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Autore: angiechan 92    10/04/2008    3 recensioni
Remus e Tonks... due vite che si sono intrecciate per poi unirsi.... ma riuscirà la loro unione a sopraffare la morte? il racconto di ciò che accadde la terribile notte in cui questi due eroi hanno combattuto e sono caduti, lasciando tristezza e dolore per la loro scomparsa... lottando per un futuro migliore.. insieme...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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salve!! ^^

sarà meglio iniziare con un pò di allegria perchè man mano che andrete avanti la cosa si farà molto triste... comincio col dire che questa fic è sulla notte in cui Remus e Tonks muoiono per "circostanze misteriose" (dato che la Rowling non ci ha detto molto in merito, solo chi li aveva uccisi). segue la descrizione dei momenti in cui Tonks va alla ricerca disperata di Remus, la lotta che entrambi sostengono e l'inevitabile morte alla quale vanno incontro. vi anticipo (non per rovinarvi il finale) che questa NON è UNA STORIA A LIETO FINE! sono presenti inoltre scene molto tristi, quindi, a chi non piace il genere, a chi non è in vena o a chi certe cose fanno star male, consiglio vivamente di non proseguire...

Beh... detto questo... BUONA LETTURA!! mi raccomando.. aspetto numerosi commenti... e critiche, naturalmente, se ce e sono...

 

“Dov’è Remus?”

“Stava combattendo contro Dolohov nella torre Nord…”

Senza nemmeno pensare Tonks impugnò la bacchetta e si mise a correre verso la torre Nord…

Correva, correva senza sosta ormai, da quanto? Un secondo? Un minuto? Un’ora? Non importava, l’unica cosa che contava ora era trovare Remus, la sola cosa importante ora era trovare l’uomo che amava perché, ne era sicura, non sarebbe mai riuscita a sopportare l’idea di non essere stata con lui nel momento del bisogno… non sarebbe mai e poi mai riuscita a vivere senza di lui. Ninfadora Tonks correva più veloce che poteva, senza dare un attimo di tregua al suo corpo e alle sue gambe che non sembravano percepire più il dolore causato dalla fatica; il suo respiro affannato sembrava non voler smettere di inspirare aria e il suo cuore non voleva assolutamente saperne di arrendersi a tutte le difficoltà che avrebbe incontrato durante il tragitto che la separava da Remus. Se qualcuno l’avesse osservata meglio, avrebbe scorto nello sguardo di questa ragazza una determinazione e un coraggio che avrebbero indotto chiunque a spostarsi e a lasciarle il passaggio, senza neanche chiedere il perché…

Forse era proprio questa determinazione, questa decisione, questo coraggio e questa forza colma d’amore ad impedirle di venire colpita in quel tumulto di incantesimi mentre l’Anatema che uccide l’aveva sfiorata più e più volte, portandola vicinissima alla morte. Ma nemmeno questo l’aveva fermata, nemmeno la sensazione della morte, la paura di lasciare questo mondo le avevano impedito di continuare a correre mentre l’immagine di Remus, il suo volto impresso nella mente le dicevano di andare avanti, che non si sarebbe fermata finché non l’avrebbe trovato.

Mancava pochissimo ormai, la torre nord era vicina, la sua mente lo sapeva, il suo cuore lo percepiva…

“Remus… Remus…” il suo pensiero era un chiodo fisso “sto arrivando! Ti prego… resisti… non lasciarmi… non di nuovo…”

Era già accaduto una volta, aveva già rischiato di perderlo per sempre e, questa volta, non avrebbe permesso a nessuno, a mangiamorte, mostro, creatura oscura o Signore Oscuro che fosse, a nessuno di portarglielo via!

Avrebbe combattuto contro Voldemort in persona, contro la morte stessa pur di salvarlo, avrebbe dato la sua stessa vita, la sua anima per lui.

E poi… eccola… la torre nord… davanti a lei… la fissava e la contemplava dalla sua enorme altezza…

Ai suoi piedi orde di maghi oscuri, membri dell’Ordine, Auror, mangiamorte, studenti di Hogwarts che stavano combattendo fino all’ultimo e stavano dando la vita ognuno per la propria causa…

Tonks rimase per qualche secondo impietrita davanti a quel macabro spettacolo che, anche se aveva qualcosa di stranamente poetico, di cavalleresco, di eroico, era la cosa peggiore che avesse mai visto. Maghi e streghe che si davano battaglia come non mai e una miriade di corpi che già stavano accasciati al suolo, privi di vita, alcuni troppo giovani per aver già perso la luce, per aver lasciato questo mondo così prematuramente, per una guerra così ingiusta, così crudele, così tremendamente devastante.

Ben presto si decise a lasciar da parte questi pensieri e, dopo aver inconsapevolmente fatto cadere poche lacrime bagnate al suolo per coloro che erano caduti, si guardò intorno, sperando di scorgere Remus, sperando di poterlo vedere non tra i corpi privi di vita ai suoi piedi ma sperando con tutta sé stessa di poterlo veder combattere coraggiosamente come aveva sempre fatto, pieno di vita con sguardo fiero e coraggioso… come lo ricordava…

Lo sguardo si frugava tutto intorno, disperato, cercando in tutti i modi di scorgere la figura di Remus, ma niente, più si sforzava più non riusciva a vederlo… e la disperazione e l’angoscia si facevano largo nel suo cuore… una disperazione troppo grande da contenere… troppo forte da poter controllare… una disperazione che esplose in un urlo di rabbia…

-Remus!!! Remus!! Ti prego rispondimi!!!-

E se lui fosse già….

-Dove sei?! Remus!! Remus!!-

E se fosse arrivata troppo tardi per…

-No!! Non può essere!!! Ti prego Remus!! Rispondimi ti prego!!-

Cominciò di nuovo a correre, questa volta alla cieca, senza sapere nemmeno lei dove stava andando, urtando frotte di persone urlanti che scappavano, maghi che combattevano, streghe che lottavano…

-Remus!! Dove sei!?!-

In mezzo a tutta quella distruzione una ragazza cercava disperatamente di ritrovare l’uomo che amava, di ritrovare lo scopo della sua vita, di ritrovare la forza che le permetteva di andare avanti…

-Remus!!!-

Ancora un urlo disperato… ancora un angoscia repressa…

-Remus!!! Rem…-

Eppure… quell’uomo… quella bacchetta alzata… quello sguardo… quel modo di combattere…

-Remus?-

Poteva davvero essere… e se fosse stato veramente…

-Rem…?-

Le cicatrici lungo il volto, gli occhi azzurri che splendevano nel buio…

Tonks ne era sicura, non poteva sbagliarsi, quello era veramente lui, era davvero…

-Remus!! Remus!!-

Si mise a gridare e a correre verso di lui, sorridendo, piangendo di gioia per averlo ritrovato, ritrovando finalmente la forza che l’angoscia e la disperazione le avevano tolto…

Ma la sua gioia, il suo sorriso, le sue lacrime colme d’amore si spensero tutte in un sol colpo vedendo di colpo lo sguardo di Remus, ancora lontano, incupirsi, vedendo il suo volto contrarsi in una smorfia di dolore, osservando come disperatamente le sue mani si portavano al petto e si stringevano in una morsa agghiacciante… era stato colpito…

-No!! Remus!!-

Una paura incomprensibile e insopportabile per chiunque… la paura di aver appena perso la persona che più amava… la paura di aver appena visto la morte… queste sensazioni invasero Ninfadora che, ancora scioccata, cercava invano di pensare, di mettere a fuoco la vista che le si era di colpo appannata. Ma le bastò udire quella risata per rinsavire…

Dolohov era in piedi di fronte ad un angosciante Remus che ancora annaspava dal dolore e rideva di lui, ridicolizzandolo, umiliandolo…

-Feccia!!! Che cosa credevi di fare? Credevi davvero di riuscire a battermi? Un mago che perde contro… uno sporco mannaro!! Ridicolo!!-

Sporco Mannaro? Come osava solo chiamare in quel modo Remus? Come osava umiliare una persona come suo marito? Lui che era l’uomo migliore che aveva mai conosciuto, lui che aveva vissuto un’esistenza dannata, da reietto, da lupo mannaro, a causa di una bestia sanguinaria come Greyback, lui che era combattuto tra quello che appariva agli altri, ogni plenilunio, e ciò che era veramente, lui che aveva lottato contro i pregiudizi della gente e che, sposando Ninfadora e costruendo una famiglia con lei, aveva dato dimostrazione del coraggio che possedeva, lui che aveva dato la sua vita all’Ordine della Fenice, lui che aveva combattuto contro l’Oscuro Signore da sempre, lui che ingiustamente aveva sofferto e che continuava a soffrire… ora… di fronte ai suoi occhi…

-Non è giusto…- ebbe solo la forza di proferire -No!-

Gridando si mise a correre verso Remus, non poteva permettere che gli accadesse tutto questo, non voleva vederlo soffrire ancora…

-Sai…- disse Remus ansimando per il dolore -suona… strano detto da uno come te… uno che si definisce mago ma che allo stesso tempo si allea con una bestia sanguinaria come Greyback… codardo!-

Ancora una volta Remus non si era arreso e continuava a mostrare coraggio anche quando era lui ad avere bisogno d’aiuto…

-Codardo? Io?!- disse, con una voce corrotta dalla rabbia e dall’ira, Dolohov -Come osi?!-

Detto questo sferrò un calcio in pieno petto a Remus che, riuscito appena ad alzarsi e a staccarsi quel poco da terra, dovette ricadere nella polvere, a causa del dolore che ancora lo costringeva a piegarsi…

-No!!- Tonks era ansimante e sembrava non riuscisse a raggiungere Remus; anche se stava correndo più veloce che poteva sembrava che Remus le stesse sfuggendo… lentamente…

-Ti metterò a tacere una volta per tutte!!- Dolohov era colmo d’ira, niente lo avrebbe fermato… -Avada…-

-Non ti azzardare a toccarlo maledetto!!-

Dolohov non ebbe il tempo di voltarsi e scoprire da dove provenisse quella voce perché colei che aveva pronunciato tali parole gli corse incontro e sferrò un incantesimo che lo schiantò parecchi metri più in la e gli fece perdere i sensi…

Tonks ansimava, come se stesse ancora correndo, lo sguardo ancora ardente che fissava il punto dove Dolohov era sparito, la mano che teneva la bacchetta che tramava, come scossa dall’incanto che la sua padrona aveva appena fatto…

Dopo pochi istanti, la ragazza si voltò verso Remus, in silenzio, trovando un uomo che, piegato dal dolore, la guardava stupefatto, come se fosse un angelo appena sceso dal cielo per salvargli la vita, come se fosse…

-D…Dora?-

Gli sorrise, con le lacrime che tornarono a bagnarle il viso, con la gioia che finalmente riapparve sul suo volto; senza pensare un attimo di più corse verso Remus, gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte a sé, circondandolo con un abbraccio come mai prima d’ora, piangendo e ridendo al tempo stesso, per essere riuscita a trovarlo in tempo… finalmente erano ancora insieme.

Remus ebbe appena il tempo di riprendersi, di capire finalmente cosa stava succedendo… perché Dora era lì? Avrebbe dovuto restare a casa, con Teddy, al sicuro…

Remus si staccò dall’abbraccio della donna e la guardò stupefatto in volto, senza proferire parola, guardando il volto di lei che gli sorrideva, finchè…

-Dora, tu… che diavolo ci fai qui?- chiese con una nota di rabbia nella voce

-A parte il fatto che ti ho appena salvato la vita…- disse lei con una nota d’ironia -Non avrai davvero pensato che ti lasciassi andare così… guardandoti uscire dalla mia vita ancora una volta senza fare niente, lasciandoti andare a combattere senza rimanere al tuo fianco…-

-Ma tu… - non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che la donna e la persona che più amava era lì, accanto a lui, nel momento del bisogno ma in pericolo quanto lui -tu non… non dovresti stare qui!! È pericoloso… dovresti essere a casa con Teddy!! Tu…-

-Io ti amo!- disse lei tutto d’un fiato, non lasciandogli il tempo di replicare -Ti amo più della mia stessa vita e ho giurato di starti vicino, sempre, nel bene e nel male, qualunque cosa succeda. Teddy è al sicuro e nemmeno nostro figlio potrà impedirmi di rimanere accanto a te, ora, e per sempre!!-

Remus non ebbe la possibilità di replicare, non poteva rimproverarle niente, dopotutto lui avrebbe fatto la stessa cosa e poi, come poteva obbligare una donna che lo amava con tutta sé stessa ad andarsene e lasciarlo solo?

Le prese le mani e le strinse fra le sue, sorridendole, facendole capire con uno sguardo tutto quello che avrebbe voluto dirle; Tonks gli rispose a sua volta sorridendogli. Avrebbero combattuto e avrebbero affrontato il loro destino insieme, forti più che mai…

Lo aiutò a rialzarsi non smettendo un secondo di guardarlo negli occhi quando entrambi udirono una voce tremendamente familiare e ricolma d’odio e disprezzo alle loro spalle…

-Guarda guarda chi abbiamo qui…- proferì una voce stridula -la piccola Tonks, traditrice del suo stesso sangue, e il suo caro maritino licantropo… due fecce al prezzo di una!!-

Gli occhi di entrambi luccicarono di rabbia quando, voltandosi, riconobbero il volto che tanto entrambi odiavano e che disprezzavano: Bellatrix Lestrange, con i suoi folti capelli neri che le coprivano il volto e gli occhi simili e due fessure nero pece, era davanti a loro e li guardava con lo stesso disgusto con cui veniva osservata da questi ultimi.

-Tu….- Tonks ribolliva di rabbia, da tempo ormai non aveva avuto modo di scontrarsi con sua zia e fargliela pagare per tutto quello che le aveva fatto e, soprattutto, per la morte di Sirius, che ancora era una ferita aperta nel suo animo.

-Sembri sorpresa nipotina cara…- irruppe lei con la solita vocina stridula e tremendamente insopportabile -eppure avresti dovuto prevedere che mi sarei trovata qui… il mio Signore ha bisogno di me… perché io sono una sua serva fedele e non lo tradirei mai… non come ha fatto quella sporca traditrice di tu madre con noi!-

-Se essere una sporca traditrice significa schierarsi dalla parte del giusto e tradire gente come voi allora sono fiera della mia scelta così come di quella di mia madre!!- sembrava stesse per esplodere da un momento all’altro -Tu e… Voldemort, sarete gli ultimi a cadere in questa battaglia e la pagherete per tutto quello che avete fatto!!-

-Non osare pronunciare il suo nome, sporca, lurida mezzosangue!!- una scintilla partì dalla bacchetta di Bellatrix e puntò dritta verso Tonks che, prontamente, la respinse e fissò con sguardo di sfida l’odiata parente.

Remus le si schierò a fianco, pronto a combattere con lei questa battaglia, ma la presenza di una quarta persona lo obbligò a voltarsi e a proteggersi da un incanto rivolto proprio a lui.

Si voltarono entrambi appena in tempo per vedere la figura di Dolohov che, come se fosse risorta dall’oltretomba, si avvicinava a grandi passi verso di loro…

-Combatti con me, Lupin!- disse una voce roca e rabbiosa -ho un conto in sospeso con te, lurido mannaro!-

Al sentire quelle parole Tonks fu tentata di scagliare un incantesimo, che non osava nemmeno pronunciare, contro Dolohov, ma la sua attenzione fu richiamata da Bellatrix…

-Lascia che il tuo caro mannaro se la cavi da solo e concentrati sul duello Tonks…-

Gli occhi di entrambe ardevano di rabbia repressa…

-Non vorrai fare la fine di tuo cugino, vero?-

Pronunciò quelle parole con una tale superiorità e indifferenza che Tonks non resistette e scagliò una scintilla infuocata che dalla punta della bacchetta colpì Bellatrix, stupita e scioccata da una tale rabbia da parte della nipote traditrice…

-Non… osare… parlare… di Sirius!!-

-Come vuoi… vorrà dire che lo raggiungerai presto!! -

Nel medesimo momento, da quattro bacchette schioccò una scintilla; due tra i più grandi maghi e due tra le più grandi streghe si stavano dando battaglia e, in quella battaglia, si sarebbe deciso il loro destino, si sarebbe compiuto il loro fato, due di loro sarebbero rimasti in vita mentre i restanti avrebbero abbandonato per sempre questo mondo…

Remus e Dolohov… Tonks e Bellatrix… quattro vite… che ben presto sarebbero diventate due…

Si farebbe molta fatica a decidere chi, tra le due donne che ora si fronteggiavano in un duello mortale, era più adirata e colma di rabbie e rancore nei confronti dell’avversaria; lo erano entrambe, questo è certo, ma Tonks era avvantaggiata, non perché era più giovane, più abile e veloce, ma perché aveva un vero motivo per cui combattere. Mentre Bellatrix combatteva per un padrone al quale doveva portare rispetto e al quale doveva sottostare, Tonks combatteva per un mondo migliore, per la libertà, per la felicità sua e di tutte le perone che amava, combatteva per coloro che erano morti e per coloro che erano vivi, combatteva per suo padre, per sua madre, per Sirius, per Teddy, per Remus. Remus, pronto a sostenerla e incoraggiarla, pronto a starle vicino in questa assurda battaglia, l’uomo che amava, l’uomo che ora combatteva al suo fianco… fianco a fianco… l’uno per l’altra… insieme…

La forza che derivava dalla loro unione fu visibile fin dal principio agli occhi degli avversari che, con evidente difficoltà, lottavano contro due persone unite più che mai e che li stavano soggiogando senza problemi. Ormai la vittoria era vicina, Tonks colpiva Bellatrix ripetutamente, la quale evitava sempre con maggiore difficoltà i suoi colpi; la giovane auror quasi sorrise al pensiero di porre fine alla battaglia e tornare felicemente con Remus a casa, al pensiero di ritrovare il suo Teddy e di abbracciarlo forte, stringerlo a sé, vederlo crescere insieme a Remus, vivere con lui una vita normale, felice, una vita che aveva sempre sognato…

Brutta cosa il destino, beffardo, si prende gioco di noi e ci guarda quasi ridendo delle nostre azioni; per quanto ci sforziamo di cambiare le cose, le nostre azioni sono già scritte e a nulla valgono i nostri sforzi…

Questo fu quello che accadde a Dora e Remus, quella notte, quando entrambi, in un lampo, videro crollare tutte le loro certezze; più precisamente quando Tonks, che stava per porre fine al combattimento con la sua odiata zia, udì quella parola… così vicina…

-Crucio!-

Pronunciata da una sola persona possibile e diretta sicuramente a lui…

-Ahhhhhhhh!!-

Un lamento, un urlo di sofferenza, un grido di profondo e lacerante dolore….

Ebbe solo il tempo di voltarsi e, in una frazione di secondo, tutti i suoi pensieri, i suoi sogni, si infransero, si lacerarono alla vista di un volto che emanava dolore, di un’espressione sofferente, di un corpo che si accasciava al suolo…

Remus, affaticato dal duello precedente, era stato colpito a tradimento, alle spalle, da una maledizione senza perdono, dalla maledizione della tortura, colpito da un uomo senza scrupoli quale Dolohov, la cui risata ora echeggiava in tutta la zona. Eppure, alla vista di suo marito che lentamente crollava al suolo, Tonks parve non sentire alcuna risata, alcun rumore, nemmeno la voce stridula e maligna di Bellatrix che la insultava e la intimava a continuare il combattimento…

-Remus, no!!-

Fece per corrergli incontro, con un nodo in gola, con il cuore che sembrava si fosse fermato per qualche secondo mentre ora batteva a più non posso e con la mente offuscata e la vista accecata da quella visione, ma non fece in tempo a muovere qualche passo, anzi, non fece nemmeno in tempo a cercare di muoversi che un Anatema che Uccide le passò vicinissimo, la sfiorò e non la colpì solo per un fortuito caso.

Si voltò nella direzione opposta e vide i due occhi neri di Bellatrix che la fissavano mentre la sua espressione si aprì in un sorriso, uno sghignazzo, una risata di scherno nei suoi confronti…

-Cosa c’è?- la voce era ancora più insopportabile -il tuo caro Lupin non ce la fa più? Secondo me non resisterà più di altri cinque minuti…-

-Stai zitta!!!- e ancora un forte incantesimo si scagliò contro Bellatrix, ma questa volta fu prontamente respinto; lei sapeva che Tonks adesso era vulnerabile, lo sapeva… e ne avrebbe approfittato, mai e poi mai le avrebbe permesso di raggiungere Remus…

-Dovrai fare di meglio per sconfiggermi, ragazzina!!-

-Non ho intenzione di sprecare il mio tempo con te!! Remus ha bisogno di me!!-

-E tu credi davvero che io ti lasci andare?-

-Sarai obbligata a lasciarmi andare quando ti ritroverai stasa a terra, senza forze!!-

Bellatrix scoppiò in una fragorosa risata…

-Illusa!!! Il tuo caro mannaro avrà quello che si merita e sarà morto prima che tu riesca a raggungerlo… se mai riuscirai a raggiungerlo…-

-Taci!!-

Tonks continuò il combattimento, solo battendo Bellatrix avrebbe potuto andare da Remus, solo così avrebbe potuto salvarlo…

-Cosa c’è, mannaro? Non hai più la forza di alzarti?-

Tonks percepì chiaramente la voce di Dolohov che si faceva sempre più crudele e assetata di morte, poteva perfino sentire la risata di scherno che non smetteva di far fuoriuscire dalla sua bocca…

-Bene…. Adesso non fai più l’arrogante, eh?- Dolohov era di fronte a Remus, lo guardava con disprezzo, disgusto e un misto di derisione e pietà…

-Inchinati!!- gli urlò, ma Remus non smetteva di osservarlo con uno sguardo fiero e coraggioso, come se lo spirito di Godrik Grifondoro fosse vivo e ardente in lui…

-Ho detto inchinati!! Crucio!!-

-Aaaahhhhh!!-

Ancora grida, ancora dolore, ancora disperazione…

-No!!! Basta!!!-

Cercò invano di raggiungerlo ma, ogni volta, veniva bloccata dalla sua crudele zia che sicuramente godeva del fatto che lei stesse soffrendo… ogni volta che la maledizione veniva pronunciata…

-Crucio!!-

Ogni volta un disperato urlo di dolore…

-Aaaaahhh!! N-noooo…-

Ogni volta una fitta lancinante al cuore e un grido che solo l’amore può provocare…

-Nooo!! Remus!! Basta!!! Ti prego…-

Tonks piangeva copiosamente, Remus era lì, a pochi passi da lei, stava soffrendo, stava pagando per un male che non aveva commesso, stava subendo la più crudele delle torture e lei non poteva raggiungerlo, non poteva fare altro che guardare e percepire quel dolore come se fosse suo…

-È inutile… illusa… speri ancora di salvarlo?!-

-Zitta!! Zitta!! Lasciami passare!! Lasciami passare… devo andare da Remus!! Ti prego!! Remus!!-

Remus annaspava… Tonks non lo aveva mai visto ridotto così, il volto pallido e spento, gli occhi sbarrati e la bocca contratta in un espressione di dolore…

-Inchinati, feccia!! Crucio!!-

Un altro ordine, un altro colpo, un altro grido di dolore; Remus faceva fatica a respirare e dalla bocca gli colava una sottile scia di sangue, il dolore era indicibile ma niente e nessuno l’avrebbe mai costretto a piegarsi… mai nessuno…

-Crucio!-

-NO!! Remus!!-

Nonostante stesse lottando con Bellatrix, Tonks vide, per l’ennesima volta, il viso di Remus contorcersi e la sua espressione mutare; solo guardandolo in faccia percepì il dolore che doveva provare sotto quella interminabile e crudele tortura. Il volto che si deformava, le mani che si portavano, inutilmente, al petto, stringendosi in una morsa agghiacciante, cercando di porre fine a quell’agonia…

-No!!! Basta!! Basta!! Ti prego… non voglio!! Non vogliooooo!!-

Tonks aveva il cuore in gola, vedere Remus che soffriva così le mozzava il fiato e il desiderio di morire le si faceva strada nel cuore; avrebbe preferito cento volte lasciare questo mondo, patire quello che stava passando Remus pur di non vederlo soffrire così…

Bellatrix ormai rideva mentre combatteva contro una Tonks che, in lacrime, sembrava aver rinunciato a difendersi e che avrebbe potuto essere sconfitta in pochi attimi in quelle condizioni; ma la donna voleva divertirsi ancora un po’ vedendo soffrire la cara nipote. Non avrebbe certo posto fine allo spettacolo e alle sue risate maligne proprio adesso che stava cominciando a divertirsi…

-Te lo ordino un ultima volta, mannaro… inchinati!!-

-M…. mai…- tra il dolore e il sangue che ancora non smetteva di fuoriuscire dalla sua bocca, Remus ebbe solo la forza di proferire questa parola che, come una la ma affilata colpì Dolohov in pieno petto. Chi era ora ad essere colpito? Chi era ora il codardo? Dolohov indietreggiò… stupito, scioccato, disarmato da tanto coraggio e forza d’animo… la rabbia che gli bruciava dentro… il tono di sfida che l’uomo aveva appena avuto nei suoi confronti… gli diedero un buon motivo per colpirlo ancora… ancora una volta… un ultima volta…

Prese la bacchetta e la puntò in direzione del mago, con la mano tremante, accecato dall’odio…

-Crucio!!-

-Ahhhhhh!!!-

Remus cadde all’indietro, la bacchetta che lentamente gli scivolava di mano, il colore che lasciava il suo già pallido viso, l’espressione vuota, la luce che, lentamente, sembrava voler lasciare i suoi occhi da un momento all’altro, il suo corpo che ricadeva con un tonfo secco a terra, sporcandosi di polvere e ansimando lentamente.

-Noooooooooooo!!!-

Tonks scoppiò in pianto, disperata si portò le mani alla testa, strattonandosi i capelli, cadendo nell’angoscia più totale; non poteva e non voleva arrendersi alla visione di Remus che, senza forze, si era accasciato al suolo e che, forse, non ce l’avrebbe fatta…

-Visto?! Visto?!- urlò di gioia e scherno Bellatrix, di fronte a lei, decisa a non lasciarla passare -quello sporco mannaro di Lupin non ci darà più fastidio!! Era una nullità, una feccia umana ed è morto come tale!!-

Tonks alzò gli occhi, ora privi di espressione ma colmi di odio, verso Bellatrix; le lacrime che ancora le rigavano il viso sembravano essersi ghiacciate all’espressione di puro odio e rabbia che ora l’auror aveva, la disperazione che provava l’aveva accumulata ed ora era quella che le dava la forza di combattere…

-Tu… meriti soltanto di morire…- disse con una voce corrotta dal pianto e dall’odio che aveva accumulato così dolorosamente -ORA BASTA… TOGLITI DI MEZZO, MALEDETTA!!-

Bellatrix non ebbe il tempo di mutare la sua espressione di scherno in una smorfia di terrore, non ebbe il tempo di rendersi conto di quanto la rabbia di Ninfadora fosse arrivata al limite, non ebbe il tempo di capire quale incantesimo Tonks avesse lanciato, perché venne colpita in pieno da un esplosione che partì dalla bacchetta dell’auror e che investì completamente sia lei che Dolohov, travolgendoli entrambi completamente, accecandoli e schiantandoli chissà dove, priva di sensi, doloranti, incapaci di muoversi, di pensare…

Dopo quell’enome frastuono, tutto sembrava tacere, tutto sembrava immobile, come in attesa di qualcosa di altrettanto terribile, la quiete prima della tempesta…

Perfino Tonks, che qualche secondo prima avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi muovere ed andare da Remus, ora era paralizzata, confusa, scioccata; era ancora in piedi, con la bacchetta tremante tra le mani, con il respiro affannato e il battito accelerato, stupita da sé stessa e dalla rabbia che le era esplosa qualche momento prima, dando origine a ciò che era scaturito dall’oggetto magico che ancora teneva stretto in pugno. Era successo tutto così in fretta… il duello con Bellatrix… la sua risata… le grida di Remus… le parole di scherno di Dolohov… Remus che cadeva lentamente, inesorabilmente a terra…

Fu come se qualcosa fosse scattato nella sua mente: vide e rivide ripetutamente l’immagine di Remus che cadeva al suolo privo di sensi nella sua testa, lo vedeva soffrire e perdere le forze… lo vedeva lasciarsi andare ed accasciarsi… forse per sempre…

-No!- urlò la ragazza che, ripresosi dallo shock, tornata sé stessa, fu come se si fosse risvegliata da un brutto sogno e, aprendo gli occhi, aveva trovato Remus proprio come temeva: sdraiato al suolo, con gli occhi chiusi e il dolore impresso sul volto…

La disperazione che la pervase in quel breve momento molti di noi non la proveranno nemmeno nel corso di un’intera vita; fu proprio questa emozione devastante che le diede la forza di correre ansimante e con il cuore in gola verso di lui, sperando con tutta sé stessa che non fosse troppo tardi, sperando di vederlo ancora sorridere, sperando di poter vedere i suoi bellissimi occhi… ancora una volta…

Lo raggiunse senza fiato, osservando impietrita il corpo dell’uomo che amava privo di sensi, lasciandosi cadere in ginocchio davanti a lui, senza più alcuna forza che fosse dalla sua a sostenerla, senza più nessuna espressione, nessuna emozione sul suo giovane volto.

Lentamente, con una delicatezza che pareva soprannaturale, Tonks sfiorò il volto di Remus con una mano ancora segnata dalla battaglia, gli spostò i capelli leggermente ingrigiti che gli coprivano il volto e, solamente quando vide della gocce d’acqua scivolare lungo il viso dell’uomo, si rese conto che stava piangedo…

Strano, nonostante stesse piangendo non provava nulla, il suo cuore era come svuotato, privo di sentimento, guardando il volto di suo marito Tonks riusciva soltanto a provare una grande sensazione di vuoto e desolazione, come se niente nella sua vita, ora, avesse senso, come se tutto il suo passato, il suo presente, il suo futuro, fossero stati cancellati in quel medesimo istante…

Non vedeva nulla, solo lui… solo lui…

Eppure qualcosa la scosse dalla situazione in cui si trovava, un gesto, un minuscolo, insignificante sussulto la tolse dall’immensa distesa desolata in cui si trovava e le riaprì gli occhi, le fece riprendere il respiro, tornò a farle battere il cuore, le ridiede la vita, le ridonò la speranza. Fu un impercettibile movimento da parte di Remus che portò di nuovo la gioia nei suoi occhi: il mago, infatti, al contatto con la mano giovane e il tocco delicato di Ninfadora, sembrò percepire la presenza della donna che amava accanto a sé e, come per chiamarla, farsi sentire, aprì la bocca come per dire qualcosa, ma nessun suono ne uscì. Ma questo per Tonks era più che sufficiente, bastò questo per dare alla giovane auror la forza di reagire e sperare…

Allibita, Tonks lasciò andare senza esitazione, senza nemmeno pensare che erano nel bel mezzo di una battaglia, la sua bacchetta e prese il volto di Remus con entrambe le mani, voltandolo leggermente, chiamandolo…

-Remus…- una voce flebile, dolce, completamente diversa dalla voce che quella stessa ragazza aveva avuto pochi attimi prima, scagliando con odio e rabbia un incantesimo -Remus… sono io…-

Le lacrime tornarono a bagnarle il viso, calde gocce di vita che le percorrevano le guance e che colpivano con un delicato tocco d’amore l’uomo che inerme giaceva tra le sue braccia…

Lacrime…

-Remus…-

Calde e vive scintille di vita che cadevano al suolo e irrigavano con la speranza quel suolo arido e colmo d’odio…

-Ti prego… ti prego apri gli occhi…-

Frammenti di esistenza, testimonianza del dolore e dell’amore, segno evidente dei sentimenti degli esseri umani…

-Ti prego… non mi lasciare…-

Fiumi impetuosi di emozioni che scorrono e che straripano nel nostro cuore…

-Io ti amo…-

Segno tangibile dell’amore che scorre nelle nostre vene… segno tangibile dell’amore di Ninfadora…

-D… Dora…-

Gli occhi della ragazza si spalancarono in un’espressione di completo stupore, fissò per qualche secondo Remus, come se non credeva possibile aver udito quelle parole, come se volesse sentirle di nuovo, come se non credesse possibile quell’incredibile e tanto sperato miracolo…

-Remus..?-

La sola risposta che ricevette fu un flebile sorriso da parte dell’uomo, un flebile, timido, accenno di sorriso; le palpebre che delicatamente si sollevavano e lasciavano intravedere le iridi azzurro cielo, quel cielo che Tonks aveva tanto sperato di poter rivedere e che ora era lì, che la fissava con una dolcezza infinita…

-Remus!- urlò di gioia stringendo il mago a sé, poggiando la testa di lui sul suo petto, cullandolo dolcemente, accarezzandogli il capo, non desiderando nient’altro che quel momento durasse all’infinito…

Le lacrime le bagnarono completamente il viso, rigandolo e segnandolo, ma questa volta non erano solchi profondi creati dal dolore, ma delicati ruscelli causati da un sentimento troppo grande da poter descrivere…

-Remus… io… ho avuto paura che tu…- i singhiozzi le impedivano di parlare e quasi di respirare tanto erano frequenti -io… non… mi dispiace… avrei voluto… perdonami…-

Scoppiò in un pianto liberatorio, questa volta poggiandosi lei sulla spalla del marito che si era leggermente ripreso, questa volta cercando lei conforto e sicurezza, cercando lei aiuto…

-Shhhh…- le sussurrò dolcemente Remus all’orecchio - stai tranquilla… è tutto finito… è finita…-

-Mi dispiace- singhiozzò lei…

-Ma che dici…? Non è stata colpa tua…- la sua voce era debole e affannata, stanca e ferita…

-Sì, invece!- gridò lei - non sono stata in grado di aiutarti! Non sono stata in grado di starti vicino… di stare al tuo fianco per proteggerti!! Non ero con te quando ne avevi bisogno!! Io…-

Ma la sua bocca non fece in tempo a terminare la frase perché fu bloccata dalle labbra di Remus che, delicatamente, si posarono sulle sue, le sfiorarono per poi baciarle con passione e con un amore che non aveva paragoni. Tonks ricambiò con gioia quel gesto, stringendosi a Remus in un abbraccio cos’ delicato, ma allo stesso tempo così forte… talmente forte che avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa, uscendone vincitore!

Entrambi si staccarono solo quando l’aria divenne un bisogno, ritrovandosi a guardarsi negli occhi l’un l’altro, perdendosi nello sguardo colmo di emozioni che l’altro gli regalava, riscoprendo sentimenti stupendi e sensazioni indescrivibili, capendo quanto erano indispensabili l’uno per l’altra.

-La tua unica… colpa…- cominciò Remus con il respiro affannato-è stata quella di farmi perdere la testa… facendomi innamorare di una ragazza troppo bella per me… troppo dolce… troppo speciale-

Tonks aveva gli occhi lucidi e guardava Remus come mai prima d’ora, con una nuova luce negli occhi, consapevole che quel momento sarebbe rimasto impresso nel suo cuore per sempre…

-Tu…- continuò lui ancora affaticato -tu hai portato l’amore e… la felicità… nella mia vita di solitudine…-

Lei gli sorrise, in ginocchio davanti a lui, sorreggendolo e tenendogli costantemente il viso tra le mani…

-Il tempo… passato con te… anche se breve… è stato bellissimo…- la voce era sempre più affaticata ma Remus voleva dire a Ninfadora tutto ciò che sentiva e aveva sempre sentito nel cuore, tutto ciò che la legava a lei, tutto ciò per cui aveva lottato e per cui continuava a lottare, voleva dirglielo… prima che fosse troppo tardi…

-Sono stato felice di più in questi due anni passati con te… e con Teddy… che in tutto il resto della mia vita…-

Le prese le mani che erano ancora poggiate sul suo viso e le strinse tra le proprie, facendola sussultare come una ragazzina emozionata alle prese con il primo amore… ed era proprio così che Tonks si sentiva… emozionata… innamorata… felice…

-Io ti amo, Ninfadora Tonks e… non basterà la morte… a dividerci!-

-Oh, Remus… - Tonks aveva sempre saputo che il legame che la univa a Remus era forte e che il suo amore nei suoi confronti era sincero… ma mai lui le aveva parlato in quel modo.. Mai le aveva detto con tanta chiarezza quello che provava per lei…

Trattenne le lacrime a stento, per non turbarlo ulteriormente, ma ciò che provava era ugualmente visibile dal suo sguardo e dal sorriso che irradiava come il sole il suo giovane volto…

-Ti amo anche io…-

La felicità che entrambi provavano era indescrivibile, sarebbero potuti rimanere così, felici, innamorati l’uno dell’altra in eterno, se non fosse stato per quella parola, per quella maledizione…

-Crucio!- due voci egualmente stridule e colme d’odio echeggiarono alle loro spalle e li colpirono con fiotti di luce rossa, provocando in entrambi un dolore profondo e lacerante, separandoli, allontanandoli l’uno dall’altra, lasciandoli distesi, a terra, inermi, entrambi disarmati, incapaci di difendersi, incapaci di fare qualsiasi cosa, se non continuare a guardarsi negli occhi e sperare…

Bellatrix e Dolohov erano di nuovo in piedi, di fronte a loro, sovrastando i loro corpi sdraiati e indifesi; lo sguardo scintillante d’odio e disprezzo non aveva lasciato gli occhi neri della donna che si apprestava a parlare e nemmeno quelli del compagno mangiamorte che osservava i due che giacevano al suolo con scherno…

-Pensavi veramente…- cominciò lei con la sua voce stridula -che una come te? Anzi, che due come voi…-

E rivolse uno sguardo di disprezzo a Remus…

-…sarebbero riusciti a sbarazzarsi di noi così facilmente?-

Mentiva… non era stato per nulla facile riprendersi dall’attacco di Tonks e il suo corpo e il suo volto portavano ancora i segni della potente esplosione di energia che aveva colpito e investito sia lei che Dolohov… ma non lo avrebbe mai ammesso, non di fronte a lei, all’odiata nipote…

-Tu!!?? Una sudicia, sporca mezzosangue traditrice??!!- e mentre pronunciava con crudeltà queste parole colpi di nuovo la ragazza disarmata con l’incantesimo della torura…

-Aaahhhhh…-

-Nooooo…. Dor… aaaaaaaaaaahhhhhhh!!- anche Remus venne colpito al petto dalla medesima maledizione, ma il dolore per lui, ormai, era troppo grande per poterlo sopportare e si lasciò andare, senza forze, sul prato bruciato dagli incantesimi e da quella che era la follia degli uomini…

-Ti conviene startene zitto e buono, mannaro!- disse Dolohov con aria superiore e con un indifferenza disgustosa -verrà anche il tuo turno, non avere fretta…-

-Guarda…- continuò Bellatrix in tono di scherno -il tuo maritino vuole proteggerti… che carino.. RIDICOLO!! Ormai non può più fare nulla per te!! Nessuno ti salverà… questa volta!! Crucio!!-

-Aaaaaahhhhh…-

Tonks subì una tortura paragonabile a quella che aveva subito Remus poco prima, tra le grida soddisfatte di quella che doveva essere sua zia e le risate di quello che doveva essere un uomo corrotto e venduto al male come Dolohov, il quale non perdeva occasione per “divertirsi” con Remus, infliggendogli altri colpi, senza nemmeno fare caso alle sue grida strazianti di dolore…

Entrambi non cedettero mai, non mostrarono il minimo segno di debolezza o di paura, perché anche se i due mangiamorte li avessero uccisi… non li avrebbero mai sconfitti veramente.

Dopo quello che parve un secolo di atroci sofferenze, Tonks si riscoprì in grado di respirare, seppur con affanno, così come Remus che, annaspando, guardava con sguardo vuoto il cielo che si stava riempiendo di stelle argentate e la luna che, da sua compagna nelle notti solitarie, forse ora, finalmente, non avrebbe mai più rivisto…

La voce di Bellatrix risuonò in tutta la sua acutezza…

-Allora?! Adesso chi è che vince, eh? Chi è che sta vincendo?! Eh?!-

Sembrava una bambina capricciosa che si vendicava di un torto subito da un coetaneo, riversando in quelle parole tutto l’odio che provava…

-Allora?! Adesso non mi dici più niente, eh!? Cru…-

-Ferma!- la voce di Dolohov interruppe quel macabro delirio..

-Come hai detto?- chiese lei ancora scioccata dal fatto di essere stata interrotta…

-Basta… non ha più senso… guardali…- e indicò con disgusto i due corpi che giacevano tremanti e affannati ai loro piedi -mi stupirei se si ricordassero chi sono dopo quello che hanno patito…-

Sul viso scarno di Bellatrix apparve quello che doveva essere un sorriso di soddisfazione…

-Non sprechiamo più il nostro tempo con loro… non ne vale la pena…- continuò lui -è tempo di riunirci al nostro Oscuro Signore…-

-Hai ragione….- disse lei con un tono più calmo e serio sentendo menzionare il suo adorato signore -possiamo anche finirli, ora…-

Si allontanarono entrambi dai due corpi distesi a terra, indietreggiando giusto per prendere meglio la mira e per godersi meglio lo spettacolo, erano pronti, bacchette sollevate, era solo questione di attimi, ormai era finita, le voci di entrambi pronte a pronunciare un ultimo, finale incantesimo, l’ultimo che Tono e Remus avrebbero udito…

-Avada…-

Ma le loro voci si spensero, di colpo, contemporaneamente, quando si accorsero di quello che stava accadendo sotto i loro occhi…

Videro, senza capire, Ninfadora che, sdraiata al suolo, tremante, strisciava e si trascinava lentamente, tendendo la mano verso Remus, il quale stava compiendo il medesimo gesto, avvicinandosi alla donna che amava, cercando il suo sguardo, sfiorando le sue dita…

Il dolore lancinante e straziante che entrambi provavano a causa della tortura era indescrivibile e il loro sforzo per avvicinarsi e stare vicini un’ultima volta, era enorme; ma, nonostante ciò che avevano passato, la loro mente era lucida e il loro cuore batteva ancora allo stesso modo l’uno per l’altra. Tonks sorrise debolmente quando riuscì a sfiorare le dita di Remus, pervasa da una gioia infinita solo per il fatto di essere con l’uomo che amava, solo per il fatto di essere accanto a Remus nel bene e nel male, come aveva promesso, come aveva giurato. Le loro dita si intrecciavano e ben presto si ritrovarono a stringere l’uno la mano dell’altra, con le fedi che risplendevano cariche di luce in mezzo a tutta quella oscurità e che erano soltanto il simbolo di un amore così grande come lo era stato il loro.

Bellatrix e Dolohov rimasero entrambi esterrefatti e allibiti di fronte a ciò che si presentava davanti a loro, stupiti da quello che stavano guardando, confusi di fronte ad un gesto che non potevano capire, di fronte a sguardi di cui ignoravano il significato, di fronte ad un sentimento che non sarebbero mai riusciti, purtroppo per loro, a comprendere…

E così, mentre gli occhi di Remus si specchiavano nello sguardo della ragazza di fronte a lui, Bellatrix, spazientita e impaurita di fronte a ciò che non poteva comprendere, si decise a finirla una volta per tutte…

-ORA BASTA!! FINIAMOLA!! Non ne posso più di questi due… Dolohov!!- chiamò il compagno che era rimasto forse più sconcertato di lei e stava ancora fissando le due figure ai suoi piedi con uno sguardo indecifrabile…

-Sì… io…- non sapeva che cosa dire, che cosa fare, ma la voce sprezzante di Bellatrix gli ricordò il suo compito, gli ricordò il motivo per cui era lì -hai ragione… facciamola finita…-

E ancora una volta entrambi alzarono le bacchette, puntandole in direzione di coloro che tanto li turbavano con il loro amore, facendo scaturire, dalle rispettive punte, piccole scintilla verdi che illuminarono con un bagliore smeraldino tutta l’area della Torre Nord…

Consapevoli di ciò che stava per accadere, Tonks e Remus, d’istinto, si strinsero ancora più forte le mani, rinnovando la loro unione, la loro forza e il loro amore; si guardarono negli occhi, un’ultima volta, scoprendo con meraviglia che lo sguardo di entrambi era velato di lacrime e che il sorriso non aveva abbandonato il volto del compagno…

-Per Harry… per il mondo intero… per Teddy…- disse debolmente Remus… pronunciando le sue ultime parole in questa triste vicenda…

-Per nostro figlio…- concluse Tonks lasciando cadere a terra le lacrime che gli annebbiavano la vista, stringendosi ancora di più nella stretta di Remus, guardando il volto dell’uomo che amava e scoprendo che non avrebbe mai smesso di amarlo… mai…

-Avada Kedavra!-

Le loro voci risuonarono potenti nel silenzio che ormai avvolgeva il terreno attorno loro, il lampo di luce verde scaturì dalle loro bacchette, maligno, malvagio, crudele, letale e investì completamente le figure che giacevano inermi al suolo. Eppure… nessun urlo uscì dalle bocche di Tonks e Remus, nessun gemito di dolore, nessun segno di paura pervase i loro corpi quando si sentirono investire dall’onda della morte…

Ancora guardandosi negli occhi, l’un l’altro, entrambi sentirono le loro palpebre farsi più pesanti, sempre più difficili da sorreggere, troppo pesanti per poterle tenere aperte ancora a lungo e così lasciarono che si chiusero, lentamente, riducendo a nulla anche l’ultimo spiraglio di luce che appariva alla loro vista, guardando per l’ultima volta il volto del rispettivo oggetto del loro amore. Sentirono i battiti del loro cuore rallentare, scandire sempre meno il tempo, fino ad arrestarsi completamente, battendo all’unisono un ultimo istante di vita.

Remus John Lupin e Ninfadora Tonks erano morti, se ne erano andati, per sempre, combattendo da eroi e niente e nessuno avrebbe potuto cambiare ciò che era successo, niente e nessuno avrebbe potuto riportarli indietro… ma ora questo non importava.

Perché anche se non potevano più guardarsi negli occhi, anche se non potevano più sentire il respiro dell’altro, anche se non potevano più stringersi in un caldo abbraccio, circondandosi con del loro amore…

Le loro mani erano ancora strette l’una nell’altra, segno visibile del loro amore e del loro coraggio, in una stretta che sarebbe durata in eterno.

Loro erano insieme… loro erano uniti… per sempre

   
 
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