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Autore: Slayer87    15/04/2008    4 recensioni
Mentre mi preparo per quella che so sarà la mia ultima notte, mi concedo un momento di debolezza: "Sirius, mi manchi" dico al vento, prima di posarmi sulle spalle il mantello e Smaterializzarmi. Black, sto arrivando.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday Serie'
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Titolo: Solo contro tutti
Autore: Slayer87
Beta: Lori
Rating: Pg13
Genere: Angst
Note: Per Nykyo, la donna che mi ha fatto innamorare di Severus, e che scrive in maniera divina. Spero che questa cosa, ti piaccia, ti faccio un mondo di auguri!
Ringraziamento super super speciale va a Lori che ha supervisionato la storia, senza di te non so come avrei fatto. Grazie.

Solo contro tutti.

Chiudo di scatto la porta alle mie spalle!
Ho voglia di restare solo. Non pensare. I pensieri portano alle azioni, e non so quanto mi farebbe bene agire in questo momento.
Ma è inevitabile.
Non posso fare a meno di essere me stesso. E pensare.
Fin dall’inizio sono sempre stato solo. Contro tutti.

Un bambino legge silenzioso nel suo angolo. Non chiede di meglio che essere ignorato. Vorrebbe chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, non sentire. Pensa che anche lui ha il diritto di essere... normale, spensierato... ma sa che è già troppo tardi. I bambini non dovrebbero consolare la propria madre, i bambini non dovrebbero sforzarsi di non piangere...

Fin da bambino ero solo. Contro mio padre, contro il mondo. Predestinato forse, con un nome del genere. Severus. Un nome che racconta la storia della mia vita. Forse è vero che i nomi incidono sul destino.

Pace, libertà! O forse la prigione è solamente diventata più grande? Sul treno che lo porta verso la sua nuova casa, si imbatte nei suoi nuovi antagonisti. Sbruffoni senza cervello... pensano sul serio di essere superiori agli altri. Ma non sanno che la superiorità si conquista sudando. Un passo alla volta, fino alla cima.

Credevo veramente che sarei stato libero, quando arrivai qui ad Hogwarts. Ci credevo come può crederci un ragazzino di undici anni, che ancora sa poco o niente del mondo. E nella sua arroganza di bambino, pretende che il mondo si inchini a lui. E più gli altri, loro, mi davano contro, più io mi innalzavo sull’altare della gloria, convinto com’ero che il loro antagonismo fosse la mia vittoria.

Gli anni passarono...e se pensava che il tempo curasse ogni cosa, beh, evidentemente il tempo si era dimenticato di lui. Ogni volta che tentava di farla finita e ignorare le frecciatine, gli insulti, le provocazioni, ecco che toccavano quella corda, così sensibile, che gli faceva perdere la testa. E così, era ancora lui. Solo contro tutti.

Ero solo perfino contro chi mi piaceva. La Evans era mia amica, almeno finché non ho fatto quella cretinata di darle della Mezzosangue, e Lui...
Perchè i pensieri tornano sempre su di Lui. Sono davvero così masochista? Odio perfino me stesso?

Negli angoli bui Lui c’era sempre. E sempre cercava un contatto. Un pugno che si apriva fino a diventare carezza, un morso che diventava bacio... e Severus, stupido, che ci vedeva sempre un qualche trucco per prenderlo in giro. Sospettoso fino alla paranoia. E non si accorgeva che a pochi metri da lui c’era qualcuno che, forse, l’avrebbe fatto sentire meno solo.

La solitudine è un male orribile. Se i primi tempi non ci facevo caso, ora mi rendo conto che me la sono cercata, quella solitudine. E non posso incolpare nessuno di nulla. Devo biasimare solo me stesso.

Lo sapeva. Sapeva che sarebbe finita così. Era inevitabile. Non puoi escludere tutti dal tuo mondo, e pretendere che qualcuno ti salvi. Non si può escludere tutti dal proprio mondo, e pretendere che qualcuno ci salvi. Non si può pretendere che qualcuno ci salvi, se non si permette a nessuno di salvarci. Lui ci aveva provato, a salvarlo. E altri, dopo di Lui. Ma Severus non voleva un salvatore. O almeno così credeva.

Ora, solo ora, capisco che bisogna dare per poter ricevere. E io cosa ho dato? Rancore, vendetta, sarcasmo... E ora pretendo che Lui torni? Ipocrita allora, ipocrita adesso. In tanti anni non sono cambiato. Solo la scorza si è fatta più dura, ma più sottile. Se prima ci volevano mesi per romperla, adesso basta un colpo ben assestato.

E che colpo gli aveva tirato, fuggendo da Azkaban. Peggio di un pugno, aveva riaperto una ferita che credeva, ingenuamente, guarita da tanto tempo. La girandola delle possibilità che si erano aperte gli faceva girare la testa, ma voleva credere, sperare, che qualcosa fosse cambiato.

Black era tornato, e io, patetico, a cercare di carpire ogni sua più piccola mossa. Senza voler riconoscere, con me stesso prima di tutto, che se volevo dovevo combattere, non lasciarmelo scivolare via come se niente fosse. Ma ho interpretato la mia parte come al solito, consapevole del peso dei fardelli sulle mie spalle.

Due anni sono nulla per il tempo. Piccole gocce di pioggia nel mare dell'eternità. Possibilità sfumate, occasioni perse, e alla fine di tutto questo, un grande vuoto era rimasto dentro di lui. Niente più baci, pugni, morsi, nulla... Aveva perso la sua carrozza.

Non riuscire a piangere nemmeno ora è veramente triste, ora che so che il treno è passato, e io, per paura, non ci sono saltato sopra. Inutile piangere sul latte versato, ma fa male vedere le lacrime perlacee sul viso degli altri, il mio pallore ancora più marcato, e sapere che non ci saranno più sorrisi per gli altri, né imbarazzi a colorarmi il volto.

Era orribile vivere con la consapevolezza di esser stati cosi codardi da non aver tentato, e il senso di colpa era tremendo, tanto da far pensare che forse il coraggio non era la virtù dei forti, ma di quelli che, ormai, non avevano più nulla da perdere.

Mentre mi preparo per quella che so sarà la mia ultima notte, mi concedo un momento di debolezza: "Sirius, mi manchi" dico al vento, prima di posarmi sulle spalle il mantello e Smaterializzarmi. Black, sto arrivando.

The End

   
 
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