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Autore: itsRori    27/10/2013    2 recensioni
-Se mi ami e mi odi contemporaneamente,sai che è amore?-disse in un sussurro a pochi centimetri dal mio viso.
Trattenni il respiro,non avevo parole da dirgli o almeno,se le avevo non riuscivo a pronunciarle.
Avevo un nodo in gola,il tutto per colpa della sua vicinanza.
Non riesco mai a parlare quando siamo così vicini.
-Si,penso che sia vero amore.-trovai il coraggio di dire quelle poche parole guardandolo negli occhi per un periodo di tempo quasi incalcolabile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“E lei lo amava. Dio quanto lo amava.
L’avrebbe scelto sempre, anche se ci fosse stato un ragazzo con cui non avrebbe mai litigato,
lei preferiva litigare con lui che stare con qualcun’altro.

Lei preferiva piangere per lui che ridere con chiunque altro.”

“I think it must be true love”

 

Charlotte.

 

Un'altra notte insonne. Avevo un disperato bisogno di chiudere occhio quanto bastava per mandare via le occhiaie che,da qualche settimana a questa parte,sono diventate le mie migliori amiche.
Neanche il correttore riusciva a compiere il suo ruolo di coprire quei due bozzi scuri sotto ai miei occhi marroni ormai arrossati dalle troppe lacrime versate,tristi e privi della loro solita luminosità.
Da quando eravamo arrivati a Cancun,non è passata una serata in cui le lacrime non prendevano il sopravvento su di me facendomi chiudere nella mia stanza d'albergo insieme a Sophie,Becca e Holly,le mie migliori amiche da quando è cominciato il programma;Geordie Shore.
Non capivo perché,durante quelle rare volte che uscivo con tutto il gruppo,finivo per ingurgitare troppo alcol semplicemente guardandolo mentre ci prova con ragazze cento volte più belle e perfette di me.
Ormai conosco il modo in cui rimorchia,conosco le sue tecniche. Ci sono voluti anni di pratica per capire il suo schema di “gioco” ed ogni volta,cercare di non starci male,era davvero difficile.
Ogni pomeriggio lo passavo al pensare a me e lui come una coppia,magari anche da sposati con un bambino,un maschietto,bello almeno la metà di quanto lo era lui.
-Char,-disse con tono dolce Jay entrando in camera mia-stasera noi usciamo,ti va di venire?-lui sapeva tutto su ciò che provavo per Gary e mi ha sempre aiutato quando stavo male a causa sua,era il mio vero migliore amico lì nel programma.
-Devo proprio portare il mio corpo fuori da questa casa?-dissi stancamente con gli occhi che stavano per chiudersi.
Si sedette sul letto,vicino a me e mi accarezzò una guancia. Lui si che capiva veramente il mio stato d'animo semplicemente guardandomi.
Questa era una delle qualità di Jay ed io lo adoravo per questo.
-C'è la festa per il ritorno di Sophie a New Castle,non vorrai mancare,vero?-mi chiese cominciando ad allargare le labbra per formare uno dei suoi sorrisi che ti facevano tornare la felicità in un batter d'occhio,ma questa volta la felicità,aveva scelto la strada opposta alla mia,e non era stata un'ottima scelta.
-Non posso mancare,lo so.-non mi perdonerei mai di non aver salutato la mia migliore amica mentre se ne torna dall'altra parte del mondo per stare con il ragazzo che un giorno no e sei si la tradisce con qualche ragazza conosciuta in discoteca grazie al suo lavoro da dj da due soldi.
-Preparati,siamo quasi tutti pronti.-detto questo,tornò in camera sua lasciandomi con un grande interrogativo in testa; cosa indosserò per essere presentabile al pubblico dopo quattro giorni in cui sono chiusa in camera a piangere?
Aprii la valigia inginocchiandomi di fronte ad essa cominciando a scegliere qualcosa di carino o almeno presantabile per salutare Sophie.
Short di jeans,maglia bianca con una stampa rossa molto carina e simpatica,vans rosse ed una bandana che riprendeva il colore delle scarpe,andranno bene? Probabilmente si,ma in questo momento i vestiti non mi importavano. In qualsiasi modo fossi vestita,a lui non sarei piaciuta comunque,puntava ad altro.
Ho sempre saputo che dovevo farmi bella per gli altri ragazzi,ma ogni volta che uscivo,mi vestivo per fare colpo su Gary,cosa che non succedeva mai e che mi rendeva più triste di quanto non lo fossi già.
Presi un respiro profondo e,prendendo la pochette con i trucchi,cominciai a passare tonnellate di correttore e fondotinta sulle occhiaie con il solo scopo di coprirle,ma fu tutto inutile.
Sbadigliai,mancavano ancora tre ore all'inizio della festa così ne approfittai per dormire il tempo necessario al mandare via,anche se non compleamente,le mie fidate occhiaie scure.
Non appena chiusi gli occhi,il suo viso perfetto,i suoi occhi profondi ed ipnotici mi apparvero davanti facendomi sentire osservata ma allo stesso tempo rilassata. Vorrei che tutto,fra di noi,funzionasse sempre così.
Io che dormo e lui che mi guarda facendomi sentire quasi protetta e immune a qualsiasi attacco dei mostri che,spesso,immagino che escano da sotto al suo letto pronti a portarlo via da me,facendo si che mi lasci sola,contro la mia volontà.

-Charlotte.-chi mi stava chiamando?
Volevo solo dormire,ma qualcuno mi impediva di farlo. Non mi ha cercato nessuno per giorni e adesso cominciano a cercarmi tutti per poi farmi uscire e riempirmi di alcol fino a che lo stomaco non lo rifiuta automaticamente facendomelo vomitare dopo qualche passo brusco.
-Charlotte devi prepararti.-smettetela di chiamarmi,ho sonno.
Adesso che finalmente ero riuscita a prendere sonno c'era un motivo per cui dovevo svegliarmi,non è giusto.
La stessa persona che mi chiamava adesso mi stava squotendo le spalle con il solo scopo di farmi aprire gli occhi. Tentativo vano.
-Char,svegliati,dobbiamo uscire.-era Jay che stava venendo a svegliarmi.
Come sapeva che dormivo? Poco importa,fatto sta che mi aveva svegliata durante uno dei pochi sonni tranquilli che ho fatto in questi ultimi due anni dall'inizio del programma.
Mi decisi ad aprire gli occhi e,spostando la coperta,mi alzai farfugliando qualcosa di incomprensibile verso Jay correndo in bagno togliendo il vecchio trucco per sostituirlo con uno nuovo più leggero.
-Sono pronta.-dissi sistemandomi i capelli mentre Jay e Sophie mi aspettavano di fronte alla porta con un sorriso che gi tagliava entrambe le guance. Erano così felici di uscire? Meglio per loro,io non lo ero.
Seguii i due di fronte a me fino in salotto dove ricevetti occhiate di preoccupazione per la mia eccessiva perdita di peso.
Non mangiavo dall'ultimo sabato in cui sono uscita,ed oggi era mercoledì.
Mi sentivo vuota,spenta,dovevo mangiare,ne avevo bisogno o avrei finito per non reggere un giorno in più.
Gary mi guardava tristemente,cosa si starà chiedendo? Si starà chiedendo perché non torno la “Charlotte psicopatica” che una volta aveva “corso il rischio” di piacergli perché è vero,me lo disse lui,una volta ci eravamo innamorati solo che io lo ero ancora e molto più di prima.
-Hey Charlotte.-disse facendomi in breve cenno di saluto con la mano sinistra mentre teneva le destra nella tasca della felpa.
Come poteva stare a Cancun con la felpa? Era da pazzi e lui lo era,ma io più di lui perché ho compreso e fatto mia la sua pazzia.
Gli sorrisi,il più naturalmente possibile,ricambiando il saluto.

Gaz.

Eravamo arrivati allo Sweet,uno dei locali più famosi di Cancun,con il sole che calava e le stelle che,lentamente,venivano fuori facendo colorare il cielo di un intenso e rilazzante blu scuro.
Vicki era seduta accanto a Ricci,l'infermiera Holly,specializzata in visite fisioterapeutiche,vicino a James,il povero idiota che si è rotto il ginocchio facendo Lucha Libre e che ha accettato di farsi montare come un toro dall'infermiera,Jay vicino a me e Becca mentre Charlotte se ne stava accanto a Sophie senza dire una parola.
Mi faceva male vederla così,in fondo,era sempre la mia migliore amica ed io le volevo un bene dell'anima ma le sue scenate da psicopatica non mi piacevano per niente,anzi,mi facevano solo arrabbiare di più con lei di quanto non lo fossi a cose normali.
Ma perché ero arrabbiato con Charlotte,visto che non la vedo da giorni?
Perché dentro di me ho quella strana voglia di abbracciarla e dirle che va tutto bene,sapendo anche che non è vero?
Perché non riesco ad avere cervello e cuore uniti? Chiedevo troppo?
Volevo solo che il cervello dicesse le stesse cose che diceva il cuore invece,quel muscolo privo di conoscienze che mi trovo all'interno della scatola cranica,dice di rimorchiare il più possibile mentre il cuore pensa a Charlotte con la speranza che le mie azioni non le pesino.
Cos'avevo che non andava? Perché tutti agiscono con il cuore e compiono le azioni giuste ed io,quando compio un'azione “giusta”,me ne pento fino alla settimana dopo? Questa era una delle tante domande senza risposta da cui pretendevo di avere una risposta chiara e coincisa.
-Bevi questo.-mi disse James passandomi uno shortino di un liquore dall'odore forte ed indefinito. Tequila. Presi il bicchiere mandandolo giù tutto d'un fiato arricciando il naso dopo averlo bevuto.
Aveva un odore tremendo ed il sapore era peggio di un sacchetto dell'immondizia lasciato a fermentare in un bagagliaio sotto al sole per giorni interi.
-Che odore disgustoso!-esclamai prendendo un bicchier d'acqua con del limone per mandar via quella sensazione rancida della tequila in gola.
Charlotte era completamente ubriaca,non si reggeva più in piedi.
Parlava senza sapere realmente cosa dire,ed è qui che sarei entrato in scena,per farla stare un po' meglio.
Mi avvicinai a Sophie dicendole che avrei accompagnato a casa Charlotte e,vista la situazione,farla rimanere nel locale sarebbe stata una pessima idea.
-Charlotte vieni,ti accompagno a casa.-solitamente non sarebbe successo,ma quella sera,senza un motivo preciso,decisi di aiutarla.
Senza dire niente,cominciò a barcollare fuori dal locale velocemente lasciandomi qualche passo indietro. Ero incapace di raggiungerla.
Charlotte è sempre stata un traguardo per me,portavo a letto altre ragazze perché sapevo che se avessi continuato a fare sesso con lei,le cose fra di noi sarebbero cambiate,una volta per tutte.
Non volevo perdere l'amicizia di Charlotte,ma non volevo neanche una relazione seria,né con lei né con nessun'altra.
Appena riuscii a raggiungerla,la presi sotto braccio e la accompagnai sul taxi diretto a casa.
-Voglio Sophie.-disse scoppiando in lacrime dopo aver varcato la soglia della villa in cui alloggiavamo.
Cosa dovevo fare in quel caso? Non sapendo cosa fare la abbracciai sentendo,ancora,qualcosa cambiare in me.
Le lasciai un tenero bacio sui capelli sussurrando -tranquilla,fra poco arriva.-era ubriaca e non credo che abbia capito una sola parola di quello che le ho detto,ma la cosa importante adesso eravamo io e lei,da soli,in quella casa fin troppo piccola per contenere tutte le emozioni che sto provando in questo momento per lei.
Corse in bagno vomitando tutta quella esorbitante quantità di alcol che era riuscita ad ingurgitare,a stomaco vuoto.
In neanche mezz'ora aveva fatto fuori una bottiglia di Keglevich alla pesca,mezza bottiglia di tequila e qualche shortino preso da chissà chi.
-Tutto bene?-le domandai da fuori la porta del bagno principale.
Non sentii la risposta,captai solo un colpo di tosse.
Aveva finito di vomitare,questo era il “segnale”.
La conoscevo,meglio di quanto lei si possa lontanamente immaginare.
So tutto su di lei. So che ama gli animali,soprattutto i coccodrilli,per questo un giorno,qua a Cancun,l'ho portata ad uno zoo parco pieno di coccodrilli ed alligatori che provenivano dalle più svariate parti dei due emisferi del pianeta,so che appena si siede su una macchina comincia a cantare qualcosa di inventato da lei con il solo scopo di far ridere chi è con lei,oppure se è da sola,lo fa per abitudine.
So che non riesce a stare senza parlare di cacca almeno per un giorno.
Parlare di quell'argomento,con i sintomi della sbronza addosso e la voglia di morire,non è una cosa piacevole.
So che mi ama,ed è questa la cosa più importante di tutte.

 

Charlotte.

 

Appoggiai la testa contro il muro del bagno,vicino al water respirando a pieni polmoni cercando di calmare altri conati di vomito.
Chiusi gli occhi cercando di addormentarmi mentre il mio telefono quillava,mi era arrivato un messaggio. Andy. Era ancora quell'australiano con un fisico da urlo che,quando ci sono stata a letto una delle prime sere in cui eravamo qui a Cancun,mi ha fatto sentire come una porno star scrivendomi sulla gamba i ringraziamenti per la serata che abbiamo passato insieme. Una delle peggiori della mia vita.

 

Da:Andy
“Hey Charlotte,ti andrebbe di vederci uno di questi giorni per un'aperitivo allo Sweet? Mi farebbe molto piacere rivederti x”

Era un ragazzo dolcissimo e simpatico,ma non era lui che volevo.
Riesco sempre a far capire ad un ragazzo se sono interessata o meno a lui e,ad Andy,ho inviato molti segnali a proposito di questo,ma sembra non averli compresi a pieno.
Declinai l'invito e tornai in salotto dove Gary mi stava aspettando con un sorriso stampato in faccia.
Mi aveva accompagnata a casa? Non era mai successo nelle precedenti stagioni di Geordie Shore.
Perché mi ha accompagnata lui? Perché non c'é Sophie? Dove sono tutti?
Stavo cominciando ad avere paura,senza un valido motivo,e questa cosa non mi piaceva per niente.
Ero sicura che mi sarei fatta la cacca addosso.
-Perché non sei rimasto al locale?-chiesi rimanendo a distanza da lui in modo che,se avessi dovuto correre via,avrei avuto del vantaggio.
Si girò verso di me,sorridendo. Cosa rappresentava quel sorriso per lui?
Avanzava sempre di più verso di me finché la mia schiena non aderì al muro. Sentivo il suo respiro sul viso e sul collo,se non si fosse allontanato gli sarei saltata addosso tornando Charlotte “la psicopatica che impedisce a Gary di rimorchiare delle bombe a mano” Laetitia Crosby.
-Eri ridotta male e poi volevo stare un po' con te,non potevo?-le sue labbra erano sempre più vicine alle mie,riuscivo a sentire il loro sapore di vodka o di qualsiasi altra cosa abbia bevuto.
Sbadigliai. Sul suo viso si dipinse una smorfia di tristezza,era convinto che sarei andata a letto con lui stasera e per di più da ubriaca?
Eh no caro Gary,questa volta non mi freghi.
Un po' di lucidità mi era tornata,ma il suo profumo stava indebolendo ogni mia sinapsi attiva,in quel momento.
-Ti porto a dormire.-la sua voce sembrava un sussurro.

Mi avvolse una mano intorno ai fianchi e lentamente camminavamo verso la camera che condividevo con Holly e Sophie.
Cosa si aspettava da me? Perché mi ha portata a casa? Perché gli altri non ci sono? Sbadigliai ancora,interrompendo il flusso di parole che mi scorrevano la testa talmente in fretta che stessero per uscirmi dalle orecchie rivelando a Gary ciò a cui stavo pensando.

***

Mi svegliai con un mal di testa lancinante intorno alle 9 del mattino.
Sophie e Holly si erano addormentate sul pavimento ed io non avevo intenzione di tirarle sul letto e coprirle come farebbe una mamma premurosa con i propri bambini.
Passandomi una mano sulla faccia,come per mettere in funzione il cervello e provare a capire cos'era successo ieri sera.
A passo lento e senza fare rumore andai in cucina dove vidi Gary intento a preparare la colazione,per due.
Avrà invitato una delle tipe che si è portato a letto e voleva provare la sensazione che si prova in famiglia,con il proprio ragazzo.
Quando vivevo con Scott era sempre lui a preparare la colazione.
Con quei pochi ma piccoli gesti che faceva mi dimostrava che a me ci teneva ed io non gli sarò mai grata abbastanza per avermi dimostrato fin troppo amore. L'amore che non meritavo di ricevere da lui.
Sono stata una stupida a lasciarlo,ma il mio cuore batteva e batte per Gary e continuare questa farsa non mi piaceva. Odio far soffrire la gente,soprattutto quelle poche persone di cui mi fido e che mi sono vicine,in qualsiasi situazione.
-Buongiorno Lottie.-disse sorridendomi prima di mettere in padella del bacon e nel microonde i pancake. Amo pancake e bacon.
Gli grugnai qualche vocabolo incomprensibile prima di aprire il frigo per tirarne fuori un cartone di latte e della frutta.
-Non facciamo colazione insieme?-chiese mettendo nei piatti il bacon croccante ed i pancake con lo sciroppo d'acero.
Era per me la colazione? Aveva cucinatutto questo solo per me?
Rimasi stupita ma,travolta da una fame improvvisa,cominciai a mangiare ringraziandolo con la bocca piena.
Rise. Il suono più bello che avessi mai sentito e unico che riesco a sopportare con il mal di testa.

Finita la colazione andammo in piscina mentre gli altri ragazzo o andavano a lavoro o andavano in spiaggia.
Mi mancava passare del tempo con lui senza lacrime e urla.
Eravamo solo io e lui,nella pace più assoluta di Cancun.
-Come va con l'australiano?-chiese con una punta di...rabbia?
Era tanto che non vedevo Andy,ci sentiamo via messaggio ma niente di più-
-Non stiamo insieme.-risposi sedendomi su una sdraio vicino al bordo della piscina con l'intento di abbronzarmi un po'.
Sentivo il suo sguardo addosso anche se avevo gli occhi chiusi.
Mi piaceva essere guardata da lui,mi faceva provare delle strane sensazioni,una specie di fremito,in tutto il corpo.
Come una scarica di energia,solo più potente milioni e milioni di volte.
Sentii il rumore dell'acqua,si era tuffato,ma perché continuavo a sentire i suoi occhi fissi su ogni fibra del corpo?
Un ombra mi coprì il sole,era lui,me lo sentivo.
Sorrisi inconsiamente sentendo delle goccie d'acqua cadermi sul corpo facendomi rabbrividire per la loro freddezza.
Un cascata d'acqua. Quel cretino mi aveva tirato una secchiata d'acqua.
Comiammo a rincorrerci per tutta casa ridendo e scherzando come due bambini,forse,dentro,lo eravamo ancora.
Risi ancora più forte quando scivolai per terra,sopra di lui.
Ogni suo sorriso erano due battiti in più del mio cuore.
Era l'ossigeno che non avevo respirato,era la metà di cervello che non mi funzionava,era la metà di corpo che non rispondeva ai miei comandi. Era la metà di tempo che mi ero dimenticata di vivere.
Mi sentivo completa,inspiegabilmente felice insieme a lui anche se erano più le volte in cui ci urlavamo contro che quelle in cui ci dimostravamo quanto bene ci volessimo.
Fece scendere la mani fino ai miei fianchi,sotto la maglia.
Il solletico. Sapeva che lo odiavo ed ogni volta me lo faceva.
Risi. Una risata vera,come quella delle prime puntate del programma in cui Gary non faceva ancora completamente parte della mia vita.
-Smettila Gary.-dissi fra una risata e l'altra vedendolo sorridere.
Scosse la testa continuando a farmi il solletico.
-Ti odio.-il fiato mi si corto finché con un colpo secco,non mi bloccò i polsi sul pavimento mettendosi a cavalcioni su di me incatenando i suoi occhi nei miei.
-Se mi ami e mi odi contemporaneamente,sai che è amore?-disse in un sussurro a pochi centimetri dal mio viso.
Trattenni il respiro,non avevo parole da dirgli o almeno,se le avevo non riuscivo a pronunciarle.
Avevo un nodo in gola,il tutto per colpa della sua vicinanza.
Non riesco mai a parlare quando siamo così vicini.
-Si,penso che sia vero amore.-trovai il coraggio di dire quelle poche parole guardandolo negli occhi per un periodo di tempo quasi incalcolabile. Era la prima volta che lo guardavo così.
Hai fatto una cazzata Charlotte,adesso si allontanerà di più,questo mito fu subito sfatato. Le sue labbra si impadronirono delle mie con tanta forza che quasi rimasi senza fiato. Se le mie parole avevano questo effetto su di lui cosa sarebbe successo se glielo avessi detto mesi e mesi fa? Avrebbe reagito nello stesso modo? Se ne sarebbe andato?
Le sue labbra erano ancora premute sulle mie e giurai che,anche se per pochissimo,sentii il cuore a fior di pelle come se volesse uscire dal mio corpo per entrare in quello di Gary e rimanere lì per sempre.
Mi allontanai svogliatamente da quel bacio per recuperare un po' di ossigeno dato che me lo aveva fatto consumare tutto.
-Mi mancava baciarti.-sussurrò vicino alle mie labbra alzandosi per poi porgermi una mano dandomi la possibilità di alzare il mio insieme di ossa e muscoli che,più comunemente,viene chiamato 'corpo'.
-A me mancava sentirti così vicino.-sussurrai non poi così piano visto che mi sorrise in un modo in cui non lo avevo mai visto fare.
Sprofondai in uno dei suoi abbracci,teneri,caldi e confortanti.
Mi piaceva stare fra le sue braccia,mi faceva sentire a casa.
E casa era lì,avvolta in un suo abbraccio.
Profumava di New Castle.
-Mi manca casa.-ammise stringendomi ancora di più a se.
Sorrisi a quella confessione e lo guardai.
-Io mi sento a casa con te,Gary.-dissi seria.
Un bacio appena sfiorato,quelli che ti riempiono di aspettare il secondo,più dolce,più sentito.
Uno di quei baci che lasciano il loro ricordo sulle labbra,quelli che raccontano una storia.
Nonostante momenti di tensione in cui non ci siamo parlati ed altri momenti in cui eravamo sempre appiccicati l'uno all'altro come se ci avesse attaccato il silicone.
Questa storia fra di noi continuerà? Finirà? Chi lo sa.
L'unica certezza che ho è che Gary si preoccupa per me e sinceramente è l'unica cosa che davvero mi importa.

 

 

 



writer's wall

sono pronta ad accettare insulti di qualsiasi tipo per questo scempio di os che ho scritto. Allooora,per chi segue geordie shore e shippa gary e charlotte come coppia questa è un'esplosione di feelings incredibile. starebbero bene insieme vero? non ditemi che sono l'unica a pensarlo,vi prego.
non so neanche se ci sono degli errori,ma sono le due e venti di notte e non ho sbatti di controllare,detto francamente.
spero che vi piaccia

  
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