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Autore: Rocknroll_Suicide    16/10/2013    0 recensioni
Perchè in realtà lei era solo una Suicida del Rock'n'Roll
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Brain Damage" - Pink Floyd


Nota: questo capitolo è un tributo a uno dei più gradi artisti di questa terra, Syd Barrett. Per quanto lui fosse matto, rimarrà per sempre un genio.


 

Il matto è sull'erba
Il matto è sull'erba
Ricordando giochi e ghirlande di margherite e risate
Bisogna tenere i pazzi sul sentiero


Lennon stava sognando, sapeva che era un sogno, ma in quel momento l'ultima cosa che voleva era svegliarsi.
Non sapeva dov'era ma sapeva con chi era, e la cosa non la poteva rendere più felice di così. 
In quel sottospecie di giardino insieme a lei vi era Syd Barrett, la persona per cui aveva pianto lacrime di risentimento e rabbia verso il resto dei Pink Floyd.
Mentre erano in quel posto riuscivano solo a ridere e passeggiare, per i sentiero che sembrava infinito.
Il matto è nel salone
I matti sono nel mio salone
Il giornale tiene i loro volti piegati sul pavimento
E ogni giorno lo strillone ne porta degli altri


Tutto a un tratto Lennon si ritrova nel salone di casa sua, dietro di lei Syd legge un giornale.
Insieme a Syd ci sono altre persone, persone mai viste da Lennon ma che sembravano esattamente come loro. 
Tutti fanno finta di guardare il giornale, quando in realtà il loro sguardo è attirato dalla polvere sul pavimento, che tutti sanno non sia sporcizia.
E se la diga si spezza molto prima del previsto
E se non c'è posto sopra la collina
E se la tua testa esplode con oscure profezie
Ti vedrò sul lato oscuro della luna


Nella testa di Lennon si stavano creando delle immagini che la mandavano fuori di cervello, da una diga che straripava e Syd che urlava non riusciva più a capire nulla.
Quando si ritrovó sveglia è sudata si rese conto di essere appena tornata dal lato oscuro della Luna 


 
Il matto è nella mia testa
Il matto è nella mia testa 
Affili la lama, fai la trasformazione
Mi rivolterai fino a che non sarò sano
Chiudi la porta
E butti via la chiave
C'è qualcuno nella mia testa ma non sono io



Dopo quel sogno Lennon non fu più la stessa. 
Nella sua testa Syd continuava a comunicare con lei.
Nessuno parlava più con lei, credendola ormai completamente pazza, quello che gli altri non sapevano è che in realtà Lui la stava aiutando, le stava indicando la sua strada.
Era come se stesse cercando di farle capire qualcosa, per farla ritornare alla sanità mentale, ma al suo tipo di sanità mentale.
La chiudeva in uno stato apparentemente comatoso, come se fosse in una stanza senza mai poter uscire, poiché la porta chiusa a chiave. 
L'unica cosa che sapeva è che c'era qualcuno nella sua testa, e non era lei.

 
And if the cloud bursts, thunder in your ear
You shout and no one seems to hear
And if the band yuor'e in starts playing different tunes

Quando capì cosa doveva fare per arrivare al punto di Syd era un pomeriggio di autunno.
Stava fumando un ultima sigaretta e guardava fuori, le nuvole non c'erano, erano come esplose via. 
Si diresse verso il suo balcone, quello che l'aveva accompagnata nella crescita e spegnendo la sigaretta si sporse fuori da esso.
L'ultima cosa che fece fu urlare mentre cadeva, ma nessuno sembrava sentirla.
Così mentre aspettava di schiantarsi contro il suolo le rivennero in mente le parole che Syd le rivolse nel sogno:

"I'll see you on the Dark Side of the Moon"






 
Angolo Autrice*
La storia è finita, grazie per aver letto















  
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