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Autore: Blam_    22/10/2013    1 recensioni
Mi chiedo che senso ha?
Non la vita. La vita non ha nessun senso. Già il parto è una cosa inutile: devi soffrire per regalare al mondo una vita che probabilmente non avrà nessun senso.
Prima dovevi sopravvivere per vivere, ora se sei vivo esisti.
La vita è un peso.
Ma che senso ha?
Si può essere indipendentemente liberi?
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Non è importante sapere chi sono, i miei segni particolari o se amo o meno la Nutella. Sono qui solo per raccontare una storia. La mia. 
Ho deciso che pur non essendo una persona famosa o qualcuno degno di una certa fama, la mia storia voglio raccontarla comunque. Credo che ogni racconto, fiaba, ricordo, merita di essere raccontato a prescindere dalla sua banalità. La critica è per coloro che cercano disperatamente di avere un posto nel mondo e che sfogano la loro rabbia con un filino di invidia sul lavoro degli altri. Io più di tutti ne facevo parte. 
Quindi ora non mi importano le conseguenze che nasceranno da questa storia, cerco solo un modo per sfogarmi innocentemente, potrebbe anche essere interessante.
Sono nato 73 anni fa in una vecchia dogana abbandonata  su una montagna, Tra Italia e Austria. Mia madre era ed è sempre stata ,anche dopo la morte, una specie di vagabonda giramondo con una casa ben precisa: le piaceva viaggiare e conoscere ,così i miei nonni le finanziarono i primi viaggi affinchè potesse capire meglio che la vita di un senza meta è priva di agiatezze e certezze che solo un focolare può dare, a patto però che una volta all'anno, per una settimana, tornasse a casa. Tutta questa psicologia inversa non fece che aumentare lo spirito d'avventura di mia madre che considerava tutto un "viaggio avventuroso", anche 'entrare in un bar e prendere un caffè. 
Era un tipo stravagante mia madre, aveva un carattere burbero e solare allo stesso tempo...forse era anche un pò lunatica. Parlavamo a sguardi e ci intendevamo a gesti. Eravamo così in sintonia che le partite a scopa finivano sempre in un pareggio o con una mia mostruosa sconfitta causata dalla mia iperattività. 
Era un essere così insolito e frenetico che non si accorse nemmeno di star per partorire in piedi, intenta a filmare i pendii delle Alpi e a non calpestare il concime naturale fornito dagli animali. Quando capì che suo figlio non avrebbe sopportato un minuto di più dentro quell'inferno, strozzato da una corda viscida e nutrito con grilli fritti e canederli, si diede una pacca sulla pancia credendo che mi avrebbe fatto uscire più in fretta. In realtà la mia testa sfiorava già le sue mutande quando si degnò di controllare. 
Uscii da quel buco troppo stretto grazie a un fotografo che mia madre si era portata con se, mi pulirono con della birra diluita e mi infagottarono nella giacca di pelle del mio presunto padre, l'unica cosa che mia madre non bruciò di lui perchè le piaceva e perchè non aveva mai avuto una giacca di pelle. 
La mia nascita non cambiò lo stile di vita di mia madre anzi, era convinta che un giorno grazie al mio vagabondare avrei trovato un mio stile di vita e sarei diventato un grande uomo. 
Continuò a gironzolare per il pianeta, aprendo attività fruttifere in un luogo e  donando tutto ai medici africani, rincorrendo una mamma canguro e cercando di sfrattare il piccolo mettendo me al suo posto. Imparai ad accendere un fuoco con lo sterco secco di mucche milka in Svizzera, a costruire una zattera per pescare in Thailandia e a fare igloo con la neve in Russia. Imparai a fare il contabile per la mamma, la fine arte della finanza per aiutare mamma nella sua raccolta fondi al fine di continuare i suoi viaggi e imparai che i bambini di 8 anni di solito giocano con altri bambini.
  
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