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Autore: Mi_Killjoy    17/10/2013    1 recensioni
Frank ricordava tutti i baci, tutte le carezze, tutta la tenerezza di quel pomeriggio. Credevano di essere invincibili e per quanto si potessero sentire persi si sentivano anche liberi. Erano liberi di vivere il loro amore alla luce del giorno, senza che qualcuno potesse rivelare quello che all’ora era un segreto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What's the worst that I could say?
Things are better if I stay
So long and goodnight,
So long and goodnight.  
                   



 
Era pomeriggio inoltrato e Frank, come quasi ogni giorno era seduto sulla sabbia asciutta godendosi lo spettacolo del sole che si tuffava nell’ acqua.

Era una delle poche cose che riusciva ancora a farlo rilassare, ed una delle poche cose di cui riusciva ancora a godere.

La sua vita era cambiata troppo e troppo in fretta e lui si sentiva strano, fuori posto, era come se lui dovesse riabituarsi alla vita stessa perché essa era mutata in un modo che non avrebbe mai previsto.
Come ogni volta Frank si rilassò portando le gambe in avanti e poggiò sulla sabbia ancora calda i palmi delle mani sollevando il volto verso il cielo per riscaldarsi con gli ultimi e sempre più deboli raggi del sole. Cominciò a respirare profondamente per assaporare il sapore dell’oceano che sembrava quasi appartenergli oramai. Ecco, si sentiva vivo quando osservava le onde diventare sempre più forti e infrangersi dove gli capitava per poi diventare spuma soffice, gli ricordava di quando era bambino, di quando i suoi genitori lo lasciavano scorrazzare libero tra l’acqua e la sabbia, gli ricordava di tutta l’acqua che aveva inghiottito, di quella volta che si bagnò tutti i vestiti e fu costretto a tornare a casa bagnato fradicio, ma felice. Gli ricordava di tutte le volte che aveva giocato con la sabbia per costruire qualcosa insieme al suo papà che a gli occhi di un bambino come Frank pareva sempre meraviglioso. Ma ora Frank era cresciuto e le cose meravigliose che riusciva a vedere erano ben poche.

Sospirò, non voleva essere triste oggi e non voleva perdersi il meraviglioso spettacolo che la natura riusciva ad offrirgli anche in inverno. Un brivido gli percorse la schiena e Frank si strinse nella felpa, forse di una taglia più grande del dovuto. Sommerso dai ricordi cominciò a tracciare sulla sabbia dei segni senza neanche farci troppo caso e un sorriso dolce e malinconico gli riempì il volto.

-Malinconia?- domandò quella voce che sarebbe riuscito a riconoscere tra mille. Frank girò lentamente il capo verso la figura che si aspettava di trovare, conservando il sorriso che in fondo era dedicato anche a lui. Era proprio quello che si aspettava di trovare, il dolce sorriso del ragazzo moro più grande di lui finì per scontrarsi con gli occhi di Frank, che conservarono quel ricordo per sempre.

-Gerard,- sorrise dolcemente Frank –come mai sei venuto?- domandò il ragazzo tentando di tirarsi su il cappuccio della felpa.

-Malinconia. - sospirò Gerard –Malinconia e tanta voglia di vederti.- Gerard rivolse il viso verso l’orizzonte e Frank si meravigliò di quanto il ragazzo potesse sembrargli ogni volta più bello e di come le sfumature del sole riflesse sul volto del più grande potessero ricordargli tante cose. –Ricordi di quando prendemmo il treno e arrivammo, aspetta, arrivammo dove?- Gerard spezzò il breve silenzio riempiendo l’aria della sua voce divertita al ricordo di quel pomeriggio.

-Arrivammo a Saddle River, un ora e trentadue fottuti minuti di viaggio e non avevamo idea di come si tornasse indietro. Avevi ancora i capelli color semaforo e le persone avevano paura di te. Quel pomeriggio fu uno dei più lunghi della mia vita. – Frank scosse la testa con fare divertito e Gerard scoppiò a ridere.

-Sembravi un cucciolo smarrito, povero Frankie.- continuò a ridere Gerard quasi tra le lacrime.

-Perché il signor Gerard navigatore Way non era preoccupato per niente. Dai, ammettilo che anche tu te la stavi facendo sotto, solo che non volevi darlo a vedere perché era per colpa tua se ci eravamo persi.- sbuffò Frank, perché ricordava benissimo le risate camuffate di Gerard di quel pomeriggio, il più grande era stato il primo ad entrare in crisi perché non sapeva quale treno prendere per il ritorno.

-Mh, però non mi sembra che la seconda metà del pomeriggio ti sia dispiaciuta così tanto.- disse Gerard maliziosamente puntando gli occhi in quelli di Frank che nel frattempo era arrossito visibilmente sotto il suo bel sorriso. Frank ricordava tutti i baci, tutte le carezze, tutta la tenerezza di quel pomeriggio. Credevano di essere invincibili e per quanto si potessero sentire persi si sentivano anche liberi. Erano liberi di vivere il loro amore alla luce del giorno, senza che qualcuno potesse rivelare quello che all’ora era un segreto.

-Dio, sembravamo immortali.- sorrise Frank, divertito da quel ricordo che solo lui e Gerard possedevano.

-Già, immortali.- sorrise tristemente Gerard.

Frank guardò le due iridi verdi dell’uomo di cui era follemente innamorato. Avrebbe fatto di tutto per far sparire quel velo di tristezza che solo lui poteva osservare e capire.

-Ehy, perché sei arrivato solo ora?- domando Frank. Quella giornata era stata parecchio stressante per lui, soprattutto perché aveva litigato con Ray e Mikey, certo, niente di irrisolvibile con una pizza e qualche birra, ma era brutto litigare con i propri migliori amici.

-Di certo gli altri non penserebbero che sei una persona sana di mente quando ti vedrebbero parlare con me.- esclamò Gerard come se fosse la cosa più ovvia del mondo, con quel mezzo sorriso che nessuno gli avrebbe mai potuto levare dalla faccia.

-Oh beh, di certo non mi importa di quello che gli altri pensano di me.- disse Frank accennando un broncio che fece dispiacere Gerard non poco.

-L’importante è che ora io sia qui, non credi?- chiese Gerard con dispiacere nella voce. Non era neanche colpa sua se non poteva essere
sempre con Frank.

-Già, le regole.- esclamò Frank puntando lo sguardo sulle punte delle scarpe oramai consumate.

-Le regole.- confermò tristemente Gerard. –Uhm,- esclamò spezzando il doloroso silenzio - cosa è successo con Ray e Mikey?- chiese visibilmente interessato.

-Oh, stiamo facendo le selezioni per il nuovo cantante della band e vogliono che io assista sempre. Dicono che devo essere d’accordo con loro nella scelta.-

-E perché non vai?- domandò Gerard conoscendo fin troppo bene la risposta.

- Beh, devo portare il mio criceto a spasso!- esclamo con troppa rabbia beccandosi un verso di disapprovazione da Gerard.

-Non credo che i criceti debbano essere portati a spasso e poi tu non hai un criceto.- rispose Gerard stando al gioco di Frank, con fin troppa pazienza.

-Gerard! Il cantante dei My Chemical Romance sei e sarai per sempre tu. Non possiamo, non possono rimpiazzarti così. Io non ce la faccio. Come posso salire su un palco con la consapevolezza che tu non sarai li accanto a me? Come posso farlo senza che tu mi guardi negli occhi e che mi faccia capire che andrà tutto bene. Come faccio, Gerard, come faccio?- Frank era troppo arrabbiato perfino per capire quanto a Gerard potesse far male vederlo così e non poterlo toccare, non poterlo stringerlo fra le braccia e riempirlo di baci.

-Frank, ti prego, non fare così.- lo supplicò Gerard e Frank lo guardo come se il ragazzo gli avesse chiesto l’impossibile. –Devi andare avanti, lo sai. Non puoi continuare così.- disse Gerard tutto d’un fiato. E quelle parole bruciavano la gola e la mente perché neanche lui, come Frank sarebbe potuto andare avanti senza vedere l’altro.

-Questo è l’unico modo per andare avanti. E sai benissimo che senza di te mi sento perso, anche nei piccoli gesti quotidiani, come oggi. Stavo facendo la spesa e c’erano le tue patatine preferite e sai cosa? Le ho prese, immaginando di quando io e te le avremmo mangiate insieme o di quanto saresti stato felice nel sapere che le avevo prese, poi sono tornato a casa e mi sono sentito perso. Tu non c’eri ne saresti potuto esserci. Ma in momenti come questi io mi sento completo con te. Perché non posso semplicemente venire con te?- esclamò Frank straziato. Entrambi sapevano i mostri che la mente di Frank portava a galla quando Gerard non c’era.

-Oh, non se ne parla neanche Frank.- esclamò Gerard eliminando quella possibilità che sapeva celarsi nella mente di Frank. Gerard era a conoscenza di parecchie cose, anzi di tutte le cose che riguardavano Frank. Sapeva di come si era sentito quando Frank aveva comprato quelle patatine perché lui c’era. Lui c’era sempre, anche se gli altri non se ne accorgevano. –Devi continuare ad andare avanti. Hai una vita davanti, non sprecarla. Vivi anche per me.- sorrise genuino Gerard. Doveva mascherare il dolore che provava quando era con Frank. Per piangersi addosso c’erano gli altri momenti, quelli invece erano attimi che andavano vissuti fino in fondo perché probabilmente i due non si sarebbero visti per molto tempo. –Almeno,- sorrise Gerard –sono bravi quelli delle selezioni?- chiese per cambiare discorso.

-Da quello che mi ha detto Ray, c’è questo Nick che ha la voce simile alla tua, anche se io ne dubito.- Dove l’avrebbero mai trovata una voce come quella di Gerard Way, pensava Frank, una voce capace di trascinarti giù, sempre più giù fino a toccare il fondo, una voce come quella così sincera. Una voce come quella capace di strapparti il cuore. No, era decisamente impossibile trovare qualcuno che rimpiazzasse Gerard.

-E Mikey cosa ne pensa?- chiese Gerard improvvisamente interessato alle sue unghie.

-Anche a Mikey piace. Sta facendo in modo che accada tutto in fretta, troppo. Gli fa male ricordarti e per questo vuole trovare qualcuno che ti rimpiazzi.- terminò Frank.

Gerard era felice per questo perché per Mikey cambiare pagina era la soluzione migliore. Dopotutto era il suo fratellino e sapeva cosa era meglio per lui.

Ecco, Mikey era sempre funzionato così.

-Capisco. Frank, tu li hai visti gli aspiranti Gerard Way?- E Gerard non potè fare a meno di ridere immaginandosi un ragazzo che volesse imitarlo con un fottuto boa colorato sulle spalle. Quelle erano cose che solo il vero Gerard poteva permettersi.

-Si. Uno si è addirittura presentato con i capelli rosso fuoco e la scritta “very much alive” sul braccio. Inutile dirti che l’ho mandato fuori a calci in culo.- Entrambi risero. Frank perché ricordava l’espressione basita sulla faccia di quel ragazzo troppo sicuro di sè che voleva assomigliare al suo Gee, e Gerard rise perché immaginare il suo Frankie incazzato come mai per un patetico tentativo di imitarlo gli suscitava talmente tanta tenerezza da fargli quasi esplodere il cuore, o qualunque altra cosa si ritrovasse al posto suo nel petto.

-Mikey e Ray comunque mi hanno dato ragione. Voglio dire, era ridicolo cercare di imitarti in quella maniera! Eh- Frank continuò a raccontare sotto lo sguardo quasi incredulo di Gerard –si è presentato come “colui che ti supererà”. Ed è stato allora che ho deciso che se fosse rientrato nel mio campo visivo per altri 5 secondi lo avrei mandato all’ospedale. Beh, almeno mi sono sfogato.- terminò Frank scrollandosi le spalle. Gerard continuava a ridere, dopotutto quello che aveva immaginato lui non era tanto distante da quello che era successo nella realtà.

-E poi?- chiese Gerard divertito –ti ha denunciato, è successo qualcosa?- in realtà il ragazzo sapeva benissimo come era andata, solo che non voleva perdersi la meraviglia della voce del più piccolo.

-Uhm- Frank ci pensò su. –In realtà non lo so, o almeno non credo, altrimenti già lo avrei saputo.- terminò sorridendo insieme a Gerard che nel frattempo aveva incrociato le gambe.

-Chi potrebbe mai denunciare Frank Iero? La verità è che sei troppo carino per essere denunciato.- giunse alla conclusione il maggiore dei Way con fare sapiente e con un sorriso tenero. Il più piccolo arrossì di nuovo.

Gerard pensò che Frank fosse troppo bello per essere umano. Dove la trovi un’anima così bella?

-E dimmi, sono carini quelli delle selezioni? Ehy, non mi rimpiazzerai anche tu vero?- Frank rise. Rise perché aveva voglia di ridere della gelosia ben accetta del suo ragazzo. In fondo anche lui sapeva che quelli erano attimi da godere.

-Nessuno può superare il mio Gee.- esclamò Frank come se fosse la cosa più ovvia del mondo. E Gerard continuò a sorridere perché anche Frank stava sorridendo.

A Gerard non faceva paura l’idea di essere dimenticato da gli altri. A lui faceva paura l’essere rimpiazzato da Frank e se da una parte lui voleva che il più piccolo si dimenticasse di lui, dall’altra voleva che Frank continuasse ad amarlo così come lo stava amando ora. Era solo questo che permetteva a Frank di vedere Gerard in occasioni rare e speciali.

-Quindi questo significa che il piccolo Frankie è ancora tutto mio?- esclamò Gerard inclinando la testa per poter osservare meglio il suo piccolo tesoro.

-Sempre. Sono tutto tuo amore mio.- sussurrò dolcemente Frank alla luna che aveva preso il posto del sole. I due si sorrisero e Frank allungò una mano verso quella di Gerard che era poggiata sulla sabbia, ma come tutte le volte che lo faceva la sua mano toccò l’aria gelida fino a sfiorare la sabbia.

Gerard sorrise tristemente e Frank si morse il labbro inferiore per non piangere.

-Oggi mi hanno chiesto di scrivere qualcosa da incidere sulla tua lapide.- gli occhi di Frank cercarono di nuovo quelli di Gerard, il suo porto sicuro che erano diventati improvvisamente più tristi. –Cosa vorresti che scrivessi, amore?- la voce di Frank si ridusse quasi ad un sospiro.

-Potresti far scrivere “Possiamo fingere di lasciarci per poi rincontrarci quando le nostre macchine si scontreranno?” ?- chiese Gerard ricambiano lo sguardo di Frank. Lui era la sua salvezza in quell’eternità di incertezza.

-Mi vuoi proprio morto, eh Gerard?- rise tristemente Frank.

-Sarebbe bello averti qui con me, ma tu devi continuare a vivere.- Gerard allungò una mano verso il viso di Frank e l’accarezzo. Anche se Frank non poteva sentire la sua mano cercò di aggrapparsi in tutti i modi possibili ad essa.

Gerard sapeva di stare per scoppiare, perché lui Frank voleva sentirlo, voleva sentire il calore delle sue guance, così come Frank voleva sentire la freddezza perenne delle mani di Gerard.

-Io…io devo andare- esclamò sconvolto Gerard, non poteva fare questo al suo Frank, non poteva crollare davanti a lui.

-Le cose andrebbero meglio se tu restassi.- lo implorò Frank con le lacrime che gli bagnavano le guance e si costrinse a chiudere gli occhi.
Gerard si avvicinò a Frank per lasciargli un bacio sulla fronte.

-Buona notte Frank, amore mio.- sussurrò Gerard al più piccolo con la voce rotta mentre le lacrime cominciarono a bagnargli il volto, Frank poté giurare di aver sentito quelle lacrime cadere sulla sua pelle e bagnarla. Quando Frank aprì gli occhi Gerard già non c’era più.

-Buona notte, amore- esclamò Frank mentre lacrime disperate e silenziose continuavano a rigargli il volto.
  
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