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Autore: K i m b e r l y    10/04/2008    15 recensioni
A quattordici anni ho iniziato a fumare. Niente Marlboro o schifezzuole del genere, io, da alternativo partito per la chitarra, fumavo Camel Light.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer:
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera nè offendere in alcun modo il gruppo descritto. Le situazioni, i personaggi e i pensieri provengono puramente dalla mia testa, niente di ciò è reale. Le sigarette appartengono ai rispettivi marchi.

Note:
Ironico monologo di Saul Hudson, alias Slash, mitico chitarrista dei Guns N'Roses, che ripercorre il passato attraverso le diverse marche di sigarette che i suoi compari hanno fumato. Il tono è ironico e sarcastico, a volte un filino acido, mi piace pensare ad uno Slash che si prende scherzosamente gioco dei suoi compagni d'avventura ^^
Le diverse marche abbinate ai cinque componenti le ho scelte su ispirazione, non che io sia una così esperta di marchi di sigarette ><
Questo è Slash come lo immagino io, niente donne fisse attaccate al palco, se ne frega del parere altrui e dice sempre cioò che pensa. Riguardo Izzy, mi piace contrariamente pensarlo come una ragazzino che ha smarrito la retta via, da cui il motivo di nessuna sigaretta XD
Piccolo delirio in mezzo a tante storie drammatiche. Qualche volta serve spezzare un pò..! Sarebbe gradita una recensione, please ^^
I hope you'll enjoy :-*

xXx Kim xXx




Quando Ero Piccolo Fumavo Camel Light

Sarà stato il rock, sarà stata la mia amiciza con quel folle di Steven Adler, sarà stata la brezza new yorkese.
Sarà stata la combinazione di tutte queste cose, ma a quattordici anni ho iniziato a fumare.
Niente Marlboro o schifezzuole del genere, io, da alternativo partito per la chitarra, fumavo Camel Light.
Non ero come i fighetti di scuola mia, tutti Bee Gees e capelli impomatati, dipendenti dalla discoteca e dalle camicie a fiori, figuriamoci.
Piuttosto di sembrare una ragazzina con gli ormoni a mille mi sarei suicidato seduta stante.
Mi piaceva suonare, passavo ogni minuto del mio tempo chino sulla chitarra, sperimentando e creando, imparando con sudore e fatica le canzoni dei Deep Purple. Dio, non sono mai riuscito alla perfezione nel riff di Smoke On The Water, ma essendo autodidatta mi pare più che comprensibile, no?
A scuola stentavo a prendere la sufficienza, ma finchè avevo la mia Gibson e un paio di ragazzine adoranti ai miei piedi, chi se ne frega del resto?
Stufo dell'aria che tirava al liceo, sono diventato un vagabondo. Si, proprio così, non guardatemi con quella faccia!
Chitarra in spalla, cilindro in testa e Camel tra le labbra. Girando, conoscendo gente, imparando roba, e soprattutto suonando.
Ho fatto un paio di audizioni per gruppetti anonimi, ma l'emozione e i fattori che entrano in gioco sul palco mi hanno fatto ricevere un sonoro calcio in culo unanime da tutti i componenti delle band. Peccato, Smoke On The Water allora mi riusciva che era una meraviglia, peccato nessuno notasse il mio spiccato estro artistico!
Dopo vari tira e molla, molla e tira, peggio di quelli delle coppiette innamorate, sono finito in un gruppo che prometteva bene, o almeno accennava qualcosa, insieme al mio compagno storico Steven-Pop Corn-Adler.

Non chiedetemi perchè lo abbia chiamato così, sarà frutto di una delle nostre innumerevoli sbronze.
A quel tempo Steve, da quel bravo anticonformista che era, fumava Lucky Strike.
Capelli biondi, sorriso da bambinone cresciuto sempre stampato sul volto, cicca tra le dita, intento a declamare quella leggenda metropolitana che avrò sentito sì e no un miliardo di volte. Sì certo, ogni cento sigarette una contiene marijuana. Credici Stevie. Dopo tutte quelle che ti sei fumato, ti sei stancato di non averla trovata e ti sei buttato direttamente sulla materia prima, caro mio. Avrei sempre voluto prendere quelle bacchette con cui eri solito battere su qualsiasi cosa ti capitasse a tiro, e sbattertele ripetutamente sulla zucca, cercando di capire se fosse sempre stata vuota o se quella mancanza di materia fosse stata rimpiazzata dal fumo delle tue tanto agognate cicche. Ma lo sai che scherzo Stevie bello, a te devo tutto, a partire dagli spiccioli che hai pagato per le corde della Gibson rotte settimanalmente.
Ero giovane, ero scemo, il do non sapevo neanche cosa fosse. Mi inginocchio davanti a te Jimi, o Dio del rock.

Io e Stevie sempre insieme, nei momenti belli e in quelli meno.
Ma non c'è due senza tre, ed ecco che nella nostra coppia sfollata è approdato l'adepto di Viscious, lo schiavo del basso.
Altissimo, magrissimo, lucchetto al collo e capelli bicolore sciolti sulle spalle. No, non è un supereroe, lui è semplicemente Duff McKagan.
Un asso con il suo strumento, e ancora di più con la penna in mano, faceva venire fuori delle cosette niente male.
Lo spilungone, dalle dita affusolate e dall'indole proiettata alla buona bottiglia, non era un comune mortale, lui doveva per forza fumare Chesterfield Blu.
Una schifezza assurda, ragazzi, quel retrogusto che ti fa annodare la lingua. Ma a Mr. Duff piaceva eccome, a suo parere una particolarità occasionale.
Certo, proprio come quella sottospecie di ragazza che si portava dietro ad ogni concerto, la Mandy, quella biondona che si metteva a tette al vento a cantare e a starnazzare, facendo comunella con l'altra odiosa. Le donne lasciatele a casa, dico io, esistono le groupies per qualcosa, o no? E invece le due comari sempre appiccicate come francobolli ai morosi, come a volersi chiamare tutte le sfighe. Il primato è detenuto con particolare orgoglio da quel pazzo di frontman della band, lui, il rosso, Axl Rose.

Axl William Rose, se lo becco lo meno.
Jack in mano, bandana in testa e occhialoni da diva. Acido peggio di un limone, testardo peggio di un mulo. L'aria da prima donna che lo segue sempre, neanche fosse la scia che lasciano le lumache. Siamo così diversi, abbiamo caratteri talmente opposti, che finiamo inevitabilmente per attrarci l'un l'altro. Devo ammettere che non sarei quello che sono diventato, senza quel pazzo scapestrato che è finito per diventare il cantante della nostra figosissima band. Se io ero sbronzo, lui lo era il doppio, se lui era fatto, io lo ero il triplo. Con lui ho fatto l'inimmaginabile. Ricordo ancora, con un sorriso ahimè sbiego sul volto, quando eravamo poveri in canna, in cinque in una stanzetta claustrofobica, con meno di quattro dollari al giorno, sempre sul lastrico in cerca di qualche sudicio lavoretto per poter sbarcare il lunario.
Axl aveva anche pensato di darlo via per raccattare qualcosa, ma alle tipe non andava a genio uno sfigatello con i capelli più lunghi dei loro. Pazienza, rosso, non ci pensare, alla fine sei riuscito a metterlo in culo a tutti e ad andare con quella Stephanie a cui tutti sbavavano dietro.
Poi l'idea geniale è arrivata limpida e chiara come un lampo nella notte. Cosa possono fare due sbandati, bicchiere in mano e cicca in bocca?
I tester di sigarette. La vita non poteva avere un sapore più dolce.
Ingaggiati dalla Marlboro, fighi come gli agenti segreti della tv, passavamo le nostre giornate come i più incalliti dei fancazzisti, trascorrendo le ore sigaretta dopo sigaretta, "testando", ovviamente. Che coglioni, n'evvero Rose?
E tu, prima di quel lavoretto combattuto da tutti, non eri della stessa opinione di quella di Phil Morris.
"Marlboro le migliori sigarette al mondo!". "Ma vaffanculo, io fumo solo Winston Blu!"
E tra una cicca imposta e l'altra, spezzavi quelll' "arduo e faticoso" lavoro con un attimo di pace, una lattina di Bud e, a coronare il tutto, una Winston appesa orgogliosa tra le labbra.

Per non parlare di quell'altro, il tipetto moro gracilino, nascosto dietro a un ciuffo nero impagliato.
Il silenzioso, ponderante e timido Izzy Stradlin. Tranquilli, tutta apparenza cari miei. Era così perchè era perennemente, inevitabilmente, indiscutibilmente fatto.
Sempre intento a preparare cannoni per tutti. Giornata piatta? La vita non ti sorride? Non riesci a beccare una nota che sia una?
Non ti preoccupare, bello, il rimedio è dietro l'angolo, lo zio Jeff ti tirerà su di morale in un batter d'occhio.
Lui, con le sue orrende camicette a fiori rosa, a fantasie blu elettrico o a stelle verdi, la coppola del mafioso incallito sulla testa e chitarra in braccio.
E per quanto potesse sembrare fuori di testa, tutte, ma dico tutte, le tipe del backstage si staccavano le braccia a morsi pur di sedersi di fianco a lui.
Cioè, voglio dire, lo avete visto? Può suonare la chitarra maledettamente bene, e scrivere canzoni che neanche un Axl sano di zucca avrebbe mai potuto immaginare, ma dico.. Perchè i fiori hawaiani?! Io che sono un figo, con la mia chioma color petrolio e la bocca da baci, se mi strizzassi in una cosa così neanche una, ma proprio nessuna, nemmeno la più cessa delle cozze mi si filerebbe di striscio. Valla a capire tu la mente contorta di un esemplare come lui. O meglio, capiscile le galline del backstage.
Anche perchè se non ve lo dicessi, nessuno ci crederebbe. Sì, signore e signori, il mitico e tanto acclamato Izzy Stradlin non fumava!
Prima di conoscerci, il tipetto dalla bocca storta era un ragazzino alle prime armi, e posso definirmi assolutamente soddisfatto di come sia venuto su seguendo l'esempio dello zietto Saul Hudson. Adesso, avendo capito che le abitudini da suoretta non erano fatte per lui, si è lasciato andare anche troppo, e quando non assume la nicotina necessaria al suo corpo fa venire veramente due maroni così. Ma Izzy è così, e non chiedetemi di cambiarlo.

E il tempo passa, tutto si evolve, pian piano cambia.
Le persone cambiano.
Tutti abbiamo preso altre vie, strade diverse, ci vediamo di rado.
I Guns N'Roses sono ormai passati, ricordi lontani, alcuni da tenere allacciati stretti, altri da perdere nei meandri dell'inconscio.

Nonostante tutto, a me piace ancora sedere in un angolino appartato a fissare il sole infuocato del tramonto.
Le guance accarezzate dalla brezza estiva, un sorriso nostalgico sul viso, il tepore estivo sulla mia pelle.
E una Camel Light appesa svogliatamente sulle labbra.
  
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