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Autore: KiraGiuls    14/10/2013    2 recensioni
POV di un possibile Ben Bruce fuori di senno a causa di un incidente.
L'avevo già scritta ma faceva davvero schifo, se farà schifo anche questa don't blame me :c
"Ti rendi conto di non avere niente, niente, da perdere, e sei in piedi sul cornicione. Danny ormai ha trovato nuovi amici, magari una fidanzata. Insieme a James, Cameron e Sam avranno trovato un nuovo chitarrista, magari più bravo di te."
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non parlo. Non scrivo. Non canto più.
Non ho perso la voce. Ho semplicemente imparato dagli altri ad avere paura dei mei pensieri, paura di me stesso.
Ho smesso di esprimermi in qualsiasi modo, e, nonostante veda che Danny non resista più a questo mio silenzio forzato, non desisto.
Una volta ero normale. Una volta ero un allegro stupido coglione che amava fumare con il suo migliore amico per poi avere una scusa per comportarsi da gay. Un ragazzo che la gente amava, che tutti erano felici di incontrare per strada o al parco per ascoltare le sue stronzate. Una volta, ora no.
Ora se me ne sto qui, in questa divisa blu, rinchiuso nella cella del mio corpo e volta dell’anima. Qui, dove tutto e niente accade. Qui, dove la gente non ha bisogno di nascondersi dietro a sorrisi falsi e ipocriti, qui, dove la gente ti odia. Ti odia e basta. Non ha bisogno di nasconderlo, e io ne sono a conoscenza.
Mi odiano tutti.
Tutti.
In realtà, neanch’io perdo tempo a volermi bene, anzi, preferisco conformarmi agli altri e odiarmi.
Ormai non c’è tempo, me dicono. Non c’è tempo per comprendersi, per fare del bene. Non c’è tempo per amarsi..
Non c’è tempo per me.
In alcuni momenti anche la mia mente diventa nera, come i sogni, e allora penso a Danny, a melodie che non potrò più cantargli e parole che non gli sussurrerò più all’orecchio nell’ombra dei tour bus quando i concerti sono finiti.
Allora mi alzo, sposto la sedia e salgo sulla finestra, per lasciarmi andare.
Per farla finita.
Una scarpa. Eccola, che scompare nelle onde del mare.
Luci rosse iniziano a lampeggiare e mandare suoni orribili, stridenti. L’allarme, certo, dovevo aspettarmelo.
La camicia fluttua verso la schiuma salina.
Tra qualche secondo arriveranno, vestiti di bianco con, (quante?), dosi di sedativo.
E non potrò fare più niente, NIENTE!
Dovrò limitarmi a esistere, senza neanche sforzarmi di vivere.
Forza, non ci vuole molto.
E’ un attimo.
Ti rendi conto di non avere niente, niente, da perdere, e sei in piedi sul cornicione. Danny ormai ha trovato nuovi amici, magari una fidanzata. Insieme a James, Cameron e Sam avranno trovato un nuovo chitarrista, magari più bravo di te.
Dei passi sulle scale.
Coraggio, al tre!
Uno…
Sono arrivati sul pianerottolo, eccoli, si avvicinano.
Due…
Armeggiano con la porta, li sento, sento tutto il casino che quella dannata serratura vecchia e arrugginita provoca, ma ad un certo punto più niente. Silenzio.
Meglio, tanto è ora.
Tr… “ASPETTA!”
Quella voce. La sua voce. Così non è giusto, però! Giocano sporco!
“COSA CAZZO STAI FACENDO?”
Ahi, questa è la domanda sbagliata. Stacca una mano dal cornicione.
“BEN, FERMATI PER L’AMOR DI CRISTO! NON PUOI!”
Ah sì? E chi te lo dice? Posso eccome, pensa. Guarda! E l’altra mano si tende nel vuoto.
“BRUTTO STRONZO, NON ORA, NON FARLO!”
Perché, cosa c’è, ORA? Le parole non mi servono, grazie. Flash che balenano nella sua mente. Ricordi. Parole, stupidissime parole inutili. Accordi di chitarra e assoli di batteria. Folle in delirio. ‘WE ARE ASKING FUCKIN’ ALEXANDRIAAAA!’. Baci rubati con il pretesto dell’essere ubriachi. Notti passate a guardarlo respirare.
Ormai ci siamo, un solo soffio e sono immerso nelle gelide acque Oceaniche.
Un soffio.
Invece un paio di braccia muscolose mi afferrano alla vita, e mi tirano indietro verso il loro possessore, verso la vita a cui stavo rinunciando. I suoi capelli mi solleticano il collo e i miei occhi iniziano a seguire le linee dell’inchiostro sotto la pelle che copre i muscoli.
“Ti avevo detto che non potevi”, sussurra, quasi arrabbiato.
“Non potevi, ne ora ne mai, perché… perché io ti amo. E tu sei sempre stato tutto, sempre.”
I “carcerieri” vestiti di bianco mi assalgono con i loro fottuti narcotici, e non ho il tempo di fare niente, neanche di sorridere.
Di sorridere a quell’uomo. Di sorridere alla vita, ancora una volta.
Mi odiano, lo so.
Ma lui no.
E non importa più di nient’altro. Non importa.
 
 
 
 
 
Riemergo dal mio sonno artificiale tra il “bip” dell’elettrocardiogramma e l’odore di morfina dell’ospedale. C’è qualcuno che mi stringe la mano.
Mi sforzo di aprire gli occhi e la prima cosa che noto è un ammasso di capelli biondo/rossicci sulle mie coperte, poi la testa si alza rivelando il volto scombinato di un Danny Worsnop appena sveglio, che mi accoglie dolcemente nel XXI° secolo.
“GAY!” ho il tempo di sorridergli.
Poi crollo.
Nella luce che filtra tra le palpabre semiaperte, bisbiglio. “Danny, tu mi vuoi bene?”
“Che domanda del cazzo, Ben. Certo che il coma non ti ha fatto proprio bene eh.”
Persisto.
“Mi vuoi bene o no, brutto gay di merda?”.
Lui si arrende.
“Certo che ti voglio bene, anzi... sei sempre stato tutto, sempre.” Conclude, come sollevato.
Sprofondo.
Sprofondo nel mio sonno chimico, bisbigliando un debole “Grazie”, rivolto a chiunque.
Rivolto a lui
Lui c’è, siamo insieme. Al sicuro.
 
Sprofondo.



mi approprio per la prima volta nella mia lunghiiiiiissima carriera di scrittrice penosa di ff dell'angolo sporco d'inchiostro dello scrittore, per ringraziare il poster degli AA davanti al mio letto che stamattina mi ha fatto venire l'idea di cambiare questa OS in una Brusnop dato che prima era davvero una cosa orrenda, dato che @WestboundSign_ mi aveva convinta a pubbliccarla nonostante facesso troppo schifo.
Eww, se recensite vi voglio bene c:
-Giuls
   
 
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