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Autore: DesmoBlack    20/10/2013    1 recensioni
Piccola One Shot senza pretese, la prima che scrivo del genere fantascienza.
Dal testo:
Il ragazzo si avvicinò al tavolino senza un sorriso e di sedette.
«Volevo parlarti.»
«Lo so.»
«Ho saputo della nuova missione.»
«In teoria dovrebbe essere un segreto, questo. Cos'è, quando hai abbandonato il Centro Spaziale ti sei premurato di lasciare delle spie che ti vengono a riferire?»
Turriel la guardò severo: «Non sono spie, sono amici fidati, che sanno cosa è successo e si fidano ancora di me, al contrario di qualcuno.»
«È inutile che mi guardi così! Non mi hai dato l'opportunità di fidarti di te, non mi hai raccontato la verità di quello che è successo!»
«Nayree! Non voglio dirti la verità, perché ti distruggerebbe troppo! Ma dovresti fidarti di me! Siamo insieme da anni!»
«Non mi fido più di te! Hai tradito l'intero Centro Spaziale! Rubando informazioni estremamente riservate, che poi hai tentato di vendere al miglior offerente...»
«Questo è quello che ti ha raccontato tuo padre....»
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ARECIBO
 
 
Settimo Giorno. Anno 49337 della luna di Loben.
 
Nayree stava attraversando a grandi falcate il corridoio principale della Nave Madre Rashyr, in direzione della Sala di Comando. Voleva parlare con il Kozac, per sapere quando esattamente avrebbe dovuto presentargli il Programma. La Nave Madre sembrava in apparenza disabitata, come se tutti i suoi occupanti stessero ancora dormendo. Solo pochi Ufficiali si aggiravano nei grigi corridoi, e nessuno mancava di rivolgerle un cenno di saluto. D’altronde, essere la responsabile della Sezione Ricerca comportava una certa popolarità all'interno della Rashyr.
Arrivata al termine del corridoio, appoggiò il palmo della mano sulla Superficie Identificativa, e questa, riconosciuta la sua identità con un bip, le permise di accedere alla Sala di Comando.
Gli Ufficiali presenti stavano eseguendo il loro lavoro nel completo silenzio, intenti a inserire le numerose coordinate di bordo e analizzare lo spazio per identificare eventuali oggetti ostili. Il Kozac, invece, era in piedi al centro della Sala: un uomo alto e robusto, con la pelle viola scuro, i capelli ormai ingrigiti perfettamente in ordine. Teneva le mani dietro la schiena, lo sguardo corrucciato rivolto verso lo spazio profondo, come se stesse cercando di risolvere i più imperscrutabili misteri della galassia.
Nayree si avvicinò rapidamente al Kozac, affiancandolo. Lui la guardò impassibile per qualche secondo, scrutando i dolci tratti del viso attentamente, poi tornò a guardare lo spazio.
«Stiamo per arrivare» disse.
«Sì, lo so. Per quando desideri il Programma, esattamente?» chiese Nayree.
Una piccola ruga comparve sul volto del Kozac.
«Hai tempo tre ore. Mi raccomando, voglio un’analisi dettagliata specialmente sull’anatomia degli abitanti, i loro punti di forza e di debolezza e il loro livello di tecnologia.»
«Sì...D'accordo...»
Nayree fece per andarsene, ma il Kozac la richiamò indietro.
«Nayree…»
«Sì?»
«Chiamami Kozac, mentre sono in servizio. Non sono solo tuo padre ora, ma anche il tuo superiore e responsabile della nave».
«Sì, certo. Chiedo perdono, Kozac.»
«Scuse accettate. Puoi andare.»
Dopo aver lanciato un'ultima occhiata al padre, Nayree uscì rapidamente dalla Sala di Comando, diretta alla Sezione Ricerca. Era abbastanza preoccupata: la raccolta di informazioni era buon punto, ma la turbava che suo padre ritenesse importante focalizzarsi su quegli aspetti della civiltà. Trovava fosse più saggio porre l'attenzione su quali metodi potessero essere più consoni per studiarli da vicino, annullando ogni possibile rischio di contatto indesiderato, in modo da poterli osservare ma restando completamente neutrali. Era risaputo che in caso di contatto con una civiltà primitiva, anche il più piccolo errore poteva arrivare a sconvolgere tutte le certezze della civiltà stessa.
Assorta in questi pensieri, Nayree giunse con rapidità nell'Ala Est della Rashyr, che ospitava la Sezione Ricerca. La sua squadra era quasi totalmente assente, sicuramente stavano ancora riposando. Solo un membro del suo team era già al lavoro e, a giudicare dal volto stanco ma eccitato, sembrava non fosse proprio andato a dormire.
Lur Hei era un giovane e promettente ragazzo che aveva studiato all'Accademia Spaziale di Restan, la capitale del Pianeta Madre, esperto in Studio e Contatto di Civiltà Spaziali. Era stato scelto da Nayree stessa, dopo che aveva tenuto una lezione all'Accademia per illustrare i suoi precedenti studi sulle Civiltà Primitive e cercare qualche nuovo e potenziale talento. Nayree era rimasta molto colpita da Lur Hei e dalle sue capacità, e soprattutto dal suo entusiasmo.
«Lur Hei, non hai riposato?» chiese Nayree, stupita.
«Oh Nayree! No, no...Non riuscivo a dormire...Manca così poco alla Destinazione Finale! Da questa distanza sono riuscito ad avere nuove informazioni sulla densità della popolazione, non appare equamente distribuita, ma specifiche aree sono densamente più popolate rispetto ad altre, forse ciò è dovuto...»
«Lur Hei, tutto ciò è grandioso… Ma ora dobbiamo concentrarci soprattutto su i loro punti di forza e di debolezza, la tecnologia e la loro anatomia...Ordini del Kozac.»
Lur Hei guardò basito Nayree.
«Che cosa?»
«Mi hai sentito» tagliò corto Nayree.
Senza aggiungere altro, Nayree raggiunse un lato della stanza con una serie di pannelli e una moltitudine di bottoni lampeggianti da una parte; e una serie di Schermi che mostravano le camerate dei Ricercatori dall’altra. Nayree premette un pulsante piatto e giallo, e una voce gentile e preregistrata di una donna svegliò i Ricercatori invitandoli a raggiungere il Centro di Ricerca in pochi minuti. Vide i suoi colleghi svegliarsi, stropicciarsi gli occhi e alzarsi rapidamente dai loro giacigli.
Si voltò verso Lur Hei, che la stava guardando.
«Lur Hei, io mi occupo della tecnologia, tu dividi il resto del lavoro con gli altri...Vado nella Stanza di Osservazione. Tra due ore e mezzo dovete mandarmi più dati possibile, in modo da concludere il Programma e consegnarlo al Kozac.»
«Sì, Nayree» si limitò a rispondere Lur Hei, preoccupato.
Nayree sapeva perfettamente che cosa c'era che non andava, ma non aveva minimamente voglia di discuterne. Raggiunse il lato sinistro della stanza e poggiò il palmo su un'altra Superficie Identificativa. La porta si aprì di scatto, Nayree la attraversò e scoppiò a piangere, appena dopo che la porta si richiuse alle sue spalle.
 
Nayree continuava a picchiettare le dita della mano con nervosismo sulla superficie del tavolino del Mur Rey, uno dei locali più frequentati di Restan, la Capitale. Era impegnata a osservare il via vai delle persone che popolavano la piazza centrale su cui si affacciava il locale. Il suo Goducc, il drink più famoso della città, era finito ormai da tempo, e Turriel ancora non si faceva vivo: ecco un altro motivo del perché si erano lasciati, la sua pessima puntualità.
Finalmente dalla folla di gente, riuscì a distinguere una figura famigliare: un ragazzo alto, muscoloso, con la pelle marrone scuro: Turriel.
Il ragazzo si avvicinò al tavolino senza un sorriso e di sedette.
«Volevo parlarti.»
«Lo so.»
«Ho saputo della nuova missione.»
«In teoria dovrebbe essere un segreto, questo. Cos'è, quando hai abbandonato il Centro Spaziale ti sei premurato di lasciare delle spie che ti vengono a riferire?»
Turriel la guardò severo: «Non sono spie, sono amici fidati, che sanno cosa è successo e si fidano ancora di me, al contrario di qualcuno.»
«È inutile che mi guardi così! Non mi hai dato l'opportunità di fidarti di te, non mi hai raccontato la verità di quello che è successo!»
«Nayree! Non voglio dirti la verità, perché ti distruggerebbe troppo! Ma dovresti fidarti di me! Siamo insieme da anni!»
«Non mi fido più di te! Hai tradito l'intero Centro Spaziale! Rubando informazioni estremamente riservate, che poi hai tentato di vendere al miglior offerente...»
«Questo è quello che ti ha raccontato tuo padre....»
«Ed è l'unica versione che conosco! Ed è sufficiente!»
Nayree si alzò di scatto, completamente esasperata dalla situazione, e fece per andarsene. Anche Turriel si alzò, afferrandola per un braccio appena in tempo.
«So qual è la Destinazione Finale.»
«E allora?» rispose lei aggressiva, tentando di sottrarsi dalla presa d'acciaio di Turriel, senza successo.
«Non andare Nayree...».
«Perché?» chiese lei con rabbia.
«So cosa vogliono fare, lo dico per il tuo bene...».
«Quello che vogliono fare, è semplicemente una missione autorizzata dal Sovrano stesso per conoscere di più su una civiltà retrograda, ma abbastanza sviluppata da inviare un segnale nello spazio, nella speranza di essere individuata...»
«...E stabilire un contatto con un'altra civiltà. Sì, so tutto, Nayree! Il problema, che stai per prendere parte a un massacro!»
«Che stai dicendo!?» chiese Nayree allibita, liberando finalmente il braccio dalla presa di Turriel.
«Come ti permetti di fare simili insinuazioni! È mio padre a capo della missione!»
«LO SO, NAYREE!»
«Tu farnetichi, Turriel. E dovrei denunciarti per spionaggio e per accuse altamente infondate...»
«Nayree... Ascoltami...»
«NO, TURRIEL! Ho finito di ascoltarti... Addio.»
E Nayree se né andò, lasciando il ragazzo guardarla allontanarsi, rassegnato.
 
 
Eccolo qua, il motivo di questa missione: un messaggio radio composto da 1679 cifre binarie, che era stato captato dal Centro Spaziale del Pianeta Madre, due lune di Kar prima. Era stato divulgato attraverso un mezzo ormai superato sul Pianeta Madre, ma i più abili Ricercatori, erano riusciti a tradurlo in pochi giorni: infatti, se ordinato in quadrilatero composto da settantatré righe e ventitré colonne, formava una chiara immagine da cui si potevano estrarre precise informazioni. Se si leggeva da sinistra a destra, e dall'alto verso il basso, mostrava un accenno alle conoscenze matematiche di base, con un elenco dei numeri da uno a dieci; la conoscenza dei numeri atomici di elementi come idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo; il codice genetico della civiltà e una sua rappresentazione grafica, a forma di spirale; un’immagine stilizzata di una forma umanoide; il numero d’individui che abita il loro pianeta; una piccola mappa del sistema solare di cui fanno parte e, infine, la stilizzazione di quello che sembrava un edificio, forse il luogo da cui era stato inviato il messaggio nello spazio.
Chiaramente era opera di una civiltà intelligente, ma quello che sbalordiva di più, e che sommando tutte le informazioni a disposizione si era arrivati alla conclusione, con un margine di errore classificato come “remoto”, che l’autore era una civiltà del settore 104, l’unica abitante del Sistema Solare numero 78, precedentemente classificata come civiltà primitiva, giudicata incapace di lanciare un simile messaggio, perché ancora in possesso di una tecnologia non sufficientemente evoluta. Il Pianeta Terrestre.
Tutto ciò aveva fatto molto discutere su Pianeta Madre, e si era arrivati alla conclusione che si erano sottovalutate le capacità e la rapidità di evoluzione degli abitanti del Pianeta, e urgeva una missione per accertarsi del loro reale grado di sviluppo.
Fu il Sovrano di Pianeta Madre a richiedere i servigi del padre di Nayree, poiché aveva dimostrato il suo valore come Kozac in numerose missioni. Nayree, invece, fu assoldata dal padre stesso come responsabile della sezione Ricerca, per occuparsi dello studio della civiltà.
Ma come anche Lur Hei aveva capito, il fatto che il padre gli chiedesse specificatamente informazioni sulla tecnologia, e dei punti di forza e di debolezza, anziché delle metodologie meno invasive per un approccio alla nuova civiltà, non era un segnale positivo: in Accademia, entrambi avevano studiato che queste informazioni solitamente erano necessarie in caso d’invasione di un altro pianeta, e raramente per un eventuale studio. Ma Nayree sperò che il padre, semplicemente per scrupolo, volesse avere più informazioni possibili a disposizione.
 
Due ore dopo Nayree stava tornando nella Sala di Comando, per consegnare il Programma al Kozac. Inserì il codice di accesso, e la porta si spalancò davanti a sé. Rimase a bocca aperta: il pianeta era proprio davanti a loro, enorme, sferico, con uno straordinario equilibrio di terra e acqua, e alle estremità a nord e a sud, ampie zone ghiacciate. C'era anche una piccola luna bianca che orbitava attorno al pianeta, apparentemente disabitata. Uno spettacolo straordinario.
«Siamo arrivati! È stupendo!» disse Nayree, incapace di nascondere l'entusiasmo, avvicinandosi al padre.
Il Kozac si limitò a rispondere: «Ho attivato gli Scudi, in modo che non riescano a vedere la nostra nave e a captare le nostre strumentazioni. Ci sono degli strani oggetti metallici intorno al Pianeta, sembravano quasi navi arcaiche...Non me ne hai accennato » terminò con una voce fredda e quasi accusatoria, guardando la figlia.
«Non lo sapevo, Kozac. Era impossibile individuarli. Sono troppo piccoli, e con scarso segnale. Nulla a che fare con la nostra tecnologia. Ma non sembrano una minaccia, appaiono piuttosto retrogradi.»
«Spero sia cosi » concluse lui.
«Questo è il Programma. Ci sono tutte le informazioni che hai chiesto, Kozac.» disse Nayree passando al padre lo Schermo portatile.
Il Kozac iniziò a esaminare la ricerca, impassibile, soffermandosi soprattutto sulle informazioni che aveva chiesto a Nayree poche ore prima.
«Molto bene, puoi andare.»
Ma Nayree non si mosse.
« Kozac, vorrei avere la possibilità di far parte della Squadra d' Esplorazione, per un primo approccio al Pianeta...»
«Non ci sarà nessuna Esplorazione, Nayree. Come ti ho già detto, puoi andare»
«Come sarebbe?» disse Nayree, una terribile sensazione di gelo che iniziò a invadergli il corpo.
Il padre non rispose, ma si rivolse agli Ufficiali della Sala di Comando.
«PREPARATE LA NAVETTA D'ATTACCO, LA VOGLIO CARICA DI MISSILI, IMMEDIATAMENTE!»
«MA CHE STAI DICENDO?!?» gli urlò dietro Nayree. «SEI IMPAZZITO?»
Il Kozac la ignorò nuovamente, schiaccio il bottone per attivare il microfono che aveva installato sul colletto della divisa per collegarsi agli autoparlanti della Nave Madre, e disse:
«IL PILOTA E COPILOTA DELLA NAVETTA D'ATTACCO SI FACCIANO TROVARE PRONTI IL PRIMA POSSIBILE.»
«PADRE?!»
Il Kozac alla fine si rivolse alla figlia, posandole un braccio sulla spalla:
«Mi dispiace Nayree, ordini del Sovrano. Ora torna in cabina e restaci, per favore».
E tornò impartire ordini, mentre Nayree era completamente raggelata.
«IO NON VADO DA NESSUNA PARTE!VUOI FARE UN MASSACRO? CI SONO MILIARDI DI PERSONE SU QUEL PIANETA!» urlò Nayree, disperata.
«ORDINI DEL SOVRANO, NAYREE! VUOI ESSERE ACCUSATA DI ALTO TRADIMENTO ANCHE TU?» il padre le urlò dietro a sua volta.
Quelle parole furono come un macigno per Nayree. Non trovò la forza di reagire, disse solamente:
«N-No…Certo che no...»
L'espressione severa del padre si rasserenò, lieto che la figlia avesse riacquistato un minimo di ragione.
«Bene...Ora vai, Nayree»
Ma Nayree non si mosse, aveva le lacrime agli occhi e tremava in maniera incontrollabile. Rimase impalata in mezzo alla Sala di Comando, non sapendo più cosa fare. Turriel aveva cercato di avvertirla...Invece lei aveva scelto di non credergli, di dare la sua fiducia al padre...Perché il Sovrano aveva scelto di massacrare un intero pianeta? Era una civiltà potenzialmente pericolosa per Pianeta Madre? E se Nayree, nonostante le sue ricerche, non l'avesse capito? Forse sì...Forse Turriel si sbagliava. Forse suo padre aveva ragione.
Il padre la osservò per qualche secondo, poi le voltò di nuovo le spalle, decidendo evidentemente che la cosa migliore fosse ignorarla, e premendo di nuovo il microfono, tornò a impartire ordini:
«Pilota e Copilota, salite sulla navetta, vi voglio operativi nel minor tempo possibile».                                                                                                                                                                
«Padre...Aspetta…»
Il Kozac si fermò e la guardò, così come gli altri Ufficiali presenti nella Sala di Comando.
«Sì? » rispose lui, stancamente.
«Voglio essere io il Copilota della Navetta d'Attacco.»
«Cosa?» chiese il Kozac, basito.
«Sì...Hai ragione tu padre, e io non ho capito nulla.»
 
Mancava un’ora alla partenza. I tecnici erano impegnati negli ultimi controlli della Rashyr, quasi pronta dalla rampa di lancio numero 7. Nayree stava caricando le ultime strumentazioni di ricerca, aiutata da Lur Hei. Suo padre era impegnato a dare le ultime indicazioni agli Ufficiali. Nayree aveva avuto ben poche occasioni per parlare lui, e non aveva accennato minimamente alla conversazione avuta con Turriel la settimana prima.
«Grazie per l'aiuto Lur Hei...Vai pure a bordo, delle ultime cose me ne occupo io...»
«Ok, come vuoi Nayree!» rispose lui vivacemente, entrando quasi saltellando nella nave.                            
Era chiaro che fosse entusiasta per la partenza. Nayree sorrise a guardarlo, aveva fatto bene a sceglierlo, il suo entusiasmo sarebbe stato d’incoraggiamento per tutta la sezione Ricerca.                                                                              Nayree fece per prendere le ultime strumentazioni. Ma si blocco istantaneamente. Dalla parte più lontana dell'area di lancio, si stava sbracciando un ragazzo terribilmente famigliare, alto, biondo, muscoloso e con la pelle marrone chiaro.
«...Turriel...» mormorò Nayree sbalordita.
Corse rapidamente verso di lui, coprendo la distanza che li separava, sperando che suo padre, impegnato con gli Ufficiali, non se ne accorgesse.
«Turriel...? Che ci fai qui?» chiese Nayree una volta raggiunto il ragazzo, il respiro affannato per la corsa.
«...Sono venuto a salutarti...» disse lui, con uno sguardo triste.
«Non dovevi...Insomma, prima o poi tornerò...» disse Nayree, imbarazzata.
«Lo so...Ma...Sentivo di doverlo fare...Non so perché...» sospirò «Dopotutto, la data di rientro non è ancora stata fissata, quindi esattamente non sappiamo quando ci rivedremo...Potrebbe passare anche tanto tempo...Troppo...».
Nayree non sapeva cosa dire. Era estremamente arrabbiata con lui, soprattutto dopo la loro ultima conversazione, ma nonostante tutto non poteva fingere non provare più niente per lui, purtroppo. Forse questo viaggio le sarebbe servito per schiarirsi le idee, prendere tempo. Anche se Turriel gli sarebbe mancato in modo spaventoso. Ma la ragazza non disse nulla di tutto ciò, si limitò solo a dire: «Già».
Cadde un lungo silenzio, mentre i due si guardarono intensamente, gli occhi di ghiaccio di Turriel immersi negli occhi viola di lei. Poi Turriel le afferrò una ciocca dei lisci capelli lilla e, mentre gli accarezzava, disse:
«Ti amo, Nayree».
Il cuore di Nayree saltò parecchi battiti, e poi cominciò a battere furiosamente. Ma non rispose.
«Ti prego, non partire».
«Perché?» chiese Nayree ancora una volta, con una voce a metà tra l'afflitto e il disperato.
Turriel respirò profondamente, e poi disse:
«Perché so che tuo padre ha avuto l'ordine di distruggere il Pianeta Terrestre, Nayree. L'ordine gli è arrivato direttamente dal Sovrano! Non vogliono studiarlo, non vogliono conoscerne gli abitanti, vogliono distruggerlo...Hanno paura che possa diventare una potenziale minaccia per Pianeta Madre. È per questo che me ne sono andato dal Centro Spaziale! Ho scoperto il loro vero piano, e mi sono rifiutato di prenderne parte...» un altro sospiro.
«Non ti credo...Mio padre non sterminerebbe mai degli innocenti in questo modo!»
«Credi a ciò che vuoi, Nayree, conoscerai presto da sola la verità...»
Cadde un altro silenzio, pesante. Fu interrotto dall'accensione dei motori della Rashyr. Nayree guardò dietro di sé, per controllare lo stato della partenza. E vide che suo padre li stava osservando, immobile, davanti alla rampa della nave. Se ne accorse anche Turriel.
«Devo andare Nayree...Rischio molto a essere qui» disse, allarmato.
«Sì...Sì...Forse è meglio...»
Si guardarono ancora negli occhi per qualche istante. Nayree era combattuta tra due emozioni contrastanti: da una parte odiava Turriel per le insinuazioni verso suo padre e il Sovrano; dall'altra non voleva lasciarlo. Era il suo più grande amore, solo ora se ne rendeva conto, anche se aveva fatto di tutto per negarlo. E ora non sapeva quando l'avrebbe rivisto.
«Turriel...Ti amo anch'io» disse Nayree, mentre si lasciava sfuggire una lacrima.
Lui le sorrise, con quel sorriso dolce che riservava esclusivamente a lei. E poi si baciarono, un bacio lungo e intenso.
«Ci vediamo al tuo ritorno.»
Nayree tornò verso la Rashyr, camminando lentamente, come se il suo corpo appartenesse a qualcun altro e non a lei. Si stava lasciando alle spalle Turriel e tutto ciò che per lei rappresentava…
Mentre si avvicinava alla Nave Madre, il padre la stava aspettando immobile, a braccia incrociate, con espressione impassibile in volto.
«Complimenti Nayree...Avere un rapporto con un traditore...»
Nayree lo guardò dritto negli occhi, in segno di sfida, ma senza dire niente. Non sapeva più a cosa credere. Si disse che sarebbe stato come aveva detto Turriel, avrebbe scoperto la verità da sola.
«Sali a bordo, stiamo per partire»
Lei ubbidì. La rampa si chiuse dietro il padre e alla figlia. Il rombo dei motori si fece sempre più assordante.
«SIAMO PRONTI PER IL LANCIO!PREARARSI ALLA PARTENZA!» urlò il Kozac al microfono.
Come se quelle parole le avessero fatto scattare qualcosa in testa, Nayree iniziò a correre raggiungendo il primo oblò che le consentisse di vedere l'esterno e guardare per l'ultima volta Turriel. Individuò subito, immobile, nascosto da una serie di alti cassoni. Nayree lo guardò per un po', immaginando di averlo ancora vicino a sé, per poterlo baciare ancora una volta. Ma poi la sua attenzione fu catturata da qualcos'altro, e il suo sguardo si pietrificò: un plotone formato da una decina di soldati, armati di pistole a Ioni, stava uscendo da uno degli hangar proprio alle spalle di Turriel che non se ne era accorto, impegnato a guardare la partenza della Rashyr.
«TURRIEL!» gridò Nayree «TURR...!» ma la voce si spezzò in gola, quando vide il plotone puntare le pistole a Ioni verso Turriel e sparare implacabilmente, i suoni delle armi coperti dal motore della Nave Madre.
«NOOOOOOOO!»
L'ultima immagine di Nayree del Pianeta Madre fu Turriel che crollava pesantemente a terra, senza aver avuto opportunità di difendersi.
 
 
                                                                      
«Ne sei sicura Nayree?» chiese ancora incredulo il Kozac, l’alta figura che occupava tutto lo Schermo di Comunicazione della Navetta d’Attacco, la sua voce resa metallica dalle apparecchiature, mentre osservava Nayree prendere posto come Copilota.
«Si padre, hai ragione. Sono una potenziale minaccia per noi. Si evolvono velocemente, troppo. Tra poco tempo potrebbero mettere a rischio la sicurezza di Pianeta Madre. Turriel si sbagliava» disse Nayree, freddamente, impegnata ad allacciarsi le cinture di protezione.
«Sono contento che tu abbia capito, Nayree» disse il padre, rasserenandosi.
«Scusami... L'ho capito troppo tardi».
«Kozac, sono pronto per la partenza» disse il Pilota della Navetta d'Attacco, alla  sinistra di Nayree, desideroso di interrompere la conversazione tra padre e figlia, evidentemente giudicandola non consona alla situazione.
«Sì, parti e arma i missili. Individua come target il Pianeta Terrestre.»
La Navetta si mosse rapidamente in direzione del Pianeta, allontanandosi dalla Nave Madre. Il Pilota impostò velocemente il target.
«INDIVIDUATO NUOVO TARGET, PIANETA TERRESTRE» confermò una fredda voce metallica.
«Kozac, sono pronto.»
«Molto bene, al mio ordine, spara.»
La mano del Pilota era sospesa sopra il pulsante di attivazione missili, in attesa dell’ordine. Capendo che era solo questione di pochi istanti o non avrebbe potuto agire mai più, Nayree si slacciò velocemente le cinture di protezione e afferrò il braccio del Pilota, storcendolo e rompendolo con una sola rapida mossa.
«AAARGHHH!!» l'urlo di dolore del Pilota fu terribile, ma essendo ancora legato con le cinture di protezione, non poté far niente per difendersi.
«NAYREE! CHE STAI FACENDO?!» urlò il Kozac dalla Nave Madre, il volto sfigurato dalla rabbia.
«Impedisco un massacro, padre!» Nayree afferrò anche l'altro braccio del Pilota, ma non glielo ruppe, lo tenne semplicemente bloccato, in modo da impedirgli ogni movimento.
«NAYREE!!VUOI ESSERE CONDANNATA PER ALTO TRADIMENTO?»
«SE SERVE A SALVARE MILIARDI DI VITE INNOCIENTI, SÌ, PADRE! »                                                              
Nayree sfilò la pistola a Ioni che il Pilota teneva nella fondina del fianco destro come equipaggiamento base, e gliela puntò alla nuca.
«Cambia immediatamente target, o ti faccio saltare la testa. Ti avverto, siamo solo tu ed io su questa nave, quindi prova a fare il furbo, e sparo, ci siamo capiti?» urlò Nayree, minacciosa.
«S-sì...»
«Pilota Karel, aziona immediatamente quei missili!» urlò di rimando il Kozac, furioso.
Nayree fece pressione con la pistola sulla testa del Pilota: «Voglio che individui un nuovo target, la Nave Madre. Muoviti.»
«S-sì, ma non spararmi!» la supplicò il Pilota.
L'ostaggio di Nayree iniziò a eseguire ciò che la ragazza gli aveva ordinato.
«Nayree...NON OSARE!» le urlò ancora una volta il padre.
«Non ti permetterò di sterminare un’intera civiltà! NON DOPO QUELLO CHE HAI FATTO A TURRIEL!»
«TURRIEL ERA UN TRADITORE!E TU SEI COME LUI!»
«Preferisco essere una traditrice che essere complice di uno sterminio.»
«LA PAGERAI CARA, NAYREE...» le urlò il padre, fuori di sé.
«INDIVIDUATO NUOVO TARGET, NAVE MADRE RASHYR» disse di nuovo la fredda voce metallica.
«ABBANDONATE LA NAVE! IMMEDIATAMENTE!!ALLE CAPSULE DI SALVATAGGIO, PRESTO!» urlò il Kozac all'intera Nave Madre attraverso il microfono e scomparendo dallo Schermo di Comunicazione, seguito da un gran trambusto, sicuramente provocato dagli Ufficiali della Sala di Comando che si davano alla fuga.
Nayree intanto sudava freddo, non sapendo se avrebbe avuto davvero il coraggio di azionare i missili, e sparare contro la Nave Madre e contro suo padre. Ma non aveva scelta. Suo padre aveva dimostrato di essere un uomo spietato, pronto a uccidere miliardi d’innocenti solo per eseguire un ordine. Pronto a far uccidere Turriel, senza dagli una possibilità, spietatamente, incurante dei sentimenti della figlia. Ma era pur sempre suo padre...Con che coraggio poteva fare quello che andava fatto?
Aspetto ancora qualche minuto, indecisa su cosa fare, combattuta. Voleva dare la possibilità di salvarsi a tutte le persone che erano sulla Nave Madre. C'era anche Lur Hei tra loro. Non poteva averlo sulla coscienza. Nell'attesa vide una miriade di piccole Capsule di Salvataggio partire dalla Nave Madre verso le più disparate direzioni dello spazio profondo. Pregò vivamente che anche Lur Hei e il resto della sua squadra di Ricerca si fossero messi in salvo.
Nayree fece un gran respiro, poi diede l'ordine:
 «Spara».
Il Pilota fece partire i missili, che si allontanarono dalla Navetta d’Attacco in direzione della Nave Madre, con un gran boato. Passarono secondi che parvero interminabili, poi arrivò l'esplosione, una delle più forti che Nayree avesse mai sentito. La Navetta d'Attacco fu sbalzata indietro dall'enorme forza d'urto. Seguì un’ accecante luce gialla, talmente forte che Nayree dovette coprirsi gli occhi. Quando li riaprì, la Nave Madre era completamente disintegrata.
Ma Nayree non aveva tempo per fermarsi a pensare. Recuperò la pistola a Ioni che le era sfuggita di mano per la forza d’urto, e la punto di nuovo alla testa del Pilota.
«Ora inserisci l'autodistruzione tra 100 secondi»
«BASTARDA!!»
«MUOVITI!»
Il Pilota ubbidì, se pur riluttante. Mentre inseriva i comandi, Nayree iniziò a slacciare il Pilota dalle sue cinture di sicurezza, per prendere entrambi la Capsula di Salvataggio, e fuggire da lì.
«NO!LASCIAMI QUI, BASTARDA!NON VERRÒ CON TE!PREFERISCO MORIRE, PIUTTOSTO CHE VENIRE CON TE!TRADITRICE!»
«AUTODISTRUZIONE NAVETTA TRA 100 SECONDI» e partì il conto alla rovescia.
Nayree all'inizio non diede ascolto al Pilota, ma anche dopo averlo liberato dalle cinture, questo continuò a dimenarsi, impedendo in tutti i modi a Nayree di portarlo con sé, e facendoli perderle secondi preziosi.
«E va bene…Come vuoi tu, idiota!»
Nayree colpì la testa del Pilota forte con l’estremità della pistola, facendogli perdere i sensi. Poi iniziò lentamente a trascinarlo verso la parte posteriore della Navicella e attivò una Capsula di Salvataggio, buttando di malagrazia il Pilota all’interno, e richiudendo la Capsula velocemente alle sue spalle. Impostò la Destinazione Finale: il Pianeta Terrestre, il più vicino.
La Capsula partì, lasciando dietro di sé la Navicella d’Attacco. Dopo qualche secondo, Nayree sentì dietro di sé un nuovo, fragoroso boato. La Navicella era esplosa. Anche in questo caso la forza d'urto fu poderosa, perché la Capsula di Salvataggio non si era allontanata a sufficienza. Nayree sentì dei pezzi della Capsula staccarsi, e pregò che rimanesse intera quel tanto che bastava per superare indenne l'atmosfera del Pianeta Terrestre. Ma la Capsula, invece di decelerare, si avvicinava al Pianeta con velocità sempre più consistente. Nayree capì che si sarebbero sicuramente schiantati, e probabilmente né lei né il Pilota sarebbero sopravvissuti all’impatto.
“...Almeno raggiungerò Turriel...” pensò Nayree, sconfortata.
Nayree chiuse gli occhi, e aspettò l'imminente schianto, che arrivò in pochi istanti. Poi fu tutto nero.
 
Quando Nayree riaprì gli occhi, vide sopra di sé un limpido cielo azzurro e una grande vegetazione verde. Si alzò con cautela, e si toccò la fronte, dolorante. Sangue viola scuro. Era ferita. Attorno a sé i detriti della Capsula di Salvataggio. Poco distante, il corpo senza vita del Pilota. Era fortunata a essere viva. Guardò il cielo. Gli effetti delle due esplosioni erano ancora visibili. I rottami delle due navi stavano precipitando nell'atmosfera terrestre lasciando centinaia di scie dietro di sé, come tante piccole stelle cadenti.
La morte di tante persone era responsabilità sua. Aveva tradito Pianeta Madre, scegliendo di salvare il Pianeta Terrestre. Probabilmente suo padre era morto. Forse anche Lur Hei. E il Pilota. Con le lacrime agli occhi, e tormentata da una consapevolezza che pesava come un macigno, si alzò e cercò il kit Curativo, per medicare le sue ferite.
Lo trovò a pezzi. Fortunatamente, l'Olio di Meer, miracoloso per le ferite più gravi, era ancora integro nel suo contenitore. Se lo spalmò dove sentiva dolore. Poi Nayree iniziò a radunare tutto ciò che le poteva essere più utile. Era sul Pianeta Terrestre, sola, con l'Esercito del Pianeta Madre che l'avrebbe cercata per tutta la galassia per ottenere la sua vendetta.
 
  
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