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Autore: MissBethCriss    13/10/2013    1 recensioni
Secondo la definizione di ohana, che corrisponde al termine famiglia, nessuno viene abbandonato. O dimenticato. Questo Blaine e Sebastian lo hanno imparato sulla loro pelle: sono stati uniti dal fato a due piccoli angeli e mai si separeranno da loro. Il fato, che per molto tempo ha remato contro di loro, ora li ha resi un ohana.
F is for Family. A family named Smythe-Anderson.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzata dal gruppo Seblaine Events




T is for Tantomille
 
 
Papa! Svegliati dobbiamo andare al lago! Me lo avevi promesso! Paaaapa!”
Gli urlò direttamente nelle orecchie il piccolo Andrew visto che dopo tanta fatica suo padre dormiva ancora beatamente e alla decima volta addirittura gli saltò addosso, ma niente ancora Blaine non si degnava di aprire gli occhi, sì, faceva un po’ di versi disturbati ma si girava sempre dall’altra parte per poi tornare a dormire, però Andrew, pur non essendo di sangue figlio di Sebastian, aveva lo stesso l’animo di un vero Smythe perciò non si diede per vinto e continuò la sua missione sotto lo sguardo divertito dell’altro papà. In quel momento arrivò anche la piccola Emily con i ricci rossi sparati ovunque e mentre si stropicciava gli occhietti prese posto sopra le gambe intrecciate del suo daddy accoccolandosi sul suo petto, questo le lasciò un dolce bacio sulla fronte e Sebastian invitò anche l’altro a sedersi sopra di lui per lasciare in pace suo marito che era una causa persa perché dopotutto erano le cinque e mezza di mattina e Blaine non si sveglia mai prima delle sette, era una missione impossibile anche per il più esperto tormentatore. A Emily le si chiudevano gli occhietti e fra poco si sarebbe riaddormentata, Sebastian lo capiva e cercò di  tranquillizzare il bambino perché per quando bene gli volesse erano pur sempre le cinque e mezza di mattina e nemmeno lui non aveva la minima voglia di abbandonare il letto comodo per andare al lago. Ma il bambino ormai era più sveglio che mai e non accettava un no come risposta, però si accoccolò comunque sul petto del padre, toccando di tanto in tanto col suo piedino il braccio di Blaine che gli copriva gli occhi, mettendo uno dei bronci più adorabili, degni eredi di quelli di suo marito, ma Sebastian non si arrese e provò comunque a far rilassare il figlio con movimenti circolare sulla schiena, stando ben attento a non muovere troppo la parte sinistro del suo corpo dove tranquillamente Emily dormiva aggrappata al suo braccio.
Ma la calma durò poco perché dopo un po’ il bimbo domandò al padre: “Daddy perché papa non si sveglia mai quando dobbiamo andare al lago? Mi deve insegnare a pescare non possiamo andare lì troppo tardi! L’ha detto lui! Daaaaaddy!”
Campione abbassa la voce che Emi dorme.”
“Ma papa non si sveglia!”
Con tutta la dolcezza possibile che si poteva avere quando si viene svegliati dalle urla del proprio figlio che ti obbliga ad alzarti alle cinque e mezza di mattina, e non di una mattina qualsiasi, ma di domenica mattina, famosa per l’ozio mattutino sul letto e che era l’unico giorno in cui i bambini dormivano beatamente fino a tardi nei loro lettini ignari delle attività che avvenivano dentro il letto.
“Drewdrew lo sai che tuo padre ha il sonno moolto pesante, vero? Non puoi pensare che si possa svegliare alle 5 e mezza, dai nemmeno in un universo parallelo potrebbe succedere una cosa del genere.”
E detto quello nella camera risuonò la risata cristallina e genuina di suo figlio, perché il suo daddy aveva ragione il suo papa per certe cose era proprio un caso perso. Il piccolo si tolse finalmente il broncio dal viso e si accoccolò meglio fra le braccia del padre, il quale lo strinse più forte accarezzando con il naso i  suoi riccioli rossicci. Mentre Sebastian coccolava entrambi i figli per farli star buoni, Blaine finalmente iniziò a rigirarsi con un po’ di lucidità in più nel letto verso la parte del marito per poi guardarlo un po’ male, con gli occhi velati ancora di sonno, per via di quello che aveva appena detto, mise la faccia contro il cuscino e parlò, ma ne uscì un mugugno e con estremo sforzo dovette far forza sul gomito per alzarsi per far capire agli altri ciò che aveva appena detto.
“Non c’è bisogno di dire quelle cose Sebastian, sono le 5 e mezza! È logico che una persona voglia ancora dormire.”
“Andrew che ha solo otto anni ci è riuscito benissimo, si è svegliato da solo sai? E un uomo adulto ci dovrebbe riuscire con ancora più facilità. Mettendo forse una sveglia salvando le orecchie del marito dalle urla del figlio, te che dici?”
“Otto anni e tre quarti.”
Lo corresse Andrew, fra poco avrebbe avuto nove anni e ci teneva a farlo notare a tutti gli adulti che gli dicevano che aveva “solo otto anni”.
Blaine mise lo stesso broncio e si girò dall’altra parte, Andrew e Sebastian si guardarono e poi scoppiarono a ridere, il francesino accarezzò i cappelli della figlia per farla alza e sussurrò a Andrew di andare in cucina, loro li avrebbero raggiunti più tardi per fare la colazione. Ora Andrew era tranquillo, sapeva che in certe situazioni solo il suo daddy poteva riuscirci, aveva dei metodi che solo lui sapeva e che si rifiutava di dirglieli, scesero entrambi dalle braccia di Sebastian che solo quando sentì il dolce click della porta che si chiudeva si avvicinò a gattoni verso Blaine per portare le sua braccia intorno alla vita per abbracciarlo da dietro e incominciò a lasciargli un scia di baci sul collo fino a raggiungere l’orecchio, intrecciando le sue gambe con quelle del marito.
“Buon giorno, amore”
Gli sussurrò nell’orecchio prima di mordicchiarglielo dolcemente, sul viso del riccioluto prese spazio un sorriso ma questo preferì non rispondere provando a scansarsi un po’ di più dal corpo caldo del marito, fallendo miseramente visto che Sebastian non glielo permetteva, le sue braccia lo stringevano forte tanto da non lasciargli alcuna via libera. Perciò Blaine fece l’unico cosa logica da fare, visto che non poteva scappare si lasciò andare sotto il tocco delle labbra di Sebastian che continuavano a lasciargli leggeri baci sul collo e si rilassò completamente contro il calore di quel abbraccio. Con un movimento repentino Blaine si girò e furono a faccia a faccia, gli prese il volto fra le mani e gli diede un leggero bacio a fior di labbra.
“Buon giorno anche a te.”
E il sorriso Sebastian si fa ancora più grande e luminoso, rimasero per un po’ così, stretti fra le braccia dell’altro, entrambi persi negli occhi dell’altro e con un sorriso sulle labbra che potrebbe illuminare anche una notte senza luna, strofinando i nasi di tanto in tanto rimanendo in quel silenzio intervallato solo da leggeri respiri. Ma entrambi sapevano che quando il loro Andrew si metteva in testa una cosa la porta sempre a termine e il piccolo si vantava con la sorella di aver aspettato una ragionevole quantità ti tempo prima di ritornare nella grande camera matrimoniale e quando arrivò alla porta prese la rincorsa per saltare fra le braccia dei suoi papà e quando atterrò e fu al sicuro fra le braccia di Sebastian e Blaine i due iniziarono a fargli il solletico, il piccolo calciava incontrollato per sfuggire a loro, quando reclamò pietà per la decima volta Blaine smise e il bambino lo guardò malissimo mentre riprendeva fiato. Blaine aprì le braccia per invitarlo a far pace con in viso quel sorriso che aveva solo in presenza dei figli, uno dei preferiti di Sebastian, era quei sorrisi che ti fanno aprire tutta la bocca strizzando un po’ gli occhi. Andrew si precipitò fra le sue braccia e quando si aggrappò al suo collo incominciò a torturarlo come lui aveva fatto prima col figlio.
“No, no ti prego risparmiami da questa tremenda tortura!”
Disse con fare teatrale e con finto tono di disperazione mentre pregava il marito di aiutarlo e Andrew tutto felice continuava a fargli il solletico, Sebastian lo ignorò e andò in cucina dalla figlia che stava giocando con una delle tante principesse che mai avrebbe ricordato il nome e che puntualmente si sbagliava sempre, si mise subito all’opera per preparagli la colazione.
Quando Sebastian stava preparando l’impasto sentì la sua Emily ridere e si girò svelto verso di lei piegando la testa di lato perché non capiva da dove questa ilarità venisse fuori, la bimbina alzò le spalle il suo papa gli aveva fatto il segno del silenzio un secondo prima perciò capì che non poteva dirglielo, guardò la sua bambola e le venne in mente la scusa perfetta visto che in quel momento aveva lasciato da parte l’impasto pronto per prendere la padella.
“Rapelonzolo usava la padella per menare la gente, anche un cavallo la usava per difendersi! M’ha fatto ridere questo, solo questo daddy.”
“Ma che cartoni ti fa vedere papa, eh?”
La bambina rise nervosamente ed entrambi ritornarono a ciò che stavano facendo prima e in quel momento la testa di Blaine emerse dalla porta per vedere se aveva il via libera: ci appoggiò la schiena e mise le mani in maniera tale da farle sembrare un pistola e fece segno di avanzare da Andrew che fece i suoi stessi movimenti, ma Emily continuava a ridere vedendo suo padre che si comportava in quel modo e ben presto la loro copertura andò in fumo e i due corsero veloci contro di lui dove Blaine bloccò Sebastian dalle spalle mentre Andrew gli faceva il solletico sull’addome, ma Sebastian soffriva di meno il solletico rispetto a loro e ben presto il divertimento per i due finì.
“Ne avete ancora per molto?”
Chiese Sebastian scuotendo un po’ la testa..
“Sei un guastafeste amore, io e Drew ci abbiamo messo tanto impegno.”
Sentendo quello Sebastian finse una risata pur restando serio in viso e l’altro alzò un sopracciglio perché pensava che se tanto doveva fingere almeno che lo facesse per bene, scosse un po’ la testa e si mise al suo posto e così fece anche Andrew che si sedette con un adorabile broncio, perciò Sebastian per farsi perdonare gli diede un pancake in più facendogli dimenticare tutto.
Sebastian non diede alcun cibo extra al marito, ma gli lasciò un bacio bagnato sul collo, sotto l’orecchio, e Blaine non poteva chiedere di meglio.
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La sveglia troppo presto si fece sentire sui bambini durante il viaggio che si addormentarono dopo una dozzina di minuti dalla partenza. Sebastian per tutto il tragitto tenne la mano sul ginocchio di Blaine, salvo quando gli servì per fare il cambio. I due non parlarono molto per non disturbare i figli, di tanto in tanto cantavano, quando passava alla radio una delle loro canzoni, quelle che gli ricordavano delle giornate trascorse insieme e quei baci rubati tra una nota e un’altra erano ancora impressi nella loro mente, così come i momenti tristi e quando passavano quelli la loro voce si faceva più forte.
Quando Blaine disse “ecco che si intravede il lago” gli occhietti blu del piccolo si aprirono di scatto e si fiondò sul finestrino schiacciandosi sopra il nasino, ma facendo così svegliò anche la sorella che lo guardò malissimo incrociando le braccia sul petto, a lei non piaceva il lago: c’erano troppe zanzare e la spiaggetta non era bella quella del mare, c’era troppa fanghiglia; c’era troppo di tutto a detta di lei e Blaine sperava che un giorno ci sarebbe riuscito a farle cambiare idea.
Quando Sebastian spense la macchina nel vialetto della casa sul lago Andrew corse verso il ponticello e quando arrivò fin lì si mise ad osservare tutto ciò che lo circondava perdendosi in quei giochi di luce che creavano i raggi di sole e respirando a pieni polmoni quell’aria che caratterizzava il lago, Blaine gli fu vicino in un lampo. Sebastian invece entrò dentro casa per sistemare in cucina ciò che si erano portati per mangiare, avevano programmato di ritornare il giorno seguente perché si volevano godere quella giornata primaverile appieno. Quando andò in soffitta per prendere dei lenzuoli puliti trovò una cosa che sapeva avrebbe fatto impazzire Andrew.
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“Allora questa è l’esca e-”
“Ehw ma papa si muove e non è quello che penso vero?!?!”
Urlò la piccola Emily che si trovava alle spalle del padre appoggiata sulle gambe di Sebastian che beatamente stava leggendo un libro baciato dal sole e con la punta dei piedi che toccavano le acque pulite del loro lago verde, sentendo quella piccola esclamazione rise un po’ ma subito ritornò sulla pagina che aveva lasciato a metà.
“Emi deve essere vivo.”
“MA MA UN LOMBRICO PAPA? FA SCHIFO.”
“Emi shh farai scappare i pesci!”
La riprese Andrew.
“A me fanno schifo i pesci. A me fa schifo tutto qui. Voglio andarmene.”
I genitori non ebbero modo di dirle niente perché detto quello la piccola se ne ritornò dentro alla casa.
“Perché si comporta così?”
“Forse è solo stanca, sai come diviene se dorme poco, mi ricorda tanto una persona.”
Gli disse Sebastian, anche Blaine cambiava umore a seconda del tempo passato nel mondo dei sogni, il francesino gli toccò una spalla.
“Vado a parlare, casomai la porto a fare una passeggiata su uno dei sentieri qui vicino per calmarla, tu resta qui che dovete pescare tanti pesciolini. Mi affido a te Drew.”
Il bambino lo guardò tutto felice ed energicamente annuì prendendo fra le mani coraggioso una piccola esca mettendola nell’amo come gli aveva fatto vedere prima il suo papa.
“Ho ritrovato una cosa interessante oggi, te la faccio vedere dopo, okay?”
Gli sussurrò nell’orecchio Sebastian per non far sentire a niente ad Andrew e Blaine annuì per poi buttare nel lago l’amo.
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Sebastian trovò Emily sul dondolo con le spalle che davano il lago e con il nasino immerso nel libro delle favole  che le leggeva sempre il padre, ma si limitava a guardare le immagini, Sebastian prese posto accanto a lei e incominciò a dondolarsi in avanti e indietro mentre con una mano le accarezzava i capelli.
“Io non voglio stare qui.”
“Lo so che non ti piace il lago, ma non ti devi comportare così. E quando si vuole bene a delle persone si fa anche ciò che non ti piace, Emily.”
“Come quando vai a vedere con papa i film in russo?”
A Sebastian gli venne da ridere a quell’affermazione, perché vedere certi film lo faceva solo per il buon amore che nutriva verso suo marito che solo una persona pazza come lui poteva andare a vedere dei film dei quali non capiva nemmeno una lettera.
“O come quando Andrew gioca a fare le principesse, è un po’ come per te il lago. Il giocare con la bambole lui lo vede come un gioco solo per le bambine, i maschietti la vedono così, ma per farti felice ci gioca volentieri quando le tue amichette non possono venire qui. Lui potrebbe fare tutt’altro ma gli piace vederti ridere, mi capisci?”
La piccola annuì e appoggiò la testa sopra le sue gambe e si lasciò coccolare, Sebastian ebbe modo così di vedere ciò che stava guardando la piccola prima del suo arrivo.
“The Walking Fish?”
Le chiese con un sorrisone Sebastian.
“Sì. Mi è dispiaciuto  andare via in quel modo. Drewdrew aspettava tanto questo domenica. Volevo farmi perdonare. . .”
“Andrew non è arrabbiato con te, tesoro.”
“E Papa?
“E perché mai lui dovrebbe essere arrabbiato con te?”
La bambina si strinse le spalle.
“Non è arrabbiato piccola, fidati, lo conoscono da tanto tempo per riconoscere quando lui è arrabbiato e tu non hai fatto niente. Tranquilla. Che ne dici se sta sera facciamo un bel falò e mangiamo fuori così ci racconti la storia ‘The Walking Fish?’”
“Possiamo fare i marshmallow?”
“Che falò sarebbe senza?”
La piccola ora tranquillizzata si alzò dal dondolo stendendo la mano verso il suo papà e insieme ritornarono al porticciolo e appena li vide venirgli incontro Blaine si aprì in un sorriso ancora più grande.
Tutti e quattro rimasero lì a cercare di prendere un pesce e ci vollero le ore finché i due riuscirono a pescare almeno un pesce, era piccolo ma pur sempre il primo pesce pescato da Andrew e si volle fare una foto insieme al suo premio, se lo mise vicino vicino al viso con gli occhi che gli brillavano fieri. Nell’angolino della foto si poteva vedere una Emily altamente disgustata dalla scena, i due genitori quando videro la foto pensarono che anche a distanza di anni quella foto non perderà la sua ilarità. Visto il modo in cui se lo avvicinava al viso Sebastian lo indicò, non facendosi vedere dal figlio, e mimò con la bocca “ma dopo si lava vero?” al marito che non gli rispose ma si limitò ad ampliare il suo sorriso e Sebastian si chiese se c’era un limite per la grandezza di un sorriso e in tal caso suo marito l’aveva superato di gran lunga.
“Sei il mio piccolo Tantomille. Ti terrò sempre con me mio piccolo Tantomille, vero?”
I due genitori si guardarono per poi scoppiare a ridere.
“Tantomille, Drew?”
“Sì, Tantomille! Che c’è di male! Sembra che ha il suo stesso manto!”
“Ma un nome come Nemo? Jack? Dori?”
“Ma no! Quelli sono banali e poi a lui piace Tantomille!”
E in quel momento i due seppero che mettersi a discutere con Andrew era inutile, Sebastian si avvicinò a Blaine e gli passò una mano sul fianco mentre osservava Andrew che cercava di far accarezzare il suo prezioso Tantomille da Emily. Sebastian si avvicinò all’orecchio di Blaine e gli disse: “Te la devi smettere di leggergli  ‘Old Possum's Book of Practical Cats’, non può chiarare un pesce col nome di un catto.”
Blaine si limitò a lasciargli un bacio sulla guancia per poi ricominciare a scattare foto ai figli mentre ridevano e fece un servizio fotografico completo a Emily intitolato: Emily e le sue cento e uno facce schifate.
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Il pomeriggio, dopo aver pranzato, lo passarono fra le fronde di uno dei tanti sentieri che costeggiavano il lago e la piccola Emily guardando dall’alto quel lago verde che fece innamorare i suoi genitori anni prima fece breccia nel suo cuore e Blaine di ciò non poteva esser più felice.
Quando stanchi ritornarono a casa Sebastian poté svelare ciò che aveva trovato in soffitta e che attentamente aveva ripulito dalla polvere.
“Una tenda?”
Chiese tutto emozionato Andrew.
“ANDIAMO IN CAMPEGGIO?!”
Era la tenda del periodo “facciamo-una-scampagnata-per-tenerci-in-forma-per-finire-sotto-le-stelle-e-dentro-al-sacco-a-pelo”, Blaine si coprì il viso che si era arrossato e i bambini andarono di corsa fuori per montare la tenda. A Emily incominciava a piacere quella giornata al lago trascorsa in modo differente rispetto alle altre volte e quel suo piccolo sorriso che aveva in viso rincuorava l’animo ai genitori.
 Metter su la tenda risultò più complicato di quello che si ricordavano e vedere di come i genitori era impacciati fece ridere molti i gemelli. Quando la tenda prese una forma di una sottospecie di tenda stabile i bambini entrarono dentro non smettendo mai di battere le mani e ridere.
Poi scese la sera e i quattro si radunarono attorno al falò e all’ora dei marshmallow con i biscotti al cioccolato arrivò Emily si schiarì la voce e incominciò a raccontare una storia per Andrew e cambiò un po’ la storia base di ‘The Walking Fish” una storia che parlava del Pesce che chiese alla fata madrina di dargli due gambe per poter giocare col bambino solitario sulla sponda del lago e i due divennero grandi amici, il bambini lo soprannominò Tantomille e i due giocavano sempre al tramontar del sole e il pesce aspettava ogni anno il suo amico bambino tornare.
Ad Andrew piacque molto la storia e tutto felice corse ad abbracciare la sua sorella perché era some se avesse capito la sua passione e che l’accettava, era una sensazione che si sentiva da dentro e che gli metteva tanta allegria. Come premio per la “miglior storia del falò” le preparò un mashmallow tutto speciale e tutto per lei.
I quattro quella notte provarono a dormire tutti assieme nella tenda, ma ben presto Sebastian uscì da lì perché non era più giovane come un tempo e si stava veramente scomodi con quello pseudo-materasso sulla schiena e lo spazio si era ridotto con la presenza dei figli impedendogli di metter le sue gambe fra quelle di Blaine. Perciò rientrò dentro casa prese due coperte e una la stese per terra per proteggersi dal fresco della rugiada e una intorno alla vita, si mise le braccia dietro alla nuca e incominciò ad osservare le stelle. Ad un certo puntò sentì una cerniera aprirsi e un Blaine tutto addormentato perlustrò i dintorni  in cerca del marito, quando lo vide andò lentamente verso di lui e si buttò sopra il suo petto, Sebastian lo strinse rapido sulla vita e gli mise sopra una parte di coperta, lo strinse forte a se e Blaine strusciò la sua faccia sul suo petto, intrecciando le sue gambe al quelle del marito.
“Come mai sei qui?”
“Emi e Drew non se la piantavano di darmi i calci ce ne avevo uno a destra e l’altra a sinistra, mi sono svegliato all’ennesimo calcio e non ti ho visto più, mi ero preoccupato. Ho aspettato che allentassero la presa e poi mi sono alzato, mi sono rigirato e se ne stavano tranquilli e beati a dormire immobili vicino all’altro, sono bellissimi. E te?”
“Ho le gambe troppo lunghe. Fino a che eravamo in due un modo per star comodo lo trovavo, ma con le new entries. . .”
Blaine gli lasciò un bacio sul petto.
“Era da tanto che non dormivamo fuori, sotto le stelle. Sono meravigliose.”
‘Non quanto te’, pensò Sebastian stringendo più forte a se suo marito.
“Ti ricordi di come passavamo le ore a vedere le costellazioni? Ho sempre avuto il debole per l’astronomia. E ti ricordi in Florida di quando le abbiamo usate per raccontargli le storie?”
Blaine si limitò ad annuire e sbadigliò accoccolandosi di più accanto al marito, Sebastian  gli accarezzò il braccio era stanco pure lui e gli si chiudevano gli occhi.
“Bascian. . .?”
Biascicò nel sonno Blaine ricevendo come risposta un verso indefinito.
“Ti. . amo”


Beth's Corner
Salve! Finalmente la wifi collabora *si commuove* 
Questa storia è la risposta alla sfida lanciata dalla cara Alice e spero che questa cosa e questa famiglia un po' strana (che io amo) e troppo fluffosa sia di suo gusto. I
l prompt era "PESCI" e all'inizio ero tipo "che *inserire francecismo* ci scrivo?", poi ho trovato ed è uscito questo.Spero che vada bene, fatemi sapere :)
Grazie alla superbeta che ha betato questa storia e grazie anche a chi legge. <3
Alla prossima! 
Love always,
Beth.
 
   
 
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