Il legame della famiglia ci concede un potere incommensurabile.
Ma dobbiamo anche accettare che cosa comporta.
Ci dà la responsabilità di amare senza condizioni.. senza
scuse. Non possiamo mai rinunciare al potere di quel legame, anche quando viene
messo alla prova.
Il legame ci nutre, ci dà la forza. Senza quel potere,
non abbiamo nulla.
-Elijah-
Il legame
sacro e eterno della famiglia lo aveva sempre avvolto come un mantello. Elijah
lo percepisce alle sue spalle, al suo fianco, dentro di sè;
un'entità possente ed inesorabile che aveva finito per stargli così stretto da
piegare la sua stessa vita, da bandire ogni altro tipo di affetto e scandire i
passi della sua esistenza.
La famiglia
per Elijah è la sua più grande compagna e felicità, e allo stesso tempo il
suo nemico peggiore nonchè maledizione. Quando
rappresenti il puro male come puoi trovarvi del puro amore?
Se vuoi
ottenere i benefici di appartenere a una famiglia, devi sopportare anche cosa
questo comporta.. E infatti la famiglia gli riempie l’animo ma lo glielo
consuma pezzo per pezzo, ricominciando sempre da capo, con zanne impregnate di
veleno che si finge un antidoto d’amore, e martoria e stringe il suo cuore
riducendolo così schiavo di quella catena di legami, da cui non puoi uscire se
non vuoi spezzare anche te stesso.
Ma il cuore
di Elijah giace sempre lì.. nel fondo del tradimento, dietro le sbarre di
speranze disilluse e morte nella nebbia dei ricordi. Perché ormai solo questo
tiene in piedi l’idea di famiglia che Elijah ha sempre voluto: ricordi, ricordi
in cui erano umani e lontani dalle ragnatele di cui l’odio e il sangue
avrebbero tessuto i fili.
Ciò che
angustia Elijah è sapere che in quel presente i ricordi non prenderanno mai
forma, ma appena ne vede un barlume ritorna a nutrire speranza, seppur fragile.
Perché dopo che innumerevoli impronte sanguinanti delle loro vittime avevano
macchiato i loro animi, dopo che gli inverni erano scesi su di loro strappando
un’idea di un amore mai vissuto, l’unica cosa buona che rimane è sperare..
Sperare che almeno i loro ricordi non sarebbero stati trascinati via del vento,
diventando foglie secche, ma sarebbero invece rimasti solidi e persistenti.
Solo Elijah
cova quella speranza esangue. Solo lui. Il suo cuore non può smettere
nonostante i tradimenti e pugnalate di cui è vittima.. nonostante i suoi stessi
silenzi gelidi che scoccano a vuoto nel petto.. Strana metafora, ma Elijah
della famiglia é sempre stato un punto fermo, statico, che delinea
perfettamente la divisione tra bene e male e ne pesa le misure a seconda delle
occasioni.
Era un’ombra che poteva confondersi abile nella luce.
Elijah é
elegante come un principe d'altri tempi, disperde parole d'onore e di
giustizia, ottiene la fiducia e la ammirazione degli altri perché pondera con
intelligenza e calma le sue mosse. Ma il sguardo è tenebra e i sorrisi non
sbocciano mai sulle sue labbra rigide. E quegli occhi sono maledettamente di
ghiaccio, ghiaccio solido.
Stipula molti
accordi ma se questi non sono possibili strappa all’istante i cuori delle sue prede,
come un foglio di fattura scritturato male per poi gettarlo incurante nel
cestino.
E’ votato al
male, proprio come i suoi fratelli. L’unica differenza è che cerca di
combattere quel dato di fatto, facendone i conti, e di mantenere integri i suoi
vecchi ideali umani. Di cercare di dare un senso a quella parola tanto
importante per lui e che in quest’epoca non ne ha: onore.
Deve quindi mantenere i suoi giuramenti, soprattutto uno.. il più importante di tutti perchè l'unico che gli è nato da quel cuore considerato di ghiaccio. E deve anche fare ammenda dei suoi peccati...
Per tutti questi motivi e nonostante i numerosi inganni, Elijah non può lasciar perdere e
disinteressarsene delle sorti dei suoi fratelli completamente alla deriva
dell’odio. Si sente in obbligo perché appartiene a quella famiglia, la famiglia
più maledetta di tutte ma non per questo può allontanarsi da essa, anche se si
era fatto un’etichetta tutta sua. I suoi fratelli dopotutto esternano la
violenza senza problemi, come dei draghi che solcano il cielo distruggendo
tutto con fuoco e sangue.
Non é una
bestia di fuoco Elijah, non è come i suoi fratelli, é come un accumulo grosso
di ghiaccio che resta immobile e pacato a fissarti, e quando meno te lo aspetti
si tramuta in mille schegge di ghiaccio che ti trapassano velocemente da parte
a parte, perforandoti.
Le ceneri
della sua anima bruciata e i resti delle suo vittime le tiene sotto il tappeto,
lì dove le tiene nascoste, e ci cammina sopra col passo talmente elegante da spingere
gli spettatori a guardare solo lui e non a scorgere minimamente cosa c’è sotto
le suola delle sue scarpe costose e laccate.
Non potrai
nemmeno dire di essere morto per mano di un assassino violento e terrificante perché
questo carnefice ti guarderà dall'alto della sua superiorità perfettamente
impeccabile e sofisticata, col suo piccolo sorriso di noncuranza, gli occhi glaciali mentre
si pulisce elegantemente il sangue con un fazzoletto di seta. Non saprai dire
se é un oscuro angelo o un demonio che non riesce a trovare un girone dell’inferno
adatto a lui.
Ma nonostante
questa diversità lui non si é mai sentito estraneo alla famiglia, anzi ha fatto
in modo che proprio chi lo fosse ne divenisse parte integrante e ricevesse l’amore
più totale.
Come
ringraziamento Elijah aveva ricevuto il dono di una bara non proprio
confortevole in cui dormire e tra le mani i resti ossuti di una compagna che
ben conosceva: la morte. E il cuore spento, così stremato da quelle battaglie
perse e tradimenti illeciti. Ma continuava a sperare. Infinitamente. Il senso
della famiglia sta anche in questo: mai smettere di lottare, di rimanere uniti.
Sebbene
quegli eventi durante i secoli gli avevano indurito l’animo a tal punto da non
provare più niente, nessun sentimento che non riguardasse la sua famiglia. Il
tempo e le esperienze passate gli avevano fatto rendere conto di molte cose
inevitabili e drastiche che gli umani non possono comprendere, perché
l’eternità ti rende conoscitore di molte verità amare ma ti fa perdere le cose
che ritenevi le più importanti in vita. Sensazioni, l’adrenalina e
l’eccitazione perché sai che ogni momento potrebbe essere l’ultimo, e cogli
ogni piccola sfumatura della vita come un dono prezioso.
Ora non più. Elijah
di tutto si aspettava dall’eternità: si aspettava la tristezza, l’odio per se
stessi, il rancore, la solitudine, i ricordi che pesano come macigni ma che si
fanno sempre più flebili nella mente.
Tuttavia non si
aspettava la monotonia. Come gocce dai rubinetti, le sue giornate passano
lente, statiche, prive di scintille e raffreddate di un calore sospirato ma non
esistente. Il suo tempo è vuoto, monitorato dai suoi principi, ma inutile. Le
lancette divorano le sue ore senza significato e senza meta.
La famiglia, l’unico
appiglio per non soccombere, è ciò che lo fa sentire umano. Per il resto era
solo pietra, ghiaccio che nulla potrà più spezzare. Forse nemmeno l’impetuoso
fuoco della famiglia perché le sue pugnalate bruciano troppo.
Ma magari è per
questo che li rincorre sempre. Perché magari non otterrà solo la loro
redenzione, ma anche la tanta agognata e semplice umanità che si era scoperto a
desiderare, che mancava da tempo immemore al suo cuore stanco da troppa
solitudine e privato di speranza.
Quindi con
tutta la perspicacia che possiede Elijah è riuscito ad avvicinare suo fratello Niklaus a New Orleans e a fargli capire che potevano avere
un’ultima chance per essere una vera famiglia, di riottenere ciò che il destino
aveva loro tolto con tanta crudeltà.
Elijah
potrà essere ammirato come il cristallo ma è letale quanto un pugnale. Affonda
quindi nel petto del fratello la pura e spudorata verità, tutto ciò che egli
nega con tutte le sue forze ma che gli occhi attenti del fratello maggiore
sbugiardano all’istante.
Urla,
rinfacciate, bugie, paura, egoismo, abbandono. Questa combinazione attira
entrambi i fratelli come in un circolo vizioso da cui non c’è scampo. Ma Elijah
vuole ancora sperare, non può mollare proprio ora.
Ti ho fatto una promessa. Always and
forever. Family above all.
L’ultima
frase viene sbavata da un suono incrinato ed evidenziato da qualcosa che
nessuno aveva mai visto in Elijah e che persino lo stesso Klaus ne rimane
interdetto: una goccia di dolore sfocia dai suoi occhi neri molto spesso invalicabili,
occhi che hanno sempre giudicato e ucciso attraverso di essi, adesso vengono
smascherati e sciolti.. come ghiaccio che finalmente si crepa e da cui
trasudano rimpianti.
Una
lacrima. Spettro disfatto dell’amore che provavano, ombra vorace
della speranza e stemma della colpa passata senza perdono.
Niente può
scatenare in Elijah sensazioni così forti e umane come lo fa la famiglia.
Nient’altro lo rianima quando è sul punto di affogare nella solitudine e
nient’altro può fargli venire meno la sacralità dell’onore.
Niente
conta più di questo alla fine dei giochi e quando non sai che fartene delle
pedine che maneggiavi nella scacchiera. E anche quando ti senti di avere tutto
o niente.
Always and Forever.
Quelle parole sono importanti per me oggi come lo sono sempre
state.
Klaus
appare visibilmente colpito dalle parole del fratello e dal suo desiderio di
riconciliazione. Ma sembra comunque mascherarlo dietro a una risata e battuta
di scherno. Ed infine il silenzio per non riconoscere quell’amara verità detta
dal fratello.
Non
importa, Elijah vuole combattere per un amore leale e sincero che ormai non
esiste più ma che spera di ricomporre. Forse la sua sciocchezza sentimentale
verrà punita con la morte.. morirà, ma in fondo lo è già. Lo è da quando la
vita che fintamente respira non profuma più di niente, solo di sangue dannato,
e da quando il suo cuore vuole battere ma non riesce a fare rumore. E’
semplicemente stanco di non sentire più niente, neanche quando procura la
morte. Stanco della sua stessa corazza che si è creato per difendersi da sentimenti
corrosivi.
Vuole
ritornare a vivere. E sente che anche Klaus lo vuole. Così come lo vuole Rebekah.
E lui come
fratello maggiore deve mantenersi retto e dirigerli adeguatamente, non farli
brancolare a tentoni nel buio.
Passa il
tempo e le sue parole sembrano aver fatto breccia miracolosamente nell’animo di
Klaus. Forse può ancora essere salvato. E’ la sua ultima chance e Elijah non
intende sprecarla. Anche lui si sente ristorato, le lancette della sua vita non
sono più monitorizzate e lente da morire. Si sente a casa, ovunque è casa con
la sua famiglia.
Perfino il
cuore è in pace anche se rimarrà sempre un muscolo morto e imbrattato di gelo.
Ma quella sensazione lo nutre come non mai, un combustibile migliore del sangue
e di qualsiasi altra cosa.
Klaus a un
certo punto di una conversazione parla di debolezze. Lui, debolezze? Elijah sa
che Klaus ne è pieno anche se per il suo bene è meglio non esplicitarlo. Ed è
infatti strano che sia Klaus ad ammettere di averne una.
La
debolezza di Klaus è la stessa di Elijah. Solo che Elijah l’ha fatta diventare
la sua forza, la sua ragione di vita.
Klaus
invece, quella debolezza, la ripudia.
Arriva
improvvisa quella trafittura al cuore. Così improvvisa che Elijah non si
capacita di cosa stia accadendo, non sente nemmeno il dolore fisico. Solo
stupore, incredulità. Perché non poteva crederci di essere ricaduto nel solito
errore, di essere andato dritto in quella prigione senza sbarre e senza mura ma
che lo imprigiona per l’eternità e da cui non si torna più.
Non appena
si rende conto dell’origine di quella bruciatura al petto, Elijah si arranca al
fratello, come la vittima che non può riconoscere il suo carnefice come tale e
si aggrappa per trovare in quel contatto un aiuto, un ultimo barlume di vita.
La cosa
che più si desidera al mondo si tramuta sempre nella tua rovina più triste.
Elijah
guarda suo fratello in maniera shockata, non riesce a capire il motivo di
questo nuovo tradimento, proprio ora che si erano gettati il passato alle
spalle.
Ma il
passato non si può cambiare, nemmeno la natura di un uomo. Illusioni erano le
sue. Facile a polverizzarsi e distruggersi, proprio come il suo cuore adesso.
Il dolore fisico non è un niente se paragonato al dolore dell’anima, ennesima
volta torturata.
Il tradimento brucia come se non indossasse l'anello diurno, la rabbia scava nelle vene che vanno rinsecchendosi e i suoi occhi parlano chiaramente, detestando l'ennesimo abisso nel quale inevitabilmente cadrà.
Nel volto
traditore del fratello, Elijah vede una morte senza perché, morte che gli
scorre sul volto come pioggia malefica, morte che inghiottisce tutto come il
fuoco.
Forse
dietro a questo c’è un barlume di pentimento, di spiegazione al suo egoismo, ma
Elijah non può vederlo perché Klaus gli stringe il viso al suo petto, come se
gli stesso donando un abbraccio d’addio, un gesto d’amore nella morte.
Nella
sacre scritture Giuda bacia Gesù. Ma forse è meglio così perché in quel modo
Elijah riesce facilmente ad essere inghiottito nell’oscurità, più velocemente,
così da non sopportare il fardello pesante della sconfitta.
Aveva
sbagliato.. di nuovo.. il legame che scaturisce dalla famiglia Mikaelson è imbrattato di sangue. Solo e esclusivamente
sangue cattivo.
Per Klaus
era impossibile la redenzione. Forse non poteva cambiare. Forse non poteva
essere nient’altro che una bestia di fuoco, un predatore egoista e spietato, un
carnivoro che si cibava dell’amore altrui.
Elijah
aveva sempre rinnegato quello stile di vita, aveva subito ghiacciato quell’istinto
prima ancora che i suoi fratelli si portassero dietro una fila di cadaveri.
Forse
doveva essere come loro, non ghiaccio, non immensurabilmente onorevole, non così legato all’idea di famiglia da
non desiderare nient’altro e abolire tutto il resto.
Ma ormai è
la fine. Niente è più importante quando la mano della morte che ti chiude gli
occhi in un sonno infinito è quella di tuo fratello.
Cosa
contano le promesse fatte mille anni fa quando l’unica che resta è un silenzio
che odora di morte?
Il suo
cuore non è stato ucciso da una pugnalata ma dalla sua stessa compassione, dal
suo stesso amore. E l’incubo riprende, lento e inevitabile.
E ancora
una volta Elijah assapora amaramente il dono più celebre che Klaus fa ai suoi
fratelli: questa volta la monotonia, ancor più drastica di quella in vita,
verrà vissuta all’interno di una bara.
Le
lancette scorrono di nuovo lentamente, rintoccano con più violenza dolorosa in
lui, ma Elijah vuole che vadano più veloci. Così sarebbe uscito prima da quella
prigione… e avrebbe insegnato al fratello una nuova
lezione.
La
famiglia è potere. E anche la vendetta lo è.
Il loro
legame era, inevitabilmente, scandito dal ferro dei pugnali e dal rosso del
sangue.
E’ per
questo che era così potente? Così dannato? E irrazionalmente amato?
FINE.
Come al
solito ho voluto dedicare un nuovo lavoro a Elijah. Sì esatto, sono
ossessionata da costui XD Ma meritava una one shot tutta sua, basata su una puntata che finalmente lo
vede come protagonista.
Lascio a
voi i commenti. Elijah è un personaggio molto complicato e complesso, difficile
da interpretare. Ma la cosa certa è questa.. ama la sua famiglia.
Sul finale
che ne dite? Non so se esserne soddisfatta ma mi aspetto un Elijah super
arrabbiato al suo risveglio. Come è lecito. Non può sempre perdonare quel
farabutto che ha come fratello.
Ma si sa… always and forever…
Date un’occhiata
a questo video. Ho scritto questa one shot ispirandomi ad esso e alla canzone The Promise à http://www.youtube.com/watch?v=0F38iFH1iv4
Una recensione e qualche
consiglio/aiuto sono sempre graditi J
Alla prossima!