, un brivido le percorse la schiena, andando ad enunciare con un'espressione di sdegno dipintasi lungo il volto.

 

"Una vecchia conoscenza.."

 

La sua mancanza di espressione lungo lo sguardo, sembrò apparentemente identificarsi in una mancanza di razionalità. La mano destra scivolò lungo una tasca sgualcita della sua camicia, mentre in preda ad apparenti spasmi, sembrò annunciare con la sua voce dal timbro velatamente femminile.

 

"Gianpatrizia, dov'è Gianpatrizia.. E, e voi chi siete.."

 

Chesyla osservò interdetta il dire del vagabondo, mentre stringeva il manico della padella quasi in un gesto di difesa.


"Sì sì, Gianpatrizia. Sto qui è fuori di testa. Ma quindi è un vostro amico?"


Chiese verso Sarellah, la quale si riportò in eretta postura, incrociando le braccia sotto il seno. Il suo sguardo severo era totalmente dedicato alla figura del mendicante dinnanzi a lei, mentre la mascella veniva stretta con enfasi, quasi a voler dimostrare che i suoi nervi sarebbero saltati da un momento all'altro."

 

"Come vi siete ridotto.. Amico? No Chesyla, diciamo pure conoscente. Il signore qui presente ha la propensione a farli fuori gli amici.

In effetti, una bella commedia la vostra, non è vero Hoghan?

Oppure non vi ricordate neanche chi io sia?
Se non mi sbaglio l'ultima volta vi ricordavate bene di me, quando mi davate della sciacquetta."

 

Hoghan, questo è il suo nome, sembrò tossire una volta, ed un'altra volta ancora, probabilmente nel tentativo di fare impietosire Sarellah.

Lo sguardo ricadde lungo la figura di Chesyla, mentre nel frattempo la porta della locanda si aprì, rivelando l'ennesima figura, che non tardò nel riconoscere le due amiche.

Il miserabile la osservrò, mentre in preda a falsi spasmi, strinse il suo fazzoletto al petto, mormorando con voce mancata.

 

"Gianpatrizia, voi siete Gianpatrizia, vi ho ritrovata mia amata.."

 

Chesyla, sbigottita dalle parole di Sarellah, osservò il pezzente che manifestava atteggiamenti adesso poco convincenti, data la descrizione caratteriale fattale dalla ragazza dai capelli color del grano.

 

"Capisco. Quindi non sarà consigliabile farselo amico, ignoriamolo povero miserabile.

E già che vi abbia detto patetica sciacquetta, mi lascia pensare che pecchi davvero di classe.

Oh, Debra!"


Esclamò a gran voce Chesyla, manifestando un serafico sorriso lungo il suo volto, all'arrivo dell'amica, probabilmente un arrivo inaspettato, dal momento che l'espressione lungo il suo volto fu anche delle più meravigliate. Indicò Hoghan, riprendendo a lavarlo dalla testa ai piedi, come del resto Sarellah le aveva insegnato a fare.

 

"Vedete quel tizio lì?

E' pazzo, e manchevole di galanteria.

State attenta, Sare dice che ammazza le amicizie.

Allora mi chiedo cosa faccia con le amanti."


Una risata falsa, a farsi scherno del vagabondo dinnanzi alle tre donne, mentre Sarellah sembrò annunciare alla volta delle due monelle, senza accorgersi che nel frattempo in quel luogo di ritrovo, ne era appena entrata un'altra.

 

"Io direi di dargli una lezione!"

 

Hoghan osservò Debra, mentre il suo sguardo si dipinse di falsa speranza, lasciando che la mano apparentemente buona si allungasse in sua direzione.


"Gianpatrizia, siete voi, la mia Gianpatrizia.

Ave-avevate detto che vi sareste presa cura di Ciccirinella.

Come, come sta la nostra piccola..?"

 

Domandò il fuori di testa, mentre il suo sguardo scivolò lungo la figura di Chesyla, nell'osservare la padella che teneva nella mano, e che prontamente aveva estratto come fosse un'arma.


"La vostra padella è molto bella, e io, sono povero per poterne comprare una.."

 

Chesyla scoppiò a ridere, mentre osservò Hoghan con una presunzione tale da dimostrare semplicemente scherno nei suoi confronti.

Sarellah intanto appariva impassibile dinnanzi a tutto ciò, almeno all'apparenza, e nel frattempo Debra non poteva fare altro che prendere in giro quel poveraccio.

 

"Oh sì sì, certo, ve li saluterò tutti. Gianfilippa, Cicciricò, Orlanda e anche Ubalda, va bene?

Che pietà, secondo me sto tizio è un pendaglio da forca bello e buono.

Un vero derelitto, altro che."

 

Sarellah fessurizzò le sue palpebre, facendo scivolare lo sguardo accusatore su Hoghan, accorgendosi della presenza della neo giunta, soltanto adesso.

 

"Oh Alayne, capitate giusto a fagiolo.

Guardate questo poveraccio.

Dovremmo aiutarlo, ma come, ditemi come potremmo aiutarlo?"

Alayne, la bella ragazza che sembrava avere rapporti di amicizia con le tre monelle, osservò il mendicante con distacco, mentre gli chiese con medesima freddezza.

 

"Cosa c'è. Che è successo."


E qui Hoghan, sorrise maledettamente falso.

La sua bastardagine si manifestò con tutta l'enfasi che possedeva in corpo.

Aspettava il momento propizio per realizzare la sua vendetta.

Lo psicopatico che aveva attenzioni solo per Sarellah, che la seguiva ovunque e la proteggeva. Solo adesso, dimostrò la sua vera natura.

 

"Io, queste donne, vogliono, violentarmi..

Aiutatemi.."

 

Senza neanche avere il tempo di finire quel discorso, il suo corpo scattò in avanti, lasciando che la mano destra si chiudesse in un pugno, sferrandolo lungo il basso ventre di Sarellah, che lo accusò iniziando ad accasciarsi lungo il pavimento.

Le tre donne per reazione tentarono di gettarsi addosso a colui che pareva un essere umano, ma logica vuole che non ci si fidi mai delle apparenze.

La sua velocità era nettamente superiore, la sua forza di gran lunga più evidente.

E non perchè fosse un uomo, bensì perchè la sua natura cainita, rivelava solamente a quel punto, le sue reali intenzioni.

Hoghan diete un calcio assestato a Chesyla, la quale nonostante avesse tentato di afferrarlo dalla schiena, si trovo stramazzata al suolo.

Di rimando il vampiro prese Sarellah lungo le sue braccia, totalmente impotente di poter reagire in qualsiasi modo.

Quel pugno nella bocca dello stomaco, data con una forza non indifferente, aveva reso Sarellah impotente a qualsiasi manifestazione di protesta.

Le donne che dapprima si erano prese gioco di Hoghan, iniziarono a strillare, cercando aiuto come delle forsennate, a coloro che ubriachi, rispondevano solo con delle battute riguardo una sveltina per passarsi la serata.

 

"Adesso ti porto con me, e vediamo quanto le tue sorelle ci tengono a te, chèrie."

 

Senza dare il tempo alle monelle di poter reagire a qualsiasi tentativo da parte del vampiro, di sottrarla, rimasero attonite nell'osservare che rapita e rapitore, venivano presto inghiottiti nel buio più totale che la notte regalava, nonostante per il figlio di caino, fosse come mezzogiorno.

 

 

[CONTINUA]

 

 

  
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