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Autore: LowFi Writing Machine    18/10/2013    7 recensioni
"Dopo la seconda volta, Ben pensa che sicuramente non succederà mai nulla, non lo farà succedere, e che questa inaspettata evoluzione degli eventi passerà senza lasciare tracce.
Moderazione e autocontrollo. Non il suo forte, lo sa."
Da qualche tempo Ben non non riesce a togliersi dalla testa un certo pensiero sul suo migliore amico. Slash, Ben x Ryan.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Note: Non riuscivo a togliermi dalla testa questa piccola storia. E' scritta in modo poco lineare, ma spero che la apprezziate comunque :) i versi sono tratti da "Life is Cinema" e da "Vipassana". La storia è ambientata all'inizio del 2009, mentre Macklemore e Ryan sono alle prese con la lavorazione di The VS . EP.)


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La moderazione non è mai stata il suo forte, lo sa benissimo. Gli è capitato ormai così tante volte di non sapere quando fermarsi, e per ogni linea che infine riesce a tracciare, con grande sforzo, subito ne supera un'altra. Alcool. Erba. Droghe più pesanti. Donne. È un ciclo che si ripete.

 

Teme che questa sarà solo un'altra voce nell'infinita lista di cose che non dovrebbe fare.

 

-

 

La terza volta succede in quel buco di studio di registrazione dove stanno lavorando da poco più di un mese, in attesa di poter affittare un posto solo per loro. Succede lì, esattamente come la prima volta, e diversamente dalla prima volta non c'è nemmeno la giustificazione di un'intera giornata passata a sbattere il muso con violenza e con gioia su parole accartocciate e su basso e percussioni, su una linea melodica improvvisamente nitida che lo afferra per la gola e tira fuori dal suo cervello il caos nella forma di una cascata di sillabe di una chiarezza disarmante.

 

See I'll be scared if there wasn't a riot, pushin'and pullin', grabbin'some hair, pukin'and fukin' up the sidewalk.

 

La prima volta (lo ricorda bene, sono passate solo poche settimane da allora) si ritrovano seduti per terra a sera tarda, stanchi morti. Ryan sta a gambe incrociate ancora chino sul laptop che tiene in grembo, un auricolare ficcato nell'orecchio. Ben siede con la schiena appoggiata al muro, dondola piano la testa, seguendo ancora il ritmo che gli ha martellato nei timpani per ore. Pensa che ha fame, e un gran bisogno di una doccia, tra la sudata che si è fatto provando e riprovando i suoi testi e lo scarso ricambio d'aria nella stanza, puzza da fare schifo.

 

Ryan tira via l'auricolare e lo lascia cadere sulla tastiera. Alza le braccia, gli indici puntati in alto in un gesto di vittoria, fissando la schermata con soddisfazione.

 

“Questa è una bomba. Questa fra dieci anni ci urleranno ancora di farla, a qualunque concerto, ci scommetto!”

 

Ben vorrebbe ridere del tono entusiasta del suo amico, sa che domani mattina riascolteranno il pezzo che hanno appena registrato e lo demoliranno. E dalle macerie tireranno fuori qualcosa di ancora migliore. Ormai conosce il loro modo di lavorare insieme. Due matti perfezionisti con standard troppo alti per il loro stesso bene, probabilmente. Ma funziona da dio.

 

“Una bomba,” Ryan ripete a bassa voce, e si gira a guardare Ben, con gli occhi che brillano di orgoglio, e un sorriso che va da un orecchio all'altro, contagioso. Ben sorride a sua volta, come sempre travolto dal suo entusiasmo, e pensa di volerglielo dire, quanto bene gli sta facendo lavorare insieme a lui, vorrebbe stringergli la mano, abbracciarlo.

 

Vorrebbe baciare quel sorriso.

 

È un pensiero talmente nitido e improvviso che sembra non suo, sembra essere stato spinto nel suo cervello da una forza esterna, gli fa irrigidire le mani e la mascella, lo fa alzare in piedi, come morso da un cane, ed allontanare di qualche passo.

 

Selfish selfish selfish me yeah me.

 

Ryan lo guarda sorpreso e Ben ride nervosamente. Dice che gli è venuto un crampo ad una gamba e fa una battuta. Ryan ridacchia, tranquillizzato, e torna a fissare lo schermo. Ben si passa le mani tra i capelli, agitato. Si chiede quale diavolo sia passato a suggerirgli nell'orecchio.

 

-

 

Quella è stata la prima volta in cui ci ha pensato.

 

-

 

Avanzamento veloce. La terza volta, dicevamo.

 

Stesso luogo, quasi la stessa ora, nessuna esaltazione per un lavoro fatto bene, solo conti da far quadrare, contatti da rinsaldare, e stanchezza, tantissima. Due giorni prima parlavano di iniziare la produzione di un video, ora sembra di nuovo una prospettiva lontana anni luce.

 

Sono rimasti di nuovo solo loro due. Ben è seduto davanti al mixer. Sente Ryan che si muove alle sue spalle, occupato a sistemare qualche cosa, e quando gli si avvicina teme gli stia per chiedere ancora se vuole del caffè.

 

Non lo fa, per fortuna. “Dai, leviamoci di qui e andiamo a mangiare qualcosa,” dice invece.

 

Ben annuisce senza aprire gli occhi. Allunga le braccia tentando di stiracchiarsi un po'.

 

“Giuro, questa storia mi sta facendo impazzire...”

 

Da dietro, Ryan gli passa un braccio intorno al collo, si afferra il polso e stringe Ben alla gola in una finta presa da killer. “L'economia ci ucciderà tutti, amico...” dice. Il suo tono è divertito, è troppo ottimista per credere davvero che non riusciranno a mettere insieme i soldi per andare avanti.

 

Il rapper apre gli occhi e vede nel vetro della sala d'incisione davanti a se il riflesso del ragazzo più giovane, ventun anni da compiere tra meno di un mese. Ben ne ha appena cinque di più, e si sente vecchio almeno quanto la città in cui stanno registrando. Cerca lo sguardo di Ryan e osserva il modo in cui il suo viso si mescola con il microfono dall'altro lato del vetro.

 

Gli da' un colpetto sull'avambraccio e Ryan allenta la presa, senza mollarla del tutto. All'improvviso è troppo vicino, nonostante non si sia mosso di un millimentro. Ben sente crescere l'imbarazzo, lo stesso che ha provato dopo la seconda volta.

 

La seconda volta.

 

-

 

La seconda volta sono fuori, in un club. Sembra che tutti lì si conoscano da una vita, la musica è buona, e Ben ha l'impressione di non aver smesso di parlare un secondo per tutta la sera. Quando l'attenzione del divanetto su sposta tutta su una ragazza impegnata a fare un pittoresco resoconto di un litigio avvenuto proprio in quel locale un paio di sere prima, Ben riesce finalmente a tirarsi fuori dalla conversazione e rilassarsi un momento. Beve lentamente, acqua tonica. Ryan è seduto poco lontano, sul bordo del divano, chiaramente interessato dalla storiella, che lo fa scoppiare a ridere più volte, e Ben si sorprende ad osservarlo con attenzione.

 

Non ha più pensato a quel momento nello studio, archiviato nella sua memoria come un attimo di confusione, un piccolo corto circuito. Del resto non si è mai nemmeno sentito attratto fisicamente da un altro uomo. Si vede per un momento a telefonare a sua madre e rifarle lo stesso siparietto di quand'era un ragazzino che si poneva dubbi sulla sua sessualità per tutti i motivi sbagliati. I dubbi sono poi svaniti, e gli pare un po' tardi per riproporseli ora.

 

Un'altra risata, non per lui. Ben si sorprende a cercare qualcosa da dire per intervenire nella conversazione da cui pochi minuti fa si è tirato fuori con sollievo, per riportare l'attenzione di Ryan su di lui, allontanarla da quella ragazza, di cui è quasi...

 

Geloso. Proprio mentre lo pensa Ryan gli lancia un'occhiata, un altro dei suoi sorrisi, e a Ben va quasi di traverso l'acqua tonica. Geme interiormente, e guarda altrove.

 

Il resto della serata lo passa a cercare di distrarsi, in ogni modo, finchè non decide che è il momento di andarsene. Una coppia di amici propone di dividere il taxi, e Ryan finisce la sua bevanda rapidamente e si alza per aggregarsi.

 

I loro amici scendono per primi, e il taxi prosegue lentamente nel traffico del venerdì sera, sotto la pioggia leggera. I due uomini stanno in silenzio, Ryan guarda fuori, Ben prova anche lui a concentrarsi sui marciapiedi bagnati e sulle persone che camminano frettolosamente, ma dopo poco cede, e si mette a lanciare brevi occhiate alla mano del suo amico, appoggiata sul sedile. Immagina (e a quel punto tanto vale immaginarlo) di allungare la propria mano e prenderla, come farebbe naturalmente, come ha fatto tante volte, con la mano di una ragazza. Portarsela alle labbra.

 

Il filmino mentale si interrompe subito, perché Ben non ha la più pallida idea di cosa potrebbe succedere dopo. A parte, sì, veder rovinata l'amicizia più importante e la collaborazione lavorativa più onesta e intensa, che abbia mai avuto in vita sua. Una faccenda da nulla... e basata su cosa, un paio di momenti di... confusione? Stupidità?

 

Alza lo sguardo per riabbassarlo subito, dopo un'occhiata al suo profilo veloce come un'istantanea.

 

Un paio di momenti di lucidità. Di illuminazione.

 

Dalla radio del taxi si diffonde la musica dei The National. Ryan si gira, mormora quanto lo prende bene quel pezzo. Sta pensando da un po' ad un progetto in cui potrebbe usarlo. Quando i suoi occhi incontrano quelli di Ben tace. Lo scruta per un lungo istante, e Ben si chiede cosa ci stia vedendo, nella penombra della macchina, con le luci dei lampioni che strisciano sopra i loro visi.

 

Si sente stranamente tranquillo. Solo una volta a casa ripensa più volte all'espressione meditabonda del suo amico, al suo silenzio fino al momento di salutarsi, quando Ryan gli ha dato un rapido abbraccio, insolito, e sente crescere un'agitazione che non si sopisce fino a quando si incontrano di nuovo, e tutto sembra normale.

 

Dopo la seconda volta, pensa che sicuramente non succederà mai nulla, non lo farà succedere, e che questa inaspettata evoluzione degli eventi passerà senza lasciare tracce. Basta che non faccia niente.

 

Moderazione e autocontrollo. Non il suo forte, lo sa.

 

-

 

E siamo di nuovo qui, nello studio, troppo vicini per sentirsi a proprio agio. Come le altre volte, basta che Ben lasci passare anche quest'istante. Può farlo, può lasciar passare anche tutti i momenti che verranno in futuro, finchè non si diraderanno, finchè questo stupido, inutile fuoco sarà del tutto soffocato. È la via che fa meno resistenza, è quello che...

 

E se invece non si fermasse?

 

Ryan fa per indietreggiare, ma la mano di Ben scatta a posarsi sul suo braccio, lo trattiene contro il suo petto, le sue dita toccano il rosso acceso del tatuaggio, lo accarezzano. Lo sguardo di Ryan nel riflesso passa da divertito a confuso, e poi imbarazzato, e Ben, che ha passato tutta una vita ad improvvisare rime su rime, non sa davvero che cazzo dire, bella storia per un mc, e si sta già pentendo di quel gesto, allontana la mano e annaspa cercando una battuta, una qualunque, che disinneschi quest'attimo così pericoloso.

 

E poi Ryan gli stringe le braccia intorno alle spalle e si abbassa, la sua guancia sfiora i capelli di Ben e le sue labbra gli posano un bacio veloce sullo zigomo, poi si china a premergli il viso contro la spalla, piegato in una posizione scomoda contro lo schienale della sedia.

 

I secondi di silenzio, non più di quattro, sembrano durare un eternità.

 

Ryan mormora, la voce attutita dal parlare premuto contro la maglietta di Ben. “Dì qualcosa ti prego. Perché l'unico piano di riserva che ho per uscire da questa situazione è buttarmi per terra e far finta di essere morto.”

 

Ben si riscuote e scoppia a ridere. Si alza, liberandosi dell'abbraccio di Ryan solo il tempo necessario per poterlo circondare con le proprie braccia a sua volta. Sente l'altro uomo premerglisi contro, con forza, quasi con disperazione, e non riesce a crederci. E poi trova le sue labbra, e non gli importa più di credere a nulla.

 

-

 

Forse è un altro vizio a cui sta cedendo, voler stringere ancora di più a sè la persona che è piombata nella sua vita e l'ha resa migliore, volerla in tutti i modi.

 

Forse invece quest'abbraccio è solo la verità di cui ha bisogno.

 

Truth, the only thing I ever used in moderation.

 

-

 

-

 

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(Epilogo)

(When they roll the credits in)
 

“La terza volta in cui hai pensato di volermi baciare. Stasera.” Ryan ripete, in tono piatto. Si è tirato su a sedere con addosso solo la sua camicia, ripescata dal cumulo di vestiti per terra, perché casa di Ben è dannatamente fredda.

 

“Sì.” Ben torna verso il letto, con in mano la bottiglia di soda che è andato a recuperare dal frigo, e si siede sul materasso poggiato direttamente sul pavimento. “Assurdo, vero? Pensavo che sarebbe stato meglio far finta di niente, non volevo rovinare un'altra bella cosa nella mia vita per colpa della mia incapacità di controll--ouch!” un cuscino lo colpisce dietro la testa, interrompendolo, e facendogli quasi rovesciare la bottiglia. “Ma che fai...?” esclama, girandosi indignato.

 

Ryan lo sta fissando con uno sguardo glaciale. “Ben, io sono tre mesi che ci penso. Tre fottutissimi mesi, in cui almeno per una volta al giorno ho immaginato di saltarti addosso, o ho sperato mi saltassi addosso tu. Ho passato settimane a negare l'evidenza, a tentare di convincermi che dovevo farmela passare, a ripetermi che non sarebbe successo mai niente e che mi andava bene così. E intanto mi arrovellavo comunque, e cercavo un qualunque segnale che potessi avere qualche speranza.” Scuote la testa e si lascia cadere indietro sul materasso. “E tu tipo una volta a settimana ti ponevi la questione, così, ipoteticamente. Ti odio...” conclude in tono incredulo.

 

Ben posa la bottiglia per terra e si intrufola sotto la coperta, cerca con un braccio il caldo del corpo di Ryan e decide che non gli interessa spiegare che non è andata proprio in quel modo, perché è felice di restare così in silenzio, steso sul fianco, il volto a un millimetro da quello del suo migliore amico che ripete ancora di odiarlo, prima di dargli un bacio.

 

Forse dovrebbe aggiungere anche la mancanza di senso di osservazione tra i suoi grandi difetti.


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(Finita! Che altro aggiungere... Sto decidendo se provare a scrivere altro su questi due uomini che mi stanno rendendo la vita decisamente migliore, coinvolgendo altri "personaggi" come Owuor, Mary, Ray (e mi piace immaginarmi Tricia come una cara amica di Ben, in questa "versione alternativa"), e se magari aggiungere qualche dettaglio a questa storia (tipo cos'è successo prima dell'epilogo), ma vorrei sapere se a qualcuno interessa. Perciò... ditemelo nei commenti :)

  
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