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Autore: saitou catcher    19/10/2013    6 recensioni
Ad un mese dalla conclusione della drammatica vicenda dell'Opera, Christine non riesce a dimenticare il suo Fantasma. Questi sono i suoi pensieri, nel momento in cui se ne rende conto.
Piccolo (oddìo: per modo di dire!) rutto mentale scritto da me e Catcher, speriamo vi piaccia!
Leggete e recensite!
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christine Daaé
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Christine non sapeva come fosse successo.

Un attimo prima era tutto normale, un attimo dopo...non lo era più niente.

Si passò nuovamente la mani sulle orecchie, quasi a scacciare il ricordo delle grida di Raoul, e fissò desolata il caos davanti a sè,la scrivania ingombra di carte sparse ovunque, e la sedia che il suo fidanzato aveva rovesciato nel l'impeto della collera. C'era qualcosa di terribilmente sbagliato in quella visione.

Come siamo arrivati a tanto? Si trovò a pensare, affranta.

Si sforzò di ricordare come aveva avuto inizio la litigata. Ma era difficile, i pensieri s'ingarbugliavano e si scontravano tra loro,mandando a monte tutti i suoi sforzi di dar loro un senso logico. Eppoi, le risultava difficile concentrarsi, il mondo circostante le sembrava lontano, irreale...da un mese a questa parte.

Ah, ecco, adesso ricordava. Ecco perchè avevano litigato. Perchè da quella maledetta ultima notte all'Opera ( erano trascorsi trenta giorni: Christine li aveva contati),dall'ultima volta che aveva visto il Fantasma...Erik... non riusciva più a togliersi quell'immagine dalla mente, e lentamente aveva iniziato a perdere interesse per tutto, a distaccarsi da ciò che la circondava, al punto da non accorgersi nemmeno più di quando qualcuno le rivolgeva la parola. All'inizio, Raoul non aveva dato peso alla cosa, ma quel giorno l'indifferenza della sua giovane futura sposa l'aveva esasperato. Le aveva urlato contro, l'aveva afferata per le spalle e scrollata, fino a lasciarle i lividi sulle braccia. Facevano ancora male.

“Maledizione, Christine, non possiamo andare avanti così!”

Raoul l'aveva fissata dritta negli occhi e qualcosa nel suo sguardo aveva impedito a Christine di volgere altrove la testa, come faceva di solito. “ E' passato un mese, Christine, un mese, dannazione! Dobbiamo vivere la nostra vita, capisci? Se continua così, io...”

“Mi lasci?” aveva mormorato lei, e quell'idea si era fatta largo tra gli strati ovattati della sua apatia, riempendole gli occhi di lacrime.

Raoul le aveva lasciato cadere le braccia. “Se pensassi che è quello che vuoi veramente, sì.”

Lei lo aveva fissato stravolta. “ Cosa dici?”

Raoul aveva sospirato. “Lui ti ha lasciata andare” aveva detto, passandosi una mano fra i capelli. “ Ma tu non hai lasciato andare lui. Tu sei ancora in quel sotteraneo, Christine, non qui con me.”

Era uscito a grandi passi dalla stanza, sbattendo la porta con tanta violenza da farla trasalire.

Com'erano arrivati a quel punto? Aveva bisogno di rifletterci.

Con un sospiro, Christine raddrizzò lentamente la sedia e vi si sedette, lasciando vagare la mente nel tentativo di capire se le parole di Raoul fossero vere.

 

Tutti mi

dicevano “Vedrai”...

 

Il suo pensiero corse al mattino seguente il loro definitivo addio, quando disperata, era corsa da Madame Giry, e aveva pianto tra le sue braccia, come una bambina, come quella bimba smarrita che aveva invocato il suo Angelo della musica in quella cappella e gli aveva donato tutto di sè fino a non lasciare più niente.

“Vedrai...” aveva mormorato Madame Giry, accarezzandole i capelli. “ Passerà, piccola mia, vedrai. Hai fatto la cosa giusta...”

 

È successo

a tutti, però poi...

 

Christine abbozzò un sorriso amaro. No, quello che era successo a lei non era successo a tutti. Nesuno poteva dire di aver visto quello che aveva visto lei, nessuno aveva udito quello che aveva udito lei, e nessuno portava nel cuore le cicatrici che portava lei.

 

Ti alzi un

giorno e non

ci pensi più...

Lo scorderai-

ti scorderai di lui...

 

Sì, si sarebbe dimenticata di lui. Sarebbe andata avanti, avrebbe vissuto la sua vita con Raoul, e col tempo, le cicatrici sarebbero guarite. Bastava solo dimenticare.

 

Solo che

non va proprio così...

 

Il sorriso amaro sulle labbra di Christine si fece più pronunciato. No, non era andata così. A parole era facile dimenticare, ma la verità era che non era passato nemmeno un giorno senza che il ricordo del suo Angelo le si affacciasse almeno una volta alla mente.

 

Ore spese

a guardare gli

ultimi

attimi in cui

tu eri qui con me...

 

Christine, ti amo.”

Quelle parole le entrarono nell'anima come schegge di vetro, andandosi a conficcare in lei, in un luogo dove non avrebbe mai potuto toglierle. Christine avanzò e lentamente si sfilò l'anello. Riuscì distintamente a vedere il barlume di speranza che aveva animato gli occhi del suo Angelo spegnersi definitivamente. Tuttavia, si fece forza. Gli prese una mano- una mano gelida, fredda, la mano di un morto-e vi depose l'anello. Un addio, e qualcosa in più. La promessa che sarebbe sopravissuto, che sarebbe andato avanti e in quel modo anche la dimostrazione che sarebbe stato sempre lì con lei, a cantare canzoni nella sua testa.

 

Dove ho sbagliato

e perché...

 

Ma aveva davvero fatto la scelta giusta? Aveva davvero seguito ciò che il suo cuore voleva? O aveva ragione Raoul, e lei in realtà non aveva mai lasciato quella caverna?

Distrattamente, Christine accarezzò l'anello nuovo che portava al dito. Quando aveva detto a Raoul di averlo dato al Fantasma, lui non aveva fatto domande, anzi, era sembrato persino che capisse. E due giorni dopo gliene aveva portato uno nuovo. “Per l'inizio della nostra vita insieme” aveva detto, baciandole la mano.

Ora, guardando quell'anello, Christine si chiese, per la prima volta, se avesse fatto la scelta giusta.

 

Ma poi

mi son risposta

che...

 

Sovrappensiero, Christine si sfilò l'anello e lo rigirò tra le dita. Fu una frase incisa all'interno ad attirare la sua attenzione.

Ogni giorno, ricorderemo quella notte, e il giuramento che abbiamo fatto.”

Christine lesse, e ricordò, la notte in cui, sul tetto lui le aveva giurato eterno amore, e di come quelle parole le fossero sembrate giuste, perché Raoul l'aveva sempre amata, e lei non l'aveva mai dimenticato.

Quel ogni giorno non era altro che la naturale continuazione di ciò che era sempre stato. E nel momento in cui si rese conto di questo, Christine capì di aver trovato la risposta.

 

Non ho

nessun rimpianto,

nessun rimorso,

soltanto certe volte

capita che

appena prima di

dormire mi

sembra di sentire

il tuo ricordo

che mi bussa e

mi fa male un po'...

 

No, non aveva rimpianti. Ciò che aveva fatto in quel sotteraneo era stato un'atto d'amore per Raoul, ed era per questo che Erik l'aveva lasciata andare . Perchè lei lo aveva amato solo come incarnazione della musica, e perchè tutto ciò che aveva provato per l'uomo sotto la maschera era pietà, e la pietà non è la stessa cosa che l'amore. Era stato per troppo tempo un Angelo, perchè lei potesse considerarlo un uomo.

 

Come dicon tutti

il tempo è

l'unica cura possibile...

 

Christine sentì le lacrime pungerle gli occhi, e poi scivolare sulle sue guance, tracciando lente linee su quel volto d'avorio. Le sue labbra si mossero senza emettere suono, seguendo le note che lentamente si dispiegavano nella sua testa, e la ragazza si circondò con le braccia, cullandosi al ritmo del suo respiro. Malgrado quella nuova consapevolezza di sè, le sue ferite ci avrebbero messo tanto tempo a guarire. Tanto tempo. Perchè il passato non si cancella, al massimo si supera.

 

Solo l'orgoglio

ci mette un po'...

un po' di più...

a ritirarsi su...

 

Eppoi, tra i suoi tanti sentimenti, entrava, seppur in minima parte, la sensazione di non sentirsi più desiderata, di non essere più indispensabile. Era stupido, ma in qualche modo s'era abituata all'idea che ci fosse qualcuno che l'amava fino alla pazzia,e avervi rinunciato scavava dentro di lei un vuoto difficile da colmare.

 

Però mi ha

aiutata a chiedermi

se era giusto essere

trattata così...

Dimmi che tu sei mia, dì che mi ami e lui vivrà!”

 

Christine aveva fissato sconvolta gli occhi brucianti di follia del suo Angelo. Non è possibile, aveva pensato,è un incubo...e l'angoscia le aveva stretto la gola come il cappio stringeva quella di Raoul.

Ripensando a quella scena, contrasse lani stringendo il tessuto della gonna. Un sapore caldo e metallico la riempì, e fu con stupore che riconobbe quella sensazione: rabbia. Rabbia, perchè lui l'aveva ingannata, aveva ucciso in nome del suo amore per lei, e i corpi di quelli che erano morti per causa sua danzavano ogni notte davanti agli occhi di Christine.

 

Da una persona che

diceva di

amarmi e proteggermi,

prima di abbandonarmi qui...

 

L'aveva trattata come se lei fosse una sua proprietà, e questo Christine non poteva accettarlo. E malgrado tutto, sembrava che in quella storia tutto il torto fosse dalla parte sua.

 

Non ho

nessun rimpianto,

nessun rimorso,

soltanto certe volte

capita che

appena prima

di dormire

mi sembra di

sentire

il tuo ricordo che

mi bussa

ma io non aprirò!

 

Christine...Christine...”

 

La ragazza trasalì, e si alzò di scatto dalla sedia su cui era accasciata, girando gli occhi intorno. Ma non c'era nessuno a parte lei. Doveva aver sognato.

Poi quella voce, in un sussurro, le accarezzò di nuovo la pelle.

 

Christine...”

 

Christine si guardò di nuovo attorno e una lacrima, l'ennesima, le solcò il viso. E con essa, ebbe l'impressione che tutto il suo dolore scivolasse via da lei disperdendosi nell'aria.

“Mi dispiace, Erik.” Disse ad alta voce. “Ho fatto la mia scelta.”

Si voltò e uscì dalla stanza.

 

Nessun rimpianto,

nessun rimorso,

soltanto certe volte

capita che

appena prima

di dormire

mi sembra di sentire

il tuo ricordo

che mi bussa...

 

Trovò Raoul in giardino, seduto su una panchina, lo sguardo assorto, perso, intento a rigirarsi tra le dita un a rosa. Senza far rumore, Christine gli si avvicinò e gli tolse delicatamente il fiore di mano.

Raoul alzò lo sguardo. “Ah, sei tu” mormorò. Dopo qualche minuto di silenzio, le prese una mano. “Mi dispiace per prima.”

“Dispiace anche a me.” Christine gli sedette vicino, e Raoul le circondò le spalle con un braccio, mentre lei gli posava il capo sul petto.

Rimasero così per qualche istante, poi Christine alzò la testa e gli mise una mano sulla guancia, attirando il suo sguardo. “Ho pensato a quello che mi hai detto” disse con voce seria. “E voglio che tu sappia che ti amo, e che la mia scelta l'ho fatta quando ti ho seguito quella notte. E la mia scelta è per la vita.” Sorrise, il primo, vero sorriso da un mese a quella parte. “Ho lasciato la grotta, Raoul” mormorò.

Raoul sorrise e l'attirò a sé. “Mi dispiace per prima” le sussurrò tra i capelli. “Ti amo.”

“Anch'io ti amo” rispose lei, e alzò la testa per baciarlo, finalmente libera da tutti i rimpianti.

 

... ma io non aprirò.

 

Allora, beneamato popolo di EFP!

Questa fanfiction voleva essere una risposta a tutte quelle storie che narrano di come Christine si sia pentita a vita per aver lasciato Erik. Non che abbiamo niente contro chi scrive queste cose, ma volevamo sfatare un po' di luoghi comuni e, sopratutto, attirare la vostra attenzione su alcuni dettagli:

  1. Raoul e Christine erano innamorati dall'infanzia, ed è Erik che è arrivato dopo e si è messo in mezzo, non il contrario;

  2. Christine, nel sotterraneo, ha baciato il Fantasma: ma grazie al picchio, aveva il fidanzato appeso ad una grata, che doveva fare?!

  3. Raoul è l'unico -e sottolineiamo: l'unico- personaggio che se n'è sempre fregato della deformità del Fantasma. Quella certa mancanza di feeling che c'era tra loro era dovuta al fatto che Erik fosse un pazzo assassino che stava cercando di fregargli la ragazza con cui lui ci provava da tutta una vita. Fosse stato Mister Universo, a Raoul non gliene poteva fregar di meno.

  4. Moralmente parlando, Raoul è il meglio dei tre,

  5. Si è capito che ci piace Raoul?:)

    È questo è tutto. Speriamo che la storia vi piaccia, e se vorrete lasciare una recensione, certo non vi sputeremo in un occhio!

    Un bacio,

    Saitou Catcher

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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