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Autore: Jiulia Duchannes    27/10/2013    6 recensioni
Leonetta Tomletta Naxi Marcesca Fedemilla
Violetta Castillo è la figlia del capo delle guardie del re, promessa sposa ed innamorata del duca Tomas Heredia, la sua vita è perfetta ma basta una passeggiata in paese per sgretolare le sue certezze. L’incontro con Leon Vergas, capo dei ribelli, dà una svolta alla sua vita. I dubbi si insinueranno nella sua mente e il suo cuore si dividerà in due, una parte di lei vorrà appoggiare il rivoluzionario Vergas mossa da un fuoco interiore che non credeva di possedere, ma l’altra è ancora legata al giovane Heredia che non conosce la verità sui ribelli e su Leon.
Ludmilla, figlia del re, viziata principessa dalle pretese esagerate, innamorata del conte Heredia conoscerà invece un contadino, un poveraccio che con le sue maniere rozze e il suo modo di trattarla come una comune mortale e non una regina la farà innamorare: Federico.
Natalia, la dama da compagnia della principessa Ludmilla, Francesca sorella del vice del signor Castillo, Camilla figlia del conte Torres, Maxi braccio destro di Leon, Marco cugino di Vergas, Federico e tanti altri i protagonisti di questa ff.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza dai lunghi capelli marroni sorseggiava il tè nel verde giardino della sua villa.

Violetta Castillo era la figlia del capo delle guardie del re Rodrigo Ferro, German Castillo.
Era ricca, bella, amata da chiunque per la sua bontà e la dolcezza inaudita con la quale si relazionava con chiunque, persino la servitù.
 
-Sapete mio padre mi ha accordato il permesso di uscire in paese oggi, per fare compere. Infondo tra soli quattro mesi sarò la duchessa Heredia, non più la sua bambina, sarò una donna, una moglie, e finchè resterò con lui vuole accontentare ogni mio capriccio-
Disse la Castillo alle ragazze sedute accento a lei.

La mora, Francesca Comello, era la sorella di Luca Comello, il braccio destro del signor Castillo, e anche la migliore amica di Violetta.

Camilla Torres era invece la figlia del conte Torres, lontano parente del duca Heredia, anche lei amica della Castillo.

-Ti accompagneremo molto volentieri Violetta. Sai è strano pensare che ti sposerai con Tomas Heredia, chissà come si comporterà la principessina Ferro alla cerimonia, infondo si sa che lei ha un debole per il tuo bel conte. Già me la immagino con il suo vestito svavillante e il volto rosso di rabbia- Commentò Camilla ridacchiando.
-Buongiorno mio amore- Salutò allegramente il conte Heredia raggiungendo la sua futura sposa.
-Buongiorno anche a voi belle donzelle- Aggiunse notando le amiche di Violetta.
-Amore mio io e le ragazze stavamo per uscire, devo comprare l’abito da sposa in quella sartoria bellissima in centro e ci accompagnerà Roberto.. ma se ci accompagnassi tu sarebbe perfetto- La
Castillo fissò Tomas con occhioni da cucciola, il conte Heredia avrebbe volentieri accettato, ma purtroppo aveva un impegno con il signor Castillo e non poteva certo mancare.
-Mi dispiace ma non posso ho un appuntamento con tuo padre, e poi è risaputo che lo sposo non può vedere l’abito prima del matrimonio-
Violetta si finse arrabbiata con Tomas ma poi si sciolse in un sorriso -Per questa volta ti perdono-
-Signorina Castillo, signorina, la carrozza è pronta- Annunciò Roberto, il fidato maggiordomo.
 
Ia cittadina sorgeva in una valle, alle pendici di una collina, era enorme, la più grande di tutto il regno, lì si trovavano abitanti di ogni ceto sociale, ricchi e proletari*, lì le differenze tra la popolazione erano ben visibili, lì le rivolte erano all’ordine del giorno, come i furti e gli omicidi. Quella città era, soprattutto, la sede dei ribelli, ma tutto questo a Violetta non importava.
Era raro che German, suo padre, la facesse uscire dalla sicurissima villa nella quale vivevano, e per una volta che poteva la ragazza voleva andarci, perché da come lo descrivevano le figlie di molti nobili, lì vi erano anche i più bei mercati, le più belle sartorie ed i migliori artigiani e Violetta voleva solo il meglio per il suo matrimonio.
 
Intanto nella grande reggia della famiglia Ferro, la principessa Ludmilla inveiva contro la sua dama da compagnia o, per meglio descriverla, la sua schiava personale, Nata.
La principessa camminava velocemente per i corridoi, gridando il nome della povera dama. Quella buona a nulla, come la chiamava lei, era nelle stanze della principessina intenta a cercare il profumo francese che Ludmilla le aveva appena ordinato di portarle. Non erano passati nemmeno cinque minuti che la viziata principessa aveva cominciato a cercarla ed urlarle contro. Non era certo facile trovare quello specifico profumo tra i mille che possedeva, si era giustificata così Natalia, ma alla principessina Ludmilla cosa importava? A Natalia era offerto vitto e alloggio solo per servire Ludmilla, le sarebbe bastato un niente per cacciarla, sicuramente fuori dalla reggia sarebbe divenuta una stracciona, una di quelle poveracce che bussavano alla porta del re in cerca di un lavoro e che puntualmente venivano cacciate via.
 
Quando finalmente la povera Nata era riuscita trovare il profumo tanto desiderato la principessa lo aveva gettato a terra, rotto in mille pezzettini di vetro la confezione e sparso il liquido profumato su tutto il pavimento appena ripulito.
-Vai in città ora! Non mi importa se c’è in corso una rivolta, se la città va a fuoco e se ti feriscono durante uno scontro come è successo a tua madre chiaro? Portami un maledetto profumo dalla bottega del caro Paul-

A Nata vennero quasi le lacrime agli occhi, sapeva che Ludmilla era egoista, viziata e acida ma quando l’aveva conosciuta, da bambina, era diversa. Era dolce, fragile e soffriva per la costante assenza dei genitori, quando Nata la guardava, quando Ludmilla la rimproverava per tutto e la umiliava, cercava di rivedere in lei la bambina dai boccoli d’orati che era un tempo, immaginava di avere davanti a se la piccola Ludmilla, ma in quel momento non ci riusciva.

Nata credeva che una parte di Ludmilla le volesse ancora del bene, ma dopo ciò che aveva detto cambiò idea immediatamente.
Ludmilla sapeva cosa era successo alla madre di Nata e non si era fatta il minimo scrupolo di poter ferire la ragazza nominandola.
Era un giorno come un altro, la madre di Nata era la cameriera personale del re, come ogni sabato era andata in città per comperare cibo per tutta la settimana. Quel giorno sfortunatamente i ribelli avevano deciso di far saltare in aria la via principale per mandare un messaggio al re, in quel momento la madre di Nata stava tornando a palazzo, con le verdure appena compare in una sacca di iuta.
Natalia aveva quattordici anni,era abbastanza grande per capire e troppo piccola per accettare.
 

Leon Vergas, capo dei ribelli, correva velocemente per le vie della sua cittadina seguito dai suoi compagni:Marco e Maxi.
Dovevano tornare velocemente al loro nascondiglio, se le guardie li avessero fermati e perquisiti, con indosso tutte quelle armi rubate, sarebbero stati sicuramente catturati e portati dal re.
Il re Rodrigo Ferro, il peggiore. Leon ricordava bene quando all’età di dieci anni vide il capo delle guardie, German Castillo, trafiggere suo padre perché accusato di aver rubato del cibo, iniziò ad odiare tutti. Castillo, perché aveva compiuto il gesto materiale, e il re, perché l’aveva ordinato.

Odiò persino sua madre, per non aver mai pianto, per aver solo pensato a sopravvivere senza mai lasciarsi andare al dolore di aver perso un marito,odiò sua madre per non aver mai fatto nulla per cambiare le cose. Odiò se stesso per aver dato ragione a sua madre, per non aver mai pianto, per aver pensato solo a sopravvivere, per essersi portato dentro il dolore così allungo che questo era esploso in un eccessiva violenza, che lo aveva reso il capo dei ribelli.

Ed ora da capo, da leader amava sua madre per averlo reso forte, per avergli insegnato a sopravvivere in ogni circostanza e dall’altra parte sua madre era fiera di suo figlio, della voglia di cambiare il mondo che lo spingeva alla violenza, forse eccessiva, ma necessaria il più delle volte. Una violenza che, a differenza di quella praticata dal re, toccava persone che potevano difendersi, una violenza che nascondeva giusti valori, una violenza che avrebbe portato un futuro migliore per tutti.. almeno questo era quello che sperava Leon

Angolo autrice
Che ve ne pare? Un momento di follia mi ha fatto publicare questa storia.
In questo capitolo troviamo una descrizione generale di alcuni personaggi.
Baci

  
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