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Autore: SereNian08    27/10/2013    6 recensioni
Ecco come immagino gli ultimi minuti... Dell'ultimissima puntata di TVD.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV. Damon Salvatore.


Un vento impetuoso smuove i sottili alberi spogli. Cammino su un letto di foglie brune, rosse e arancioni, sorpassando varie pietre grigie, che spuntano dal terreno, sparse intorno a me.  Il sole è tramontato da poco, le ombre si allungano creando delle figure indistinte.  Aumento il passo, fino ad arrivare di fronte alle tombe che mi interessano.

“Stefan Salvatore” “Elena Salvatore”.

Sono l’una accanto all’altra. Solo i loro nomi, nessuna scritta superflua. Niente è cambiato dall’ultima volta che sono venuto a fare visita ad entrambi, poco dopo la loro morte. Più di cinquecento anni fa. Le pietre bianche e lisce sono intatte, solo il tempo ha corroso leggermente le incisioni.

<< Ehi fratello… >>

Accarezzo leggermente la lapide del mio fratellino, con un sorriso malinconico. Gli anni sono passati, mi sono tenuto lontano da lui come mi ero ripromesso, ma nonostante tutto, ho continuato a sentire la sua mancanza. Sposto lo sguardo sulla lapide accanto. E mi si stringe lo stomaco pensando che proprio sotto i miei piedi c’è il corpo della donna che ho amato di più in tutta la mia vita. Più di quanta potessi mai sperare o desiderare. Ed è per questo che non mi pento della scelta che ho fatto. Non mi pento di aver lasciato la città. Di averla lasciata, quel giorno, anche se mi supplicava di restare. Anche se sono stato costretto a spezzarle il cuore. Sono andato avanti, senza voltarmi indietro. Fino al giorno della sua morte. Una semplice busta, indirizzata al mio appartamento di New York, mi ha dato la notizia. La scrittura tremolante e indecisa, era quella di mio fratello…
 
Fratello,

Sono passati più di settant’anni dall’ultima volta che ti ho ‘intravisto’, nella piazza della nostra città, mentre guardavi Elena in abito bianco, da lontano, il giorno del mio matrimonio. Quando ci hai lasciato, ho pensato che prima o poi saresti tornato… Ma non l’hai mai fatto. E ho continuato a vivere con il pensiero di averti perso. Per davvero. Forse sei dall’altra parte del mondo, forse davvero ti sei lasciato alle spalle questo posto, ma dentro di me so, che non ti sei lasciato alle spalle lei…Non per davvero. Ti scrivo queste poche righe per darti una notizia, che forse, avrai già appreso.  Elena è morta. Ha esalato il suo ultimo respiro questa notte, con il sorriso sulle labbra, circondata dalle persone che ha amato di più e che l’hanno amata come non mai, dai suoi figli e dal suo primo nipotino, (dovresti vederlo, ha i tuoi occhi..), dai suoi amici si sempre. Ha vissuto una vita felice, Damon. Non mi resta molto da vivere, e sai, una parte di me è felice che tu non debba vedermi in questo modo. L’umanità non ti è mai andata a genio, ne tantomeno, gli addii. Volevo ringraziarti, fratello. Per averci dato la possibilità di vivere in questo modo. Per aver sacrificato te stesso, e il tuo amore, permettendole di vivere la vita che meritava e che aveva sempre desiderato. Ha chiesto di te, poco prima di morire, ha pronunciato il tuo nome, e ha versato qualche lacrima.  Lei non ha mai smesso di amarti. Nemmeno per un momento. Ti ha tenuto nella parte più segreta del suo cuore, per tutto questo tempo. E ti ha scritto, ogni giorno, da quando sei andato via. Ho fatto nascondere i suoi diari sotto le assi del pavimento della tua camera, al pensionato, e ho chiesto che niente venisse toccato, fino a quando i Salvatore ne avranno il possesso. Magari un giorno, potrai tornare a casa, e permetterti di leggerli. Permetterti di vedere quanto amore provasse per te, anche se ti sei sempre sentito la seconda scelta. C’è tutta la sua vita in quelle pagine. La vita che tu le hai regalato. In questa busta troverai il suo anello diurno, che teneva in un cassetto accanto al letto. Lo metteva solo quando si ritirava per scrivere. Penso che dovresti averlo tu. Non so precisamente dove spedire questa lettera, ma penso che Bonnie e sua figlia, troveranno il modo di fartela ricevere. Ti vorrò per sempre bene, fratello mio.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Stefan.

 
Pochi mesi dopo ho ricevuto un’altra lettera, che mi informava della morte di mio fratello. E con il cuore in mano sono tornato in questa città per salutarli un’ultima volta.  Ho visto i loro figli vivere al pensionato dei Salvatore. Ho visto un bambino con i miei occhi e i tratti di Elena, e per la prima volta ho capito cosa avessi realmente perso. Ed ora, sono di nuovo qui. Più di cinquecento anni dopo. L’aria di casa. La voglia di rivedere questo posto… O qualcosa di più grande, magari l’universo, mi ha spinto a tornare. Mentre mi perdo nei pensieri, i miei sensi da vampiro mi avvertono di una presenza alle mie spalle. Quando mi volto, lentamente, resto completamente senza fiato.

Lei è a pochi metri da me. I capelli scuri e lisci le incorniciano il viso. Un viso che ho continuato a ricordare e ad amare per tutto questo tempo. Inclina leggermente la testa di lato, sorpresa, incuriosita. So che quelli sono gli occhi di Elena. So che il viso è identico al suo… Ma allo stesso tempo c’è qualcosa di tremendamente diverso. E non perché sono praticamente sulla sua tomba, c’è qualcosa, dentro di me, qualcosa che non comprendo, che mi spinge a vederla con occhi diversi. Faccio qualche passo in avanti, e sorprendentemente, lei non indietreggia. 

<< Scusa, non volevo… Spaventarti. >>

Lei spaventare me? La sua voce, la sua voce risveglia in me tante di quelle sensazioni, da farmi girare la testa.  Una voce sicura e ferma, seria e per niente impaurita. C’è forza in quegli occhi brillanti, c’è vita. E non c’è traccia della timidezza che aveva Elena. Mi riprendo velocemente e tiro fuori il migliore dei miei sorrisi.

<< Non è sicuro per una ragazzina girare da sola dopo il tramonto, in questa città. Soprattutto in un cimitero. >> 

Alza le spalle, mentre il suo sguardo non si stacca dal mio.  

<< Siamo a Mystic Falls, non succede nulla da queste parti. E… Non sono una ragazzina. >>  

Dice, aprendo le braccia e guardandosi intorno, con aria annoiata. Cerco di soffocare un sorriso mentre resto sorpreso a fissare la sua espressione fiera, di sfida.

<< Non ne sarei così sicuro, se fossi in te. >>

Le dico, avvicinandomi ancora di più. Incrocia le braccia sul petto, inclinando un sopracciglio, e non indietreggia.

<< Non mi conosci nemmeno. >>

Mi fermo a qualche metro da lei, per lasciarle il suo spazio. Il suo tono impertinente mi affascina e mi irrita allo stesso tempo.

<< Allora dimmi, giovane ragazza, chi sei? >>

<< Questo dovresti dirmelo tu, visto che sembri sapere tutto. Non ti ho mai visto da queste parti… >>

E’ decisa e sicura. E non me la darà vinta così facilmente.

<< Sono stato via per diverso tempo...Sono Damon. >>

Sorride, questa volta in modo diverso. Con più… calore.

<< Quindi Damon, uomo sconosciuto del cimitero, dimmi…Intendi restare? >>

E mentre la guardo, ho quasi l’impressione che il sole stia per sorgere. I suo occhi brillano nell’oscurità, di una luce maliziosa e divertita. Mentre ascolto il mio nome, uscire dalle sue labbra, sento il cuore farsi più leggero. E sento qualcosa montare dentro di me, avanzare, e farsi sempre più forte, fino a prendermi e trascinarmi. La…Speranza.  E mentre la guardo penso che ogni cosa, potrebbe andare al posto giusto, questa volta.  

<< Si… Intendo restare. >> 
  
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