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Autore: Ehybastaldo_    21/10/2013    14 recensioni
Aprii la bocca cercando di dire un nome, ma Beth mi anticipò "C'è mia nonna che mi rompe sempre le ovaie con una stupida band di cui era ossessionata da adolescente".
"I Jonas Brothers?" provò Josh. Ci girammo tutte e tre nello stesso istante, guardando il ragazzo in modo strano.
"Che c'è? Anche mia nonna è stata adolescente" si giustificò lui, scatenando le nostre risa. Alzò gli occhi al cielo.
Ci voleva un bene dell'anima anche lui, era abituato perfino ai nostri giorni no durante la settimana del ciclo... E faceva il vero migliore amico -qual era- cercando di farci svagare il altri modi.
"No, One Dictation... Una cosa del genere" continuò Beth, alla ricerca del nome.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non chiedetemi perchè sono ancora qui, idk.
Ma visto che anche per me il finale 
non è stato il massimo, ho voluto rimediare
spiegando e aggiungendo tanti dettagli :3

Spero vi piaccia, e bo... Se volete mi 
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EXTRA - ALICE NEL PAESE DELLE PORCHERIE.
 
 
Spinsi la porta dell'ingresso con una tale forza che anche la ragazza dai lunghi capelli rossi seduta dietro il bancone del bar mi guardò male.
Non mi feci problemi a ricambiare lo sguardo assassino e, uscendo delle monete dalla tasca del jeans, mi affrettai ad avvicinarmi alla vetrina dei gelati. Aguzzai lo sguardo come una bambina, e saltellai di gusto in gusto per scegliere quello che avrei dovuto mangiare da lì a qualche momento.
Non ero incazzata; di più. Causa? Zayn!
Sì, proprio il mio ragazzo dopo mesi di uscite, baci e quant'altro, si nascondeva per parlare con i suoi migliori amici, e una volta che mi aveva notato sul ciglio della porta intenta a capire cosa confabulavano quei cinque idioti sottovoce, ne aveva sparata una su due piedi, come se io potessi credere ad una scemenza del tipo 'Parlavamo dell'ultimo compito di matematica'.
Non me l'avevano detto, così io avevo preso il mio cellulare e me n'ero andata da quella villa con tanto di broncio che avrei di sicuro tenuto per non saprei quanto tempo.     
Questa volta aveva esagerato: sapeva della mia mania di gelosia e, anche se non lo facevo apposta, poteva evitare di parlare con i suoi amici di altre ragazze mentre mi trovavo in casa sua, loro.
Non ero certa che parlavano di ragazze o porcate, come loro solito fare; ma quando avevo chiesto a Zayn di dirmi di cosa stavano parlando così ben nascosti in un angolo della casa e che questo non mi aveva risposto -se non con una banalità assoluta-, ma anzi abbassato lo sguardo, non mi ci era voluto molto per capire che stavano spettecolando su chissà quale ragazza bellissima, che io al suo confronto sembravo un ornitorinco.
"Salve, cosa vuole?" mi chiese un ragazzo aldilà del bancone con tanto di sorriso smagliante.
E se ancora non fossi stata innamorata di Zayn come un'adolescente -qual ero-, avrei volentieri risposto 'Il ragazzo di fronte a me.', senza vergogna.
Ma non potevo; non dovevo abbassarmi ai livelli di quel branco di dementi che credevo miei amici fino a poco prima.
Aprii bocca per dire i gusti che avevo scelto, ma qualcuno mi anticipò parlandomi alle spalle.
"Due coni alla nutella e stracciatella." disse qualcuno di estremamente familiare.
Il ragazzo dietro al bancone dei gelati si mise subito all'opera, afferrando saldamente una cialda tra le mani e ammorbidendo un po' il mio gusto di gelato preferito. Perchè sì, nonostante ogni volta che mettevo piede in un bar passassi interi minuti a riflettere sul gusto da scegliere per riempire il mio cono, alla fine sarei caduta nel banale scegliendo gli stessi: nutella e stracciatella.
Mi voltai scocciata verso il ragazzo che aveva fatto l'ordine anche per me, o almeno speravo lo fosse.
"Per chi è il secondo?" chiesi con una punta di acidità, anche se tutto quello mi risultava abbastanza difficile.
Con Zayn, il ragazzo che adesso avevo di fronte, era un continuo litigi anche per cose banali e futili. Ma la parte migliore veniva dopo: fare pace.
Non avevamo mai litigato seriamente -come era invece successa stavolta-, non avevamo mai alzato la voce l'uno contro l'altro, e davvero non riuscivo a capire come ci eravamo arrivati a questo punto.
Ma lui non sembrava, però, poi così tanto turbato. Anzi, il suo viso era aperto in un bellissimo sorriso che per qualche momento mi fece mancare l'aria.
Stronzo e pure bello!
Sapeva che quel suo fottutissimo sorriso era il mio tallone di Achille, il mio punto debole insomma. Lui che mi faceva sciogliere, lui che trovava una soluzione a tutto, anche alla cosa più impossibile che potesse esistere.
Da quando c'era lui nella mia vita -anche se forse ci era entrato prepotentemente, facendomi anche paura nei primi tempi-, tutto andava per il verso giusto. E non era mai stata così!
Non era mai successo nulla di particolare, infatti, se non dopo l'arrivo di Zayn che mi aveva strategicamente incastrato nella sua morsa. Ma di questo non mi dispiaceva proprio nulla, anzi!
Erano stati bellissimi i mesi che avevo passato con lui, le uscite che avevamo fatto a coppie con i miei e i suoi amici, le sorprese che tanto odiavo ma che gli facevo passare solo perchè era lui a farmele, le coccole che ci facevamo sotto le coperte quando fuori pioveva ed io ero sola in casa perchè papà era a lavoro...
Solo che faceva male parlarne al passato, nonostante fossimo separati da... Mezz'ora!
"Per quella ragazza lì." e indicò alle sue spalle, ignaro del fatto che dove aveva appena puntato il dito, ahimè, davvero stava seduta una ragazza.
Che l'avesse fatto apposta o meno, la vista di una bellissima ragazza bionda con tanto di rossetto rosso impregnato sulle labbra, mi fece ribollire il sangue.
"Ecco a voi il gelato." la voce del ragazzo dietro il bancone mi richiamò, facendomi lampeggiare la lampadina del genio che tenevo ben nascosta nella mia testolina.
Afferrai il mio cono-gelato e ancora più velocemente lo stampai nella guancia calda del mio -ormai ex- fidanzato. Gliel'avevo gridato ben due volte prima di uscire da casa sua che tra noi ormai era finita, stufa dei suoi continui segreti. Io mi ero aperta totalmente, e lui?
Camminai fino l'ingresso, sentendomi chiedere un "Perchè?" alle spalle.
Perfino la ragazza bionda si girò a guardarci durante tutta la scenata. Ok... Tutto il bar l'aveva visto.
Uscii da quel locale così velocemente che per poco non imprecai quando il sole di Agosto mi accecò letteralmente.
"Fanculo." sbottai, mentre sentii la porta alle mie spalle riaprirsi e richiudersi velocemente.
Mi sentii presa per le spalle e violentemente girata su me stessa fino ad incontrare due occhi color cioccolato che mi fissavano sconcertati.
"Dico, ma sei uscita pazza?"
Avrei voluto urlargli di sì! Che ero uscita pazza per lui, di lui! Ma evidentemente tutti quei mesi passati insieme non gli avevano ben chiarito cosa io provassi nei suoi confronti. E forse, nemmeno ero ricambiata come credevo, a questo punto.
"Sai perchè l'ho fatto." con la testa indicai attraverso il vetro del bar la biondina che giocherellava con il suo cellulare, e Zayn spalancò gli occhi.
"Io scherzavo, Ariel. Pensavo che quando avessi sentito il tuo gusto preferito avresti capito che fosse per te." per poco non sbraitò.
E forse l'avevo capito; ma la rabbia e la gelosia di aver trovato una ragazza più bella di me davanti a Zayn, mi aveva offuscato la ragione.
Abbassai il capo, fissando intensamente i miei sandali.
"Scusami." sussurrai appena, quasi nemmeno io riuscivo a sentirmi.
Lo sentii sospirare a lungo, poi le sue braccia si avvitarono alle mie spalle e il mio viso venne appoggiato al suo petto. Il mio rifugio.
"Non ti devi permettere più di scappare da casa mia in quel modo. Mi hai fatto preoccupare quando sei passata col rosso." mi rimproverò con fare da genitore.
Sorrisi appena, stringendogli la maglia bianca con lo scollo a 'V' che stava indossando al momento.
"Tanto, se morivo, che problema c'era?" sussurrai ancora, sperando che però non avesse sentito nulla di quello che avevo appena detto.
Non che io volessi morire, ma forse staccare la spina ogni tanto con qualcosa di folle era l'ideale.
Sentii Zayn strattonarmi e allontanarmi dal suo petto, e quando rialzai lo sguardo me lo ritrovai ad incenerirmi col suo.
Che avevo detto di male? Mi ero solo innamorata di un pazzo. E si sa che due persone non si prendono se non si somigliano.
"Vuoi sapere di cosa stavamo parlando io ed i ragazzi?" mi chiese convinto.
Lo volevo sapere, ma non l'avrei mai costretto a dirmelo, non dopo la sfuriata che gli avevo fatto davanti ai suoi amici. Avrei dovuto chiedere scusa pure a loro, rendendomi solo adesso conto di quanto ipocrita e deficiente fossi stata.
Che mi importava cosa si stavano dicendo? Loro mica si impicciavano dei fatti miei quando sparlottavo con i miei amici.
Peccato che io arrivavo sempre tardi a pensare ragionevolmente.
Mi grattai la base del collo, soffiando un "Se vuoi."
Se vuoi? Ma io ero pazza! Una pazza lunatica, ecco cos'ero in realtà!
La mano di Zayn afferrò la mia, e con passo svelto mi guidò verso il primo parco pieno di giardinetti che trovò lungo il cammino.
Stranamente, anche quello mi ricordava qualcosa che però non riuscivo a collegare.
Lasciai subito perdere.



"Quindi, mi stai dicendo che tu sei vivo per la seconda volta?"
Non sapevo se ridere... O piangere... Forse dovevo piangere dalle risate, perchè quella storiella era troppo inverosimile per essere vera.
Il mio ragazzo era stato un fantasma? Cioè, il mio ragazzo stava vivendo per la seconda volta sulla Terra, dopo che mi aveva conosciuto quando era un fantasma?
Io la trovavo una cosa divertente e sopratutto una presa per il culo. Ma Zayn era impassibile e quasi mi preoccupava tutta quella serietà.
Se voleva non dirmi di cosa stavano parlottando con gli altri, bastava dirmelo in faccia e dopo quella litigata sarebbe finita lì. Il modo per farsi perdonare lo trovava sempre, comunque.
Ma riuscire ad inventare una simile storia come quella... Beh, mi dava fastidio.
"Zayn..."
"Te lo giuro. Aspetta!" frugò nella sua tasca del jeans e ne uscii qualche foto, mostrandomele.
Non ricordavo di essere mai andata al mini-golf con lui. Tantomeno con i miei amici.
Non ero brava in nessuno sport; figuriamoci in quello!
Ma intanto quelle foto ritraevamo sia me che lui, abbracciati, mentre mi insegnava a tirare in una delle tante buche del campo.
"Le ho dovute fregare dalla stanza di Juls prima di ritornare da dove ero venuto, o avrebbe cominciato a chiedersi chi fossi io che ti abbracciavo e aiutavo a fare buca. Loro, però, non mi vedevamo. Pensavano che all'improvviso eri diventata bravissima a quel gioco. Quel giorno, per farti un dispetto, ero voluto uscire con Juls; ma visto che l'unica che mi vedeva eri tu, ne ho approfittato per conoscerti meglio."
"Ti vedevo solo io?" lo interruppi, confusa.
Lui annuì e mi spiegò che l'avevamo richiamato con una stupida filastrocca che aveva, stranamente, funzionato. La sera era in camera mia e, dopo il primo periodo strano avendolo sempre in mezzo ai piedi, finalmente mi ero affezionata a lui come se fosse una persona normale. Rimaneva il problema, però, che lo riuscivo a vedere solo io.
Era riuscito a convincere il suo Capo a farlo tornare in vita per solo un giorno, compresi i suoi amici, che altro non erano quelle capre che avrei picchiato una volta che li avrei rivisti quel pomeriggio. E mi aveva portato al ballo.
Ecco perchè avevo delle foto di quella sera e non ricordavo mai con chi fossi andata. Alla fine, cedendo, avevo dato la colpa all'alcool che non c'era alla festa, e perfino papà aveva creduto alla balla, giusto per non dirmi che sarei rimasta zitella a vita e autoconvincersi che sua figlia fosse andata ad una festa con uno sconosciuto che non avrebbe mai conosciuto.
E poi era sparito, perchè il suo tempo era finito e lui doveva ritornare a casa sua, nell'aldilà. Mi aveva promesso di rimanere al fianco, fin quando Harry non aveva avuto un'intelligente idea.
Lui era tornato sulla Terra in veste di normale ragazzo; perchè, da quello che avevo capito, Zayn era un cantante di fama mondiale durante i suoi anni.
"Non ti ricordi nemmeno di questa?" lo vidi infilare una mano nella mia maglia, e diventai rossa in viso.
Volevo rimproverarlo, visto che ci trovavamo in un luogo pubblico; ma quando uscii da sotto la maglia il ciondolo che non avevo mai capito da dove arrivasse, mi bloccai immediatamente.
"Vedi questo?" alzò un braccio e mi fece osservare il suo tatuaggio che di certo non mi era mai passato inosservato.
Non avevo mai capito come quel ciondolo fosse arrivato al mio collo; ma quando un giorno lo notai stampato al braccio di Zayn, capii che era un segno del destino: dovevamo stare insieme, noi due.
"E non ti sei mai chiesta da dove arrivasse questo?" e stavolta mi alzò la maglia, scoprendo il tatuaggio che mi ero fatta non saprei quando e che però continuavo a tenere nascosto a papà.
Era il segno dell'infinito, e a meno che non l'avessi fatto in un momento di dormiveglia, non capivo cosa potesse significare.
"Sai perchè l'hai fatto? E sai perchè dopo qualche giorno che sono ritornato sulla Terra l'ho fatto anche io senza che però tu sapessi niente?" alzò anche la sua maglia, mostrandomi il piccolo segno dell'infinito che per poco non si notava se non si guardava attentamente.
Scossi la testa: io avevo paura degli aghi! Se avevo fatto una cosa del genere, avevo di sicuro un motivo ben preciso.
"Perchè ti avevo promesso di starti vicino per tutta la vita, all'infinito. E così sto facendo." mi sorrise.
A quel punto il mio cuore fece una capriola.
Quante cose che non mi ero spiegata per tutto quel tempo, finalmente stavano avendo delle risposte. E la cosa mi rendeva felice.
Ero felice perchè tutti quei segni nella mia vita erano causati da Zayn, e io non mi ero mai resa conto di questo. 
A volte mi sembrava di essere stata in qualche posto o che avessi già vissuto un determinato momento senza trovare una soluzione, se non definirmi una pazza psicopatica.
Ma così era più semplice: Zayn era la risposta a tutto.
Zayn era stato con me da più di un anno, e io non lo ricordavo. Stavo male per questo, ma in fondo ero felice perchè aveva tolto la sua fama dal ricordo delle persone solo per restarmi al fianco e crescere insieme.
D'istinto lo abbracciai e restammo in quella posizione per un paio di minuti, completamente in silenzio.
Nei nostri petti i cuori battevano forte. Riuscivo a sentire il suo, mentre con la mano che strusciava sulla schiena, provava a distrarmi.
Era sempre bello stare tra le sue braccia, ma un dubbio mi stava attanagliando. Così mi staccai e lo guardai negli occhi.
"Perchè tu e gli altri non provate di nuovo a diventare famosi? Da quello che sento ogni tanto, avete delle belle voci e sono sicura che colpirete immediatamente qualche persona famosa o casa discografica." gli consigliai a bassa voce.
Lui scosse velocemente la testa, sussurrando un "No. Non è bella quella vita come tutti si aspettano. E' vero, giri il mondo, scopri nuove cose e incontri tanta gente famosa. Ma non hai un attimo di tempo libero, non ti lasciano respirare, hai sempre degli ordini da eseguire senza che ti sia concesso di controbattere. Non hai una privacy, i giornalisti, se potessero, entrerebbero in casa tua per seguirti anche quando vai nel bagno. E poi, cosa più importante, non avrei te. Sai quanto mi è costato tenere ben salda una relazione a distanza? Alla fine è risultato un disastro e mi sono potuto sposare solo quando ormai la carriera andava calando, quando gli ascolti diminuivano e i One Direction diventavano un ricordo." sorrisi.
"Vi chiamavate così? One direction? Perchè?"
Suonava strano come nome, ma ero sicura che dietro tutto quello c'era un significato profondo.
"Perchè era bello come nome. Pensa che Niall voleva che ci chiamassimo 'Niall e i suoi scagnozzi'." rise, e io risi con lui.
"No, seriamente. Il nome diventò azzeccato quando le fans cominciarono a seguirci in massa, e non parlo solo a livello nazionale. Abbiamo girato il mondo: America, Giappone, Europa! Ho scoperto cose di cui non pensavo minimamente di poter conoscere mai fino a qualche tempo prima. Ma non era facile, come ti ho già detto. La mia famiglia era a chilometri e ore di lontananza, mi mancavano un casino e ci riuscivo a parlare pochissimo anche per telefono; e quando tornavo a casa, si trattava solo per qualche giorno e io non voglio rifare quella vita solo per vederti poche ore. Ho già avuto la mia occasione, l'ho vissuta appieno, ma ora sono pronto alla mia seconda possibilità, perchè è questo che per ora vivo." disse tutto d'un fiato.
Non ero mai stata una tipa che si sarebbe commossa con parole che forse erano frutto dell'immaginazione di uno stupido ragazzo. Ma per la prima volta sentii i miei occhi inumidirsi di lacrime e tirai su col naso per non farne uscire nemmeno una.
"Quindi... Stai facendo tutto questo per me?" chiesi, il sorriso sulle labbra pronta ad esplodere.
Lui annuì.
"Per noi." confessò con un sorriso. E di nuovo gli saltai addosso, baciandolo e abbracciandolo a più non posso.
Lui rideva ed io anche, finchè non mi bloccò e mi propose di andare nel negozio di dolci non molto lontano da noi.
Mi conosceva abbastanza, più di quanto un anno potesse permettere a qualcuno di conoscermi per bene. E lo adoravo per questo.
Fui felice come una Pasqua quando entrai nel locale, sentendomi proprio come Alice nel paese delle porcherie.


QUALCHE ANNO DOPO.


"Vuoi tu, Zayn Jawaad Malik, prendere come sposa la qui presente Ariel Smith, per amarla e onorarla finchè morte non vi separi?"
Gli occhi cioccolato del mio ragazzo puntarono nel mio sguardo, sorridendo prima di sussurrare un "Sì, lo voglio."
Allora il prete guardò me, recitando nuovamente quelle parole che stavano cambiando completamente la mia vita.
"E vuoi tu, Ariel Smith, prendere come sposo il qui presente Zayn Jawaad Malik, per amarlo ed onorarlo finchè morte non vi separi?"
Continuai a fissare Zayn negli occhi prima di rispondere un sicuro "No." secco.
Nella chiesa si alzò un enorme boato di stupore, e prima che qualcuno mi chiedesse che cavolo mi passava per la testa, mi affrettai ad aggiungere "Io non smetterò di amarti alla morte, lo farò anche dopo."
Il viso di Zayn si rassenerò alle mie parole, mentre il prete si schiarì la voce, leggermente confuso.
"Ehm... Non è detto che moriate insieme..." provò a spiegarmi, mentre io afferrai le mani di Zayn e giocherellai con le sue dita.
I nostri occhi erano come calamite, e anche nel nostro giorno che tanto attendevamo da tempo, non facevamo altro che divorarci con solo lo sguardo.
"Non è detto nemmeno il contrario." ipotizzai, lasciando tutti in suspance.
"E' una minaccia?" mi chiese scherzosamente Zayn.
Scossi la testa divertita "E' una promessa." ammiccai, facendolo ridere.
Il prete si ricompose e "Con il potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro marito e moglie. Adesso puoi baciare la sposa."
E non ci fu bisogno di quella frase per far unire le nostre labbra in un bacio con sottofondo gli applausi di amici e parenti che si erano uniti nel nostro matrimonio.
Come in una favola, continuammo la nostra vita -e oltre- felici e contenti. A differenza però del normale lieto fine, nel nostro caso, non era stata la sirenetta -alias Ariel del cartone- a lasciare la sua casa, ma il principe che aveva capito che non poteva stare senza la sua amata, tornando sulla Terra.
E avevo capito di amarlo talmente tanto da credere ad una stupida storiella solo perchè nei suoi occhi avevo visto la felicità. E quando riesci a vedere il mare in un paio di occhi marroni, è la fine.


 
FINE.






 
   
 
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