Crossover
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Autore: Sad Angel    10/04/2008    1 recensioni
Riflessioni e prese in giro a personaggi reali e fantastici di una mente malata! Da prince of tennis a Harry potter, personaggi della musica, ma ci tengo a dire che tutti questi personaggi li apprezzo enormemente, spero di non offendere nessuno!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autrice: Accadde tutto in una notte

Nota dell’autrice: Accadde tutto in una notte. Due ragazze iniziarono a sparare cavolate sui personaggi dei manga e reali che amano alla follia. Da quei discorsi e quelle risate è nata questa storia. Ci tengo a sottolineare che tutti i personaggi qua presente, mi piacciono molto e la presa in giro che faccio scaturisce proprio dal fatto che li apprezzo. Spero di non offendere nessuno! Danke

 

Natalie im Wunderzimmer 483

 

Liebe…”

Natalie, una balda giovincella di vent’anni(quasi^^), si riscosse dal coma profondo in cui era caduta la notte precedente, rispondendo “Si, Billou…Aspetta un attimo…”

Silenzio. Non ricevendo risposta alcuna, la suddetta giovane, aprì un occhio, sbirciando la stanza. Vuota. Mentre realizzava la propria solitudine, all’improvviso sentì il rumore lieve della porta che si chiudeva. Si alzò quindi decisa, spalancandola.

Nel corridoio, di fronte alla propria stanza, invece del bagno, c’era una strana porta di legno con una targa dorata, “483”.

E che è?” si domandò la nostra eroina, nel tipico linguaggio della sua terra natale. Incuriosita, come ogni giovane ignara che si rispetti, si avvicinò per osservarla meglio. Allungò una mano, per afferrare la maniglia.

Un secondo dopo, ancor prima che lei potesse toccarla, la porta si aprì davanti a lei e Natalie si trovò di fronte un omuncolo dalle lunghe orecchie, che la fissava con sguardo assente, senza parlare. L’omuncolo indossava un vistoso grembiule rosa decorato con svariati pizzi al cui centro troneggiava la scritta “Die Hausfrau ßt”, e dalle cui tasche sbucavano due bacchette di legno che la ragazza riconobbe come molto simili a quelle utilizzate per suonare la batteria. Lo strano esserino, ancora in perfetto silenzio, alzò il suo capo, ricoperto da una chioma bionda e da un berrettino, per osservare meglio la visitatrice. I due si fissarono negli occhi per un paio di secondi finché Natalie, famosa per la sua gentilezza verso ogni creatura, soprattutto quelle più stravaganti, non gli sorrise ed esclamò con voce allegra “Ciao!”

L’omuncolo la guardò un secondo, con aria apatica, poi si scostò dalla porta, come per invitarla ad entrare.

La nostra eroina non si lasciò pregare, oltrepassando la strana porta e seguendo la silenziosa creatura, cercando inutilmente di farla parlare.

Il piccolo essere, camminando lentamente, si fermò all’improvviso e, dopo aver incontrato lo sguardo della sua accompagnatrice, le indicò, con una delle bacchette, due persone che si trovavano a breve distanza.

Natalie, senza capire che cosa si aspettava che facesse, rimase immobile, a fissarle. Quando poi, riabbassò il capo, per chiedere spiegazioni alla strana creatura che l’aveva condotta fin lì, si ritrovò completamente sola.

Decise allora di avvicinarsi alle persone che lui le aveva indicato, per ottenere da loro delle delucidazioni.

Seduti ad un tavolo di cristallo, c’erano un uomo ed una donna. Lui, immobile in una posa da modello dei poveri, fissava un punto imprecisato. Lei, invece, con una mano sorreggeva una tazza di tè e, con l’altra, sventolava senza sosta una bandierina con la scritta “Woldie, signore oscuro 2008!”

Ancora più perplessa, Natalie, si domandò se fosse davvero il caso di interrogare delle persone che, chiaramente, soffrivano di problemi psichici non indifferenti…

Indecisa sul da farsi, si fermò, quando la sua attenzione, venne improvvisamente attratta da un personaggio che solo ora notò alla sua sinistra. Vestito completamente di nero, con dei capelli che, dal grado di unto, si direbbe che non avessero visto dello shampoo da almeno mezzo secolo, si trovava un uomo. Natalie lo osservò mentre lui, dandole le spalle afferrava un vistoso boa rosa shocking e se lo metteva intorno al collo. Si voltò. La nostra eroina, riconoscendolo, si portò le mani alla bocca, piena di gioia esclamando “Renato Snape!!!! Non ci posso credere!!!!” Pochi secondi dopo, dietro di lui, la ragazza notò, un affascinante giovane dai lunghi rasta e vestiti extralarge che, appoggiando le braccia attorno alle spalle di due graziose fanciulle si allontanava, un sorriso malizioso sulle labbra.

“NOOOOOOOOOOOO!”

Un urlo disperato. La protagonista si voltò immediatamente e, nel luogo dove prima si trovava il tavolo di cristallo, ora vide la donna con la bandierina chinata sopra un essere orrendo. La donna gli sventolava la bandierina sotto al naso, cercando di fargli riprendere i sensi. L’uomo fotomodello invece, sistemati i suoi capelli all’interno di una retina, prima di indossare un cappuccio che ricordava molto quello del Kkk, iniziò ad allontanarsi, cantandosi da solo una specie di colonna sonora. La donna spostò un secondo lo sguardo su di lui, gettandogli un’occhiataccia. Nel frattempo, l’orrendo mostro sopra il quale era chinata si tramutò in un orsetto marrone di peluche. Prima che lei potesse rendersene conto, un ragazzo, con un taglio di capelli davvero improponibile, passando lo vide. Un sorriso enorme apparve allora sul suo viso, mentre con due balzi, afferrò l’orsetto e lo strinse a sé, urlando “Che Cicci!!!! Ti chiamerò orsetto Woldie e ti terrò per sempre con me!!!!” A quelle parole, sul volto del peluche apparve una gocciolina…

La donna si voltò, la bandierina le cadde dalla mano poi, dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, scattò in avanti, stringendo fra le braccia il ragazzo dalla pettinatura impresentabile “Georg!!! Sei il figlio che non ho mai avuto!!!” Successivamente, rivolgendosi al Brad Pitt mancato che nel frattempo era tornato, esclamò ancora “Rodolphus! E’ nostro figlio!!! Prepara le carte!!!”

Il piccolo omuncolo riapparve dal nulla con un lieve “Pof” porgendo alla donna un  mazzo di carte, lei sorrise, strappandogliele dalle mani mentre, il di lei marito, osservava con sguardo critico il “figlio adottivo”, domandandosi se sarebbe riuscito in quello in cui lui aveva miseramente fallito. Georg, stringendo Woldie fra le braccia, allungò una scatolina per farla vedere al suo nuovo padre e domandò “Vater! Was ist das?” Padre! Che cos’è questo?

Rodolphus osservò la scatola, incapace di dare una spiegazione al figlio. La donna li vide, sorrise e, dopo aver sfilato la scatola di preservativi dalla mano del figlio esclamò compiaciuta “Tutto suo padre…”

Ma l’attenzione di Natalie fu ben presto attratta da qualcun altro. Un giovane avvenente dalla bellezza alquanto femminea e dalla leonina capigliatura stava difatti passando canticchiando tranquillamente fra sé “Io thinko, tu thinki, egli thinka…” quando, improvvisamente, di fronte a lui, apparve un piccolo aereoplanino giallo con un sonoro “Pof”. Il dolce ermafrodita si fermò un istante ad osservarlo, sbattendo le ciglia intrise di mascara, poi un enorme sorriso apparve sul suo volto ricoperto di cipria mentre esclamava con allegria “Jumbie!” e correva per impossessarsene. Non appena le sue lunghe unghie nere sfiorarono il giocattolo, a breve distanza apparve un uomo dai lunghi capelli argentati, una chilometrica barba e un paio di occhialini a mezzaluna. Il giovane fissò il vecchio, stringendo l’aereoplano contro il proprio rachitico petto mentre sul volto dell’altro comparve un sorriso compiaciuto.

Ma che bel bambino che sei! Giochiamo insieme!” esclamò repentinamente il vecchio mentre al posto dei suoi occhi apparivano due enormi cuori.

Il ragazzo istrice sgranò gli occhi, sottolineati con maestria da un buon quintale di matita nera, mentre la sua bocca si spalancava urlando “Noooo! Il mago ricchione! NOOOOO!” ed incominciava a fuggire. Il vecchio si raccolse la veste argentea ed iniziò ad inseguirlo. Il povero malcapitato intanto continuava a scappare, stringendo il giocattolo, le lacrime agli occhi, urlando sconsolato “TOOOOM!!!! RETTE MICH!!!!

Un secondo dopo, Natalie ebbe una breve visione del ragazzo coi rasta, sdraiato in un letto disfatto, una sigaretta in bocca ed un sorriso alquanto soddisfatto sulle labbra.

Il vecchio intanto continuava ad inseguire l’ermafrodita per la stanza. I due passarono ben presto davanti ad un muretto dove, seduta contro il muro stava una ragazza dai capelli corvini che fumava beata la sua Malboro alla menta. Un ragazzo coreano stava vicino a lei, inginocchiato ai suoi piedi, reggendo il posacenere. Vedendo il tentativo di violenza del vecchio pedofilo la ragazza urlò “Uknow! Attacca!” ed il coreano, posato il posacenere si scagliò ubbidiente contro il vecchio, frapponendosi fra lui ed il povero malcapitato dal perfetto make up. Il mago, vedendo arrivare il coreano, estrasse la bacchetta e, con un rapido colpo, lo spedì a una decina di chilometri di distanza. Fortunatamente l’intervento di Uknow aveva permesso alla ragazza di finire di fumare con tutta calma, mettendola in condizione di agire personalmente. Posizionatasi davanti al ragazzo che, nonostante la superasse in altezza di una ventina di centimetri, le si era subito nascosto dietro, stringendo ancora Jumbie al suo rachitico petto, decise di affrontare il vecchio, di modo da mettere subito in chiaro le cose. I due contendenti alla virilità del sopraccitato Kaulitz si scrutarono negli occhi minacciosi per un paio di secondi poi lei scoppiò a ridere, urlando “Fuji Marlene!” Il mago la guardò ancora un paio di secondi spaesato, poi le puntò contro la punta della bacchetta ma non ebbe il tempo di usarla perché un giapponese di rara beltà, volando direttamente dalla Val di Non, lo centrò in pieno, colpendolo alla testa, facendolo svenire.

Una volta che la ragazza dai capelli corvini ebbe risolto la situazione nel migliore dei modi, Natalie, la nostra giovane protagonista, tornò ad osservare ciò che accadeva vicino a lei. La neomamma, membro della squadra sbandieratori, in quel momento stava assemblando dei teneri biscotti a forma di orsetto, incitata dagli occhi sbarluccicosi del suo diletto figlio. Alle loro spalle, l’omuncolo si avvicinava silenziosamente al forno, aprendo con calma lo sportello. Al suo interno, steso in un pirofila con una mela in bocca giaceva un ragazzo con una vistosa cicatrice a forma di saetta sulla fronte. L’esserino estrasse una bacchetta dalla tasca del suo grembiule frou frou e con la punta toccò lievemente la carne del suddetto ragazzo. Si voltò poi impassibile verso la donna e, per la prima volta, parlò con voce atona, dicendo “Padrona… Non è ancora cotto!”

La donna alzò gli occhi dai biscotti, rispondendo “Che sfiga…”

Un secondo dopo, dietro di lei, apparve un bambino di circa undici anni dalla chioma rossastra che si intromise nel discorso affermando indignato “E lo dici a me?!? Io mi chiamo Albus Severus! Se non è una sfiga questa…!”

La donna lo fissò un attimo, poi sorrise, porgendogli un biscotto Woldie “In effetti…” concluse mentre, contemporaneamente, sullo sfondo, una figura incappucciata trascinava un grosso sacco.

Poco lontano da questa tenera scenetta famigliare, la ragazza dai capelli corvini cercava, con scarsi risultati, di insegnare un briciolo di pronuncia e grammatica inglese al gentil donzello che aveva da poco salvato quando, improvvisamente, Uknow, appena tornato dopo aver visitato, grazie al colpo di bacchetta del pedofilo, la ridente cittadina di Porto Marghera, le si avvicinò, uggiolando ai suoi piedi. Lei, con molta dolcezza, abbassò lo sguardo su di lui e mormorò “Che vuoi?”. Il coreano allora, la informò di una drammatica notizia, almeno ai suoi occhi. Hero era scomparso. La ragazza, compreso ben presto che per insegnare al suo amato l’inglese era necessario un miracolo, decise di impiegare il suo tempo in un modo assai più divertente. Ritrovare Hero! Informato quindi il suo dolce ermafrodita della gravità della situazione, lo invitò a chiamare, sfruttando la sua bellissima voce, l’unica persona che poteva risolvere quella incresciosa situazione. Il giovane porcospino, alla richiesta della sua salvatrice non si fece pregare e, afferrando il microfono che gli porgeva l’omuncolo dopo aver esclamato “Danke, Gustav” iniziò ad intonare

Ryomakun, Ryomakun, Ryomakun…con la tua racchetta, la palla scagli in fretta… Ryomakun, Ryomakun, Ryomakun…dei ladri di mosse tu sei il principe!”

Un secondo dopo, accanto a loro comparve un giovane giapponese con una racchetta in una mano ed una palla nell’altra. Senza bisogno di spiegazioni, costui lanciò in aria la palla e, colpendola con la racchetta che teneva nella mano sinistra, la scagliò contro il losco figuro incappucciato che, poco prima, stava trascinando il sacco. La ragazza esclamò allora a gran voce “Uknow! Riporta, bello!” ed il coreano, trotterellando, afferrò per il bavero il malcapitato, trascinandolo sino a loro.

Ryoma levò il cappuccio, mormorando accigliato “Mada mada dane!” e rivelando la vera identità del rapitore che si scoprì essere…. ( Rullo di tamburi….^^) Niente popò di meno che la nostra baldanzosa protagonista, Natalie! Colta in fragrante, rossa in viso, lei fissò la ragazza dai capelli corvini e, per sviare l’attenzione dal suo reato, esclamò “Insomma Billou! Dove siamo? E che cosa ci fate tutti qui?!?

L’altra sorrise, allungando un braccio verso il ragazzo dalla pettinatura leonina “Questa è la Wunderzimmer 483, cara la mia manager!” iniziò, stampando un sonoro bacio sulla bocca a lui, prima di aggiungere “ E, personalmente, io sono qui solo perché Bill è la mia morosa!”

Natalie la fissò interdetta un paio di secondi finché, una signora vestita completamente di bianco, non le si avvicinò e sussurrò “Guarda come sono carini quei due insieme! Da quando lei è fidanzata, è cambiata completamente! E’ così felice…”

La protagonista la guardò basita, incapace di rispondere poi, prese un respiro profondo e continuò “E gli altri?”

Il ragazzo con i rasta si avvicinò, il sorriso soddisfatto ancora sulle labbra “Per quanto mi riguarda…” cominciò, gettando un’occhiata al seno della nostra protagonista “…sono qui solo per farmi un paio di tipe…”

“Io, invece, voglio diventare la sesta Pussycat Doll!!!!” urlò Renato Snape, avvolgendosi sensualmente il boa rosa shocking intorno al collo.

La ragazza dai capelli corvini allora lo guardò schifata “Ok, ok…anche oggi abbiamo raggiunto la quota di cazzate...Sarà il caso di andare ora…”

                                                                 

 

Contemporaneamente, a qualche metro di distanza…

Woldie!!!” urlò Georg, guardandosi attorno “Woldie!!! Wo du bist?!?”

L’orsetto Woldie, imprigionato in un chiassoso abito femminile, si nascose rapidamente dietro al forno, mormorando sconsolato “Harry Potter, ti prego, uccidimi… La morte è mille volte meglio di questo…”

Alcuni passi…

“PADRONA! E’ COTTO FINALMENTE!”

 

 

Das Ende

 

 

 

 

 

 

  
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