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Autore: JulietAndRomeo    22/10/2013    11 recensioni
Dal prologo:
-Non indovinerai mai quello che abbiamo visto- disse Pansy.
-Perché, che avete visto Pan?-.
-Malfoy si è dichiarato- rispose Daphne.
Per chi di voi sarà così coraggioso da leggere questo sclero notturno, tutte le informazioni alla fine del prologo.
E adesso: leggete, leggete, leggete! :D
... e recensite se vi va. xD
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 32



Che cosa immonda  pensò Ginny, quando quella sera ricevette diverse Strillettere dalla sua famiglia.
Tutte dicevano la stessa cosa: Harry è un così bravo ragazzo, come hai potuto?, che razza di sorella ho?, non è questo il modo in cui ti abbiamo cresciuta, che ne hai fatto della mia dolce bambina?, spero questa cosa sia solo uno scherzo, e così via.
Ginny disgustata da quella bontà non indirizzata a lei, aveva silenziato le lettere, quando la terza aveva ricominciato la stessa ramanzina delle prime due, poi le aveva viste lentamente bruciare e contorcersi tra le fiamme.
Chiunque fosse stato doveva pagare. E lei aveva già un’idea di chi ci fosse dietro. L’unico problema era dimostrarlo, dato che il giorno della partita lei  era al campo. L’aveva vista raccogliere le sue solite scommesse e poi andarsi a piazzare sugli spalti con i suoi compagni. Non poteva essere stata lei ad entrare nella sua stanza. Ginny aveva già pensato all’aiuto di un complice, ma chi si sarebbe prestetato ad una simile cosa se non le sue amiche, anche loro allo stadio quel giorno?
Aveva tentato di rintracciare qualche comportamento sospetto in quelle tre ragazze, le aveva pedinate, osservate e studiate per tre interi giorni e non aveva ricavato niente.
Buttò le gambe giù dal letto e scese in Sala Comune. Le solite occhiate malevole, il solito silenzio pesante e Ginny era già stufa di quella storia.
Scese le scale e, di nuovo, il solito campanello di gente la mise in allarme.
 
15 Agosto.
 
Così inziava la pergamena.
Ginny tentò di pensare in fretta, di far mente locale sul quindici agosto di quell’anno, ma niente. Era come se alla vista di quella pergamena la mente avesse cancellato tutti i ricordi di quel mese.
 
Altre due settimane e sarò ad Hogwarts. Hogwarts popolata da imbecilli e sfigati.
Hogwarts dei miei stivali. Anche la miseria di questa stupida casa è preferibile ad Hogwarts. Almeno qui non fingiamo di essere perfetti. Lì tutti sono così servizievoli e disponibili. Così gentili. La cosa mi da il voltastomaco; se tutti smettessero la maschera che tengono in viso costantemente il mondo sarebbe migliore. Quei falliti dei Tassorosso, quegli sfigati di Corvonero, quei bastardi di Serpeverde, quegli ipocriti di Grifondoro. Nessuno è per come di mostra, ma io conosco tutto di loro. Io posso piegarli. Io posso smascherarli. E loro non lo sanno.
 
Oh! Scusa, com’è che ci hai chiamati? Falliti? Sfigati? Bastardi? Ipocriti? Io credo che tu abbia un problema grande quanto l’intera scuola, Weasley. Fossi in te non tenterei neanche di risolverlo, alla gente viene difficile perdonarti, quando li chiami falliti, sfigati, bastardi o ipocriti. Ma cosa vedo? Tante facce arrabbiate? Allora ho fatto tombola! Alla prossima, stronzetta.
 
A Ginny tremarono le ginocchia. Strinse i denti e abbassò lo sguardo sulle facce di tutti quelli che la circondavano. Non sembravano per niente felici. Millicent Bulstrode, di Serpeverde, si avvicinò facendo sfregare i denti e scrocchiando le dita delle mani. Ginny deglutì a vuoto. Sapeva che quella ragazza non aveva paura di prendersi una punizione e sapeva che come minimo le avrebbe rotto tutti i denti.
-Milly!- esclamò una voce dal fondo della calca.
Tutto si era fatto silenzioso e quella voce aveva avuto il potere di farle cadere il cuore sotto le suole delle scarpe. Poteva comandare di farla nera o poteva salvarle la vita. Ah, all’immenso potere di essere Hermione Granger.
-Milly,- ripeté Hermione. –Lascia perdere. Vale la pena prendersi una punizione con la McMegera solo per una sgualdrina? Non abbassarti al suo livello-.
Millicent stese le mani lungo i fianchi e continuò a guardare la ragazza con i capelli rossi, diventati quasi bianchi dallo spavento, con rabbia e odio.
-Milly, andiamo via- continuò Hermione, prendendo per un braccio la ragazza armadio.
La bionda la guardò un secondo e poi si voltò e andò via. Hermione, si girò lentamente verso Ginny.
-Non l’ho fatto per te, questo immagino tu lo avessi capito-.
Ginny deglutì, ma restò ferma ad aspettare che Hermione continuasse.
-Credo che tu abbia bisogno di qualcosa in più che di un paio di pugni, quindi per quanto mi riguarda, il mutismo, nelle prossime settimane fino alla fine dell’anno, sarà l’unica cosa che otterrai da me. Niente più giochini, Weasley, niente più minacce velate o palesi, niente di niente. Vuoi giocare? Gioca da sola. Per una come te credo che l’esclusione sociale sia la cosa più terribile, o mi sbaglio? Per questo motivo invito tutti i presenti a vendicarsi, se proprio vogliono farlo in modo sottile e senza spargimenti di sangue: ignoratela. Ogni volta che lei vi rivolgerà la parola, fate finta che non esista, e poi cominciate a sussurrarle dietro, quando si sarà allontanata- Hermione le diede le spalle. –Questo è quello che ti meriti: niente-.
Poi andò via. E come lei fecero tutti gli altri, tranne uno.
-Credevo fossi una persona, non un mostro- disse Draco, voltandole poi le spalle anche lui.
Ginny cadde sulle ginocchia appena il ragazzo ebbe girato l’angolo.
Sola.
 
-Per poco non le scoppiavo a ridere in faccia- disse Hermione, mentre Daphne e Pansy ridevano. –Voglio dire, avete visto la sua faccia?-.
-Adoro questa cosa, domani che pagina pubblicherete?- disse Pansy, mentre passava attorno al collo una vecchia sciarpa di Theo.
-Il tredici Settembre-.
-Ma è la data…-.
-Esatto Daph. È la data in cui Draco si è dichiarato. Lui ha ancora qualche riserva su di lei, non l’appoggia ma non la odia neanche e sono sicura che lei si aggrapperà a questo, sa che lui è troppo buono per fare come tutti gli altri-.
-Che c’è scritto?- chiese curiosa Daphne.
-Oh, lo scoprirete domani, ci sarà da divertirsi-.
In quel momento Blaise aprì la porta della stanza delle ragazze.
-Tu. Sei. Il. Mio. Idolo- disse ad Hermione, prendendola in braccio e facendole fare un giro completo prima di rimetterla a terra. –È stata la cosa più fenomenale che abbia mai visto, sei un’attrice degna del Settiamanale delle Streghe-.
-Grazie, Blaise, vi siete divertiti?-.
-Divertiti? Io e Theodore eravamo sull’orlo delle lacrime, ad un certo punto siamo dovuti uscire per ridere come due matti! Millicent l’avrebbe uccisa se non l’avessi fermata-.
-Beh, il sangue macchia i vestiti, lo sai- rispose Hermione. –Adesso devo andare, il prossimo colpo è in arrivo-.
Uscì di gran lena dalla Sala Comune e si recò sul luogo dell’appuntamento. Entrò nella vecchia aula dei sotterranei e si posizionò come stabilito sul fondo, in ombra, dove nessuno avrebbe potuto vederla.
Aspettò qualche minuto, poi la porta di aprì e Danny si fece vedere.
-È molto tempo che aspetti?-.
-Qualche minuto- rispose Hermione.
Si sedettero in uno dei banchi vuoti, uno di fronte all’altra.
-Cosa hai scelto questa volta?-.
-Questa- disse la ragazza, passando una pagina del diario di Ginny a Danny. –È del giorno in cui Draco Malfoy le si è dichiarato davanti all’aula di Trasfigurazione-.
-Perché vuoi umiliare il tuo ragazzo?-.
-Non è quello lo scopo: lui è l’unica persona che lei crede possa ancora… considerarla. Quando Draco leggerà questa cosa, lei sarà completamente e totalmente sola-.
-Ottimo- rispose Danny. –Ci penso io, ci vediamo domani alla solita ora-.
-Non mancherò- rispose Hermione, uscendo per prima dall’aula.
Neanche Danny, uscito qualche minuto dopo, si accorse di Draco Malfoy, nascosto dietro la colonna più vicina, sul cui volto un'espressione di consapevolezza si era ormai fatta strada. Hermione gli aveva mentito e il prossimo sarebbe stato lui.
 
-Greengrass! Fermati, devo parlarti!- urlò Harry, cercando di sovrastare il brusio del corridoio.
Daphne e Blaise si bloccarono in mezzo alla calca e attesero che Harry li raggiungesse.
-Potter, respira, o soffocherai- disse Blaise, vedendo l’affanno del ragazzo.
Harry, tra un respiro e un altro, aprì la bocca per rispondere, ma la corsa lo aveva sfiancato e il fiato per articolare delle parole non bastava; perciò  mise un dito in aria per chiedere un minuto di recupero.
Quando il respiro tornò più o meno regolare, Harry si drizzò, si aggiustò gli occhiali sul naso e guardò in tralice Blaise.
Il ragazzo rispose all’occhiata intimidatoria di Harry con una interrogativa, mentre Daphne faceva balazare lo sguardo prima sull’uno e poi sull’altro dei contendenti di quella muta lotta.
-Zabini, potresti lasciarci soli?- chiese Harry.
-Lasciare la piccola Daph con un idiota come te? Non se ne parla- disse Blaise come se Harry avesse appena prinunciato una bestemmia.
-Sciacquati la bocca, quando parli con me…-.
-Hey! Basta. Blaise, non preoccuparti, ci vediamo a lezione, tienimi il posto, oggi Pansy e Theodore faranno lezione insieme e io non ho intenzione di finire con Millicent- disse Daphne.
-Ne sei sicura?- chiese l’amico guardandola curioso.
-Assolutamente, adesso vai- rispose Daphne spingendolo via.
Blaise s’incamminò, lanciando ogni tanto qualche occhiata dietro di sé, per controllare che Daphne fosse ancora integra, dopo trenta secondi con quell’imbranato di Potter.
-Dovrei sapere qualcosa?-.
-Millicent è piuttosto stupida, non mi va di sedermi con lei-.
-No, mi riferivo a Zabini-.
-Potter quella storia, insieme alla mia cotta per Blaise, sono vecchie di anni. Tra l’altro al momento lui sta con… Eloise? Credo si chiami così. Lasciamo perdere, c’è qualcosa che dovevi dirmi?-.
-Beh, ecco… ti va di venire ad Hogsmeade con me, domenica? Devo comprare un regalo al mio padrino per il suo compleanno e non sono un asso-.
-Un regalo per il tuo padrino? Ok, ci mettiamo d’accordo un altro giorno però, adesso devo andare in classe. Ci si vede, Potter- rispsoe Daphne correndo, nella stessa direzione in cui era sparito Blaise.
Harry, rimasto da solo ormai, si lasciò andare a qualche pensiero ad alta voce.
-Sirius fa il compleanno ad Ottobre, ma non credo si offenderà per aver sbagliato la data- disse, per poi andare via fischiettando.









Ok, ho mancato la domenica, ma di poco!
Se volete picchiarmi, progettate la rissa per il sabato, perché venerdì è il mio compleanno, vorrei sapere come ci si sente ad avere diciotto anni, prima di morire...
Vi lascio, le vostre recensioni otterranno risposta in due minuti!
Juliet :D
   
 
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