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Autore: MonyMonica    18/10/2013    3 recensioni
Questa è la storia che vede principalmente come protagonisti Usagi e Mamoru. È ambientata dopo la quinta serie; è l'evolversi di una storia d'amore: Usagi da sbadata e pasticciona inizia a costruire il suo futuro e prende sempre più dimestichezza coi suoi nuovi poteri; a Mamoru verrà data una seconda occasione dal destino per rimediare alla sua infelicità;
Cosa ci rende veramente potenti? Forse questo Usagi lo scoprirà troppo tardi.
Ma cosa ci rende veramente felici? Forse questo Mamoru lo scoprirà troppo tardi .
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Mamoru/Marzio, Outer Senshi, Sorpresa, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Ciao ragazze ecco un altro capitolo di questa ingrovigliata storia! Spero vi faccia piacere e che l'apprezziate!
Lasciatemi una piccola recensione e fatemi sapere che ne pensate! 
Ah, dimenticavo, quando scrivo Il nome del personaggio in grassetto a inizio riga significa che cambia la narrazione a seconda del punto di vista di quel personaggio! 
Buona lettura.


Erano quasi le otto. Da circa un quarto d'ora aveva preso in mano, per la prima volta il volume di chimica. Aveva sfogliato le pagine, contato le facciate, tolto quelle con esercizi e figure: centotrenta sette erano quelle che doveva studiare. In realtà sarebbero dovute essere più o meno la metà, ma dato che non aveva compreso l'argomento precedente che era correlato a questo doveva fare il doppio del lavoro.
Lesse ad alta voce il primo argomento: la tavola periodica degli elementi. Ne comprese chi l'aveva creata, perché, come, quando, da quanti elementi era composta, ma soprattutto da quali. Sottolineò svariate parole, frasi, intere righe e ricopió tutto su quaderno nuovo dalla copertina rossa.
Rossa come la passione. No.
Rossa come il sangue. Nemmeno.
Rossa come la vendetta. Sì. Perché questa battaglia l'avrebbe vinta lei.

I suoi erano usciti per pranzo, e Shingo era andato da qualche amico. Quando guardò l'orologio erano le tredici e ventiquattro minuti. Aveva saltato il pranzo. Studiava ininterrottamente da quasi sei ore.
Era sopravvissuta dopotutto. Stringeva tra le mani il quaderno, frutto di tanta fatica, aveva riassunto mezzo libro, evidenziandone le definizioni, arricchendo il tutto con esempi, dati e quant'altro! Se voleva un ottantacinque avrebbe dovuto sudare. Tutto sommato la teoria non le era sembrata complessa, ne tantomeno gli esempi degli esercizi sui legami, la nomenclatura e le reazioni redox.
Provò a svolgere degli esercizi sul quaderno, in meno di dieci minuti ne aveva già risolti una quindicina. Le sembrava tutto troppo assurdo e troppo semplice  perché persino i risultati quadravano alla perfezione. Si disse che aveva bisogno di una pausa e dopo aver mangiato una ricca macedonia e bevuto un po' di latte caldo, tornò in camera sua e aprì il suo diario. 
Aveva parecchi compiti in effetti, una tema di italiano sull'importanza e il rispetto delle regole in una società utopistica, una scheda d'inglese e un approfondimento di storia sulle scoperte geografiche. Doveva comprare inoltre un nuovo album da disegno per la lezione di arte dato che il precedente, seppur ancora nuovo, aveva dovuto buttarlo perché il bicchiere contenente l'acqua sporca dei pennelli si era accidentalmente rovesciato su tutto il suo materiale. 
Finì il tema e la scheda d'inglese dopo aver consultato il dizionario e le regole generali sull'uso del passato, si vestì stranamente con più cura del solito, lasciando i capelli sciolti e con un filo di trucco si disse pronta per uscire. Arrivò in biblioteca, le poche volte che c'era stata era in compagnia di Ami e nonostante il suo smarrimento iniziale, si trovò a suo agio. 
L'assistente del bibliotecario era stato molto affabile con lei. Era un ragazzo molto carino che frequentava l'Università e lavorava qui durante il pomeriggio. 
Univa l'utile al dilettevole gli aveva detto, così poteva studiare in pace mentre lavorava. In soli trenta minuti aveva consultato più di dieci manuali, e redatto un'impeccabile relazione. 
Uscì così con il sorriso sulle labbra e si diresse al centro commerciale. Non distava molto da lì, ma prese comunque l'autobus per arrivare in un lampo. 
Venne subito attirata da un nuovo negozio appena aperto dove comprò qualche vestito, un paio di jeans, due di leggins, delle scarpe e un cerchietto. 
Aveva investito quasi tutta la sua paghetta nell'acquisto, ma nel complesso ne era soddisfatta. Le rimanevano abbastanza soldi per l'album e un set nuovissimo di pennelli, un po' caruccio, ma ne varrà la pena si disse. 
Arrivata in negozio rimase sorpresa dal caos e dalla quiete.
<< C'è nessuno? >> domandò
<< Che vuole? >> disse rudemente l'uomo dall'accento francese situato dietro il bancone che le dava le spalle.
<< Stavo cercando... niente lasci perdere. Devo aver sbagliato momento arrivederci. >> mentre stava per uscire incrociò lo sguardo dell'uomo che si aprì in un meraviglioso sorriso.
<< Aspetti >>
<< Sì? >>
<< Mi scusi, è da tre lunghissimi ed estenuanti mesi che cerco di terminare il mio dipinto, ma purtroppo l'ispirazione mi ha abbandonato e non riesco a dare un volto al soggetto femminile sullo sfondo. Vedendo lei mi sono illuminato. Le andrebbe di posare per me? >>
<< Ne è sicuro? Vuole proprio rappresentare me? Beh, vede io ne sono lusingata, ma tra poco dovrei tornare a casa. >>
<< Non le ruberò che un'ora, il soggetto rappresentato è solo una comparsa sullo sfondo, non ci metterò molto e per ringraziarla del suo tempo le regalerò dell'attrezzatura professionale da disegno. Che ne dice? >>
<< Se le cose stanno così non posso rifiutare! Allora dove mi metto ? >> 
<< Venga con me, ecco può sedersi su quel divanetto e fissare quel punto sulla parete? Ecco così è perfetta! >> 
Regnò il silenzio negli istanti successivi e dopo soli quarantaquattro minuti l'artista ebbe concluso la sua opera.
<< È meraviglioso >> esordì la ragazza
<< È anche merito tuo. Ecco prendi questo è per la tua pazienza >> disse consegnandole in un pacchetto ciò che le aveva promesso.
<< Io non so come ringraziarla >>
<< Dammi del tu e chiamami Gérard, tesoro! Ora finalmente ho concluso l'opera che tra tre settimane regalerò al mio amico Christopher per il suo compleanno! Non credevo sarei mai riuscito a terminarla! Grazie ...>>
<< Usagi, il mio nome è Usagi! Il piacere è stato mio, ora devo proprio andare! tornerò a trovarti! >>
<< A presto mademoiselle Usagi >>

Controllò l'ora: le diciassette e tre minuti. l'autobus sarebbe passato verso le diciassette e venticinque perciò, dato che aveva con sé abbastanza soldi entrò in una profumeria. Scelse due palette di ombretti una nude e l'altra super colorata e un kit contenente fondotinta, cipria e correttore. Si diresse alla cassa per pagare e fu indotta dalla commessa a comprare anche un paio di rossetti uno corallo e l'altro rosa barbie, perché si sa di fronte alle casse cercano sempre di propinarti un acquisto dell'ultimo secondo.
Tornò così a casa soddisfatta  in una mezzoretta  circa. Varcò l'ingresso, posò la borsa e premette il pulsante delle segreteria e ascoltò i messaggi. 
Messaggio lasciato il ventitré novembre alle ore quindici e cinquantaquattro minuti. Biip Ciao Usagi siamo mamma e papà siamo andati a prendere Shingo dagli Ochiwa e alla fine abbiamo deciso di rimanere per cena. Torniamo presto. Biiip
Non ci sono altri messaggi.

Si trovava nella vasca da bagno. Aveva usato i sali profumati alle rose che le avevano regalato per il giorno del suo compleanno, nell'aria riecheggiava un profumo dolce e leggero e l'acqua aveva un bel colore rosato. Non era una ragazza vanitosa, ma aveva deciso di ritagliarsi un momento per sé una volta ogni tanto. Perciò dopo aver imbevuto i suoi capelli di un siero ricostituente e cosparso il suo viso di una maschera purificante, laccò di rosso le sue unghie e si rilassò tra il tepore del vapore.


        Mamoru
Mamoru era nella sua stanza. Si era detto che oggi avrebbe chiarito con Usagi e non l'aveva fatto. 
Era andato da Motoki, ma non l'aveva incontrata.
Era andato dalle ragazze e non l'aveva incontrata.
Era andato a casa sua e non l'aveva incontrata. In realtà non aveva proprio visto nessuno e così immaginò che fosse andata da qualche parte coi suoi genitori, dato che nemmeno le ragazze avevano saputo dove trovarla. Già, lei era con la sua famiglia. Lei una famiglia ce l'aveva. Forse non aveva bisogno di lui. Non più, perché lui era sempre e solo solo.
Un sorriso amaro comparve sul suo volto mentre una lacrima gli solcò il viso. Abbandonò le ginocchia al suolo e si rintanò in un angolo come era solito fare da bambino, mentre i ricordi più bui e cupi si impossessarono della sua mente.


        Usagi
Chiuse gli occhi un solo istante, ma le parve un'eternità. Quando si ridestò l'acqua era gelata. Aveva sentito un vuoto enorme dentro di sé, un dolore troppo grande per una sola persona. 
Mamoru, non soffrire più pensò ad alta voce, mentre  un'ondata di energia la portò in un'altra dimensione. Sembrava il Regno della Luna. No era il Regno della Luna. In pochi attimi rammentò la sua infanzia passata...
Ricordava che ogni pianeta aveva una lingua e una giurisdizione propria : Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Nettuno, Urano, Terra rappresentavano i pianeti maggiori. I pianeti minori Plutone Haumea, Makemake, Eris, Cerere parlavano una lingua comune la minorus, ma si amministravano autonomamente. Vi erano poi Il lunarico, la lingua parlata sulla Luna e il solerico, la lingua parlata dagli abitanti del Sole, che contrariamente a quello che si possa pensare era un pianeta abitato e molto rigoglioso, circondato da una potentissima ed inespugnabile barriera di fuoco che proteggeva i suoi abitanti.
La Luna, il Sole e la Terra erano gli ambienti dove si verificavano le migliori condizioni per vivere secondo gli abitanti del tempo. Nel sole esisteva solo la stagione calda, sulla luna due mezze stagioni generalmente miti, mentre sulla Terra si alternavano primavera, estate, autunno ed inverno.
Questi tre mondi erano molto potenti, e rappresentavano il nucleo propulsore di tutto l'universo. 
Un giorno però inaspettatamente dopo il consueto ballo per festeggiare il trentacinquesimo anniversario di governo i regnanti del Sole promossero un ballo durante il quale la loro unica figlia Fiamma venne rapita e fatta prigioniera. Pochi giorni dopo i rapitori ne annunciarono la morte anche se di fatto non venne mai accertata. Il re e la regina indignati da tale affronto cacciarono tutti gli abitanti dal mondo e lo rinchiusero in una sfera di fuoco inaccessibile, per covare in silenzio il dolore per la perdita subita. Sulla Terra cresceva nel frattempo un giovane elegante, intelligente e coraggioso destinato a diventare un futuro re. Chiesto in sposa dalla  regina Metallia, (vedova da qualche mese) si avvalse di qualche tempo per meditare la proposta.  Metallia era a capo del Regno del piccolo pianeta Cerere. Nonostante a parità di altri pianeti potesse sembrare insulso ed insignificante, aveva assorbito a sè poteri di stelle lontane e pianeti distrutti. Sì perché la sua era senza dubbio una forza davvero distruttiva. Il principe Endymion da un lato pensò di accettare. Unendosi con questo pianeta e abbandonato il Sole il ruolo da primato, per lui quest'unione avrebbe significato un rafforzamento della politica militare interna ed estera. Inoltre non aveva mai incontrato l'amore ne tanto meno sperava in un matrimonio migliore dato che, con la morte di Fiamma esisteva una sola altra  principessa nel sistema solare  Serenity. Gli altri regnanti avevano avuto solo figli maschi. Aveva sentito spesso parlare di lei, ma  non gli era mai importato più di tanto. A volte l'aveva vista di sfuggita a qualche evento di rappresentanza, ma nulla di più. Accanto a lei cerano poi altre ragazze-guerriere provenienti da tutti i pianeti; il regno della Luna aveva organizzato un torneo dove le vincitrici di ogni pianeta avrebbero potuto servire la principessa, nacquero così le guerriere Sailor, soldati al servizio della Luna. Quello era però il giorno dell'incontro dei reali, gli otto pianeti maggiori(Mercurio, Venere, Marte, Urano, Nettuno, Saturno, Giove, Terra ) i cinque pianeti minori (Plutone, Haumea, Makemake, Eris e Cerere anche se questi ultimi non si presentarono perché in guerra tra loro) e due mondi (Luna e Sole che non rispose all'invito). L'incontro avvenne sulla Terra, l'anno prima si era svolto su Marte e l'anno seguente sarebbe toccato a Nettuno, con gli altri in successione.
Come da prassi vennero accolte le famiglie di sera e avrebbero soggiornato nel Regno per una notte,  così diceva la tradizione. Era buio inoltrato ormai quando Endymion uscì a fare una passeggiata. Osservò poco distante da un lago il volto di una fanciulla che ammirava il riflesso della Luna. Si accorse subito della sua presenza e si riscosse spaventata.
''Non volevo spaventarvi, sono Endymion il principe di questa Terra, non dovete temere. Voi dovreste essere la principessa Serenella, giusto?''
''Il mio nome è Serenity in realtà! Vogliate scusarmi.'' disse la Principessa tornando nelle sue stanze palesemente offesa.
Il giorno dopo, non rivolse se non qualche frase di convenienza, parola al principe. Trovò il soggiorno piuttosto monotono e nonostante gli altri principi insistettero per ottenere la sua compagnia restò quasi tutto il giorno chiusa negli alloggi. Aveva avuto il permesso di usufruire di tutti i servizi del Regno, e dato che Tempest, il suo cavallo le mancava decise comunque di fare una cavalcata nel bosco. Era molto attratta dalla vegetazione e dai fiori che crescevano solo in questo posto così si cambiò d'abito e si diresse alle stalle. Da subito le vennero indicati una serie di cavalli di razza.
''Ecco Principessa scegliete pure quello che più vi aggrada''
''Cosa c'è da quella parte?''
''Oh, quella è la stalla riservata a Elleban, la cavalla del principe. È indomabile e aggressiva con tutti, tranne che con lui. Pensi che noi non ci avviciniamo nemmeno per darle da mangiare è davvero troppo irascibile!''
''Amedeo c'è un problema alla torre centrale, potresti venire ad aiutarci?''
''Arrivo subito. Mi scusi Principessa adesso dovrei proprio andare. Se mi indica l'esemplare che ha scelto la aiuto a montare in sella''
''Oh no, non si disturbi, faccio da me, lei torni pure alle sue faccende''
''come desidera, con permesso''
Dileguatosi l'uomo Serenity restò per un po' a fissare i cavalli, finché non diresse nella stalla di Elleban. Aprì il suo recinto e le si avvicinò con una mela in mano. La cavalla sembrò gradire lo spuntino e con molta facilità riuscì a montarla in sella e a intraprendere il suo percorso. Dopo qualche ora in sella si distese lungo un fiume per riposare ma la sua quiete non durò a lungo.
Venne raggiunta da un principe sprezzante e molto furioso.
''Ma dico siete impazzita? Non vi hanno forse avvertito della pericolosità del cavallo?''
''Secondo me siete voi e il vostro caratteraccio a irritare questa povera creatura'' disse Serenity schizzandogli addosso dell'acqua nel fiume.
''Ah, sì? Voi pensate che io abbia un caratteraccio? Non avete visto ancora niente!'' Disse afferrandola per la vita e portandola nel fiume con lui al seguito. Giocarono come due bambini, per secondi, minuti e ore intere. Cavalcarono l'uno a contatto con altro, ma la sera purtroppo i reali tornarono ai loro Regni. Non si vedettero per tutto il mese successivo, ne durante quello seguente. Metallia insisteva con la sua proposta e così alla fine il principe acconsentì, nonostante tennero inizialmente il segreto dato che il Regno di Cerere si trovava in periodo di guerra. Un giorno però arrivò un invito che annunciava un grande ballo in previsione del compleanno della Principessa della Luna. La Terra accettò e così i  reali presero parte all'evento. Alla vista della fanciulla il cuore del principe sussultò, lei gli venne incontro e lo salutò dolcemente, lui da gentiluomo le baciò la mano. Ballò con lei un paio di danze e si rivelò una stupenda ballerina, poi la sera la incontrò sul terrazzo.
'' Prenderete freddo milady''
'' E da quando vi preoccupate per la mia salute?''
''Da quando Elleban sente la vostra mancanza''
''Solo lei?''
''Non mi stuzzicate principessa! Ah, dimenticavo questo è per voi'' disse estraendo dalla tasca un ciondolo a forma di stella che emetteva una soave melodia.
''È per me? È davvero bellissimo!''
''Sono contento che vi piaccia''
''grazie '' disse solo stringendolo in un forte abbraccio.
Poco dopo tutti si riunirono in sala per consegnare il regalo alla festeggiata. Esso consisteva in un piccolo anello di diamanti blu con un incisione in lunarico 'Energia' In questo anello tutti i regnanti avevano impresso parte del loro potere. Compreso il Regno del Sole, dato che la trasmissione di Energia era un rapporto molto complesso, servivano lunghi tempi per imprigionarla nell'oggetto. Il mondo solare aveva adempito a tale obbligo molto prima dello spiacevole episodio della figlia.
Ogni pianeta arrecava un potere diverso  e col tempi e l'esperienza con il controllo dell'anello la principessa avrebbe potuto ottenere formidabili poteri. 
Ottenne infatti:
Controllo delle stelle dalla Luna.
Controllo di barriere indistruttibili da Mercurio.
Controllo delle acque dal regno di Nettuno.
Controllo della vegetazione e del sottosuolo dalla Terra.
Controllo sulla potenza del vento e del gelo dal regno di Urano.
Controllo sul fuoco e le alte temperature da Marte.
Controllo sui fenomeni atmosferici da Giove.
Controllo sulla luce, creazione di sfere d'energia da Venere.
Controllo sulla durata della notte da Saturno.
Controllo sul trasferimento di masse e persone da Plutone.
Controllo delle emozioni da Cerere.
Abilità fisiche dal pianeta minore di Haumea.
Abilità intellettuali dal pianeta minore di Makemake.
Abilità psichiche dal pianeta minore di Eris.
Abilità magiche dalla stella che le regalò suo padre e che incastonò in un diamante dell'anello.
Ed infine, più importante:
Controllo sul tempo e sulla vita dal Sole.
I poteri erano immensi, ma controllarli era tutt'altro che facile richiedevano numerosissimi sacrifici ed estenuanti prove da superare, ma molti avevano partecipato al regalo desiderando ardentemente in una fusione tra il proprio regno e quello della Luna, o per semplice ammirazione di gestione pacifica del regno, o per essere invitati alla festa ( come fecero Cerere e gli altri pianeti minori ma l'imminente guerra fece desistere la regina Metallia).
 Ci furono, danze, banchetti e vari intrattenimenti, infine dopo i fuochi d'artificio straordinari lasciarono la festa. Tutti tranne uno.
''Mi avevate detto che avete un cavallo, giusto?'' chiese il principe terrestre.
''E volete vederlo adesso?'' lo canzonò Serenity.
''E quando se no?''
''Domani, restate per la notte e riposatevi''
L'indomani andarono a cavalcare il principe aveva fatto portare, ed era stata un'impresa, Elleban dalla Terra e con Tempest cavalcarono fino a una piccola grotta nel bosco.
Parlarono, scherzarono, si innamorarono. Il principe si trattenne per due settimane, quando ricevuta una lettera dai suoi genitori, annunciò alla principessa il suo ritorno in patria la sera stessa. Sapeva inoltre che presto o tardi la notizia del matrimonio sarebbe divenuta pubblica e convenne che era meglio dire la verità a Serenity. 
''Mi dispiace che dobbiate partire''
''Anche a me credetemi. Ma prima di congedarmi devo confessarvi una cosa''
''Sì''
''Io..... Dopo quello che abbiamo passato mi dispiace dirvelo in questa maniera ma ..... Ecco io....''
''A volte i fatti contano più delle parole''
Non poté replicare perché la principessa unì le sue labbra alle sue in un tocco così magico e leggero che desiderò non terminasse mai. Fu allora che ne ebbe la conferma. 
Si era innamorato. 
Per la prima volta si era innamorato.
Ed era una sensazione tanto naturale e splendida che decise di non preoccuparsi di nient'altro.
''Non posso partire se non mi assicurate che vi rivedrò  domani''
''Di notte al nostro fiume. Io ci sarò.''
Gli sorrise prima di catturate nuovamente le sue labbra.
Si frequentarono per due mesi Endymion era dolce e romantico e lei sempre più innamorata. Si trovavano sulla Terra in riva al mare.
''Serenity devo dirti una cosa ...''
''Ti amo'' sentirselo dire per la prima volta lo fece sorridere.
''Ti amo anch'io amore mio. Per sempre'' gli rispose baciandola dolcemente.
Il giorno dopo però venne annunciata la notizia. L'invito pervenne alla casata della Luna. 

I regnanti del Regno di Cerere e della Terra sono lieti di annunciarvi l'imminente matrimonio tra la Regina Metallia e il principe della Terra Endymion. Siete invitati formalmente a prendere parte alle nozze e ai festeggiamenti.

Per la principessa fu una pugnalata al cuore. Si sentì tradita, umiliata, presa in giro. Non si presentò al consueto     appuntamento col principe né rispose alle sue lettere. Rifiutò persino di parlare con lui quando giunse nel regno. 
Tre giorni dopo il principe però smentì le nozze si introdusse nel castello della Luna e giunto nella stanza della principessa la obbligò ad ascoltare le sue parole.  Lei lo perdonò ma decise di rinunciare al suo amore per sempre, troppo sopraffatta dal dolore. Metallia venne comunque a conoscenza della precedente relazione dell'amato e così dichiarò guerra alla Luna. Il Principe volle partecipare allo scontro contro il volere dei suoi genitori. Il regno della Luna si era indebolito, perché la principessa si era gravemente malata. Il regno fu colto inaspettatamente e assediato dai nemici che vinsero il combattimento. L'obbiettivo di Metallia  era quello di uccidere Serenity, riuscì a uccidere suo padre e poi raggiunse la sua stanza poco prima del principe Endymion che si prestò a combattere per la sua sopravvivenza. Stremato e stanco per il viaggio e per la lotta contro i soldati Endymion scagliò un ultimo e micidiale colpo contro Metallia prima di baciare per l'ultima volta la sua amata. Fu trafitto pochi istanti dopo dalla sua stessa spada assieme all'amore della sua vita. Il regno di Cerere aveva invaso con potenti nubi tossiche tutti gli altri regni. Perirono tutti uno dopo l'altro lasciando solo terre aride e bruciate dal dolore. La regina della Luna era in preda a un'incredibile agonia. Tutti i suoi amici, suo marito e sua figlia erano morti, le guerriere trasformate in statue di pietra, dato che i loro pianeti d'origine erano periti. Ricorse all'unico mezzo che aveva per contrastare Metallia, il cristallo d'argento, morì pochi istanti dopo sperando che la figlia potesse riscattarsi qualche decennio più tardi.

‘‘ Gayus'' urlò. Era frutto della sua coscienza sì, ma derivava dalle abilità intellettuali ricavate grazie al pianeta di Makemake. 
'' Sì, principessa?''
''Ora ricordo tutto, fai quello che devi.''
''Il prezzo da pagare è troppo alto. Voi lo saprete meglio di me.''
''Obbedisci'' rispose in tono austero
''Come desiderate, ma ricordate bene le mie parole principessa, quando ve ne pentirete sarà troppo tardi'' concluse così, sparendo e tornando poco più tardi con due calici e un libro  polveroso circondato da grovigli.
''Siete davvero sicura di quello che state per fare?''
''Sì'' disse mentre concentrandosi illuminò il simbolo che aveva sulla fronte. Fu un attimo, poi quelle sorte di catenacci che parevano radici si mossero permettendole di consultare il manufatto.
Recitò quelle poche poche parole, strinse l'anello più forte che poteva trasmettendo quanta più energia gli era possibile nei calici. 
Troppo dolore, troppe sofferenze pensava e la sua forza aumentava sempre più.
Dopo un quarto d'ora cadde a terra svenuta e un bracciale con due pietre si materializzò sul suo polso. 


Venne ridestata dalla voce di suo padre dall'altro capo della porta.
<< Usagi, tutto bene? Da quanto sei lí dentro? >>
<< Da poco, ma ora esco non ti preoccupare >> disse mentre usciva dalla vasca per dirigersi nella doccia e aprire il getto d'acqua bollente. Si era addormentata credette. Per quattro lunghe ore e il suo corpo era un pezzo di ghiaccio. Si sciacquò velocemente viso e capelli e uscì con non poca fatica. Si asciugò alla meno peggio e barcollando entrò in camera sua dove sprofondò sul letto in un lungo sonno riparatore.

La mattina seguente il risveglio fu più traumatico del previsto. Risultò persino un'impresa vestirsi e come di prassi arrivò in istituto molto in ritardo. Per strada si era fermata più volte a riprendere fiato e alla fine aveva accettato il passaggio di un suo ex insegnante delle elementari che l'aveva accompagnata.  Le prime due ore doveva sostenere il compito di chimica. Non aveva avuto nemmeno il tempo di ripassare e nonostante non se la sentisse di andare a scuola, decise di sostenere il compito.
<< Alla buon ora >> esordì il suo professore, constatando che erano le otto e quarantacinque.
<< Scusi il ritardo >>
<< A questo penseremo dopo. Tenga il suo compito, e cerchi di finirlo in tempo anche se non credo riuscirà a combinare qualcosa >>  disse sogghignando l'uomo.
Usagi era stanca e spossata, ma prese il foglietto e lesse la prima domanda. 
Parla della tavola periodica degli elementi. Aveva molto da dire e poco tempo e doveva sbrigarsi. 
Il compito si componeva di diciassette domande, cinque esercizi sulle  reazioni redox, dieci sui legami, trenta sulla nomenclatura e poi come esercizio facoltativo  c'era una tabella vuota della tavola periodica degli elementi da compilare secondo quanto si ricordava.
Rispose a tutte le domande in modo pieno ed esaustivo. Le rimanevano dodici minuti, la parte applicativa le riuscì più veloce e semplice mancavano trenta secondi quando consegnò il compito.
L'abilità del regno di Makemake si rivelarono più utili del previsto, aveva persino completato interamente la tabella facoltativa.
''Non mi sento molto bene, vado in infermeria'' disse mentre posava il foglio sulla cattedra e dopo un breve assenso dell'uomo si diresse verso l'uscio della porta e uscì accompagnata dal suono della campanella mentre volse un'occhiata fuggitiva ai suoi compagni che nel panico scrivevano durante quegli ultimi secondi.
<< posate le penne ragazzi. Il tempo a vostra disposizione è finito >>
mentre percorreva il corridoio dell'infermeria svenne e in uno stato di semi coscienza riuscì a sentire il peso di due forti braccia sorreggerla.

Si risvegliò la sera nel suo letto. I suoi le avevano raccontato di essere venuti a prenderla a scuola.
Era stanca si disse. 
Molto stanca. 
Luna era accanto al suo letto, le aveva detto qualcosa, ma lei non ascoltava, pochi istanti dopo era nuovamente tra le braccia di Morfeo.


Mamoru tornava a casa dopo un'intensa giornata all'Università e otto ore di lavoro. Saliva in ascensore mentre le porte di quest'ultimo si sbarrarono. Davanti al suo appartamento stavano due persone voltate di spalle. Sentendo dei passi si voltarono.
<< Bentornato figliolo. Ti stavamo aspettando >> esordì l'uomo
<< Mamma, papà?!? >>
<< In carne ed ossa >>la soave voce della donna riportò in Mamoru, i ricordi della sua infanzia.
Fu un attimo. E il panico si impossessò di lui.

<< I miei genitori sono morti anni fa >>  disse oltrepassando la coppia ed entrando nel suo appartamento. Sentiva il suo cuore battere a mille mentre chiuse la porta con un tonfo. 
Poi più niente.



 
  
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