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Autore: Gracedanger    27/10/2013    3 recensioni
“Giulia, porti qui gli anelli per favore?”
Sorrisi. Era già la terza volta che ricontrollava che tutto fosse pronto e al proprio posto.
“E questo cos’è?” disse indicando il cerchio tatuato sul palmo della mia mano.
“Il pezzo mancante.” Sussurrai tra me e me con un mezzo sorriso mentre miliardi di ricordi si azzuffavano nella mia mente.
“Cosa?”
“E’ il pezzo mancante. E’ un tatuaggio che ho fatto un paio di anni fa.”
Alice fece un paio di rapidi calcoli per poi giungere alla mia stessa conclusione.
“Che significa?” chiese, fingendo di non sapere dov’ero e con chi ero due anni fa.
“E’ per ricordare che a ciascuno di noi manca qualcosa. Qualcosa che ci completa. E sta a noi cercarlo ovunque esso sia.”
“E dov’è il tuo pezzo mancante?” mi interruppe.
Abbassai lo sguardo.
“E’ sull’altare.”
Alice mi sorrise da dietro il velo bianco, aveva il sorriso di chi aveva capito. Di chi sapeva come sarebbe andato a finire tutto.
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Questa storia è il seguito di "Livin' the dream, baby"
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo è il seguito di un’altra storia.
Non hai letto la prima stagione? Ecco:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1820541&i=1

 
Non hai voglia di leggere la prima stagione? Pazienza.
Un particolare ringraziamento ad
Im that boy che è stata così meravigliosa ad aver seguito tutta la prima stagione e la mia prima fanfiction. Spero che questa ti piaccia anche di più.

Allora, q
uesta fanfiction è molto importante per me.
Per i personaggi mi sono ispirata a delle persone che mi stanno molto a cuore.
 

Breve avviso:
Le caratteristiche o le azioni di personaggi realmente esistenti sono frutto di pura fantasia.
Ogni capitolo sarà accompagnato da una canzone.
La storia verrà raccontata da un narratore esterno.
 
Buona lettura, spero di farvi emozionare.
 

 
 
A Danielle, che è diventata madre.
A Kevin, che ha abbandonato l’angolo.
A Joe, che ama senza limiti.
A Nick, che ha aspettato.
Ad Alice, che ha imparato a fidarsi.
A Giulia, che ha sconfitto le sue paure.
 
A Valentina, la mia persona.
Al mio pezzo mancante che mi ha fatto vivere i momenti più belli e che non tornerà più.
 
 
 
 
 
Non fare tardi Joseph, mi raccomando. Ricorda, ora c’è qualcuno che ti aspetta a casa.
 
Queste furono le ultime parole di Greg mentre lasciava lo studio.
Il ragazzo osservava vitreo il mixer e si lasciava trasportare dai pensieri.
Si accorse che era davvero cambiato tutto.
Pensò a ognuno dei suoi amici che tutte le volte usciva a passo svelto dalle porte dello studio dicendo “Io vado, Danielle ha già preparato la cena.” oppure “Se oggi non torno per l’una, Paris è la volta buona che mi fa dormire sul pavimento.”
Ogni tanto quando le ragazze venivano a trovare i loro fidanzati o mariti in studio c’era sempre da divertirsi. Anche Joe si prendeva gioco di loro, che avevano mille obblighi, condizioni, compromessi. E soprattutto avevano qualcuno che li aspettava a casa.
Li osservava uscire mano nella mano, o stretti in un caldo abbraccio.
Non avrebbe mai pensato di farlo anche lui un giorno.
Rimase solo, oscillando lentamente sulla poltrona di pelle nera.
Si avvicinò al mixer e mise uno dei CD preferiti di suo fratello che stranamente aveva dimenticato in studio. Le note iniziali della prima canzone si diffusero rapidamente nella stanza.
 
Things we lost to the flame
Things we'll never see again
All that we've amassed
Sits before us, shattered into ash
 
 
Se ne era andato anche Nick a testa alta, muovendo audace le braccia muscolose, visibilmente fiero di essere single e di avere tutta la notte per fare quello che voleva. Solo pochi mesi fa Joe avrebbe fatto lo stesso e sarebbero finiti in un locale all’ultima moda pieno di gente di cui il giorno dopo non si ricorderà nemmeno il nome. Giusto quattro Cosmopolitan con il suo migliore amico e la vita non sarebbe più stata così vuota come difficilmente avrebbe ammesso. Voleva divertirsi. Era una rockstar in fondo, che altro avrebbe potuto fare?
 
These are the things, the things we lost
The things we lost in the fire, fire, fire
These are the things, the things we lost
The things we lost in the fire, fire, fire
 
 
Joe ripensò alla sera del concerto in Italia. Quella Giulia non fu facile da dimenticare.
E dopo non poche difficoltà quella ragazza dai lunghi capelli castani, e il sorriso gentile diventò la sua Giulia.
Inaspettatamente ora Joseph poteva dire che nel mondo c’era qualcosa di suo.
E si rese conto che Kevin, Greg, John, che aveva spesso preso in giro, non avevano torto a fregarsene. Ora le sue parole gli sembravano solo quelle di un single triste e stupido.
Aveva mentito a se stesso per tanto tempo. Ora non sapeva perché, voleva a tutti costi farlo capire anche a Nicholas. Ma alla fine ci ripensava, diceva che era giovane, e certamente anche più maturo di lui alla sua età. ‘Magari quei giorni da single e quelle serate da dimenticare gli serviranno’ pensava. A Joe erano serviti solo a fargli capire che aveva sprecato tanto tempo.
In fin dei conti però, tutto quello che aveva fatto l’aveva portato da Giulia. Forse così doveva andare.
Ora non poteva rimanere più di tanto a rimuginare sul suo passato, aveva qualcuno che l’aspettava a casa e soprattutto una notizia da darle.
 
 
 
We sat and made a list
Of all the things that we have
Down the backs of table tops
Ticket stubs and your diaries
I read them all one day
When loneliness came and you were away
Oh they told me nothing new,
But I love to read the words you used
 
 
 
 
La luce pallida del portatile illuminava la stanza buia.
Giulia fissava il foglio bianco con le labbra serrate e con due dita si massaggiava le tempie.
Erano due ore consecutive che scriveva e cancellava subito dopo.
Ogni cosa le sembrava non abbastanza buona.
Quello che scriveva le sembrava palesemente banale. Eppure scrivere era la cosa che le riusciva meglio.
Quella critica la tormentava da settimane.
Solo una. Solo poche parole che le rimbombavano nella testa.
Non aveva detto nulla nemmeno a Joe. Ne del manoscritto del suo famigerato libro che scriveva di nascosto quando lui tornava a casa tardi dallo studio di registrazione. Non sapeva nemmeno perché glielo nascondeva. Probabilmente paura di deludere qualcuno.
Aveva consegnato il suo segreto a un professore dell’università. Quello più stronzo di tutti, certo, ma quello che tra i tanti le avrebbe dato un giudizio severo e cattivo, credeva di averne bisogno. Invece si pentì, quando dopo quel ‘Abbastanza soddisfacente’ che la fece arrivare sulla luna, seguì un ‘ma alcune riflessioni del personaggio sono palesemente banali.’ che la fece ritornare sulla terra nel giro di un nanosecondo.
Sapeva che quel giudizio l’avrebbe influenzata.
Ora sentiva di aver sprecato un anno e mezzo della sua vita per qualcosa di ‘palesemente banale’.
 
I was the match and you were the rock
Maybe we started this fire
We sat apart and watched
All we had burned on the pyre
 
 
Un acuto suono la distrasse dai suoi pensieri.
Videochiamata in arrivo: Alice Ferri.
Giulia sospirò e cercò di aggiustarsi i capelli al meglio, tirò su con il naso e premette il tasto ‘accetta’.
Una finestra si aprì e l’esile figura di Alice comparve sullo schermo, aveva i capelli biondi legati in una morbida treccia e il mascara leggermente colato sotto gli occhi verdi. E un’espressione esausta.
“Good morning Mrs. Bianchi.” Esordì con un accento inglese evidentemente influenzato dal francese con cui era a contatto tutti i giorni.
“Bonjour mademoiselle Ferri. Comment ça va?” le rispose la sua amica.
“Veramente bene, veramente…. stancante. Questi mangialumache mi ricordano tutto il giorno che non è il mio posto qui. E io glielo metto a quel posto.”
Era Alice.
“Non mollare.”
“Mi sembra ovvio. E Joe?”
“Torna tardi. E François?”
“Chi è François?
“Che ne so, ma c’è sempre un François se vai a Parigi.”
“Ah, capisco.” ridacchiò “Nessun François in vista, per ora.”
“Sappi che non lo incontrerai mai se non ti decidi a parlare francese.”
“Io lo faccio a posta, così i miei clienti mangiarane capiscono che devono stare alle mie regole.”
“Non erano mangialumache?”
“E’ lo stesso, qui mangiano di tutto, non puoi capire.”
“E tu non mangi niente, vero?”
“Già. Perché me lo chiedi?”
“Ti vedo più magra del solito. Vai da McDonald e rimettiti in carreggiata, come ai vecchi tempi.”
“Non sono dimagrita, è la webcam. Tu invece non mangiare troppe schifezze!”
“Che ne sai che sto mangiando schifezze?”
“Sei in America, cara. Lì se non le mangi è probabile che ti facciano una multa.”
“Nah. Qui sono tutti così alla mano, e fanno una vita da pazzi. Americani, valli a capire..”
“Oh non avrai cambiato idea?”
“Certo che no! Perché me lo chiedi ogni volta?”
“Mmh, così. Per sicurezza. Ti vedo un po’ triste.”
“Non è niente. Sono solo un po’ stanca.”
 
Mentiva anche alla sua migliore amica, l’unico motivo che la spingeva a farlo era che non voleva deludere nessuno.
You said we were born with nothing
And we sure as hell have nothing now
 
 “Giulia, ho ancora una tonnellata di lavoro da sbrigare e due clienti nel pomeriggio, una coppia di sposini novelli che vogliono costruirsi un appartamento con vista sulla torre Eiffel e sono convinti che nessuno gli farà la minima storia.”
“Francesi?”
“No, italiani.” rispose e fece una risata sommessa “Augurami buona fortuna.”
“Buona fortuna, Alice.”
“Ah, nel caso cambiassi idea, io e François ti lasciamo un posto nel divano letto!”
“Ci penserò. Salutami il caro François, mi raccomando.”
“Sarà fatto. Ci sentiamo.”
“Ciao Ali. Ti salutano tutti, Joe, Kevin e Danielle. Anche.. Nick.”
 
Do you understand that we will never be the same again?
The future’s in our hands and we will never be the same again
 
La schermata diventò nera.
Alice se ne era andata.
Ormai non poteva nemmeno pronunciare il suo nome con lei.
Eppure quello che avevano loro non era un amore estivo, quelli che finiscono col calar del sole, quelli che oltre a raffreddarsi i corpi si raffreddano anche i cuori.
Era solo.. complicato.
 
 
Flames, they licked the walls
Tenderly they turned to dust all that I adore.
 
  
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