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Autore: ToraStrife    26/10/2013    3 recensioni
Il mago Gargamella aveva combinato un pasticcio.
I puffi cominciarono a credersi gli ometti blu dei video degli Eiffel 65, e presero a ballare tutto il giorno.
Il Grande Puffo cambiò il nome in DJ Puffo.
Gargamella si cambiò il nome in Gargametal, e ribattezzò il gatto Birra, in onore della sua nuova bevanda preferita.
Questa è la bizzarra realtà alternativa che si era venuta a creare, e che fa da sfondo a questo racconto.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gargametal e i piccoli truzzi Il mago Gargamella aveva combinato un pasticcio: un errore nei suoi esperimenti alchemici causò un'esplosione colossale.
Ciò ebbe ripercussioni sulla realtà, alterandola in maniera significativa.
I personaggi conobbero la musica.
I canti folk di una volta, dove i puffi ballavano il girotondo erano solo un ricordo.
Ciò ebbe pesanti mutazioni nei comportamenti dei piccoli ometti blu e della loro nemesi.
I puffi cominciarono a credersi gli ometti blu dei video degli Eiffel 65, e presero a ballare tutto il giorno al ritmo di una strana cantilena.
Il Grande Puffo cambiò il nome in DJ Puffo e cominciò a chiamare i puffi "Il popolo blu della notte".
Gli effetti, come già detto, si ripercuoterono su Gargamella.
Cambiò look, ma senza rinunciare al suo colore preferito, il nero.
Trovò che portare pantaloni di pelle e chiodo lo ringiovanisse.
E le borchie, unite alle catene, lo rendevano più minaccioso di una volta.
In breve, non si sentiva più uno sfigato.
Si lasciò crescere i capelli, e cominciò ad evocare demoni con la faccia truccata di bianco, per farsi intonare inquietanti canzoni intonate tramite grugniti e ringhi.
Decidendo che Gargamella fosse un nome da sfigati, se lo cambiò in Gargametal.
Il gatto Birba lo ribattezzò Birra, in onore della sua nuova bevanda preferita.
Questa è la bizzarra realtà alternativa che si era venuta a creare, e che fa da sfondo a questo racconto.




GARGAMETAL
E I PICCOLI TRUZZI





Erano le tre di notte.
Perlomeno così segnava il canto del Gufo Orario, con tre "coot" consecutivi, prima di tacere per un'altra ora.
Il mago era reduce da un concerto dei Jhon and the Solfamy's band, tenutosi al castello la sera precedente.
Era tutto malconcio: per un motivo che probabilmente nessuno ricorda più, si era scatenata una rissa tra i villici e le guardie del castello. Spintoni, pugni, calci. Poi, ascoltando le brutali note dei musici sul palco, tutti si erano accorti che picchiarsi a tempo di musica fosse incredibilmente divertente: era stato appena inventato il pogo.
Il suo fisico malandato, insieme al carico etilico di cervogia offerta direttamente dal Re, avevano incatenato il povero Gargametal sul letto, in cerca di un po' di riposo ristoratore.
Riposo che divenne impossibile quando le orecchie del povero metallaro vennero presto torturate da un baccano insopportabile.
Il rumore era così forte che persino Birra, il gatto mortale
(non per nulla il suo nome originale è Azrael, l'angelo della morte) fece un balzo fino al soffitto, con tanto di miagolio risentito.
Ma cos'era quel rumore che nel bel mezzo della notte aveva disturbato il suo sonno?
Le vibrazioni provenivano da fuori dalla finestra (ricordiamo che, in quell'epoca medievale, non esistevano finestre insonorizzate, anzi, non esistevano proprio i vetri alle finestre, quindi il rumore si spandeva dentro la casupola in tutta la sua violenza).

Riconoscendo la nonmelodia Gargametal urlò la parola da lui più ripetuta, e allo stesso tempo più odiata:

- I Truzzi!

Sfortuna voleva che quella stessa notte alla discoteca dei Truzzi si festeggiasse il Rave Party di Saluto alla Primavera, in omaggio alla loro divinità preferita: Madre Datura ***.

Gargametal levò alcuni improperi al loro indirizzo, nonché qualche considerazione sull'ora tarda, sul tempo e su Padre Tempo (o Father Time ****)

- Birra, bada tu alla distilleria! - Urlò al gatto.

La distilleria era la vera natura del laboratorio sotterraneo di Gargametal. La ragione per la quale aveva sempre cercato di catturare i Puffi/Truzzi (oltre che per ucciderli) era il fatto di voler estrarre un nuovo tipo di bevanda, possibilmente alcolica, da poter mettere sul mercato.

C'era già riuscito tempo addietro, con il gelato al gusto Puffo e successivamente, il Blu Curacao,  puffi fermentati nell'alcool (più o meno come il limoncello).

Data la nuova realtà metallara, questa volta ne avrebbe fatto un nuovo tipo di birra, la Labatt Blue.

Un suono di clacson provenì dall'interno dell'abitazione, prima che la porta venisse sfondata, e uscisse una Harley Davidson, con un centauro nero alla guida.

- Maledetti di Truzzi di m..., questa sarà la vostra ultima notte!

Il baccano della moto era persino più forte del rumore del Rave Party, ma nessuno quella notte ci fece caso.


La Discoteca dei Truzzi era particolarmente affollata quella notte. Laddove una volta era un coro di "La-la-la-la-la-la-la-la-la-la-la!" ora vi era un battito di "Tunz-tunz-tu-tu-tu-tu-tunz-tu-tu-tu-tu-
tunz"
Il Grande DJ Puffo era alla console, mentre il resto del popolo blu si scatenava sulla pista.
Quel pomeriggio di grande capo aveva spignattato tra pozioni ed erbe, console e remix per preparare la bevanda più sballosa della serata: Concentrato di Datura.
Bastavano poche gocce per mandare un puffo in orbita come uno Sputnik.
La festa era un successone.
Su un divanetto, in disparte, vi era Truzzo Quattrocchi, detto così non per via degli occhiali, ma perché era così fatto da vedere tutto doppio.
Infatti, accanto a lui, vi era Truzzo Tontolone insieme al suo gemello, almeno così pensava Quattrocchi.

- Ehy, voi!

- Ayup?!? Di-dici a me?

- Certo, voi! Che state a (puf)fare qua da tappezzeria? Andate subito a ballare, che è meglio!

- M-ma io non so ballare! - Obiettò timidamente Tontolone.

- Oh, non vi preoccupate, muovetevi a caso, qua sono tutti così fatti che nessuno si accorgerà di nulla!

E così Tontolone andò a ballare. Fu contento di quella discussione: nessuno mai lo aveva mai considerato così importante da rivolgergli la parola, e Quattrocchi gli aveva addirittura dato del "voi", come a una persona importante! Ovviamente il motivo del "voi" era un altro, ma il buon truzzo non lo scoprì mai.
   

Truzzetta Cubista stava strusciando la zona inguinale contro un palo. Questo la rendeva l'attrazione principale della serata, attorniata da decine di Truzzi che avrebbero dato un braccio del vicino per essere, nudi, al posto di quel palo.

Mentre la festa continuava allegramente, poco fuori dalla Disco, Truzzo Palestrato sospirò.
Proprio lui doveva stare fuori a fare selezione all'ingresso.
Egli era il truzzo più forte della tribù, e questo lo rendeva indicato per lavori di sorveglianza, ma lavorare a due passi da una festa lo deprimeva.
Anzi, lavorare lo deprimeva e basta.

Ben presto i suoi sospiri si interruppero, quando alle orecchie di Palestrato giunse un rumore sempre più forte di motore a scoppio.

"Brruum, BRUUuum, BRUMMMM..."

Probabilmente qualcuno che cercava di imbucarsi alla festa.

- Mi dispiace, signore, non può entrare se non ha l'invit...

"BRUUUUUUUUUUM"

La sagoma di Palestrato passò diverse volte sotto gli occhi del pilota, aderente com'era diventato al copertone anteriore della Harley.

- Tsk, dovrò scrostarlo, più tardi. - Si lamentò Gargametal, mentre accellerando si addentrò nel territorio della discoteca.

Intanto, nella discoteca, la festa continuava.

In pista Vintage passavano le canzoni più vecchie, quelle che avevano fatto la storia ma che erano ormai fuori classifica da anni. In quell'occasione stavano trasmettendo un classico.

"I truzzi sanno che un tesoro c'è, in pista accanto a te. Madre Datura pensa sempre a noi ed i truzzi sono tutti amici suoi.....(...)  I truzzi riescon sempre a ballare la Tektonik, sì, a ballare la Tektonik, dai proviamoci anche noi!"

C'era la pista Revival, dove venivano passate le canzoni obsolete secondo il panorama musicale, ma ancora sulla cresta dell'onda. Tipo quella degli Eiffel 65, il vero inno nazionale dei Truzzi blu.

"I'm Blue Dabadì Rabadan Du da da du Dabadù Dabadì Rabadan...."


V'era infine la pista Novità,  dove mettevano solo dischi appena uscita, le ultime novità da classifica. Era il repertorio più strano, perché le canzoni che erano state suonate più di due volte, diventavano automaticamente obsolete e venivano relegate alla pista Revival.

- E ora come nuovo pezzo....

Il truzzo alla console non poté finire la frase.

Un pezzo inedito sfondò il muro, ma non del suono, ed entrò direttamente in pista.
Il pezzo era chiamato "Harley Davidson" e a bordo vi era nientemeno che Gargametal.

- Vi ho trovati, maledetti piccoli Truzzi! - Sghignazzò Gargametal con la bocca schiumante - I'm Back in Black, e ora è la vostra fine!

La reazione non fu quella che si aspettava.

Il popolo blu lo guardò da cima a fondo, e poi fece spalluce, tornando a ballare.

- E' solo quel vecchio fracassaro di Gargametal....

- Ma non è ancora morto di tetano?....

Il centauro accolse i commenti con un sopracciglio alzato e un nervo scoperto . Allora scese dalla moto e tirò fuori una grossa rete da pesca.
Fu la vista dell'intreccio metallico che fece finalmente scatenare il panico tra i Truzzi.

- Una retata! Scappiamo!

- Presto, via! Via! Se mi trovano la "roba" addosso sono spacciato!

- Nooo! Se i miei genitori vengono a saperlo mi ammazzano! - Urlò disperata l'unica femmina.

- Uuuh, Truzzetta, noi non abbiamo genitori... - Le ricordò un altro truzzo.

Di fronte alla festa interrotta e alla minaccia di un grosso metallone con la rete, solo un puffo fu in grado di ricambiare il nemico con uno sguardo di sfida. Nel vederlo, Gargametal ridacchiò.

- Grande DJ Puffo, mio vecchio nemico!

- Gargametal, non vincerai mai, né tu né la tua musica! - Sfidò DJ Puffo.

- Aiuuuuto! Grande Puffoooo! Ci sono due Gargametal!

Il mago back in black e il capo dei truzzi si voltarono per ascoltare l'inopportuno grido di aiuto da parte di Truzzo Quattrocchi, poi ripresero a fissarsi.

- Ti sei venduto a Satana, vecchio Gargametal? - Chiese il Grande DJ Puffo, sprezzante.

- Senti chi parla, quello che si è venduto al mercato discografico! - Ribatté il metallaro.

- Certo, anche noi Truzzi dobbiamo stare al passo coi tempi. Anzi, la nostra musica è sempre al passo coi tempi.

- Ci credo, cambiate canzoni come i serpenti fanno con la pelle. I miei pezzi, invece, sono sempre immortali!

- E' roba più decrepita della mia barba bianca! - Rispose il capo dei Truzzi. - Ma ora basta parlare, con il mio Concentrato di Datura, ti farò fare un viaggio mentale intorno al mondo, e soprattutto fuori da qui!

- Credi di farmi paura? - Rilanciò Gargametal. - Durante gli anni '70 ci facevamo più canne noi che tutte le piantagioni di bambù in Cina.

Ma una terza voce dal forte accento ispanico li interruppe nuovamente.

- La paz, Manaus, Santiago, Bogota' ...

- Che diamine sta dicendo quella vecchia signora? - Chiese Gargametal indicando un divanetto.

- Oh, non farci caso, lei è Madre Datura, sta recitando la Yerba del Diablo.*******

Per tutta risposta, la signora si zittì, e cominciò un'altro elenco d parole, questa volta di tutt'altro genere.

- El sol, La luna, Las estrellas, Marte...

- E adesso? - Chiese di nuovo il mago nero.

- Lascia stare. - Scosse la testa Grande DJ Puffo. - Si è appena fatta un trip mental di due anni, è passata direttamente ad Eternity *************

- Certo, lo ha fatto con il tuo Concentrato di Datura! - Ridacchiò Gargametal.

DJ Puffo si accorse con orrore che la "Sciura dei Datura" si era appena sgozzovigliata tutte le scorte.

- Oh, cavolo. - Fu la sua constatazione.

Il mago nero passò direttamente all'azione. Una retata, e il popolo blu era in trappola.
Gargametal tenne per ultimo proprio DJ Puffo, stretto in un pugno.

- E adesso che hai finito le tue risorse, vecchio, cosa potresti mai darmi, eh? - Sfidò Gargametal, tentendo sotto gli occhi il vecchio ometto blu.

- Potresti provare questi! - Una voce trafelata precedette un piccolo puffo con un cappello da chef e un grembiule, mentre porgeva verso Gargametal un vassoio pieno di biscotti.

- Truzzo Pasticchiere! - Esclamò DJ Puffo, in direzione del nuovo arrivato.

- Oh, ne avevo dimenticato uno? - Commentò distrattamente Gargametal, ma a questo si rimedia subito, caro il mio truz... - E si interruppe all'istante, quando le sue pupille si posarono sul vassoio argentato. - Ma questi biscotti....

Il metallaro li osservò per un paio di secondi, e poi fece una tremenda smorfia di disgusto.

- Che schifo!

L'avversione fu tale che Gargametal lasciò andare immediatamente DJ Puffo e, scordando la rete piena di puffi, fece un balzo sulla Harley e mise in moto.

- Proprio voi che vi definite truzzi! - Accusò il metallaro. - Come potete tenere quello schifo lì?

E senza aspettare risposta, il centauro sgommò in un dietrofront che lo portò fuori dalla discoteca, lasciando pesanti gas di scarico.
Il pubblico di ometti blu, liberatosi, approfittò immediatamente per riprendere a ballare: i gas di scarico erano un ottimo effetto nebbia per discoteche.

La festa proseguiva, come se nulla fosse successo.
Rimaneva una curiosità.

- Puffo Pasticchiere, - Chiese il Grande DJ Puffo. - Si può sapere che biscotti ai preparato?

- Sono una mia specialità. - Spiegò il cuoco. - Un misto di Rap, tamarrate, e residui di metal. Li ho chiamati i Limp Biscuits.

- Ma non è neanche roba del nostro genere musicale. - Commentò DJ Puffo, con aria perplessa. - Perché Gargametal è fuggito a gambe levate?

- Beh, sai, Grande DJ Puffo - Rispose Pasticchiere - Ogni metallaro che si rispetti, li considera comunque al pari del guano.



Gargametal entrò precipitosamente in casa. Sprangò porte e finestre e si barricò nella distilleria.
Lì urlò tutto il suo odio verso la nemesi cobalto. Urlò a gran voce, ma nessuno lo sentiva, coperto com'era dalle note della festa truzza che proseguiva.
Solo Birra, poverino, era sballottato da due fonti di inquinamento acustico, tale che, esasperato, decise di andarsene.
Gargametal, lasciato solo con i suoi pensieri, spense le urla e si chiuse in un silenzio di scazzo.
Poi, una lampadina gli si accese in testa, gli occhi gli si illuminarono, e i dentri stretti a ringhio si allargarono in un grande sorriso.

Il Rave Party continuò fino all'alba. Al sorgere del sole, finalmente la festa terminò, e i piccoli ometti blu andarono a riposare nelle loro amate casette.
Finalmente era giunto il silenzio.

Giusto dieci minuti.

Ben presto nella foresta giunse un losco figuro tutto vestito di nero. Poi due, tre. Dieci, venti. Cento, mille...
E tutti marciavano, con passo deciso, verso la casa di Gargametal.

Il povero mago metallaro era ridotto a uno straccio, per via della notte insonne. Ma non gli importava.
Aveva aperto la porta di casa sua, e aveva cominciato a far entrare la fiumana di persone nere. Una alla volta.
Lui, sulla soglia, strappava un biglietto di entrata e riceveva una moneta d'oro come pedaggio.

Una grande insegna, sopra la porta di casa, faceva bella mostra di sé, con una grande scritta visibile per centinaia di metri: "Gods of Metal".


Attorno alla casa, enormi amplificatori erano distribuiti in modo da poter coprire il maggior raggio d'azione possibile.
Il vecchio gallo segnavento indicava che la brezza soffiava a pieno regime verso il dormiente villaggio dei Truzzi.
I volumi delle casse erano tutti regolati sul massimo valore possibile.


Gargametal, con gli occhi pesti ma raggianti di un'espressione compiaciuta, ridacchiò con aria di trepidazione: tra qualche minuto la prima corda di chitarra, anzi, di tante chitarre, avrebbe iniziato a vibrare, e lui avrebbe finalmente avuto la sua rivincita.


END

  
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