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Autore: Andrew_the_dragon    27/10/2013    12 recensioni
[storia ad OC, con un limite di 15 oc]
Chaossu!
Chi siamo noi?
Comefareisenzamanga e suo fratello, in un'assurda collaborazione!
Per la prima e l'ultima volta.... ovviamente...
Comunque, ringraziamo in anticipo chi leggerà, parteciperà e recensirà! :)
*°*°*°
-Sicuro. Comunque Berry, Pat.... non era oggi che sarebbe venuto a lavoro il nuovo supervisore?- Alla parola supervisore, il piccolo ufficietto dedicato alle nuove reclute del settore ricerca e sviluppo, il panico si insinuò nei cuori di quegli anormali “scienziati”.
*°*°*
La ragazza, scosse la testa. Poi sospirò, affranta.
Sapeva che non sarebbe mai più uscita, e che tutta la sua vita sarebbe stata tetra e ripugnante.
Almeno, sino a quando non si sarebbe offerta di utilizzare la sua “Flare”.....
Involontariamente, la giovane provò a mettere una mano al cuore, ma, con le catene che le tenevano attaccata al muro tramite braccia e gambe, ciò le era impossibile...
*°*°*
Anna & Ba salutano tutti!!! xD
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sparks of darkness_quando la luce non abbandona il tuo cuore...

Capter 2_a new name, and the wings to explain

 
Spiega le tue ali.
Sorridi, piangi, ama, divertiti, soffri e non nascondere le tue emozioni.
Spiega le tue ali.
Si te stessa, sempre. Non importa chi la gente ti dice di essere.
Spiega le tue ali.
Capisci il vero senso della parola “vita”. Ama, comprendi e lascia il passato scivolare via.
Spiega le tue ali.
Vivi veramente, sorridi al tuo cuore e non arrenderti alle difficoltà.
Spiega le tue ali.
Ed adesso, vola!
-cit. sogno di Anna durante l’ora di matematica, mentre degli omini lavoravano sopra il tetto-
 
*°*°*° Base operativa degli esorcisti,  settore scientifico (si, sempre lui xD)*°*°*°
 
Nel settore scentifico, era una nuova calda, noiosa giornata di lavoro.
Come al solito, Arashi sveniva in mezzo ai cumuli, Berry e Pat si contendevano l’ultimo biscotto, e Picht lavorava assiduamente, come posseduta da un qualche fantasma stakanovista….

-NEEEE-CHAAAAAN!!! NUOOOOOO!!!- dalla nuova cattedra, posta perfettamente al centro di un turbinio di fogli, scartoffie e spazzatura non identificabile, si levò un grido degno di una scimmia, morente sul campo di battaglia (??).

-uh?- Arashi riemerse dal cumulo, mentre Berry cadeva a terra, presa da un infarto cardiaco e Pat moriva in silenzio, a mangiare un biscotto sordo dopo l’urlo belluino del supervisore. Picht, nel suo stakanovismo, rimase impassibile.

-E perché?- Arashi, di botto, aprì gli occhi. Mai aveva sentito una voce tanto melodiosa, spensierata, bellissima, armoniosa, piacevole; insomma…. incommensurabilmente soave…

-PERCHE’ NO!!!! PUNTO!!!!- Haru, in lacrime, incominciò a sbattere i pugni sul tavolino.

-Ma non è giusto! Io voglio sapere!- Arashi, venendo in contro a quella voce melodiosa, ricevette in dono una visione da sogno.
O meglio, una visione di spalle da sogno.
Perché, Arashi, della figura melodiosa che aveva davanti, vedeva solamente i lunghi capelli color rosso acceso sfumato nell’arancione più brillante, raccolti in due code ed una divisa da esorcista… dalla gonna pericolosamente corta.
Ok, forse Arashi stava per morire… ma della fine più bella del mondo…
Vicino alla minuta “celestiale” (seee, domani xD) figura, stava un’altra schiena, decisamente più alta della prima, piegata sulla cattedra, intenta a sghignazzare scompostamente.
Anche quellla, aveva la divisa da esorcista.

-Oddio, questa non me la posso perdere vai Mo-chan, stendilo!!- Haru guardò male la sghinazzante.
La ragazza, perché questo era aveva i capelli biondi, dalle punte violette ribelli e lisci, tenuti legati nel vano tentativo di dare un minimo di ordine a quelle ciocche scomposte. Da dietro, Arashi non poteva vederle ne viso ne la maggior parte del corpo, ma sicuramente la bionda era dotata di un bel corpo. Ovviamente, l’azzurro scommise che la sua rossa, da davanti sarebbe stata molto meglio.

-INUZUKI-SAAANN! Non ci si metta pure lei, per favore…. E poi non doveva andare da suo fratello?- La bionda scrollò le spalle, sogghignando.

-E’ andato in mensa, con il preciso scopo di starsene per i fatti suoi…. E poi, io ho di meglio da fare! ♫- Haru, letteralmente, si sciolse depresso… non solo sua sorella le chiedeva quel taboo… ma ci si metteva pure Nikki Inuzuki… una giornata da dimenticare.

-Allora, Nii-tan, vuoi rispondere?!- Una folata di disperazione raggiunse gli occhi verde smeraldo di Haru…. Che poi alzò lo sguardo e incrociò quelli di Arashi. Cosino blu = salvezza!! Il viso dolce del supervisore si trasformò in una strana smorfia, mentre si avvicinava all’azzurro… che non aspettava altro se non vedere il viso della rossa.

-Ah, guarda se quello non è Arashi-san! Come va oggi?- Lo scienziato chinò il capo, arrossendo. Era un tipo timido, lui!

-B…bene…penso…?- haru annuì… la smorfia aumentava.

-Sono felice per te! Ah, ti presento la mia dolcissima Nee-chan e una esorcista.- “Una esorcista”?! Come si permetteva quel supervisore da due soldi?!

-NII-TAN!! IO VOGLIO UNA RISPOSTA!- La rossa si girò, ed Arashi iniziò a perdere sangue dal naso.
Infatti, la figura “armoniosa”, che altro non era se non la nee-chan del supervisore Tosei, era un angelo caduto dal cielo… i grandi occhi color verde prato, di un colore più squillante di quelli del fratello, celavano alcune sfumature grigie ed azzurre, ed erano grandi, infantili e tremendamente adorabili… perfetti per i lineamenti eccessivamente da bambina della quindicenne e per le guancie rosee della ragazza. Seppur avente un fisico asciutto e minuto, la sorellina di Haru aveva un seno prosperoso, ed un fisico niente male…gonna corta... si, di sicuro la più bella morte mai agognata!

-…nii-tan…! Vogliosaperevogliosaperevogliosapere!!- Nikki ghignò ancora, per poi girarsi, socchiudere l’unico color ametista lasciato libero dalla benda con un teschio sopra, ed andare ad abbracciare la rossa, distendendo la cicatrice a forma di X trovatasi sotto l’occhio.

-Dai, rispondi Toseiii!!- Haru deglutì, poi arrossì vergnosamente.

-NON POSSOOOO!!!!!!!! Neechanonhabisognocheilsuofratelloneledicacertecose!!!- Nikki sbuffò.

-..uhmp, e io che pensavo che fossi un buon fratello…!- Haru si pietrificò. Poi una folata di vento lo sbriciolò… e..

-MA COSA DICI!?!?!?! Io DEVO essere un buon fratellone per la mai dolce nee-chan!!!!-

-e allora rispondi!- Silenzio… poi Haru guardò in lacrime una Nikki trionfante, sua sorella con uno sguardo imbronciato e Arashi, svenuto con gli occhi terrificanti a cuoricino.Ok. Lo avrebbe fatto! Il castano raccolse tutto il suo coraggio e…

-Ehm… n…ne…e-chan… m…ma sei s..sicura d…di voler s…sapere c…come n…nascono i b…bambini?-

-Certo!- Nikki scoppiò a ridere,  Picht aveva incominciato a tossire in modo decisamente anormale, Pat e Berry si girarono, in tempo
per arrossire, ammutolirsi e prendere a menarsi di nuovo, Arashi svenne da svenuto… e l’amabile nee-chan?
Haru incominciò a guardarsi in torno.
Dove era la sua nee-chan?! Il supervisore cominciò a sudare freddo.
Poi un urlo.
Le corsa.
Ed infine, la rossa, a terra, svenuta sopra un ragazzo, irritatissimo mentre un secondo osservava menefreghista.

-NEEEEEEEEEEE-CHHHHAAAAAAAANNNNN-
 
*°*°*°
 
Il cielo era bello.
Era grande, blu e tremendamente incoraggiante.
Il cielo trasmetteva emozioni contrastanti, voglia di raggiungerlo come la paura di poter andare troppo oltre, e di rompere quella distesa blu.
Non si capisce veramente se il cielo è sottile o spesso, però lei sentiva che quella distesa blu fosse come una mamma, che circonda il piccolo al fine di proteggerlo.
Chi se ne importava di quello che dicevano gli scienziati?!
Il cielo era un po’ la sua mamma adottiva, visto che in quel posto non aveva avuto nessuno, se non un compagno o due per qualche tempo.
Ma poi, tutti avevano ceduto. Chi per rabbia, chi per disperazione… la caccia alla flare originale era così pesante da sopportare che, massimo uno o due mesetti, e tutti dicevano “Io possiedo la flare”, giusto per scappare da quella cella, e finire giustiziati per aver dichiarato il falso su una questione di quella importanza.
Lei era l’unica persona ad essere rimasta per più di tre mesi dopo l’incarcerazione.
Per questo, era stata riconosciuta come “possessore” della Flare.
Per quel motivo, era un mostro.
Un sorrisetto le si disegnò in volto.
Si, un mostro, ma un mostro che prima aveva ancora una dignità,
e che aveva urlato tante volte chi era sino a dimenticarsi il suo nome.
Poi, dopo il nome, incominciò a chiudere in un riccio freddo anche il suo essere una persona,
sino a diventare acqua, incolore, insapore ed inodore.
Necessaria, ma letale.
Nell’acqua vivi, come muori.
E probabilmente, chi l’aveva tormentata per tutti quegli anni aveva pensato che lei potesse ribaltare le sorti di quella guerra immorale contro un nemico sin troppo potente.
Troppe speranze. Troppe false speranze.
I capelli color tramonto si unirono in un’elegante danza con il vento, possibile solamente grazie all’ampia finestra dell’infermeria.
La ragazza sbuffò. Ma era sempre stata così maldestra?! La mini Tosei si mise a sedere, poi guardò il soffitto dell’infermeria. Fatto ciò, cercò di alzarsi. Barcollando leggermente e facendo per uscire. Però, quando oramai stava per raggiungere l’uscio dell’infermeria, dei grugniti  alle sue spalle la fecero voltare di scatto, e poi cadere. 

-levati dalle palle, Inuzuki-stronzo.- Gocce di sudore…. Quel tono non prometteva nulla di buono, purtroppo…

-Uhm, Ryu-chan, sei troppo fredda!- una forte aura omicida alle sue spalle le disse chiaramente “non muoverti”…

-KYAAA! NON MI TOCCARE, BRUTTO ******!!!!!!! CREPAAAA!!- un tonfo. Poi una risata, maschile. A quel punto, la curiosità fu troppa. La rossa si alzò, per poi andarsi ad accertarsi delle condizioni della ragazza, probabilmente vittima di uno scherzo del primo. La ragazza, stesa a terra doveva essere alta intorno al metro e cinquantacinque. La carnagione lattea e il fisico da modella, metteva in risalto i grandi occhi viola contornati da lunghe ciglia nere e i capelli leggermente mossi, ramato scuro, lunghi sino al bacino. Sembrava molto forte, ma ciò che stupì non poco la ragazza fu il vestiario. Infatti, La ramata non stava indossando l’uniforme da esorcista, ma bensì un paio di jeans aderenti e chiari, una grande felpa da uomo color pece arrivante sino a metà coscia e uno sguardo terribbilmente minaccioso, quanto arrossato in direzione del ragazzo.
Lui, invece, aveva l’uniforme, costituita da una giacca in stoffa lucente color nero scuro, dei pantaloni neri aderenti e degli stivaletti bassi, borchiati. I bordi della giacca, come del resto una catenina attaccata alla vita dei pantaloni e i lacci degli stivali, erano arancione acceso, quasi fosforescente. All’altezza del petto, una spilla in argento raffigurante una croce intarsiata era l’unica cosa lasciata in buono stato della divisa abbastanza malridotta. La ragazza notò che anche i capelli biondi del ragazzo, spettinati, avevano le punte color arancione in piacevole contrasto con gli occhi smeraldo e la cicatrice attraversante l’occhio sinistro. Dalla divisa logora traspariva il fisico asciutto e definito del ragazzo… ovviamente, non sfuggì alla ragazzina lo strano sguardo innocente che il biondo teneva… che fosse un ultimo disperato tentativo per sfuggire all’ira della ramata?

-BRUTTO CELEBROLESO BIONDO, MA CHE COMBINI?!- La ragazza scattò in piedi e… ricadde da sola, quasi immediatamente, provocando l’ilarità del ragazzo.

-Scusami, Ryu-chan… ma avevi un po’ di ovatta tra i capelli, ed io te la stavo togliendo.- La ramata sbuffò, girando il capo dalla parte opposta.

-Nessuno te lo aveva chiesto! E per l’ennesima volta… NON MI CHIAMARE RYUUU-CHAN! IL MIO NOME E’ RYUNO YORU, Inuzuki!- Il biondino sorrise ancora.. e due idee passarono in mente alla ragazzina: o era un pazzo masochista, con serie intenzioni suicide, o aveva capito a cosa andava in contro, e si era preparato a morire con il sorriso sulle labbra.

-Uhm.. allora, io potrei controbattere dicendo che il mio nome è Shoichi, e che vorrei essere chiamato con esso che con il mio cognome, no?- La mini tosei guardò incredula.

-E io ti chiamo Inuzuki!! Comunque, adesso me ne vado e tu non azzardarti a seguirmi, capito?!- Con gli occhi chiusi, Ryuno si affrettò ad andare verso la porta… e quindi, inevitabilmente, a sbattere contro la piccola, buffa neo esorcista, che  cadde inesorabilmente a terra succube delle sue gambe tremanti e della forza distruttrice della ramata.

-Uh? Ma dove vai a sbattere, Ryu-chan! Hai travolto una bambina!-  Ryuno guardò la bambina a terra,  poi Shoichi, con uno sguardo supplicevole.
Ovviamente, non lo avrebbe mai chiesto, ma Shoichi da quell’occhiata intuì che “Ryu-chan” aveva bisogno di lui.
E sorrise, dolcemente.

-Ok,ok… allora, come ti chiami bambina?- Perfetto. La domanda più odiabile del mondo.

-Non me lo ricordo. Ma pare che il mio cognome sia Tosei.- Uno strano silenzio percorse la sala, poi una risatina nervosa del biondo ruppe il silenzio.

-Uhm… Ah, giusto! Se non sbaglio, quello è il cognome di Haru! Eh eh… lui si che era un bravo esorcista! Sei una sua parente, Bambina?- La rossa annuì, e Shoichi la guardò, analizzandola. Come poteva essere quel mini Iceberg anche solo lontana parente di Haru?!

-Sono sua sorella. E non chiamarmi bambina, ho quindici anni.- La rossa, era incavolata. Non sapeva perché, ma quella domanda la metteva a disagio…

-ah, ok…- Quindi anche suo fratello era stato un esorcista?!

-BWA HA HA, grande mini Haru! Mi stai simpatica.- Come se fosse la cosa più naturale del mondo, la ragazzina sorrise dolcemente, imbarazzata… sotto lo sguardo sorpreso di Shoichi. Una bambina… ancora più lunatica di Ryu-chan?!

-..Grazie, Sempai!- Shoichi fece le spallucce, aprì la porta e..

-NEEEEEEEEEEEEEEEEEE-CHAAAAAANNN!Seiviva?Tuttobene?Nonhaipersosanguevero?L’infermieraèstatadolce?legambestannobene? Ah, ciao Ryuno-san, Shoichi-san.... SHOICHIIII!!! SE HAI TOCCATO LA MIA DOLCISSIMA NEE-CHAN TI AMMAZZOOOOOOOOO!!!! Tihatoccatoneechan?!nooooo?! SONO COSI’ FELIIICEEEEEEEEEE!!!!- La crisi emotiva di Haru durò circa mezz’ora e, dopo il tempo necessario ad accertarsi che l’amata nee-chan stesse apposto e il tempo che il trio ci mise a riprendersi a riprendersi, il supervisore invitò i tre esorcisti a seguirlo in una stanza lussuosa, probabilmente usata per le riunioni .

-Ryuno-san, Shoichi-san! Da quanto tempo, vero?- Il biondino sorrise allegramente, mentre Ryuno annuiva, in silenzio.

-Eh, già! Ma infondo, con la strega malefica Antonia nessuno voleva tornare alla base...- Ryuno ghignò.

-Soprattutto te… Frau exorxista!- Shochi guardò scosolato la ramata, sbuffando.

“Ma che combina, Exorxista Inuzuken-dono!? E che sono quei capelli da femminuccen?! Da oggi, lei sarà uffixialmente “Frau
Exorxista”!!””


-non me lo ricordare…. Per favore… Ryu-chan…- Shoicihi riportò alla memoria l’immagine di quel carro armato in tutina nera, che per qualche strano motivo non perdeva occasione di  ridicolizzarlo, mai…
I quattro si accomodarono nei divanetti rossi. La ragazzina guardò il fratello controllare l’orologio con frequenza… che aspettasse qualcuno?

-Uh… senti, mini Tosei…- La ragazzina si girò, sorridendo.

-Si?- Shoichi, intuendo i pensieri di Ryuno, continuò la conversazione.

-Non pensi che sia il caso di sceglierti un nome? Infondo, per diventare un esorcista a tutti gli effetti devi avere una specie di “carta d’identità” che certifica la tua classe sociale..- Poi Ryuno sfilò dalla tasca la stessa spilla che il biondino portava attaccato all’uniforme, girandola e facendo vedere alla ragazzina che dietro di essa, erano incisi nome, cognome, data di nascita e il nome di un colore, che nel suo caso era “Bordeaux”.

-Uhm… perché c’è scritto il nome di un colore?- La ramata rimise la spilla dentro l’enorme tascone della felpa.

- E’ il colore di identificazione, con il quale ci distinguiamo dagli altri. Vedi ad esempio la divisa di Shoichi? A lui hanno dato l’uniforme dai bordi arancioni per questo motivo… la tua è nera perché non sei ancora una vera esorcista.- La ragazzina annuì.

-Si, ma non ti preoccupare nee-chan… stiamo già preparando i test per entrare nell’organizzazione. Ci vorrà poco. Invece, Shoichi, Ryuno… siete pronti per la prossima missione?- I due risposero affermativamente, poi Haru diede ai due un piccolo portachiavi, con uno strano pulsantino.

-Con questo, partirà un ologramma per la vostra missione! Questa volta, dovete andare in Turchia, ad Instambul…. E con questo, vi devo dare due notizie, una buona e due cattive.-  Shoichi mise il broncio.

-Perché due cattive?!- Haru sogghignò paurosamente, per poi tornare a sorridere sincero. Brutto segno.

-Uhm… forse è meglio che inizi dalla buona… no?- Bruttissimo segno… nella stanza, calò un silenzio esasperante, che Haru ruppe con il rumore dei fogli che egli sfogliava, su uno strano quaderno a cuoricini.

-Ecco, vi ho fatto dei disegni!- Ok… quello era uno stragrande brutto segno!!! Il ragazzo mostrò a tutti una scritta semi illeggibile, dove c’era scritto “una buena noticia”.

-Perché in spagnolo?!- Il maxi Tosei (??) guardò la mini Tosei con una strana aura intorno.

-Mi andava.-

-…ah..- il foglio si girò… e quello che I tre, poveri esorcisti videro li segnò per sempre.
Infatti, uno strano  incrocio tra un alieno, una medusa a due tentacoli e un boomerang, teneva per mano (se quelle cose si potevano chiamare mani) un fantasma stile pac man dalle punte arricciate e due stecchini sotto il lenzuolo e uno strano serpentello di pasta con un occhio a venti centimetri dall’altro, e dei riccioli in testa…. Come facesse a tenersi in piedi, nessuno osò chiederlo…

-MA CHE CAVOLO E’????- All’unisono, i tre indicarono scettici il disegno.

-Uno sguardo interculturale tra esseri orrendi?!- Haru mise le braccia a formare una X, e imitò uno “bzzzzz”, sotto lo sguardo pensieroso di uno Shoichi riluttante.

-La rappresentazione astratta della stanza di Shoichi- Il super visore ci pensò su, poi si grattò la nuca…

-Quella non era una domanda, Ryuno-san…- Ryuno sbuffò.

-Lo so benissimo!- Tre secondi dopo,. Shoichi era in un angolo a disegnare cerchietti nel terreno.

-…questo è offensivo…- Nessuno lo ascoltò.

-E tu… nee-chan, che ne pensi...?- La ragazzina fece per aprire bocca, e dopo un po’ di incertezze, rispose con uno schietto “non voglio sapere cosa rappresenta”… così, Haru andò a far compagnia a Shoichi all’angolino.

-…eravate voi tre che partivate in missione insieme..- I tre, guardarono shokkati il disegno, poi Haru, poi il disegno, poi Haru e poi il disegno… e una strana aura nera inondò la sala.

-E IO SAREI QUESTO “COSO” CON LE GAMBE A POKY?!- Haru annuì, poi Shoichi prese da non si sa dove una bambolina per le maledizioni, invocando gli spiriti maligni contro il supervisore.

-aspetta… quindi…io potrei essere…- ryuno fece una pausa, per cercare di riprendersi. Poi, si alzò in piedi, sollevò Haru per le spalle ed incominciò a scuoterlo. –COME ****** PUOI PENSARE CHE IO SIA UNA ***** SERPEGGIANTE?! E PERCHE’ ***** SONO NUDA?! E QUEI ********* SAREBBERO I MIEI CAPELLI?! EHHHHH?!- Il povero maxi Tosei prese a piangere.

-..io volevo solo aiutar… ARGHHH!! CHE STAI FACENDO, NEE-CHAN?!- nel silenzio più totale, la dolce nee-chan aveva preso il blocchetto, e stava scrivendo qualcosa sul blocco. Quando lo mostrò, sul disegno del fratello era stato scritto “bocciato”, e vicino, era stato rideato il disegno… in maniera perfetta, quasi come una foto.

-OH, MAMMA! MA COSA SEI TU?!- “un umana”, come risposta non convinse molto il povero Shoichi, troppo traumatizzato in quei pochi minuti.

-…ma tu non eri stata ferma per quasi dieci anni, senza fare altro che oziare in una cella?- la bambina alzò le spalle.

-Non è una cosa normale? Ho preso la penna, e ho disegnato.- La mascella di Shoichi, cadde definitivamente  a terra… questo, era troppo per lui.

-COME PUOI DIRE CHE QUEL CAPOLAVORO E’ NORMALE NEEE-CHAAANN!!!...sono un fallimento da fratello maggiore…- il “te ne accorgi solo ora” quasi sussurrato della piccola nee-chan del loro amico, fece intuire a Shoichi ed a Ryuno, che era ora di cambiare argomento.


-Ehm… disegni a parte, cosa ci volevi dire con quel… “Disegno”?- Gli occhi del castano brillarono di nuovo, rinfrancato.

-Beh, semplicemente che la mia adorata sorellina verrà con voi in missione!- Nessuno oppose obiezioni, troppo stanchi per contraddire,
ma mentre Haru spiegava che la ragazzina sarebbe andata con loro in una missione di sterminio Kurai, Ryuno ebbe un fremito.

-E le cattive notizie?- Quella era una delle cose che tutti avrebbero fatto a meno di sapere… probabilmente.

-La prima è che se nee-chan avrà anche solo un misero graffietto, Shoichi-san e Ryuno-san ne subiranno le conseguenze… e la seconda è che dovrete anche andare ad incontrare un gruppo di ribelli ad Ancara… e con voi verrà anche Kei…- le parole “conseguenze” e “Kei”, preoccuparono moltissimo sia Ryuno che Shoichi.

-Ma proprio Kei?!- Haru annu’.

-Ma QUEL Kei?!-

-QUEL Kei?!- Shoichi sbuffò

-….mi vuoi morto, vero Haru?!- Il supervisore sorrise.

-E’ così evidente?-

-Abbastanza.- Ryuno scoppiò a ridere.

-Sei, mitica, Tsu-chan!- Il silenzio. Poi, “Tsu-chan” alzò la testa.

-Tsu?- Ryuno, per la prima volta davnti alla ragazzina, sorrise sinceramente.

-Beh, può derivare da “Tsuyoi”, forte… o da “Tsubaki”, camelia, Tsunami, Tsuki, luna… e poi, anche tuo fratello ha un nome
giapponese, no?- La ragazzina sorrise.

-Tsubaki è carino, che ne dici, nee-chan?- Haru era estasiato.

-Non è male! Allora anche per me sarai Tsu-chan!- Ryuno guardò male l’esorcista arancione.

-Copione.- Shoichigonfiò le guance.

-Non è copiare, è “prendere spunto”!- I due iniziarono a litigare per un bel po’, mentre Haru cercava di separlarli.

La neo chiamata “Tsubaki”, intanto sorrideva beata, con le gote arrossate.

Quindi… ho un nome..?

Come poteva una come lei, lunatica, insensibile, maschiaccio, violenta ed ogni altro aggettivo negativo che le venisse in mente, avere un nome?!
Per quei tizi, era semplicemente “il mostro”. Questo la contraddistingueva dalle altre cavie, a tal punto da farle dimenticare il suo vero nome.
Ma adesso, quegli strani tizi le avevano trovato un nome. Per loro non era un mostro. Era semplicemente “Tsubaki”, la sorellina del supervisore, l’esorcista.
Tsubaki suonava bene, era gradevole, originale e… suo..?
Le gote della ragazzina si arrossarono ancora. La vista si incominciò a fare appannata.

-T..tsubaki… eh?- L’attenzione si catalizzò su di lei. Una lacrima di gioia le rigò la guancia, e tutti i tre presenti sorrisero.

-Grazie.-
Lei, non aveva pianto mai. Non si sarebbe mostrata debole, in quella cella. Era sola, depressa, addolorata, messa sotto stress, eppure non aveva mai pianto.
Ma in quei momenti, era diverso. C’era lei, c’erano i suoi amici e suo fratello…c ‘era una nuova casa, pronta ad aspettarla… “casa”, non più cella…
Alla piccola lacrima, ne successe un’altra, ed un’altra ancora.
 
 ….le catene non ci sono più. Ed adesso?

Vola, semplicemente, vola… dimenticati del passato

E fai un bellissimo viaggio…. Ti auguro buona fortuna!

…e senza catene, volare è facile… no?
 
 
****Turchia, Instambul.***

Passi.
Nella notte, tetra, si sentono solamente dei passi, e dei respiri affannati di una donna, disperata, troppo spaventanta per urlare. Le gambe si muovevano da sole.
Poi, un vicolo cieco.
Il panico assalì gli occhi increduli della donna, che si mise spalle al muro.
L’avrebbe raggiunta… q..quel mostro l’avrebbe uccisa…
Per lei, era finita. Una strana tranquillità cedette il posto preso in precedenza dal  panico, mentre la donna si metteva con le spalle contro il muro.
Le mani, tremanti, estrassero dalla tasca della gonna malandata una fotografia, ritraente dei bambini.
La donna chiuse gli occhi.
Lui era arrivato.
Sentì la terra tremare ad ogni passo di quell’essere immondo. Poi il respiro affannato di quella cosa su di lei.
…e poi?
Semplicemente il silenzio.
La donna aprì un occhiò, poi un altro, e davanti a lei, stava la carcassa di quel mostro gigante. Ed una figura umana, che fronteggiava il cadavere senza la minima difficoltà. Era sera, tutto era buio, ma la donna riconobbe nella penombra due occhi, blu notte.
Poi, come era arrivata, la figura sparì, lasciando la donna da sola, a pensare
Un bruttissimo presagio riguardo a quegli occhi così belli le fece tremare le spalle, poi all’improvviso di mise a correre…
Loro dovevano entrare in azione. Adesso.

*°*°* Terrazza della base degli esorcisti (prima o poi se ne andranno... anche se adesso sono sempre lì xD)

Oramai, le miriadi di stelle che si erano occupate di illuminare il cielo, stavano lasciando il posto ai tenui colori dell'alba.
Il blu notte, s'intrecciava delicatamente al rosa pastello, al giallo canarino e all'arancione tenue, creando effetti di luce strabilianti.
Probabilmente, la più bella alba che Haru avesse mai visto.

I suoi occhi smeraldo, brillavano alla vista di quello spettacolo naturale, doppio perchè con lui c'era la sua dolcissima, adorata nee-chan.

Con lei a fianco, Haru si sentiva bene, seppure la sorellina non avesse ancora recuperato buona parte del suo carattere, e non sapesse tante cose... bastava la sua presenza a renderlo, nuovamente felice.

Era lì. Seduto sul tetto, con la sorellina che disegnava appoggiando la testa sulla sua spalla, canticchiando allegramente. Cosa c'era di più bello?

In quel momento, ci scommetteva, aveva una faccia da super ebete, ma poco gli interessava.

Poi la sorella si staccò, alzò il quaderno sul quale stava disegnando e mostrò al fratellone la copia perfetta di quell'alba.

-Allora?- Haru sorrise.

-E' bellissima.- Tsubaki, molto dubbiosa, porse il disegno al fratellone.

-Io non ne ho bisogno, nii-tan. Te lo regalo.- Il ragazzo prese in mano il disegno, piangendo.

Era mai stato più felice?! Probabilmente no. La testa della sorellina si riandò a posare sulla sua spalla.

-Un'ultima cosa, nii-tan.- Il ragazzo guardò Tsubaki, che lo guardava atona.

-Si, nee-chan?- Era tutto così perfetto che Haru non notò il ghigno divertito che stava prendendo il posto della faccia atona.

-Alla fine, me lo ha detto Nikki come nascono i bambini.- Haru sbiancò, e l'anima gli uscì direttamente dal corpo. 
Poi, con tutta la calma chein quel momento riusciva a raccogliere, sorrise lievemente, prese per le spalle la sorellina e...

-NEEEEEEEEEEEE-CHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNNN!!!!!!!!!-



 


e ora..... ANNA'S SORCERER?!

oggi, intervista speciale a Berry Straw! Primo numero, dedicato a Gigi-chan, ovvero AngelWings_DwarfGigi4


A=anna
B=Berry


A= Tarattarattarattata! Tararararaaaaa!! *imita canzone telegiornale* Benvenuti tutti all'Anna's sorcerer! Questo sarà uno speciale angolino dove, sotto sondaggio, intervisteremo un OC!
visto che Berry è risultata moooolto popolare, ecco la nostra prima intervista, proprio alla piccola scenziata!

B= YAHOOOOO!!!! MINNA-SANN!!!!

A= eh eh, Berry, pronta all'intervista?

B= io sono nata pronta!!

A= perfetto! Allora iniziamo! Quando sei nata?

B= Eh eh, questa è super facile! sono nata il 9 settembre!

A= e quanti anni hai?!

B= Ohi, non si chiede l'età ad una signora! Comunque, ho 19 anni!

nd Pat (fuorionda)= ed è così bassa?!

B= PATTT!!!! TI HO SENTITO!!!! DOMANI, A LAVORO TI FACCIO SECCO!!

nd Pat= O.O

A= eh.. eh... allora, continuiamo... Berry-san, cosa ti piace fare nel tempo libero?

B= ho un piccolo orticello dedicato alle fragole.... sono così KAWAIIII!!! a volte, usciamo io, Picht e Tsubaki... anche se a lei le commedie d'amore non piacciono, e quindi la dobbiamo trascinare con la forza!

A= *immagina Tsubaki attaccata ad un palo, mentre Berry e Picht la cercano distaccare* ma... in questa epoca esistono i cinema? e i film?!

B= è un diciannovesimo secolo immaginario, quindi esiste taaaanta roba che nella realtà non si trova!

A= uhm, adesso si spiega! Ma c'è una cosa che invece non si spiega... perchè porti quel cappello? *indica cappello*

B= perchè lui è troooopppoooo fragoloso!! Ma lo vedi?! E' la fragolosità fatta persona!

A= e non pesa?!

B= tra una tonnellata e le due.

A= ....*shokkata*.... ok....

B= uhhh!!!! Stai bene, Anna-san?!

A=uhm... non molto...

B= be, allora chiudiamo qui l'Anna's sorcerer di oggi!! <3 

BACIONI FRAGOLOSI A TUTTIIII!!!!!! :3



(sopra, Berry in abiti normali, obrobbrio di Anna dedicato a Gigi-chan)

Anna e Ba vi salutano tanto!!! ^^
  
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