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Autore: tesoro1996    13/10/2013    0 recensioni
Una ragazza italiana, Camilla Ferrari, vola a Los Angeles poco più che diciottenne e tre anni dopo vince l'Oscar come Miglior Attrice diventando così una star planetaria. Promette a se stessa che niente le impedirà di fare il suo lavoro e di emergere sempre sulle colleghe, per diventare una leggenda del cinema moderno. Henry Windsor, principe del Galles, capitano del esercito e scapolo più desiderato del mondo, è appena tornato dall'Afghanistan. Dopo gli innumerevoli scandali della famiglia e promette a se stesso di non innamorarsi di nessuna donna per continuare ad essere un soldato, senza regole e costrizioni.
Peccato che i due un giorno si incontrano a Londra e succede qualcosa che non va secondo i loro piani.
dal Cap. II
< So benissimo chi sei, Miss HoVintoUnOscarAVentidueAnni!> la interruppe Ben < Rimani fin che vuoi. Vero Harry? >
Il ragazzo non aveva ancora staccato gli occhi da lei < Certo. Come ha detto lui io son… >
< So come ti chiami, Altezza > lo schernì amichevolmente lei, richiamando la battuta del barista, e gli sorrise e lui ricambiò il sorriso.
< Io sono Ben. Purtroppo il mio nome non è mai stato scritto sul Times o su Vougue, ma sono il proprietario della baracca >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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TWENTY-THIRD BIRTHDAY & FORGIVENESS
3 AGOSTO 2010
OCEAN AVE, SANTA MONICA
10:13 a.m.
 
In una lussuosa villa, una ragazza festeggiava il suo ventitreesimo compleanno con la sua migliore amica nella terrazza che dava sul Pacifico. Niente di speciale, se non fosse che quelle ragazze erano due delle più famose e richieste attrici del panorama mondiale: Camilla Ferrari e Angelina Jolie.Malgrado la differenza di età – Angelina aveva infatti 35 anni – le due erano diventate amiche cinque anni prima, sul set di “RAGAZZE INTERROTTE”…
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< Camilla lei è Angelina,Angelina lei è Camilla. Sono sicuro che faremo un buon film. > Dichiarò James Mangold, il regista, pieno di ottimismo e di adrenalina per l’inizio del suo nuovo film nella Hall dell’Embassy Suite Hotel di Denver.
< Molto dipenderà dalla chimica tra le protagoniste, perciò ho pensato di farvi alloggiare nella stessa suite, per conoscervi meglio! > Continuò entusiasta, per poi scusarsi ed andare dalla sua assistente dall’altra parte della sala.
Inutile dire che le due ragazze erano molto meno entusiaste di condividere l’appartamento dell’hotel con una sconosciuta, ma entrambe sapevano che non ci potevano fare niente, così, dopo un sorriso che di sincero non aveva niente salutarono il regista ed entrarono in ascensore senza rivolgersi la parola. Non avevano programmato, però, che l’ascensore si bloccasse.
< Cosa succede? > Urlò Camilla.
rispose scocciata Angelina.
< Oh cavolo, io sono claustrofobica. Ho paura degli spazi chiusi, inizio ad ansimare e a  tremare… >Inutile dirlo, aveva già i sudori freddi.
< Paranoica, si è fermato da pochi secondi… > borbottò Angelina, quando però vide la ragazza accasciarsi a terra si preoccupò.
< Ehi, tranquilla, sta calma! Pensa ad altro… Pensa a cose belle. Ad un bel ragazzo, ad un resort alle Maldive… Essere con un ragazzo in un resort alle Maldive…> Sussurrò, facendo comparire un leggerò sorriso a Camilla. < Davvero, sono solo queste le cose belle che ti vengono in mente?! >
Angelina annuì seria, poi il suo sguardo si fece pensoso e aggiunse < Un buon Martini! Ho dimenticato gli alcolici. Si, decisamente.>
Tempo due secondi e le ragazze scoppiarono a ridere sguaiatamente.
< Ho saputo che non sei americana… > Disse ad un cero punto Angelina.
< No. Vengo dall’Italia.Sono nata in un piccolo paese delle Dolomiti, San Candido. Sono in America da un anno con mia nonna. >
< Tua nonna?! >
< Beh, io sono orfana. I miei sono morti in un incidente stradale quando avevo poco più di cinque anni e, praticamente, mi ha cresciuto lei. Tu, invece, sei figlia di John Voight, è un bravo attore… >
< Bravo attore, pessimo padre.> Con questa frase Camilla capì che l’americana non avrebbe continuato il discorso.
< Senti, Perché hai accettato quest… >  Angelina non fece in tempo a finir la frase che l’ascensore ripartì.
< Se non ti dispiace, preferirei rispondere a tutte le tue domande fuori da questo coso. > Scherzò Camilla ma il suo sorriso tirato faceva capire che non lo diceva tanto per ridere.
< Ok, come vuoi. > Sorrise Angelina < Tanto siamo coinquiline, avremmo tutto il tempo di parlare. >
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< Senti, sono tre ore che ci stiamo arrostendo al Sole. Vuoi fare un bagno? > mormorò Camilla.
< Come vuoi, sei tu quella che oggi “invecchia”, tesoro. > Scherzò Angie.
< In effetti, dovremmo continuare a stare al Sole, hai il colorito di una mozzarella! > Urlò Camilla togliendosi gli occhiali da sole di Gucci e correndo in acqua.
< Stronza, adesso ti prendo! > Gridò di rimando Angelina.
Una volta in acqua, l’americana ansimò:< Sarò anche una mozzarella, ma guarda che fisico, anche dopo aver partorito tre bambini!> e sorrise. In effetti, Angelina aveva un fisico strepitoso, che risaltava anche con un semplice bikini nero.
< Guarda che gli uomini amano le forme. Tutti, tranne Brad. A proposito, l’hai sentito? > Quando Brad era lontano da lei Angelina era diversa ,come se le mancasse un braccio. Incredibile quanto si era legata a quell’uomo che, effettivamente, l’ha salvata.
< Questa mattina. E’a Parigi a promuovere il suo ultimo film. Non vedo l’ora di vederlo tra due settimane a Londra, appena i bambini tornano dai nonni. > Infatti sia Angelina che Mils dovevano andare a Londra per incontrare i rispettivi produttori dei loro nuovi film e partecipare il 27 Agosto in veste di Ambasciatrici dell’UNICEF ad un Ballo organizzato dalla Regina Elisabetta.
< Guarda che loro da Jane e Bill si divertono tantissimo! Per me  non si rendono conto che non vi vedono da meno di una settimana.> Cercò di consolare l’amica < Almeno a Springfield respirano aria pulita e passano il tempo all’aperto! >
Angelina si sentì rincuorata. < A proposito di uomini, dopo Leonardo, prima ed unica storia importante della tua vita, e dopo il flirt con Shia, con Ryan come vanno le cose? >
Camilla sbuffò < Non lo so,non vedo il signor Reynolds da dieci giorni e mi ha chiamato due volte. La cosa brutta però è che non mi manca… >
< Quindi stai con lui perché… >
< perché è scaltro, sexy, simpatico e… >
< Ed è bravo a letto!> Concluse Angie.
< Oh, quello si. Soprattutto quello. > Milly sorrise maliziosamente.< La verità è che dopo Leo non sono più riuscita a provare amore per qualcuno, non so nemmeno se con lui era davvero amore. Eh preoccupante?? >
< Sì, tesoro. Dove non è riuscito Di Caprio, non riuscirà nessuno > Scherzò < Guarda me, fino a 5 anni fa, nemmeno io sapevo cos’è l’amore. Mi è bastato un bel biondo con gli occhi azzurri e con un fisico da urlo e adesso abbiamo sei figli! > Milly sorrise alle parole della sua migliore amica. < Facile. Era Brad. Quindi mi stai dicendo che l’amore nasce al primo sguardo … Colpo di fulmine?! >
Angie si fece pensierosa < No … Beh … Non credo nell’amore al primo sguardo ma più ad un’attrazione, una complicità immediata e ad una tensione sessuale, quando conobbi Brad, ad esempio … >
Dalla terrazza uscì Donna Gabriella con in mano un mazzo di rose rosse per la festeggiata.
< Ciao Nonna! Arriviamo subito > urlò Camilla e rivolgendosi all’americana sussurrò < Di tensione sessuale tra te e Mr Hollywood non voglio saperne. Dio sono la “madrina” dei tuoi figli! > Scoppiarono a ridere mentre uscivano dall’acqua e salivano i terrazza.
< Auguri cara!Rose rosse per la ventitrenne più bella del mondo!> Esclamò Gabriella con un dolce sorriso
< Angelina, tesoro, sei sempre più bella! > < Nonna, basta con i complimenti… > sorrise Camilla prendendo le rose ma Angie la contraddisse < Milly, i complimenti fanno bene alla salute… tra un paio di anni non te li farà più nessuno! >
Detto questo lei e Gabriella scoppiarono a ridere e Camilla, fingendosi offesa,borbottò < Guardate che sono la più giovane delle tre… Voi allora non ricevete complimenti da dieci, vent’anni? >
< Questo proprio non dovevi dirlo signorina > mormorò seria sua nonna.< Oh… che paura > la sfido Milly, senza aspettarsi che Angie e Gabriella incominciassero a fargli il solletico e a inseguirla per tutta la casa, ridendo come tre ragazzine.
 
13 AGOSTO 2010
CLARENCE HOUSE, LONDRA
12:43 a.m.
 
< Ben svegliato, non mi ricordavo che fossi così mattiniero … Nemmeno il servizio militare Afghanistan è riuscito a farti svegliare prima di mezzogiorno! > William ,che leggeva il giornale seduto sul divano, sorrise quando vide entrare in soggiorno il fratello minore con il viso ancora stropicciato dalla dormita, con addosso solo il pantalone nero della tuta e una t-shirt grigia.
< Io ho dormito appena 5 ore, sono tornato all’alba … Ho provato a tornare a casa verso mezzanotte ma una bionda mi ha chiesto di farle compagnia e, visto i miei doveri di principe, non ho potuto rifiutare … > Mormorò con le labbra storte in un sorriso malizioso, per poi sedersi  sulla grande poltrona di cuoio di fronte al fratello.< E poi, dopo sei mesi in Iraq, voglio, almeno per un mese, riposarmi e, soprattutto, divertirmi! >
< Ragazze, sono sempre le ragazze il tuo problema. Ti do un consiglio, lasciale perdere … ti complicano solo la vita! >
< Da quanto non senti la tua ex, fratellino?? > Harry aveva capito tutto, lo conosceva troppo bene.
< Chi? Kate?  Non so, non la chiamo da un sacco … > borbottò William abbassando lo sguardo e fingendo che non gli importasse più,sentiva però il peso di due occhi verdi che lo fissavano poco convinti e fu costretto ad alzare lo sguardo verso il fratello.
< La chiamo due volte al giorno, tutti i giorni. Provo sul suo cellulare, al suo appartamento a Chelsea, a casa dei suoi genitori. Non risponde quasi mai, se risponde mi liquida dopo due minuti. Su tutti i giornali ci sono le foto di quando partecipa alle feste e non sopporto gli sguardi degli uomini che le stanno intorno… > Ammise il maggiore sconsolato, riponendo il giornale e camminando avanti e indietro per il soggiorno. Continuò sarcastico
< Mi piace quando smetti di dire cazzate e mi racconti tutto!> Rise Harry stravaccato sulla poltrona anche se tornò serio vedendo il viso immusonito di William.
< Non devi chiamarla, visto che, se ti ha mollato, è perché l’hai tradita con delle puttanelle facendoti pure fotografare … >
< Devi infierire?!> mormorò il maggiore sbuffando, sapeva che aveva sbagliato, non c’era bisogno che lui glielo ricordasse.
Harry si alzò dalla poltrona e si fermò davanti al fratello < No, ma tu devi andare da lei, dovunque sia, guardarla negli occhi  e dirle che la ami, ami solo lei, le chiedi di sposarti e vivete per un po’ felici e contenti.>
< Aspetta … Tu pensi … Che dovrei chiederle di sposarmi?? > chiese William dubbioso e stupito dalle sue parole.
< Kate è una brava ragazza, bella, intelligente, composta, ti ama tantissimo, la ami anche tu da morire … Se non vi sposate voi, non si sposa nessuno …> Spiegò Harry con naturalezza.
< A proposito, dopo la morte della mamma, a te hanno lasciato il suo orologio, a me l’anello di fidanzamento di papà …> Si schiarì la voce < Siccome io sono allergico al matrimonio, possiamo fare uno “scambio” … >
< Ehi, ma sei sicuro, se incontri la donna della tua vita?> William, malgrado la serietà del momento, non poté evitare di ridere delle sue stesse parole.
< Will. Se un giorno decidessi - probabilmente sotto uso di droghe o di pesanti psicofarmaci - di sposarmi, tu, mio fratello maggiore, dovrai picchiarmi fino a quando ritornerò in me. Promesso?! > Si mise seduto e allungò la mano destra, stretta subito da William.
< Quando pensi di darmi l’anello?! Più tempo passa, meno possibilità di riconquistare La mia ragazza …>
< Siamo diventati impazienti!> Constatò Harry e si mosse fuori dal soggiorno fino ad arrivare nella Stanza Verde e aprì una credenza in stile viennese e ne estrasse un cofanetto di velluto blu.
< E’ tuo. Non vedo l’ora di conoscere meglio mia cognata!> Passò il cofanetto al ragazzo.
< Allora io vado da lei. Grazie! Sapevo che nel profondo sei un romanticone!!!> Detto questo William uscì subito, sotto lo sguardo stranito ma contento del fratello minore.
<  “Quella giusta” … Figurati … >
   13 AGOSTO 2010
CANVEY HEIGHTS COUNTRY PARK,LONDRA
02:01 P.M.
 
Kate veniva sempre qui quando doveva riflettere, osservare l’acqua del Tamigi, calma e lenta, la rilassava infinitamente. Si sedette sulla riva di quel prato e si portò le ginocchia al petto e pensava alla promozione che Cheryl, il suo capo, aveva deciso di concederli per via del suo “incredibile senso della moda che mai ricade nel volgare o nel chip…”. Ripensò alla sorpresa di quella proposta e a quanto l’aveva desiderata, ne aveva parlato per ore con Will. Oh… William, incredibile che pensasse ancora a lui dopo che l’aveva fatta soffrire così tanto … La pressione dei media inglesi,i mesi lontani quando faceva parte della R.A.F., i suoi tradimenti sbattuti in prima pagina, tutti a commiserare lei, “Watie-Katie” ragazza normale che ha sbattuto la porta in faccia al futuro re d’Inghilterra per qualche sbandata. E’ vero. Il mondo è pieno di donne che perdonano i mariti o i fidanzati dopo un tradimento, lasciano passare tutto per tenere unita la famiglia o perché sono innamorate pazze. Lei, per un istante ha pensato di perdonarlo, perché era talmente innamorata di lui che avrebbe potuto passarci sopra, ci avrebbe provato, almeno, ma capì che non ci sarebbe riuscita, anzi non voleva proprio perdonarlo, pensando a come giustificava a lei quelli incontri…
∞  *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *
6 mesi prima.
< Tesoro, devi proprio andare da Henry? per una volta che passi il finesettimana a Londra, potevamo stare insieme, mi mancano i nostri momenti. >  Si lamentò Kate andando ad abbracciare da dietro il suo ragazzo che aveva appena finito di parlare al telefono con suo fratello. Diversamente dalle altre volte, Kate sentiva i muscoli di William irrigidirsi.
< Lo sai, non è prudente che lui guidi quando ha bevuto e, se mi ha chiamato, è davvero sbronzo. > Era una bugia. Non era suo fratello, era Claire, una ragazza che aveva conosciuto sere fa. Tutto era successo per colpa di una frase, di un epiteto: Paul, suo amico d’infanzia, alla fine di una cena tra amici si erano diretti al bancone del bar del ristorante per un ultimo drink. Intorno alle undici William informò l’amico che sarebbe andato a casa da Kate e Paul gli disse che sembrava un “maritino annoiato”. A queste parole, non seppe ribattere. Negli ultimi tempi tra l’allenamento militare alla R.A.F, visite diplomatiche al fianco di sua nonna, impegni politici e sociali, vedeva Kate sempre meno e la cosa gli dispiaceva, gli dispiaceva soprattutto il clamore mediatico intorno alla loro storia. Realizzò che tra pochi anni sarebbe diventato Re d’Inghilterra e non avrebbe più avuto modo di vivere la sua vita leggermente sopra le righe, “Preparati ad anni di noia figlio mio” gli ripeteva sempre il padre. Così, per far cambiare idea al suo amico, sorrise e disse < Guarda quelle tre ragazze, ci fissano da mezz’ora, per rimorchiarle servo io… > e dal bancone del bar, si diressero verso quelle tre biondine… Claire era una delle tre, la vedeva da più o meno tre settimane, solo per  il sesso, era pur sempre giovane ed aveva bisogno di svagarsi, voleva far capire a Paul, a chiunque, che poteva, voleva godersi la vita. Non disse nulla a Kate, si sentiva un mostro, ma non era più convinto di niente…
< Lo so, hai ragione, tuo fratello viene prima di tutto. > Sussurrò Kate sulla sua spalla e tornò sul divano a guardare un vecchio film.
< Gia… >William si mise il cappotto ed uscì.
< Ti amo > Disse Kate, ma la porta era già chiusa.
 *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *   ∞   *
Si rese conto che quello che la infastidiva più di tutte era che lei aveva capito tutto, o almeno se lo sentiva. Will era troppo distante, non  la chiamava mai Amore, non le diceva mai Ti amo, addirittura non le parlava con tenerezza, sembravano due estranei. Lei era talmente innamorata che cercava in tutti i modi di salvare la loro storia.
Sobbalzò quando senti il rombo di un tuono, avrebbe piovuto tra poco e pensò di tornare verso la macchina, si alzò e quando si girò, vide l’ultima persona che mai si sarebbe immaginata di trovare lì.
< Sono andato a casa tua e in ufficio ma Cheryl mi ha detto che oggi avevi il pomeriggio libero e mi ricordo che non c’è niente che ti calma più che le onde del Tamigi. > Eccolo lì, t-shirt bianca, jeans, sguardo intriso di una dolcezza che aveva quasi dimenticato, Kate, per quanto seria, accennò un sorriso quando realizzò che lui ricordava tutto questo.
< In quest’ultimo periodo, in effetti, ho avuto molto tempo e molte cose a cui pensare… > Disse composta ma William capiva che era molto arrabbiata.
< Lo so, devo dirti un paio di cose, per favore non interrompermi. > Kate annuì leggermente con il capo. < Inizio col dirti che sono un emerito idiota. >
< Effettivamente lo sei.> Disse lei compiaciuta.
< Ti prego > sussurrò il ragazzo e ottenne un altro cenno col capo.
< Non ho capito quanto importante eri per me, non ci vedevamo quasi più, non ero più sicuro di niente. Realizzavo che pochi anni e la mia vita sarebbe stata sempre controllata, ancora più di adesso, non avrei potuto agire liberamente, sarei dovuto essere il Re, gelido e calcolatore.>
Fece una pausa, senza staccare i suoi occhi da quelli verdi di lei.< La  verità è che, come uno stupido, credevo di dovermi godere la vita prima che fosse troppo tardi. Pensavo che andando a letto con qualche ragazza di nascosto da te e dal mondo, andare a far notte nei pub ,invece che stare con te, sarebbe stato meglio.>
Vide gli occhi di Kate velarsi sentendo delle ragazze.< La verità è che ogni istante passato con quelle, era meno di niente, non riuscivo a provare nulla rispetto a quando stavo con te, loro in confronto a te… Non si può nemmeno fare questo paragone! Ogni volta che, ubriaco, stringevo una ragazza immaginavo i tuoi capelli, la tua pelle, nessuna era come te, nessuna potrà mai essere come te… >
Kate si passò una mano tra i capelli, era estremamente nervosa, anzi, era furente.
< Quindi sei venuto qui a dirmi che sei andato a letto con delle insulse ragazze solo per dimostrare agli altri che ti “godevi la vita”?! Hai mandato tutto all’aria, per una cazzata! > Kate non diceva mai parolacce, risultavano volgari anche dette dalla più elegante delle donne, ma non era riuscita a trattenersi.< Scusa ma allora non potevi lasciarmi. Farla finita. Un taglio netto. Almeno mi avresti dimostrato un minimo di rispetto. Sai qual è la verità? E’ che tu non mi hai lasciata perché sei stato così egoista da tenermi vicino a te per quando la biondina se ne sarebbe andata. Ed io avevo capito tutto, ma facevo finta di non vedere perché ti amavo così tanto da soffrire come un cane! > William a quelle parole senti uno strano bruciore allo stomaco, come se le budella gli si fossero attorcigliate. Sapeva che Kate aveva ragione su tutto. Insomma, quando l’ha vista non si aspettava che gli buttasse le braccia al collo, ma non era pronto a sentire quelle parole.
< Non serve che io ti dia ragione, lo sappiamo benissimo tutti e due. Sono stato un egoista, oltre che un idiota… deve essere un difetto di famiglia far soffrire le persone che amiamo. Io, dopo aver messo ordine nella mia testa e nel mio cuore ho capito che l’unica cosa che conta, l’unica cosa che mi basta per vivere, è una bellissima ragazza dai capelli castani e grandi occhi verdi che in questo momento mi sta gridando contro. >
Kate rimase spiazzata da quella dichiarazione ma si impose di non lasciarsi abbindolare così facilmente dalle sue parole.
< Sai, dopo il divorzio, mio padre smise di far seguire mia madre da un gruppo di guardie del corpo, perché non faceva più parte della Famiglia Reale > sulle labbra di William si disegnò  un sorriso amaro. < In tutto questo tempo, tutti, parlando di mia madre, la definivano debole, ma lei non lo era, lei era forte, solo l’hanno distrutta, tutti le hanno voltato le spalle, era rimasta da sola, non voglio che questo ti accada, ci accada. >
< Cosa ti aspetti, dunque? Che dopo queste parole io ti butti le braccia al collo e ti perdoni, come se avessimo litigato per una sciocchezza? > Kate sapeva quanto aveva sofferto sua madre, ma lui era il primo che doveva capire tutto ciò, a starle vicino proprio per quello che è capitato alla Principessa del Galles 13 anni fa.
< Io non pretendo niente, volevo dirti queste cose perché dovevamo chiarire alcune parti della nostra relazione. > William sospirò < Senti, io tra due giorni parto per il Kenya, rimarrò lì circa tre settimane, mi piacerebbe moltissimo che tu venissi con me. Saremo in Africa, da soli con tutto il tempo per chiarirci e magari ricominciare. Tentiamo Kate, io non voglio arrendermi … Ti amo Catherine Elisabeth Middleton, da morire e voglio almeno provare a riaverti! > Entrambi avevano gli occhi lucidi, William provava a capire qualcosa dal viso di Kate che, per quanto commosso, era ancora serio, quando poi spuntò un sorriso sulle labbra e le lacrime, questa volta di gioia, rigavano gli zigomi ben definiti della ragazza, che corse verso William per poi abbracciarlo e venire sollevata da lui. < Ti amo anch’io, William. >


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo'
Non so come mi è venuta questa idea, ma almeno è una storia diversa dalle altre e mi auguro che vi piaccia. Ho davvero bisogno di consigli perché ho la sindrome da blocco dello scrittore quindi nelle recensioni gradirei anche idee per i capitoli successivi ed accetto critiche sia positive sia negative. Spero che questa storia vi entusiasmi … con tutto il cuore !!! <3

Tesoro1996                                                                  
P.S. Camilla l’ho immaginata con il volto di Emily Didonato, per intenderci quella della pubblicità di Acqua di Gioia di Armani… Cosa ne pensate??
  
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