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Autore: Sinnheim    18/10/2013    0 recensioni
Haruka ha ricordato la sua vita precedente, e ora è afflitta dalle domande: perchè ha potuto ricordare se non gli era concesso? Perchè solo lei e non anche Michiru? Troverà le sue risposte, e con quelle anche i guai. Le guerriere Sailor dovranno affrontare una nuova, terribile minaccia, ben più grande di quelle già affrontate. Tutte le speranze sono riposte nel'essenza del Bene. Sequel di "La Fine di una Vita, L'inizio di un Sogno"
Versione 2.0, revisionata ed arricchita.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la fine
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- Questa storia fa parte della serie 'Song of Storm'
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EPILOGO: NATA PER VIVERE

 

Tutto sembrava galleggiare intorno a lei: il cielo, le nuvole, tutto era leggero ed etereo ai suoi occhi stanchi e consumati dalla barbarie di quel mondo che aveva salvato; anche i suoni si fecero più ovattati, tanto che le sembrò di essere in un altro universo. In quello stato non si accorse delle compagne che gridavano il suo nome e che correvano veloci verso di lei; si sforzò di sorridere, ma ogni movimento le era proibitivo. 

“Mi sento andare a fuoco…” Pensò Noa mentre veniva delicatamente sollevata da terra da Haruka, la quale la guardava con occhi terrorizzati, poi la ragazzina la fissò. “Ho vinto papà…” Disse piano la piccola Sailor, con voce tanto labile che Michiru, Setsuna e tutte le altre guerriere dovettero mettersi strette vicino a lei per sentirla. La bionda rise e pianse allo stesso tempo. “Si che hai vinto piccoletta! Ora stai tranquilla, ti rimettiamo in sesto noi ok? Andrà tutto bene!” Tutte le presenti sorrisero annuendo, già pronte a festeggiare quando Noa le interruppe subito.

“No papà… Purtroppo io non guarirò… Sto morendo.” Quelle parole furono come una coltellata per le Outer, tanto che Michiru scosse la testa con vigore. “No, no, no signorina, tu vivrai eccome! In qualche modo ce la faremo!” La voce della violinista era rotta dal nodo in gola che aveva in quel momento, ma Noa non si scompose. “Il mio corpo… Sta bruciando lentamente. Sono felice così, mamma…”

Setsuna, sull’orlo del pianto, stava facendo lavorare la mente in maniera esagerata pur di trovare una soluzione, ma niente sembrava andasse bene. All’improvviso una luce soffusa uscì dal corpo della ragazzina e, quello che sembrava un drago etereo fatto di fumo, prese forma davanti a loro. “E COSI’ E’ FINITA.” Tutte guardarono il drago custode in tutta la sua imponente e autoritaria grandezza, poi Setsuna iniziò a parlare. “Sommo drago, non puoi salvare Noa?”

La sua voce era colma di tristezza. “NORMALMENTE POTREI. DOPO OGNI SCONTRO, L’ALTRO CONTENDENTE E’ SEMPRE FERITO MOLTO GRAVEMENTE E NOI ESSENZE PRIMORDIALI ABBIAMO IL DOVERE DI SALVARE IL NOSTRO CAMPIONE. MA IN QUESTO CASO NON POSSO AIUTARLA. I MIEI POTERI MI IMPEDISCONO DI CURARLA PERCHE’ NOA VIENE DAL FUTURO E NON MI APPARTIENE. NON E’NATA DA ME, MA DAL ME STESSO CHE, IN QUESTA EPOCA, HA VISSUTO PRIMA DEL SOTTOSCRITTO. MI DISPIACE.” 

Haruka e Michiru volsero lo sguardo disperato e addolorato verso la loro piccola figlioletta che, nel frattempo, respirava sempre più a fatica. “Ascoltatemi… Io non mi pento di nulla. Sono felice perché, anche se breve, ho vissuto una vita meravigliosa con voi. Ho salvato il mio tempo ed ho salvato il passato, non potrei essere più felice di così.” Haruka e Michiru erano scoppiate in un pianto inconsolabile e non si rassegnavano all’idea di dover vedere loro figlia morire. “Non puoi morire Noa! E i tuoi genitori nel futuro cosa diranno? Saranno disperati, come lo siamo noi!” Noa abbozzò un triste sorriso.

“Lo so che sarà difficile… Ma capiranno. Questa non è la fine… Io rinascerò. Qui e nel futuro. Dovete solo aspettarmi…” La ragazzina tossì violentemente sangue e tutte iniziarono a tremare. “HAI COMBATTUTO CON CORAGGIO E ONORE. IL MIO COMPITO QUI E’ FINITO. CI RIVEDREMO.” Il drago sparì in una folata di vento e lasciò le guerriere sole nella loro infinita tristezza.

“Aspettatemi…” 

Noa chiuse gli occhi ed esalò l’ultimo respiro. Immediatamente il suo corpo si fece luminescente e sparì in una luce accecante che investì tutte le presenti, lasciando le mani di Haruka vuote. “No... MALEDIZIONE! NOA!” La guerriera di Urano urlò tutta la sua furia: maledì il cielo, maledì il destino, maledì ogni cosa, con la netta convinzione che la sua stessa vita fosse una maledizione. 

“E’ tutta una maledizione... non finirà mai...” Sussurrò in preda al dolore straziante Michiru; urla di dolore assordanti si mescolarono a fiumi di lacrime quel giorno, dove l’Universo intero sembrò quasi essere privato della luce delle sue stelle.

 

“Haru… Haruka. Dai svegliati…” Michiru sbiascicava assonnata tentando di svegliare l’amata dal suo beato e dolce sonno. “Amore che c’è…” Disse la bionda alquanto irritata. “La bambina piange… Stavolta tocca a te.” Haruka grugnì qualcosa e si alzò dal letto ammirando il panorama dalla sua finestra. Era passato un anno dagli eventi che segnarono le loro vite in modo drastico e drammatico: con l’aiuto delle autorità e del governo, la città di Tokyo fu ricostruita e i suoi abitanti, seppur riluttanti, furono incentivati a tornare nelle loro case; dopo una settimana dal completamento totale dei lavori alla città nacque Noa. 

Quei mesi furono terribili: Haruka ebbe gli incubi per parecchio tempo, sognando la figlia che le moriva tra le braccia, oltre a tutto l’orrore che si era dovuta sorbire nei novanta giorni di assedio. Con il tempo e tanta pazienza, alla fine riuscirono tutti più o meno ad elaborare il lutto. Camminò silenziosamente fino alla camera della figlioletta e la guardò nella culla mentre piangeva e si dimenava. “Ecco il diavoletto di papà.” La prese in braccio delicatamente e la cullò cercando di farla riaddormentare. Dopo una mezz’ora buona, Noa dormiva beata nel suo lettino e Haruka la guardò con occhi dolci. 

“Per una volta sei nata per vivere e non per combattere.” Le accarezzò piano la guancia; una calda lacrima le solcò il viso e, per la prima volta dopo un’eternità, era una lacrima di gioia.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE: ed è finita! Voglio ringraziare chi ha seguito questa storia iniziata tanto tempo fa e ora finalmente conclusa. Sto lavorando a un seguito per questa vicenda, visto che non proprio tutto si è risolto, quindi spero che continuiate a seguirmi ancora! Un abbraccio graaaande grande grande!

  
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