Passo lento. Ciottoli sotto le mie scarpe, calpestati brutalmente, disperatamente. Vento addosso, sulla pelle, negli occhi, mani invisibili che frugano nel mio cappotto, schiaffeggiano la mia faccia. Caldo sole sulla testa, affanno nel respiro, testa bassa, mani in tasca, fremito che pervade il corpo, indolenzimento, occhi persi a scrutare il nulla, capelli accarezzati dalla pungente brezza, e poi il silenzio; unico rumore quello della mia anima che mi parla con termini arcani di innaturale bellezza e dolce dolore. Alzo il viso; cruda realtà: è necessario arrendersi per riscattare se stessi.