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Autore: controcorrente    19/10/2013    3 recensioni
Il matrimonio del proprio cugino potrebbe essere un evento molto noioso, specie se lo si passa accanto ad una madre ingombrante che non fa altro che lamentarsi di te. Ne sa qualcosa Anne de Bourgh...peccato che non sia la sola ad avere questo problema e lo scoprirà proprio al noiosissimo matrimonio dei Darcy.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne de Bourgh, Mary Bennet, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quell'improbabile coppia...'
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TRA DUE MALI CONVIENE SCEGLIERE QUELLO MINORE
 
 
 
 
Anne De Bourgh era sempre stata una giovane donna schiva e taciturna. La salute cagionevole non aveva mai favorito alcuna vocazione alla vivacità ed era ben diversa dalle fanciulle, poche invero, che vantavano gli stessi altolocati natali. Era sempre stata poco incline alla conversazione, tanto da rendere arduo qualsiasi tentativo di un contatto vagamente confidenziale.
Persino in quell'occasione, al matrimonio di suo cugino, doveva ammettere, almeno a sé stessa, che questa difficoltà era assai noiosa. Anne assottigliò impercettibilmente gli occhi e, non vista, fissò la persona al suo fianco che, da alcuni mesi, non faceva altro che lamentarsi e rimproverarla più del solito.
La donna soffocò un sospiro.
In realtà avrebbe voluto divertirsi un po'. Fitzwilliam era una compagnia oltremodo piacevole e, soprattutto, per nulla invadente. Anche Georgiana aveva questa dote...ma Anne De Bourgh, dalla posizione in cui si trovava, comprendeva perfettamente che una simile possibilità era irrealizzabile, specie se accanto ai cugini c'era la nuova signora Darcy.
Lady De Bourgh le aveva tassativamente vietato di avvicinarsi a loro. Voi siete infinitvamente superiore a quella fanciulla sfacciata. era stata la sua arcigna spiegazione.
Come figlia, non aveva commentato in alcun modo la scelta della madre ma era comunque indifferente al suo astio. Comprendere il tronfio orgoglio di lignaggio della sua genitrice si era da sempre rivelata un'impresa poco soddisfacente, così aveva finito con il rifugiarsi in fantasie ad occhi aperti e con l'ignorare i suoi strani ragionamenti.
Lady De Bourgh continuava a rimproverarla ma le sue parole non raggiungevano affatto la sua mente, tranne che come un fastidioso ronzio di sottofondo.
Non era facile essere sua figlia.
Si diceva che, quando era ancora nubile, la sua genitrice fosse molto popolare nei salotti più prestigiosi ma Anne non aveva mai beneficiato di un simile privilegio, malgrado il legame di sangue. Sua madre l'aveva tartassata di lezioni di danza e di galateo, nella speranza di renderla raffinata...ma nulla aveva potuto fare per risolvere la sua scarsa avvenenza e la sua naturale introversione. Anne De Bourgh aveva poi sul corpo i segni della cagionevolezza dell'infanzia, un pallore che le dava un'aria malaticcia e vagamente malinconica. Ogni volta che lei e sua madre facevano la loro comparsa in un salotto, sentiva costantemente addosso gli sguardi dei presenti e non era molto piacevole dover reggere il confronto impari con la donna che l'aveva generata.
Non per lei, che sapeva quanto quegli occhi fossero pronti a soppesarla, senza nessuna traccia di ammirazione. La sua diversità rispetto alla madre l'aveva in qualche modo segnata fin dall'infanzia.
Persino in quel momento, al matrimonio di suo cugino, non riusciva a fare a meno di sentirsi come un pesce fuor d'acqua. Sola tra quegli sconosciuti e con il divieto di fare amicizia con chi non era a genio di Lady De Bourgh. -Madre- disse, tenendo lo sguardo basso- posso chiedervi il permesso di ritirarmi?-
La donna, che in quel momento stava conversando con Lady Caroline, le rivolse uno sguardo interdetto. -Mia cara- obiettò- spero che sia un tentativo di fare dello spirito. Stiamo chiacchierando con Miss Bingley, non pensate che sia oltremodo disdicevole allontanarvi in tale maniera? Su, non siate ridicola. Rimanete qui.-
Anne trattenne a stento un sospiro. Caroline Bingley era una persona molto cara a sua madre. Avevano molte cose in comune, soprattutto la spocchia con cui si rivolgevano agli altri. Un personaggio che la giovane non faticava a trovare grottesco, una sorta di copia giovanile della sua genitrice...e, in tutta franchezza, non sapeva se ridere o disperarsi della cosa. -Suvvia, lasciatela andare, Lady De Bourgh. Vostra figlia non può rimanere costantemente al vostro fianco.-la esortò.
La donna non disse niente.
Si limitò a fissare la madre, in attesa di una risposta.
Lady De Bourgh si prese il suo tempo, come era sua abitudine, lasciando sulle spine i diretti interessati...poi, in maniera assolutamente inspiegabile, dette il suo consenso. -Che non si dica che nutro astio per i padroni di casa-disse altezzosa, prima di assottigliare lo sguardo- ma vi voglio qui entro le 6 del pomeriggio, non un minuto di più, non un minuto di meno.-
 
 
 
Anne si guardò attorno.
Sua madre aveva fatto meno proteste del previsto per lasciarla da sola. Di solito non era così docile e questo improvviso cedere riempì il suo cuore di sgomento. Che volesse liberarsi di lei?Quel pensiero cominciò a svolazzare nella sua mente, in un modo per nulla rassicurante. Si era impegnata così tanto per renderla fiera di lei da rendere ogni sua nuova delusione una prospettiva terribile ai suoi occhi. Così, quasi senza rendersene conto, imboccò uno dei corridoi al pianterreno.
Cominciava a rimpiangere di essersi presentata a quel matrimonio. Voleva bene a suo cugino Fitzwilliam ma da quando era sorto il suo tenero idillio con l'allora Miss Bennet, aveva cominciato a trovare spiacevole qualsiasi visita. Sua madre aveva accolto con sdegno quel tenero sentimento e, per scaricare la stizza dovuta alla fine del progetto nuziale che da sempre accarezzava, aveva finito con il rivolgere tutta la sua indignazione verso la figlia, colpevole di averla delusa con il suo scarso impegno.
La donna sospirò.
Non vedo l'ora di tornare a Rosings si ritrovò a pensare.
Proprio in quel momento, finì davanti ad una porta. Anne inarcò la fronte, chiedendosi come fosse finita in quel luogo. Era così presa dai suoi pensieri che non aveva minimamente prestato attenzione alla strada. Incerta si guardò attorno ma non riuscì a trovare punti di riferimenti. Erano passati molti anni da quando aveva messo piede in quella casa ed erano cambiate diverse cose. I mobili erano sempre gli stessi, tranne la disposizione. Quella era mutata un po'.
Aprì l'uscio e, di fronte a sé, vide una piccola libreria. Doveva essere il magazzino dove i Darcy tenevano i libri più usati, che avevano la copertina sciupata. Incerta, chiuse la porta e si mise ad esplorare l'interno.
Il rumore della sala che aveva lasciato raggiungeva lieve le sue orecchie...e sospirò, stranamente sollevata di quel silenzio.
-Se state cercando il bagno per aggiustare la toeletta, dovete salire al piano superiore-disse una voce compassata e distratta.
Anne si guardò attorno...fino a che non la vide.
Era una giovane di nemmeno venti anni. Teneva la testa china su un grande tomo che pareva attirare tutta la sua attenzione. Indossava un abito ben diverso dal suo. Non era di raffinata sartoria inglese e non pareva nemmeno essere stato cucito per lei. Il risultato finale era abbastanza grottesco ma quella ragazza non pareva curarsene troppo.
Continuava a sfogliare le pagine, bevendo letteralmente l'inchiostro in esso contenuto.
-Siete una della servitù?-chiese.
La giovane interruppe la lettura.
-Sono la sorella minore della sposa-rispose, arricciando il naso a patata- mi chiamo Mary Bennet.-
Anne non commentò. Quel nome le giungeva assolutamente nuovo...e non era strano. Sua madre, quando parlava di quella famiglia aveva nominato solo poche persone.
La signora Bennett Una donna sfacciata e sciocca
Il signor Bennett Un uomo che pare sopportare a stento sua moglie
Jane Bennett Una fanciulla bella e piacevole, troppo per quella famiglia
Elizabeth Bennett Una maleducata ed intrigante che mira ad un matrimonio ricco
Lydia Bennett Una senza vergogna e decoro
Quel nome, pertanto, era completamente sconosciuto.
-Molto piacere-disse- io sono Lady Anne de Bourgh, figlia di Lady De Bourgh.-
Mary alzò di nuovo la testa e si girò a guardarla. -Molto piacere-fece, senza fare una piega.
Quell'indifferenza lasciò interdetta la più grande. Abituata com'era ad essere soppesata da chiunque per il suo nome, non riusciva a comprendere il perché di quel comportamento, diametralmente opposto alle sue abitudini. Così, senza quasi rendersene conto, si accomodò su una delle sedie nella stanza.
Mary, la strana ragazza con il libro sottomano, non parve curarsene troppo.
Passarono così alcuni minuti, nei quali Anne, non sapendo come comportarsi, non fece altro che guardare a destra e sinistra. La terzogenita Bennett, intanto, continuava a leggere avidamente, ignara di tutto il resto...e la giovane Lady De Bourgh si chiese cosa stesse catturando in tale maniera la sua attenzione.
De natura deorum lesse. -Conoscete il latino?-chiese stupita.
Mary interruppe di nuovo la sua attività, non senza disappunto. -Credo, Miss De Bourgh, che sia oltremodo avvilente e inopportuno insinuare la mia ignoranza in proposito- disse, arricciando di nuovo il nasino a patata- Io sono la più colta di casa Bennett, molto più delle mie sorelle!-
Anne non commentò.
La stranezza della terzogenita della famiglia Bennett continuava a lasciarla interdetta, non abbastanza però da scandalizzarla. -Non volevo offendervi-mormorò- da quanto siete qui a leggere?-
Mary ci pensò su.
-Da un po'-rispose, non riuscendo a dare informazioni più precise.
Anne alzò gli occhi al cielo. -Ma siete la sorella della signora Darcy!-esclamò- Possibile che non vi interessi essere lì per lei?-
La terzogenita dei Bennett arricciò il naso. -Dubito che se ne siano accorti-rispose, tornando a leggere- mia madre non ha occhi che per Lydia e per i pettegolezzi, mio padre adora Liz ed ora è troppo preso dal controllare Kitty ed evitare nuovi scandali. Quanto a Jane, la presenza di Mr. Bingley rappresenta una valida occupazione per non interessarsi al resto.-rispose, come se fosse abituata a tutto questo.
Lady De Bourgh ne rimase sinceramente spiazzata. Abituata com'era ad essere al centro dell'attenzione suo malgrado, si chiese come fosse possibile vivere una vita diametralmente opposta alla sua.
-Vi prego di non commiserarmi. Se conosceste i miei genitori, non lo fareste.-disse Mary- Io ci sono abituata. So di non essere come le mie sorelle e, per quanto mi sforzi, non riesco a far proprio il loro atteggiamento. Non sono bella come Jane, non ho il grazioso spirito di Elizabeth e non sono nemmeno frivola come Lydia. Conosco queste mie mancanze e me ne dolgo...ma non le possiedo. Ci ho provato ma non è servito. Quando non possiedo qualcosa che so di non poter mai avere, a che pro impegnarsi?-
Sentendo della risposta schietta e priva di orpelli, Anne non poté che chiedersi se anche lei avesse provato un po'di frustrazione per le sue mancanze, per le brutte figure sofferte per i falliti tentativi di ottenere una lode. Non aveva mai pensato come potesse essere la vita con un tale livello di trascuratezza.
Chissà se...
-Mary!-esclamò all'improvviso una voce.
Le due si girarono.
-Buongiorno Jane- salutò la terzogenita, come cadendo dalle nuvole- cosa ci fai qui?-
La signora Bingley la fissò esasperata. -Potrei farti la stessa domanda, sorellina- disse con la consueta gentilezza- il ricevimento sta proseguendo. Ci sono molti gentiluomini in sala. Perché non venite?-
Mary osservò con rammarico il libro.
Non voleva tornare nella sala. Tanto non mi inviteranno mai pensò con una punta di fastidio...e lo sguardo cadde sulla giovane donna che era entrata prima di sua sorella e che ora la guardava con curiosità. -Stavo conversando con Lady De Bourgh- disse di getto, fissando quest'ultima come se volesse intimarle il silenzio.
Jane non notò questo scambio di sguardi e fissò Anne con una punta di rimprovero. -Mary, mi duole dirvelo, ma non siete mai stata brava a usare la fantasia. Lady De Bourgh- disse, rivolgendosi ad Anne in tono di scuse- spero che mia sorella non vi stia infastidendo.-
-Affatto- rispose questa, con aria impeccabile- è una compagnia molto piacevole. Mrs. Bingley, vorrei conversare  un altro po'con vostra sorella e se possibile, potreste riferire a mio cugino e a sua moglie se posso scriverle in futuro? Mi piacerebbe molto.-
Jane non disse niente. Fissò Anne che attendeva paziente una risposta...e fissò Mary e la sua espressione indecifrabile. Si interrogò su cosa ci fosse dietro a tutto questo, salvo poi lasciar perdere. -Va bene- disse, congedandosi e ritornando nel corridoio.
Mary sospirò e, palesemente incerta, guardò la giovane che per prima si era intrufolata nella stanza. -Perché lo avete fatto?- chiese, non riuscendo a trattenersi.
L'altra inclinò la testa. -Miss Bennett, potete pure non credermi, ma questo matrimonio mi interessa quanto a voi. Che sia o meno presente, non cambia nulla...-disse, sorridendo divertita- e poi non baratterei questo momento di pace con niente al mondo. Preferite tornare in sala?-
Mary storse la bocca.
Raggiungere il ricevimento equivaleva a rivedere la madre e le sue fissazioni, sorbirsi le lamentele di Kitty e Lydia, il successo delle sue sorelle maggiori e le occhiate fintamente compassionevoli e di fatto derisorie dei presenti. -No-rispose. Per quanto fosse disdicevole disdegnare il matrimonio della sorella, per giunta con un nobile, non avrebbe mai barattato qualche ora di pace per nessuna ragione al mondo.
Mary non era un'amante della compagnia ma se la scelta era la signora Bennett o quella donna sconosciuta, l'esito era scontato. -Va bene- disse- in fondo, non è forse vero che lo stesso Machiavelli esorta a scegliere il male minore, tra due calamità?-
Anne non disse niente.
Non aveva la minima idea di chi fosse quell'esimio sconosciuto ma se l'alternativa era inimicarsi quella strana ragazza e tornare a vivere il disagio di quel ricevimento...bhé la scelta era scontata. -Avete perfettamente ragione-disse...e mentalmente si appuntò di scoprire chi fosse quel tale, non appena avesse fatto ritorno a Rosings, però.
 
Come promesso, ho scritto qualcosa su Anne de Bourgh e su Mary Bennett, il mio personaggio preferito. One shot senza pretese, che spero sia piaciuta. Grazie a chi mi ha letto.

 
   
 
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