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Autore: LittleFrost    22/10/2013    1 recensioni
[Luke]
Non riesco a ricordare la prima volta che ho pianto. Piangere non è da me, perché è da deboli...e io non posso essere debole. Non potevo esserlo quando sono fuggito e non posso esserlo ora. Se sono debole, muoio: è così che funziona nel nostro mondo.
Perchè io sono un semidio, e esserlo mi ha cambiato completamente.
(...)
Thalia...mi sono innamorato di lei sempre di più, man mano che iniziavo a conoscerla...e a capirla. Dopotutto, le situazioni di cui eravamo reduci non erano così differenti: tutti e due avevamo una madre che non era in grado di prendersi cura di noi...ed un padre che non ci ha mai voluto davvero bene. Amavo profondamente la tristezza che leggevo nei suoi occhi, perché era la stessa che si rifletteva nei miei. Amavo la sua risata, la sua abilità nella caccia, il suo vestire stravagante...amavo tutto di lei.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Ermes, Luke Castellan, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crying 
 
Non riesco a ricordare la prima volta che ho pianto. Piangere non è da me, perché è da deboli...e io non posso essere debole. Non potevo esserlo quando sono fuggito e non posso esserlo ora. Se sono debole, muoio: è così che funziona nel nostro mondo.
Perchè io sono un semidio, e esserlo mi ha cambiato completamente. Ha iniziato a distruggermi dentro...come se avere una madre pazza e un padre che mi reputa un inetto non fosse abbastanza.
Mio padre. Il mio divino, stupido padre. Probabilmente la prima volta che ho pianto è stato quella sera, prima di scappare, durante la sua ultima visita: quella sera ho visto il disprezzo nei suoi occhi , l'insoddisfazione, come se si fosse aspettato di più da me, ma io non ne fossi stato capace. Mi sono sentito un nulla, e forse è proprio allora che tutto il mio mondo ha iniziato a cadere in pezzi.
Poi però sono arrivate Annabeth e Thalia, e ho iniziato a pensare che forse la vita valeva la pena viverla. Ho iniziato a pensare che forse anche io potevo avere una famiglia...non una "normale famiglia felice", ma una in cui mi sentivo amato...apprezzato.
Fino a quando non ho capito davvero quali fossero i miei sentimenti: vedevo Annabeth come una sorella, qualcuno da proteggere; ma Thalia...mi sono innamorato di lei sempre di più, man mano che iniziavo a conoscerla...e a capirla. Dopotutto, le situazioni di cui eravamo reduci non erano così differenti: tutti e due avevamo una madre che non era in grado di prendersi cura di noi...ed un padre che non ci ha mai voluto davvero bene. Amavo profondamente la tristezza che leggevo nei suoi occhi, perché era la stessa che si rifletteva nei miei. Amavo la sua risata, la sua abilità nella caccia, il suo vestire stravagante...amavo tutto di lei.
E, quando è stata uccisa, davanti ai miei occhi, e Zeus non ha fatto altro che trasformarla in uno stupido pino, ho capito che gliela avrei fatta pagare, a tutti loro. Avrei distrutto gli Dei, perché loro avevano distrutto il mio cuore. Avrei distrutto mio padre, perché lui non aveva fatto altro che farmi sentire uno schifo.
La rabbia era l'unica cosa che riuscivo a sentire, la vendetta l'unica cosa che volevo vedere, le loro grida terrorizzate l'unica cosa che volevo sentire. Avrebbero sofferto, come aveva sofferto Thalia... e sarei stato io a mettere in atto questa terribile vendetta. Ero distrutto, consumato dal dolore: avevo perso un'amica, la più intima, quella che amavo con tutto il cuore. E lei aveva dato la vita per me. Ma io la sua vita non la meritavo...non ancora. Quando avessi liberato il mondo dal peso che erano gli Dei, allora l'avrei meritata. Thalia non sarebbe morta invano.
Ero così tanto cieco, da non accorgermi dell'altra persona che stava soffrendo: Annabeth. Adesso lo vedo chiaramente: lei provava quello che provavo io...ma, invece di dare la colpa ai nostri genitori, lei dava la colpa a sé stessa. "Se avessi fatto di più...se fossi rimasta io indietro..." domande che avevano tormentato anche la mia mente, ma che ero troppo codardo per affrontare di petto... Finendo così col trovarmi un capro espiatorio.
Nella mia bieca ira, ho trascurato l'unica persona che, oltre a Thalia, sapeva farmi stare davvero bene. L'ho tradita, come avevano già fatto con lei tutte le persone che amava. Le ho spezzato il cuore, andandomene. Fino ad ora potevo dire di averlo fatto per Thalia. Ma ora? Ora che ho avvelenato il suo albero, l'ultima cosa che mi rimaneva di lei...per cosa sto combattendo?
Le prime lacrime, calde, salate, scendono giù per le mie guance, ma io non provo nemmeno a fermarle. In questo momento, nonostante piangere sia da deboli, è l'ultima cosa che mi rimane. Ho perso tutto, ed ora sono solo con la mia rabbia, che è il migliore dei moventi ma il peggiore dei compagni.
Perché ormai l'ho capito, è stata la rabbia mi a farmi fallire. Un'altra volta. Ma non posso tornare indietro: come potrei sopportare gli sguardi arrabbiati di tutti? Come potrei vedere mio padre deluso un'altra volta? Ora posso sperare solo che andando avanti, la mia missione si riveli essere quella giusta. Che stia facendo davvero un favore al mondo. E devo essere certo di questo, perché se dovessi perdere anche queste certezze, non mi rimarrebbe davvero nulla.
Dovrei dire tutto ad Annabeth? Dovrei dirle che mi sono pentito, di tutto quello che ho fatto?
"Non puoi farlo. La deluderesti ancora di più" sussurra una voce nella mia testa.
E quella voce ha ragione. Non posso deludere Annabeth più di così. Non posso spezzarle ancora di più il cuore, tornando. Perché se tornassi lei si metterebbe dalla mia parte, contro tutti. E non posso farle questo. Le ho già fatto troppo male. Vorrei solo poterle far sapere che le voglio ancora bene, nonostante tutto...
Prendo un foglio, una penna, e ci scrivo sopra: "Ti voglio bene, Annie. E scusa, per tutto. Scusa per quella promessa non mantenuta. Tu sarai sempre la mia famiglia. Vorrei esser stato diverso. Vorrei esserti accanto" lo guardo, e mi viene da piangere ancora di più.
Lo butto nel fuoco, gridando con la voce rotta, ironico: "Questa è un offerta per te, o padre! Consegnaglielo, se ti fa piacere" e crollo a terra, piangendo come mai prima.
Perché il mio mondo sta andando in pezzi, ed io sono lì, in mezzo al buio, sommerso dal resto del mondo.
-----------
Quella sera al campo faceva abbastanza caldo, ed Annabeth aveva deciso di uscire un minuto per fare una passeggiata lungo il mare. Normalmente avrebbe svegliato anche Percy, ma quella sera voleva stare sola. La guerra della settimana scorsa l'aveva distrutta: tutto il dolore, tutte le morti che aveva provocato l'avevano lasciata senza parole. Ma con tante, troppe, lacrime. Ed ora le serviva un momento per far tornare tutto al suo posto, se questo fosse mai stato davvero possibile. 
Stava per immergersi in acqua, quando un rumore la fece voltare: in piedi, nella sua veste classica, stava Ermes, il caduceo in mano. Una visita di un dio normalmente è una cosa strana....ma la visita di un dio, nel bel mezzo della notte, in un luogo solitario come quello, sì che è una cosa davvero insolita! 
“Salve Divino Ermes” disse ossequiosa Annabeth, stupendosi nel vedere che il dio stava...piangendo? Come era possibile che stesse piangendo, quando non aveva pianto nemmeno dopo la morte del figlio? 
“Annabeth, ti devo dare una cosa...” 
E dal nulla comparì un bigliettino, mezzo bruciacchiato, che volteggiando sospinto dalle correnti fredde della notte, si posò dolcemente nelle mani di Annabeth. Lei lo prese, e iniziò a leggerlo: quando capì di chi fosse, le lacrime apparvero sugli occhi come la rugiada al mattino, e iniziarono a scendere copiose come la pioggia d'inverno. 
Quando finì di leggere, alzò il viso e si accorse che il dio era scomparso...lasciandola da sola con tutto quel dolore...e con tutte le sue domande. E c'era solo una persona che avrebbe potuto darle una risposta. Una sola che voleva in quel momento al suo fianco. 
Quindi si avviò, lentamente, gli occhi appannati dal troppo piangere, verso la casa di Poseidone. 
 

Yeah! 

allora, rieccoci qui, in questo bellissimo Fandom! :D
come state? spero tutti bene! Ho scritto questa (breve?) fanfiction pensando di dover "riabilitare" Luke! (dovete sapere che fino a qualche mese fa lo odiavo, ma poi è arrivato un mio non-amico [modo carino per dire uno che mi sta sulle scatole] e mi ha fatto cambiare idea!) E allora etvoilà! 
I miei soliti ringraziamenti:
-Alla mia beta, per il lavoro (duro) svolto! grazie, perchè sopporti tutte le mie nenie e i miei commenti cattivi (quelli riferiti a lei e quelli per la mia storia!) 
-a Francesca...beh, perchè è lei! <3 ti voglio bene. 
Alla prossima, Teo <3
  
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