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Autore: iniustaverba    27/10/2013    4 recensioni
«125 giorni»
«125 che cosa?» chiede Lola riducendo gli occhi a due fessure, impercettibili fessure. Poi capisce e agita le braccia.
«Oh, davvero?Hai deciso di rimanere rintanato qui dentro fino a Natale?»
Quella battuta sarcastica gli strappa un flebile risolino divertito. «Potrebbe essere un’idea, no?»
«L’unica idea che ho in mente io ora, è quella di tirarti un pugno e procurarti talmente tanto dolore da farti dimenticare Bree, il mese in cui siamo, e anche il tuo nome, per la miseria»
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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layn

En ma fin gît mon commencement.

 

 



Zayn guarda il calendario per la terza volta quella mattina, e ha sempre la stessa sensazione che ormai ha da 125 giorni, Zayn oramai vive in camera sua, c'è un sudicio che anche alla cameriera le si sono rizzati persino i peli delle braccia, libri aperti, chiusi, pieni di polvere, cartoni di pizza e bicchieri di plastica mezzi finiti e mezzi no, la cenere delle sigarette che giace sulla moquette, irrecuperabilmente sporca.
Ogni giorno del calendario è segnato con una X rossa, fatta con un pennarello indelebile, e sono centoventicinque giorni che se n'è andata, 125 giorni in cui a smesso di pensare, di vivere, uscire, 125 giorni che l'unica cosa che aveva lasciato era una maglia sgualcita e sporca, una foto di loro a Parigi, durante il periodo Natalizio e un grande vuoto nell'appartamento, nel letto, nello stomaco.
Si trascina verso il letto che sa ancora di caldo, si lascia cadere sulla trapunta color porpora, ispirando l'aria malaticcia nella sua stanza, dalla finestra entra un piccolo raggio di sole che ricade sul suo braccio interamente tatuato, fece finta di non averla mai incontrata, che tutta quella situazione era solo un sogno che, in qualche maniera, lo tormentava, il fatto invece era che non si ricorda nemmeno come trascorreva le sue giornate prima che lei arrivasse, e il solo pensiero gli faceva venire un senso di nausea. Adorava i fumetti, ma il solo pensiero di tenerne uno fra le mani lo fa andare fuori di cervello.
Il solo fatto che “ti lascio per il tuo bene” scritto su un foglio di carta strappato da una bolletta già pagata, lo fa sentire un completo idiota.
Sono 125 giorni, compreso questo, che scivolano via con amarezza.


Delle nocche battono alla porta di camera sua, il silenzio è talmente forte che si spaventa, sussulta sul letto e borbotta un – Avanti – strascicando le parole.
Lola entra ferocemente nella stanza, lasciando che la porta sbattesse al muro, a malapena riesce a camminare, vista tutta la roba gettata sul pavimento «Zayn Jawaad Malik!» tuona, mettendo le sue mani incredibilmente minuscole sui fianchi, Zayn le rivolge solo uno sguardo per poi riprendere a fissare il tetto sopra le loro teste. «Sei un demente» lo offende, guardandosi intorno, storcendo il naso, perché ragazzi, dentro quella stanza c'era un'odore asfissiante, Lola nemmeno capisce come riuscisse a viverci Zayn, lì dentro.
Spalanca la finestra, lasciando che il sole le riscaldasse il viso e che un po' d'aria fresca le entrasse nei polmoni, oppressi dall'odore di nicotina, pizza e birra.
Ora che Lola non poteva vederlo, Zayn ride ad ogni sui ammonimento, scoprendo il perché quella ragazzina dai capelli crespi, le labbra sottili e le mani minuscole, fosse diventata una delle poche persone a spronarlo, anche mentre tutti gli altri perdevano la speranza in lui.
Lola si gira, arricciando il naso «Le dieci sono passate da un bel po', lo sai questo vero, popstar?» aggiungendo al suo discorso ammonitore un po' di ironia «E sai anche che non permetterò che tu passi un'altra giornata chiuso in questa diavolo di stanza che... - si sofferma a guardare per un attimo, e con un'espressione di schifo dipinta sul viso – da quanto cazzo è che non pulisci questa stramaledetta stanza, Zayn? Cristo, guarda che schifo!» tira su una maglietta sporca, senza nemmeno degnarsi di annusarla, le potrebbe venire la peste bubbonica al solo avvicinarla al suo bel, e anche delicato, naso.
A Lola non piace vedere il proprio amico ridotto come un malato di depressione, chiuso da giorni in una stanza sudicia, per giunta puzzolente, a fissare il soffitto, cercando risposte che mai sarebbero arrivate, perché Bree ormai era andata e se per qualche, sfortunato, evento la incontrasse, sarebbero cazzi amari.
Lola sorpassa con noncuranza il calendario con le grandi X rosse, segnate dalla precisa mano di Zayn, e sorride con rassegnazione «Sentimi carino, adesso, per prima cosa, ti alzi, perché io di vederti steso su questo letto lercio, ne ho già piene le palle – leva dal pavimento dei pantaloni neri rotti sulle ginocchia – secondo, mi dispiace tanto e lo sai benissimo, però, diamine Zayn, non puoi mica buttare la tua vita così!» La ragazza si mette a sedere sulla sponda del letto, raccogliendo i capelli folti in uno chignon, Zayn se ne sta disteso, con le mani sotto la nuca, il suo bisogno di sentire dolore non era giusto e nè tantomeno normale, ma il suo provare dolore gli fa ricordare di essere vivo, che il mondo intorno a lui continua a girare, e la vita non dovrebbe fermarsi per nessuno, che il sole la mattina sorge e la sera tramonta, che Lola non ne può più di andare a lavoro a piedi e di passeggiare da sola, ma sopratutto di pulire quella stanza, la quale azione era oltre che disgustosa, molto spiacevole.
«125 giorni»
«125 che cosa?» chiede Lola riducendo gli occhi a due fessure, impercettibili fessure. Poi capisce e agita le braccia.
«Oh, davvero? Hai deciso di rimanere chiuso qui dentro fino a Natale?»
Quella battuta sarcastica gli strappa un flebile risolino divertito. «Potrebbe essere un’idea, no?»
«L’unica idea che ho in mente io ora, è quella di tirarti un pugno e procurarti talmente tanto dolore da farti dimenticare Bree, il mese in cui siamo, e anche il tuo nome, per la miseria»
Odia il fatto che c'è questo vuoto che lo mangia, che ha paura ancora, come da bambino, dei mostri sotto il letto, il fatto di sentirsi il più ridicolo fra gli imbecilli, e il fatto che, per un attimo mentre le mani di Lola gli sfiorano l'orecchio, desidera che siano quelle di Bree, nascosta ora in chissà quale angolo del mondo.

 

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Ueilà! Eccomi con una minilong composta da tre capitoli o di più che mi gira in testa da moltissimo tempo e ho deciso di pubblicarla alla fine! Non so voi ma io adoro il personaggio di Lola e sopporto poco Bree (cliccate sul nome per vederla)
spero in qualche vostra recensione, visto che ci tengo da morire..
alla prossima belle!
cleo.

 

zayn

   
 
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