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Autore: CriSnix    25/10/2013    2 recensioni
“Potremmo farlo, sai?” disse improvvisamente JongWoon mentre guardava il sole pronto a sorgere. Kyuhyun lo guardò interrogativo mentre si stendeva sul prato fresco.
“Fare cosa?”
“Andare via.”

DISCLAIMER
I personaggi non mi appartengono in quanto reali. I fatti narrati non sono realmente accaduti e con questo mio scritto non intendo offendere la sensibilità degli artisti.
Rigorosamente la prima KyuSung, enjoy!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Yesung
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A te Kristina, che ami follemente questa coppia.

A te Kristina che sei la mia migliore amica.

A te Kristina che siamo cresciute insieme.

Con affetto, ti uccido le ovaie.

 

Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua.

E’ quello che ci definisce, ci lega, ci maledice.

Dark Shadows

 

Hanseong, 1794- Dinastia Joseon.

La spada ormai era il prolungamento del braccio di Kyuhyun, si muoveva precisa e diretta ad ogni singolo movimento del guerriero, sferzando l’aria con dei colpi netti.  Kyuhyun quando si allenava, si estraniava sempre da mondo che gli circondava, affidandosi solo ai suoi sensi acuti e concentrandosi solo sui suoi movimenti precisi e perfetti.

Kyuhyun era nato per combattere, era nato per essere un guerriero, era scritto nel suo sangue.

Il ragazzo allertò i sensi e contrasse la mascella, quando sentì l’erba scricchiolare: avvertì dei passi avvicinarsi, aspettò che si avvicinassero e puntò la lama della spada all’altezza del collo. Quando si girò verso la fonte del rumore, rilassò i muscoli e accennò un ghigno divertito tuttavia non si mosse dalla posizione d’attacco.

“JongWoon, nessuno ti ha insegnato a non attaccare alle spalle?” chiese Kyuhyun  infoderando la spada mentre ghignò pungente, sedendosi sul prato ancora bagnato per la rugiada mattutina.

“No, anche perché non ti è mai dispiaciuto.” Rispose malizioso il maggiore sedendosi affianco al più piccolo sfiorandogli la mano. Kyuhyun sentì una scarica di adrenalina pulsargli nelle vene e l’istinto irrefrenabile di diventare ancora una volta un’unica cosa con JongWoon.  Voleva di nuovo baciare, mordere, scoprire le labbra piene del maggiore, gustando il loro sapore, bramando ancora di stringersi a lui di lambire ogni singolo lembo di pelle, inebriarsi ancora una volta del profumo di erba fresca al mattino che la sua pelle emanava. Quando si univa a lui, si sentiva vivo e felice, sentendosi finalmente legato a un qualcosa che non fosse solo del semplice e freddo metallo: era legato a JongWoon, lui era la sua persona.

Era immorale? Era contro natura?

Dannatamente falso.

Lo amava?

Dannatamente vero.

Un amore che purtroppo Kyuhyun  non poteva dichiarare, un amore che non poteva urlarlo a squarciagola, un amore che non aveva un nome. Un amore che da molti era ritenuto immorale e contro natura.

 

“Kyuhyun?” sussurrò JongWoon all’orecchio del minore con fare sensuale, facendo trasalire il minore. Aveva intenzione di ucciderlo? JongWoon sapeva dell’effetto che il suono della sua voce gli provocava. Era profonda e aveva un timbro melodioso e Kyuhyun amava quando ogni tanto intonava qualche melodia antica. Di certo JongWoon era un bravo guerriero, anche se la sua vocazione era il canto: ce lo aveva nel sangue.

“Mmh?”rispose l’altro tenendo gli occhi chiusi fingendo di dormire cercando di controllare la sua eccitazione che ormai pulsava.

“Saranghae.”

JongWoon suggellò quella promessa perenne con un dolce bacio che Kyuhyun no esitò a ricambiare, baciandolo con foga e passione, mozzando ad entrambi il respiro. Lo strinse con forza a se come se temesse che sarebbe potuto scappare.

“Guarda che non scappo mica, puoi allentare anche la presa.” Scherzò il maggiore accarezzando con dolcezza il viso dell’altro

“Non si sa mai.” Rispose Kyuhyun sorridendo contro la pelle del minore mentre baciava il collo di JongWoon, mordendo e leccando. Un gemito fuoriuscì dalle labbra del maggiore quando sentì le mani di Kyuhyun esplorare il suo petto scendendo fino all’ombelico.

Ormai lo voleva: non avrebbe dovuto dirgli quella parola così all’improvviso.

“Dimmelo.” Ordinò il maggiore sussurrando all’orecchio di Kyuhyun mentre con la lingua ne percorreva il profilo. Il piccolo ansimò: lo avrebbe fatto impazzire.

“C-cosa?” balbettò ansimando Kyuhyun scosso dai brividi di piacere, mentre stringeva le mani sul petto nudo del maggiore.

“Lo sai.”

 

“Potremmo farlo, sai?” disse improvvisamente JongWoon mentre guardava il sole pronto a sorgere. Kyuhyun lo guardò interrogativo mentre si stendeva sul prato fresco.

“Fare cosa?”

“Andare via.”

Kyuhyun rise amaro: non era la prima volta che glielo proponeva e avrebbero potuto seriamente farlo eppure non l’avrebbero mai fatto. Era un’utopia di JongWoon quella di cambiare paese, di vivere in modo dove il loro amore non vivesse nell’ombra: era solo un soglio e tale sarebbe rimasto per Kyuhyun.

“Dobbiamo allenarci...” rispose atono il più piccolo mentre si alzava in piedi e sfoderava la spada.

Kyuhyun evitò di rispondere ancora una volta: non lo rispondeva mai quando ogni singolo giorno JongWoon glielo domandava, sviava sempre. Non lo faceva apposta ma rispondergli che non potevano farlo e guardare i suoi occhi avviliti, al solo pensiero gli si stringeva il cuore.

“Kyuhyun lo stai facendo di nuovo.” Sbottò spazientito il maggiore alzandosi a sua volta e seguendolo.

“Cosa?”domandò con semplicità l’altro mentre si posizionava davanti al corvino.

“Stai di nuovo sviando!” rinfacciò JongWoon alzando il tono di voce innervosito.

Perdonami, non possiamo farlo.

“Non è vero.” Sorrise canzonatorio il guerriero mentre si avvicinava al maggiore inumidendosi le labbra. JongWoon sbuffò contrariato borbottando parole incomprensibili e fece per andar via.

“Dove vai?!”

JongWoon rimase in un silenzio glaciale che scosse l’animo del piccolo. Era strano per JongWoon rimanere in silenzio, lui che non riusciva a stare un secondo zitto.

Kyuhyun corrucciato, afferrò per un polso JongWoon e lo costrinse a girarsi: aveva gli occhi umidi e la mascella contratta per la rabbia. Si era offeso? Si stava prendendo gioco di lui?

Non sopportava quando JongWoon si arrabbiava con lui: si sentiva morire non appena incrociava gli occhi del moro carichi di risentimento. Era un uomo così passionale e istintivo, era come un incendio che infiammava qualsiasi cosa al suo passaggio. JongWoon era un fuoco che bruciava il suo cuore in un’unica fiammata in netto contrasto con Kyuhyun che era freddo e calcolatore.

Che cosa avevano in comune?

Nulla, assolutamente nulla e forse era proprio questo il perché si amavano in quella maniera così disperata.

“Ma che ti prende?!”esclamò esasperato Kyuhyun inseguendolo

Sei un codardo.”sputò con rabbia JongWoon voltandosi verso il minore con lo sguardo infuocato.

“Che cosa?”

“Non hai mai detto di amarmi! Cosa sono per te? Un giocattolo da usare e poi buttare via?! Sai cosa c’è in bilico qui?!” inveì ancora il moro con le vene che gli pulsavano mentre gli occhi si inumidivano “La nostra vita! Ma a te sembra non importartene.” Aggiunse poi JongWoon mentre lasciava che una lacrima iniziasse a rigargli il viso senza però scomporsi. Kyuhyun lo guardava incredulo e spaventato perché JongWoon non piangeva mai o meglio lui non lo aveva mai visto piangere, aveva sempre il sorriso sulle labbra, quel meraviglioso sorriso che gli faceva perdere il controllo.

Oh, JongWoon... cosa sei tu?

“Non mi importa?” sussurrò a malapena il più piccolo stringendo i pugni “Non mi importa?!” ripetè ancora Kyuhyun alzando la voce “Come potrebbe non importarmene?! Come non potrebbe non importarmene dell’uomo che io amo?!” domandò urlando avvicinandosi al maggiore il quale lo guardava con quei suoi occhi scuri ed intensi.

“Sarang...”

“JongWoon? Kyuhyun? Siete svegli?” domandò Hyukjae dal corridoio prima di entrare nel loro dormitorio  

“Aish..”

Kyuhyun si staccò a malincuore da JongWoon che intanto rindossava la casacca gettata in un angolo della stanza.

“Noto che siete già svegli! Forza il capitano Park ci sta aspettando.” Aggiunse Hyukjae entrando guardingo nella stanza per poi sorridere malizioso.

“Ho per caso interrotto qualcosa?”

JongWoon arrossì pronto a controbattere mentre si voltava verso Hyukjae.

“YA! Come ti permetti tu? Non osare più dirlo.” Rispose Kyuhyun precedendolo guardando Hyukjae furioso

“Ne ne! Stavo scherzando...” rispose Hyukjae indietreggiando mentre cercava di trattenere le risate.

Mentre Kyuhyun cacciava via Hyukjae in preda ormai alle risate, JongWoon sentì dentro di lui rompersi qualcosa: il suo cuore.

 

 

“Tu... tu mi ami?” sussurrò JongWoon addolcendo lo sguardo mentre un sorriso gli arricciava gli angoli della bocca. Kyuhyun ricambiò quel sorriso e si avvicinò al maggiore per poi accarezzargli una guancia: la pelle di JongWoon era soffice e calda, invece il corvino si inebriò della pelle del minore, costatando che il profumo sapeva di erba al mattino. Poi Kyuhyun alzò il mento del maggiore e avvicinò il suo viso a quello di JongWoon sfiorando le sue labbra e quando il desiderio di impossessarsi delle sue labbra divenne troppo forte, si lasciò andare baciando quelle labbra soffici e calde che tanto amava mentre le mani del maggiore gli accarezzavano il petto, facendo rabbrividire Kyuhyun.

Non importava che fosse pieno giorno, non importava che potevano essere visti, non importava che qualcuno potesse scoprire il loro amore segreto di notti buie. Non esisteva nessun altro in quel momento se non loro e questo fu proprio la loro condanna.

 

 

Quanti giorni erano passati? Forse erano passati mesi o addirittura anni o forse solo qualche ora: JongWoon non sapeva dirlo con certezza a causa dell’oscurità, la stessa oscurità che un tempo era la muta compagna delle notti in cui lui e Kyuhyun si amarono.

Kyuhyun... sei vivo, vero?

Quando JongWoon sentì la cella aprirsi, scattò all’in piedi incurante delle fitte che le ferite inflette dai torturatori gli avevano procurato.

“Kyu...Kyuhyun?” chiese sforzandosi a causa della bocca asciutta chiudendo gli occhi infastidito dalla luce che filtrava nella cella.

“Taci, uomo a metà.” Esordì una guardia dandogli un calcio nello stomaco causando la caduta di JongWoon. Il ragazzo cercò di non perdere i sensi e si rialzò puntando uno sguardo carico d’odio al secondino. La guardia lo strattonò e lo spinse fuori dalla cella e lo condusse all’esterno del palazzo di giustizia dove una giuria era posta in prima fila pronti a giudicare il suo reato.

Kyuhyun era in ginocchio di fronte ai giudici, sanguinante e sporco, quando poi vide JongWoon sorrise rassicurante sentendosi morire quando vide i lividi violacei che deturparono quel bel volto.  Costrinsero anche JongWoon ad inginocchiarsi affianco Kyuhyun, strattonandolo.

“Siete accusati di fornicazioni, di comportamenti immorali e illeciti in pieno giorno in un luogo pubblico. Come vi giudicate?” esordì il primo giudice imponente.

Ne Kyuhyun e ne JongWoon risposero, rimasero in un accusante e muto silenzio che valeva più di mille parole.

“E’ un reato amare una persona?”

“Kyuhyun...”

“Come hai detto, insolente?” lo apostrofò uno dei giudici guardandolo con disprezzo

“Ho detto, lurido bastardo, che se sia una reato amare una persona!” sbottò urlando Kyuhyun in preda alla rabbia. JongWoon desiderò prenderlo per mano e di gettargli le braccia al collo per stringerlo al suo petto come in ogni loro notti segrete.

Sarebbero dovuti andare via quando ne avevano l’occasione, era troppo tardi.

JongWoon non volle udire più nulla, le voci di Kyuhyun che sovrastavano quelle dei giudici divennero una melodia soffusa, una di quelle antiche che cantava all’orecchio di Kyuhyun.  Gli piaceva cantare per lui, anche solo intonare qualche nota, era bello vederlo sorridere meravigliato per la sua voce ma forse lo avrebbe amato ugualmente perché con lui c’era Kyuhyun.

“Se amare è un crimine, condannatemi pure.” Sussurrò JongWoon a testa bassa chiudendo le mani in due pugni con talmente tanta forza da far diventare le nocche bianche.

“Come?!”

“Ho detto, se amare è un crimine, condannatemi pure.” Ripetè il corvino alzando lo sguardo fermo mentre con lentezza dice quelle parole. Non c’era timore nella sua voce, anzi, era sicuro e deciso pronto a morire: forse un giorno sarebbe stato ricordato come una vittima innocente di quel folle mondo e sarebbe morto. Perché? Solo perché non aveva avuto paura di amare e non aveva rifiutato la sua natura.

Era la loro condanna ma JongWoon si ritrovò a pensare che la loro morte sarebbe stata una salvezza.

 

“Ma capitano Park! Non potete lasciarli morire così!”

“Hanno infranto la legge e non c’è niente che io posa fare.”

“Amandosi?”

“Si! Vattene adesso, ormai è tutto deciso!”

Hyukjae strinse i pugni con e rabbia e, dopo un breve inchino, andò via velocemente. Avrebbe perso due dei suoi fratelli, nel peggiore dei modi: uccisi come degli assassini. Qual’era stato il loro crimine? Non essere troppo prudenti o forse semplicemente di essere andati controcorrente?

Hyukjae non poteva fare nulla per salvare i suoi compagni dalla morte ne tanto meno farli scappare, ma almeno avrebbe fatto in modo che passassero le loro ultime ore insieme.

 

“Hyukjae, perché lo stai facendo?” chiese stupito JongWoon zoppicando, sorretto dal minore.  Il moro non rispose, si limitò a camminare velocemente sperando e pregando che nessuno lo vedesse.

“Sei ti beccano ti uccideranno.” Continuò JongWoon preoccupato mentre Hyukjae continuava a sorreggerlo incurante della preoccupazione del maggiore.

“Non mi importa JongWoon! Se non posso salvarvi, allora vorrei almeno che voi due passiate un’ultima notte ancora insieme.” Rispose Hyukjae continuando velocemente a camminare. JongWoon si commosse di fronte a quelle parole: Hyukjae non era contro il loro amore anzi lo stava appoggiando e l’avrebbe ricordato per sempre.

“Grazie.” Bisbigliò grato con gli occhi già umidi. Hyukjae sorrise amaro pensando che per JongWoon e Kyuhyun quello sarebbe stato il dono più bello che lui potesse aver mai fatto. Quando arrivarono di fronte la cella di Kyuhyun, Hyukjae l’aprì con le chiavi rubate dal secondino dormiente e fece scattare la serratura più silenziosamente possibile.  JongWoon non esitò a fiondarsi da Kyuhyun per accettarsi che stesse bene per poi abbracciarlo con forza baciandolo ripetutamente sulla bocca, sulle guance, su ogni centimetro di pelle che trovava sotto le sue labbra.

“Ti ringrazio, hyung.” Disse Kyuhyun guardando Hyukjae con gratitudine. Il minore sorrise amaro e a stento trattenne le lacrime.

“Scappate, vi copro io la fuga.”

Kyuhyun e JongWoon entrambi guardarono stupiti l’amico poi si guardarono: sarebbe stato da codardi scappare via, così facendo avrebbero dimostrato solo che il mondo avesse ragione.

“No Hyukjae, non possiamo.” Proferì JongWoon sorridendo serafico mentre stringeva nella sua mano quella di Kyuhyun.

“Perché?! Volete morire?! Non volete continuare a stare insieme?!” sbottò furioso Hyukjae con la voce incrinate dalle lacrime che incominciarono a bagnarli il viso. Kyuhyun sospirò stancamente e guardò JongWoon che in quel momento per Kyuhyun sembrava l’uomo più coraggioso: stava affrontando la morte come un vero guerriero.

“Hyukjae c’era un tempo in cui sarei scappato con Kyuhyun senza voltarmi indietro, ma quel tempo appartiene al passato. Se fuggissimo saremo inseguiti per sempre e trattati come dei traditori del re ma invece se rimaniamo qui e affrontiamo la morte, il nostro amore non sarà mai dimenticato, anzi diventeremo i martiri di un mondo senz’amore.”

Kyuhyun guardò commosso il maggiore e gli strinse con forza la mano: non aveva paura, non più perché al suo fianco aveva l’uomo che amava e l’avrebbe avuto fino alla fine.

“Adesso vai Hyukjae, ti ringrazio di tutto.” Poi JongWoon abbracciò Hyukjae ormai piangente, con forza e Kyuhyun gli strinse la spalla guardandolo grato. Il moro li guardò per un ultima volta e andò via chiudendo la cella.

“Saranghe hyung.” Sussurrò  Kyuhyun appoggiandosi sulla spalla del maggiore, poi iniziò a singhiozzare.

“Non piangere... non piangere...” cercò di tranquillizzarlo JongWoon accarezzandogli i capelli e baciandogli dolcemente la fronte

“Non voglio perderti JongWoon, non voglio!”

JongWoon sentì le lacrime salire in gola ma si impose di non piangere mentre stringeva a se Kyuhyun.

“Tu non mi perderai Kyuhyun e lo sai perché? Perché le nostre anime saranno per sempre unite e continueremo ad amarci in questa vita o in un’altra.”

JongWoon poi, gli diede un leggero bacio mentre sentiva le lacrime bagnargli il viso e percepì il calore delle mani di Kyuhyun sui suoi fianchi attirandolo a se. Il bacio si fece sempre più bisognoso e passionale.

Si amarono tutta la notte, desiderosi di diventare un’unica cosa, un unico spirito per un’ ultima volta, imprimendosi dell’essenza dell’altro su di se. Rimasero abbracciati e uniti fino al giorno dopo, quando arrivò il momento della loro condanna.

Non ebbero paura, si guardarono per tutto il tempo, anche quando li passarono a fil di spada e per entrambi l’immagine dell’altro l’accompagno in un mondo dove regnava la pace e che non c’erano distinzioni tra amore naturale ed innaturale.

Le loro anime avrebbero vagato, fino a quando non si sarebbero ricongiunte ai loro corpi aspettando duecento anni prima che Kyuhyun e JongWoon si rincontrassero di nuovo, sotto una nuova identità ma con lo stesso destino: quello di amarsi fino alla morte.

 

Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua. E’ ciò che ci lega, ci definisce, ci maledice.

 

 


Note autrice :3
Si ok forse avrei dovuto dirvi di procurarvi un centinaio di rotoli regina, sorry.
O bhè questa è la mia prima KyuSung, deprimente perché in questo periodo mi ispirano le cose tristi (?)
Anyway, ho scritto questa shot per una persona speciale, una delle mie migliori amiche che shippa come non mai questa coppia, quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiindi, Kristina, this is for you.
Ok ora mi dileguo che solo le 23.27 e domani ho scuola :3
Un bacio e a presto!
Cri_Snix

 
   
 
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