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Autore: Frammenti di Specchio    20/10/2013    5 recensioni
Tony era stato tutto il giorno elettrizzato, felice, allegro... e lei si era sentita finalmente avvolta dall'amore di qualcuno, si era sentita davvero a casa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un bacio in punta di piedi
24 Dicembre 2013
 
 

 - Tanto tempo fa, lessi da qualche parte che uno dei tuoi sogni era diventare ballerina
 - Tony le si sedette accanto con un ampio sorriso dipinto sulle labbra mentre  le  
 minuscole lucine, che brillavano adornando l'albero di Natale, gli illuminavano il volto di 
 ogni colore. Lei, perplessa ed appoggiata allo schienale del divano, alzò solamente gli 
 occhi dal libro che stava leggendo. Lo squadrò attentamente e lui proseguì - Su quel 
 foglio bianco, stropicciato ed usurato dal tempo, c'era una croce nera che cancellava 
 quei sogni di bambina. - si alzò dal divano per camminare verso l'albero di Natale. Le mani in tasca, il passo lento e tranquillo.
Ziva osservò la sua schiena dritta con lo sguardo, in silenzio. Non riusciva cosa cercasse di dirle.
Era tornata a Washington per festeggiare con la famiglia la ricorrenza ed era stata felice quando Tony le aveva impedito di prenotare un albergo. Avevano trascorso assieme l'antivigilia fra una passeggiata nel parco e una cioccolata calda ai grandi magazzini e, a breve, avrebbero dovuto raggiungere casa di Gibbs per il cenone. Tony era stato tutto il giorno elettrizzato, felice, allegro... e lei si era sentita finalmente avvolta dall'amore di qualcuno, si era sentita davvero a casa.
Verso le cinque, mentre la neve iniziava a cadere dal cielo ricoprendo la città, si era seduta sul divano accanto alla finestra in modo da poter osservare quei minuscoli fiocchi bianchi e le luci colorate dell'albero davanti a lei. Aveva preso un libro e lo aveva aperto in grembo: A Christmas carol. Canto di Natale. Le era parso un buon libro da leggere per entrare nell'atmosfera natalizia; ma era riuscita ad arrivare solo alla quinta pagina perché Tony aveva iniziato a girarle attorno con agitazione. Alla fine, dopo sei tentativi d'iniziare una comunicazione, si era finalmente lasciato andare ed ora era chinato accanto all'albero di Natale intendo a recuperare qualcosa.
- Non ti ho mai detto una cosa, Ziva. - si alzò in piedi voltandosi verso la donna mentre teneva fra le mani una scatola blu cobalto - Ricordo poco di mia madre, ma c'è un particolare in te che me la fa sentire vicina.
Lei corrugò la fronte, meravigliata. Chiuse il libro e lo poggiò sul tavolino, poi piegò di lato la testa.
Tony le sorrise e tornò a sedersi sul divano accanto a lei. La guardò negli occhi e le porse la scatola blu legata con un fiocco di raso azzurro - Prendila. - disse solamente.
Ziva, sempre più sorpresa, si tirò più avanti sedendosi verso il bordo del divano ed afferrò il cofanetto. Le sue dita sfiorarono il velluto. - Che cos'è, Tony? - mormorò piano, piano.
- Aprilo. - la incitò posandole una mano sul ginocchio coperto solo da un leggero collant nero.
- Tony, io... - disse quasi imbarazzata. Era diventata rossa in viso.
Lui, allora, le si avvicinò e mentre l'aiutava a slegare il fiocco e ad aprirla, le disse - Ricordo che mia madre, appeso nel suo studio, aveva un paio di scarpette rosa... io pensavo fossero solo di bellezza, che le avesse messe lì per arredare quello studiolo e, invece, non era così... - aprendo la scatola, Ziva vide all'interno qualcosa avvolto in una pregiata stoffa avorio. Con lo sguardo fissò Tony poi, adagio, spostò i due lembi della stoffa trovandosi fra le mani un paio di scarpette da punta. Sorrise mentre le studiava - Tua madre ballava?
Lui annuì. - Lo seppi dopo la sua morte. Aveva ballato per anni ed il suo sogno era fare la ballerina.
Ziva voltò il capo - Doveva piacerle davvero molto... - mormorò mostrandogliele - Sono addolcite dagli esercizi, si vede bene... hanno perso anche il colore. - le fissò, sorridendo malinconicamente - Doveva tenere molto a queste scarpette...
- Tempo fa, mi dissi anche che le tue non le avevi tenute. Perché? - le domandò scostandole una ciocca di capelli dal viso e sistemandogliela dietro all'orecchio.
Lei tentennò un istante, abbassò lo sguardo stringendo le scarpe con forza e fece spallucce - Perché mio padre le gettò via. - sospirò - A suo parere, non bisogna tenere i ricordi d'infanzia perché rendono le persone deboli...
Tony fissò le scarpette che Ziva teneva ancora fra le mani; le stringeva come un gioiello prezioso. - Guarda nella scatola... - aggiunse poi indicandole con la testa la scatola. Il fiocco era scivolato per terra, ma a nessuno importava; lo avrebbero raccolto dopo.
Ziva scostò i capelli dietro la spalla destra e poggiò le scarpette sul divano. Afferrò la scatola e vide sul fondo un'altra scatoletta: questa volta bianca e ben chiusa con un nastrino dorato. L'afferrò saldamente spostando la scatola e riponendola sul pavimento. Slegò il nastrino con delicatezza. Sentiva il cuore in gola per l'agitazione - Tony, perché...
- Perché è Natale. Perché sei... tornata a casa. - disse solo mentre lei apriva il pacchetto.
Appena vide cosa conteneva sorrise come mai prima di allora. Un sorriso genuino, profondo, sincero. Tony vide i suoi occhi pieni di emozione - É...bellissima... - con cautela estrasse quel delicato dono: una dolce ballerina dall'ampio tutù di stoffa rosa in piedi sulle punte. Un carillon artigianale, perfetto.
Caricò il carillon e lo depose al centro del tavolino. La ballerina scolpita ed intarsiata a mano in ogni particolare, persino nei profondi occhi azzurri, danzava sulle punte sotto la dolce melodia dello Schiaccianoci.
- Sono felice che ti piaccia...
Lei voltò il capo. - Grazie...
- Per ringraziarmi, potrei chiederti un piccolo favore?
Lei piegò il capo di lato - Quale?
- Indosseresti le scarpette di mia madre? Voglio proprio vedere come ti stanno!
Ziva ebbe un attimo di titubanza, ma gli occhi di Tony le diedero sicurezza. Recuperò le scarpe da punta poggiate sul divano ed infilò la prima scarpetta come Cenerentola: le calzava a pennello. Erano perfette. Quasi meravigliata, ricordò come si allacciavano, ricordò l'incrocio sulla caviglia ed il doppio giro attorno ad essa, nascondendo infine il fiocco. Fece la medesima cosa con l'altra, poi fissò Tony. - Soddisfatto?
- Ho sognato mia madre con queste scarpette per tutta l'infanzia... era come una fata.. - le afferrò le mani - Anche tu sembri una bellissima fata... Alzati... - l'aiutò a mettersi in piedi e la fissò negli occhi sulle note dello Schiaccianoci.
Stringeva le mani alla sua ballerina, le stringeva con così tanta dolcezza che lei si perse nei suoi occhi. Lui le si avvicinò posando le mani sui fianchi. Erano così vicini che i loro nasi poterono sfiorarsi e, lentamente, Ziva iniziò a strofinare dolcemente il naso contro quello di Tony percependo quant'erano lisce le loro pelli. Lui rise divertito mentre la stringeva ancora di più ed iniziava anche lui a sfiorarle il nasino.
Lei, invece, sentendosi avvolta da tanto amore, si alzò di scatto in punta di piedi ed iniziò  mordicchiargli le labbra.
In risposta, lui poggiò una mano dietro la sua testa ed una alla base della schiena e l'attirò a sé. La baciò con passione quasi volesse entrare in lei con tutto il corpo. Assaporò le sue labbra, il suo respiro, la sua anima...
Le mani di lei s'intrecciarono dietro al collo di Tony come incatenandolo a sé per non lasciarlo andare mai più. Fu come un vortice di passione ed amore che strinse entrambi l'uno nell'altro.
Quando si staccarono, entrambi rimasero a fissarsi negli occhi. In silenzio. Anche il carillon aveva smesso di emanare la sua melodia.
Alla fine, dopo lunghi secondi di pausa, Tony le accarezzò la guancia con il dorso della mano, le baciò ancora le labbra, poi il naso, poi ancora le labbra. Infine, mormorò - Buon Natale, Amore mio...




In ricordo della mia passione per la danza...
   
 
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