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Autore: CEFFY93M    21/10/2013    1 recensioni
"Alza un pò lo sguardo Herondale!Buon compleanno!"
Non appena alzò la testa a Will mancò il fiato. Erano sul Blackfriars Bridge,il meraviglioso ponte di Londra, luogo preferito di Jem. Lui non lo aveva mai confessato a Will ma al ragazzo era bastato vedere lo sguardo con cui Jem si tuffava a guardare il ponte ogni volta che vi passavano per capire quanto amasse quel posto.
Era un luogo magico: il Tamigi si estendeva imponente davanti a due ragazzi,lasciandoli senza fiato.
Will sorrise,tanto intensamente da spingere Jem ad avvicinarsi a lui.
"Ti piace?" chiese mettendogli una mano sulla spalla.
Will lo guardò deciso "Sì,è bellissimo. E' qui che vieni quando esci di nascosto,non è vero?"
Jem distolse lo sguardo e andò a sedersi per terra. Will lo imitò,il cuore che gli martellava nel petto.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!In questi giorni mi sono sbizzarrita con le storie :D
Questa è una serie di missing moments,mai raccontati nel libro e inventati da me, della mia bromance preferita: HERONSTAIRS.
Questo in particolare l'ho scritto di getto dopo aver finito la Principessa.
Amo follemente Will, lui è indubbiamente il mio personaggio preferito di tutti i libri.
E amo anche Jem,perchè credo che sia la parte migliore di Will.
Amo il loro legame,le emozioni più forti le ho provate con loro,e cercherò di raccontarlo in questi momenti.
CEFFY


                                                                                1. Buon compleanno,Will!
Londra,1876 
"Jem, Jem, JAMES PER L'ANGELO!Si può sapere dove stiamo andando?" 
William cercava di farsi goffamente strada tra la folla di Londra, mentre le campane suonavano le 10. 
Il rumore era talmente assordante che Will si tappò le orecchie, profondamente infastidito. 
"William Herondale, puoi pazientare un altro po' e seguirmi in silenzio?" Jem si girò e gli sorrise calmo
"Mi hai mai visto pazientare? Io e la pazienza non andiamo d'accordo" rispose Will seccato
"E' un vero peccato"
Will sbuffò e accellerò il passo, cercando di stare dietro all'amico. 
Jem uscì da quel vicolo e si fermò, per aspettare Will. Era il giorno del suo 15esimo compleanno e, nonostante il caratteraccio del suo parabatai, Jem sapeva che Will sarebbe stato felice di passare del tempo con lui, fuori dall'Istituto.
Fin da quando si erano incontrati la prima volta, a 12 anni,Jem aveva saputo riconoscere negli occhi di Will-gli occhi più azzurri che avesse mai visto-la dolcezza sotto l'apparente durezza e ostilità. Era il suo parabatai, e gli voleva bene. Voleva bene a Will più che a chiunque altro. 
Quando Will raggiunse finalmente Jem fuori dal vicolo, era sudato e i capelli neri gli si erano arricciati, andandogli davanti agli occhi.
Imprecò in gallese, il suo dialetto d'origine, cercando di ricomporsi mentre Jem gli diede una gomitata e disse "Alza un po' lo sguardo Herondale!Buon compleanno!"
Non appena alzò la testa a Will mancò il fiato. Erano sul Blackfriars Bridge, il meraviglioso ponte di Londra, luogo preferito di Jem. Lui non lo aveva mai confessato a Will ma al ragazzo era bastato vedere lo sguardo con cui Jem si tuffava a guardare il ponte ogni volta che vi passavano per capire quanto amasse quel posto.
Era un luogo magico: il Tamigi si estendeva imponente davanti a due ragazzi, lasciandoli senza fiato. 
Will sorrise, tanto intensamente da spingere Jem ad avvicinarsi a lui. 
"Ti piace?" chiese mettendogli una mano sulla spalla.
Will lo guardò deciso "Sì,è bellissimo. E' qui che vieni quando esci di nascosto,non è vero?"
Jem distolse lo sguardo e andò a sedersi per terra. Will lo imitò, il cuore che gli martellava nel petto.
"Sì" disse infine Jem "Quando sono qui, guardando il Tamigi, ho l'impressione di poter fare qualsiasi cosa. Di poter vivere mille vite, e tutte diverse. Per pochi minuti dimentico..." Gli si spezzò la voce e Will strinse i pugni lungo la vita. Non poteva sopportare di vederlo così.Sapeva che non c'era nulla da fare, ma non avrebbe mai imparato ad accettarlo. Come avrebbe potuto rinunciare a Jem, la sua parte migliore?
"Sai che possiamo cercare una cura" rispose Will. Si sentiva in bocca il gusto del sangue, e raggelò lui stesso nel pronunciare quelle parole.
"No William, sai bene che non esiste cura" Poi si girò e gli rivolse un sorriso rassegnato "Ma ho te. E mi basta.Mi è sempre bastato da quando ci siamo incontrati."
Will serrò la mascella, per evitare di piangere. Non lo faceva mai, non l'avrebbe fatto di certo di fronte a Jem. Ma al pensiero di una vita senza di lui, sentiva il respiro venirgli meno. 
"Lo so, ed è lo stesso per me. Il mio cuore di ghiaccio si scioglie quando si tratta di te" rispose Will e cercò di sfoderare un sorriso,tuttavia poco convincente. 
"A-a-a non è stato sempre così, ricordi?Quando sono arrivato all'Istituto mi hai quasi insultato." ricordò Jem sorridendo "Poi hai saputo della mia malattia e .."
Will balzò in piedi e divenne paonazzo in viso "Pensi davvero che sia diventato tuo amico, il tuo parabatai, solo perchè stavi per morire?!!!"
Jem alzò lo sguardo calmo verso di lui "Sto ancora per morire William"
"Ma non è questo il punto per l'Angelo!" Will imprecò e si mise le mani tra i capelli, così violentemente che gli rimasero alcune ciocche in mano.
Jem lo guardava con dolcezza e gli fece segno di tornarsi a sedere.
Will obbedì "Jem, io non sarei mai diventato il tuo parabatai per pietà nei tuoi confronti. Non mi è importato che tu stessi per morire; o meglio mi è importato ma perchè mi importava di te. Mi è sempre importato di te. Non posso essere William Herondale senza di te, James Carstairs. Tu sei la parte migliore di me." Will gli mise una mano sulla spalla e recitò -Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch'io-
Jem gli strinse la mano di rimando "William, non volevo dire che sei diventato il mio parabatai per pietà della mia malattia, ma volevo dire che nessun altro avrebbe scelto un compagno così. Tu non hai avuto paura e anzi, la mia malattia non ti hai mai spaventato. Per te sono sempre stato Jem. Solo e soltanto Jem.Non Jem, il drogato" Fu come se sputasse tutto il veleno del suo corpo riversandolo in quell'ultima parola.
Will aprì la bocca, ma poi la richiuse. Cominciò a gesticolare lentamente, come se stesse cercando di trovare le parole giuste
"Tu hai sempre accettato tutto di me: la mia ostilità,il mio caratteraccio,la mia ironia...la mia rabbia.Io per te sono sempre e solo William."
"Sì, e quando guardo i tuoi occhi so che ho visto giusto: c'è ancora speranza per te, Herondale." Gli sorrise dolcemente
Will inspirò profondamente poi disse:
"Per me non lo so, ma per noi c'è sicuramente speranza." Si alzò e tese una mano a Jem che lo guardò sorpreso
"E ora che succede?"
"Succede che ne andiamo a sbronzarci...è o non è il mio compleanno?"
Jem rise di gusto, facendo restare perplesso Will "Beh,che c'è?Non vuoi?Ma che razza di amico sei..."
"Will, sono le 10 di mattina" 
"Non è mai troppo presto per bere"
Si incamminò deciso quando Jem lo prese per il polso e disse "So io dove dobbiamo andare ora...Hatchards ci aspetta!"
Will finse indifferenza "Hatchards, la libreria a Piccadilly?"
"Sì, esatto.Su dai, non fare il finto tonto so che stai morendo dalla voglia di comprare quel libro di cui mi parlavi l'altro giorno...Grandi pietanze?" scherzò Jem
"Grandi speranze " lo corresse Will "Sei un caso disperato James, basta che hai la tua musica e il tuo violino...di letteratura proprio non ti indendi eh."
"Per quello ci sei tu.E adesso andiamo, prima che tu ti metta a bere e cambi idea" 
"Non avevo ancora detto di sì Jem. Non sono neanche più padrone di decidere cosa fare il giorno del mio compleanno, che noia"
Jem ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla mentre Will non potè evitare di sentirsi felice: non lo avrebbe mai ammesso ma Jem aveva esattamente indovinato dove avrebbe voluto passare la giornata.
Jem,l a parte migliore di lui, che lo conosceva meglio di chiunque altro. 

 


  
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