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Autore: mangakagirl    17/10/2013    9 recensioni
"-Sei il nuovo Silver Bullet: sei l’unico in grado di sconfiggere questa Organizzazione che si paragona ad un vampiro per dire che è immortale. E cosa uccide un vampiro, Kudo? L’argento-“
Dopo che l'Organizzazione tende una trappola al detective liceale, il segreto di Shinichi e di Shiho viene scoperto. Il pericolo è più vicino che mai e l'FBI propone di aprire il Programma Protezione Testimoni per salvaguardare la vita delle persone con cui sono venuti a contatto. Ed è proprio per questo motivo che Ran si ritrova a Komatsu, lontana da Shinichi, con una nuova identità dopo essere venuta a conoscenza della verità da parte di Jodie. 
Mentre Anokata osserva ogni mossa del detective con maestria, Shinichi lotta con il pericolo che lo circonda e con i suoi sentimenti in attesa di sparare il suo Proiettile d'Argento e di sgominare l'Organizzazione che gli ha rovinato la vita. Ma qualcosa andrà completamente storta...
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A Silver Bullet as a prisoner

Prologo

Il buio li avvolgeva come una coperta pesante e soffocante, che rendeva i loro respiri affannati e veloci. Il gelo e l’umidità che li circondava rendeva quell’atroce attesa quasi peggiore dell’evento stesso, mentre il rumore di piccole sfere d’acqua che si infrangevano al suolo, lontano da loro, si diffondeva tutto attorno.
Tic. Tic. Tic.
Un corvo si appollaiò con forza sbatacchiando le ali sopra quello che rimaneva della cornice di una finestra andata distrutta metri e metri sopra la loro testa, al di fuori della quale la notte procedeva apparentemente sicura, mascherando con l’abilità che sono lei riusciva a mettere in scena, quella che di lì a poco sarebbe stata la fine.
Game over. Capolinea. Fine dei giochi.
C’erano milioni di modi con cui segnare quell’inesorabile parola: Fine.
Era la fine, la fine che entrambi stavano guardando coi loro stessi occhi nell’oscurità della stanza e che li stava logorando dall’interno insieme all’immancabile paura che si portava dietro in ogni occasione.
Il dolore dei polsi legati tra loro era nulla confronto a ciò che stavano passando: il silenzio che li divorava permetteva sia ad uno che all’altra di pensare a tutto ciò che avevano perso fino a quel momento, a ciò che non avevano fatto e non si erano detti.
Avevano perso la loro libertà, la loro speranza, il loro futuro.
Ma soprattutto, avevano perso la fiducia reciproca e la loro profonda amicizia di 18 anni.
Shinichi si mosse appena mentre, col capo chino, sentiva il silenzio e il senso di colpa logorarlo centimetro dopo centimetro, premendo sulle sue spalle con forza, schiacciandolo a terra senza pietà.
La schiena di Ran, contro la sua, venne percorsa da un brivido mentre singhiozzava in silenzio, mordendosi a sangue le labbra per non fare uscire i gemiti e mostrarsi debole davanti a lui, lui che le aveva mentito per tutto quel tempo.
Il ragazzo sembrò quasi risvegliarsi grazie a quella piccola scossa e voltò il capo per quanto riuscisse all’indietro, verso di lei, che era legata contro la sua schiena da ore ormai e che non faceva altro che piangere. Il polsi erano escoriati e chiedevano pietà, le gambe flesse si erano atrofizzate già da tempo ad entrambi, ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di lamentarsi o di dire qualcosa fino a quel momento.
Shinichi intravedeva solo i suoi capelli corvini e spettinati data la corsa e il corpo a corpo che avevano dovuto sostenere, le ciocche tirate in disordine dietro le orecchie e il profilo dello zigomo, rigato da spesse lacrime cristalline e amare.
C’era riuscito: per l’ennesima volta era riuscito a farla piangere. Si odiò con tutto se stesso fremendo udibilmente e stringendo forte gli occhi, per poi ritornare a fissarsi in grembo con sguardo spento e rassegnato.
Era colpa sua se si trovavano nelle mani dell’Organizzazione, che di lì a poco sarebbe arrivata ad ucciderli senza pietà.
Già si figurava Gin con la sua Beretta e quel suo terrificante ghigno sulla faccia mentre li puntava. Avrebbe giocato con loro come fossero il suo cibo preferito, li avrebbe ridotti allo stremo senza pietà, facendosi pregare di essere uccisi. Nonostante tutto ciò potesse sembrare impossibile, il ragazzo ne era convinto: Gin lavorava sempre nel modo più veloce e inosservato, ma essendo nel suo ambiente, nella sua tana, avrebbe potuto sperimentare quanto voleva ogni forma di tortura, o di piacere per lui.
-Mi dispiace- pronunciò all’improvviso a voce bassa e carica di colpevolezza, pur sapendo benissimo che Ran, dietro di lui, non l’avrebbe perdonato. -Mi dispiace davvero, Ran. L’ultima cosa che volevo era finire a questo punto-
-È tardi ormai per scusarsi, non credi?- mormorò amara lei, smettendo di singhiozzare ma lasciando ugualmente le lacrime scendere sulle guance: non le importava se lui l’avrebbe definita debole o frignona, perché quello non erano lacrime di paura.
Erano lacrime di odio.
-Ti odio. Ti odio con tutta me stessa. Sei riuscito a rovinarmi la vita e a portarmi tra le braccia della Morte- aggiunse con rammarico ferendo profondamente il detective, che incassò ogni singola parola con lo sguardo basso e in silenzio.
Non aveva nemmeno argomentazioni per difendersi, perché Ran stava dicendo la verità: erano in quella situazione solo a causa sua.
-Lo so- riuscì a pronunciare solo, poco dopo, mentre lei si muoveva frenetica alle sue spalle, tentando di sottrarsi al contatto che era obbligata ad avere con la sua schiena.
Anche quello era diventato insopportabile ormai.
Anche solo la sua presenza lo era.
Shinichi chiuse gli occhi, desiderando ardentemente di non averla mai conosciuta: non per lui, che la amava con tutto se stesso e che era disposto a morire pur di saperla risparmiata, ma per lei.
Lei avrebbe avuto una vita felice se solo non si fossero mai incontrati: sarebbe potuta uscire con Sonoko molte più volte, a caccia di ragazzi; si sarebbe potuta fidanzare con un ragazzo normale, uno di quelli che amano la musica elettronica e le patitine fritte, le serate al cinema fino a tardi a sciropparsi le commedie kitsh; avrebbe potuto vedersi con lui tutte le volte che voleva, senza sorbirsi milioni di volte i racconti di un detective immaginario e dei suoi casi impossibili; avrebbe trovato una spalla su cui piangere nei momenti di debolezza; avrebbe sperimentato cosa davvero significava “amare” una persona e magari si sarebbe sposata con lui, avrebbe avuto dei figli, una famiglia, un lavoro gratificante e un futuro sereno.
Invece no, aveva incontrato lui: uno stakanovista di gialli, capace solo di mettere se stesso in primo piano, capace solo di parlare delle sue imprese, di quelle di Holmes e di quanti goal avesse segnato il suo giocatore preferito nella partita della sera prima.
Ran si era sempre meritata di meglio di lui: ma lei aveva ascoltato i suoi “Perciò aspettami, perché tornerò presto”, i suoi “Sto risolvendo un caso molto complicato, non posso tornare”, i suoi “Sei come un caso difficile e complicato. Anche se fossi Holmes per me sarebbe impossibile decifrare il cuore della donna che amo”.
Holmes!
Da non credere… Come aveva fatto a mettere in mezzo alla sua dichiarazione d’amore Holmes?
-Mi dispiace Ran- ripeté sempre più avvilito e furioso con se stesso -Sono riuscito a rovinare tutto. Non sono riuscito a renderti felice… Persino davanti al Big Ben sono stato così Idiota da mettere in mezzo un personaggio immaginario per dichiararmi… Non ho avuto il coraggio di dirti in faccia come sta la realtà-
Lo disse, perché tanto non avrebbe più avuto nessun’altra occasione per farlo.
Sentì Ran smettere di muoversi, sospirare affranta e incrociare le gambe con un piccolo gemito dato che aveva dovuto risvegliarle. Non diceva nulla, non sembrava nemmeno che lo avesse ascoltato e questo fece davvero male.
Sarebbero morti così? Sarebbe finito tutto così?
Beh, in fondo, era quello che si meritava, no?
Rimanere da solo, sapere di aver fatto soffrire la persona più importante della sua vita.
Sospirò affranto e scosse le spalle cercando di resistere al dolore delle articolazioni bloccate da troppo in quella posizione scomoda e innaturale, rendendosi poi conto che aveva sicuramente anche coinvolto Ran in quel movimento e che forse lei non aveva apprezzato molto.
-Ran- sussurrò poggiando piano la testa contro quella di lei, che sembrava sul punto di allontanarsi anche questa volta -La verità è…-
Tacque qualche secondo cercando di fare la cosa migliore: non era facile dirlo in quella situazione, se ne rendeva conto, e forse pareva anche scontato… Ma era quello che davvero provava.
-…Che ti amo davvero e che mi pento di avertelo tenuto nascosto fino ad oggi. So che mi reputi un misero e bastardo bugiardo, ma ti giuro che questa volta non sto mentendo: questa è davvero la verità- chiuse gli occhi e sospirò.
Avevano vinto Loro.
Era finita. Era davvero finita questa volta.
Il capo di Ran si inarcò all’indietro, spingendo un po’il suo in avanti e risvegliandolo dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto.
-Stiamo per morire- sussurrò lei all’improvviso, infrangendo il silenzio che li inghiottiva insieme al buio.
Shinichi si fermò ad ascoltare qualche secondo il ticchettio assordante della goccia d’acqua che continuava a scagliarsi al suolo con violenza lontana da loro, svuotando la mente e lasciandosi avvolgere dal tempo che scorreva inesorabilmente.
-Sì, stiamo per morire- affermò atono fissando un punto davanti a sé, avvolto nell’oscurità. -Sarò con te tutto il tempo, qualsiasi cosa accadrà- aggiunse poi chiudendo gli occhi e sentendo la schiena di lei rilassarsi contro la sua per la prima volta da quando erano stati rapiti. Ran annuì mentre le lacrime ricominciavano a scorrere repentine sul suo volto, mutilato dal dolore.




Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Toh, sono tornata xD
Lo so, lo so che stava pubblicando un'altra fict, ma non mi piaceva e l'ho cancellata: mi spiace :)
Ora però sono qui e con una fict che mi ha preso tantissimo e che spero vi piacerà tanto quanto piace a me *---*
So che è solo il prologo e che non si capisce molto, ma dal prossimo ci sarà un salto temporale all'indietro e tutto sarà chiaro man mano che leggerete i vari capitoli ^^
Ditemi che ne pensate! :D
Ah, avviso chi non segue il manga: ci saranno spoiler proprio come ho detto negli avvertimenti :)
Mangakagirl!
  
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