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Autore: afruittart    27/10/2013    2 recensioni
Sorrise, Zayn, felice di averla convinta che sarebbe andato tutto bene; se avesse detto la verità, molto probabilmente, Jane lo avrebbe rincorso per tutta casa con una qualche arma in mano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa la dedico in primis alla mia dolcissima picia
che mi sopporta quando impazzisco per determinate
foto che lei stessa mi ha messo davanti. 
A lei che arrossisce dal nulla,
così come dice,
ma che comunque non si vergogna affatto a descrivermi
cose che dovrebbero star lontane dal nome '
Harry'.
E poi, come seconde ma non per minor importanza,
la dedico a quelle altre due
scapestrate,
quelle che non aiutano affatto il mio equilibrio
mentale aggiungendo altre foto alle precedenti.

Scarf 


Un tonfo riecheggiò per tutto l’appartamento seguito da innumerevoli e colorite imprecazioni, poi una porta sbatté violentemente e una figura tutta ricci scese velocemente le scale per fiondarsi nella stanza subito alla sinistra di queste. Il moro si voltò appena inspirando il fumo dalla sua sigaretta, curioso e divertito da tutta quella situazione.
«Qual è il problema?» chiese innocente, nuvole biancastre fuoriuscivano dalle sue labbra ad ogni parola per dissolversi nell’aria. Di fianco allo stipite della porta apparve una ragazza, le braccia incrociate sul petto e sul volto un’espressione alquanto scocciata e imbronciata.
«Hai intenzione di stare lì ancora per molto?» deviò il discorso fulminando con lo sguardo il povero Zayn seduto comodamente sul divano scuro.
«Tu ci metti sempre così tanto a prepararti?» continuò portandosi di nuovo la sigaretta alle labbra.
«Vogliamo continuare a fare domande su domande?» sbottò quella avvicinandosi senza però lasciare il contatto con gli occhi scurissimi dell’altro.
«Non so, tu cosa vuoi fare?» la stuzzicò allora, un sorriso impertinente a incorniciargli quel viso bellissimo.
«La simpatia non ti si addice, Malik.» la ragazza si aggiustò i capelli mossi facendo svolazzare qua e là le ciocche rosse. Zayn si alzò piano spegnendo la sigaretta nel posacenere verde posto proprio sul tavolino di fronte al divano, lasciò che l’ultima sua boccata di catrame lasciasse i suoi polmoni e poi si mise le mani nelle tasche della giacca di pelle nera. Non si era neanche svestito entrando in quella casa, aveva sperato fino all’ultimo che Jane fosse pronta e invece l’aveva trovata ancora con addosso la tuta da casa e una tremenda incazzatura dipinta sul volto.
«Lo so.» affermò sorridendole dolce, in fondo risultava carina anche in quello stato. La rossa assottigliò lo sguardo e improvvisamente gli diede una leggerissima spinta
«Sei odioso.» piagnucolò riafferrandolo per i fianchi e stringendoselo addosso, il viso nascosto nel suo petto che sapeva ormai di fumo. Una forte risata riempì la stanza rimbalzando sui muri bianchi
«E tu sei contraddittoria – le cinse le spalle trovando ancora più adorabile la loro differenza di altezza – davvero, posso aiutarti in qualche maniera?» le domandò premuroso. Jane mugolò appena contro il suo petto
«Non riesco a trovare una sciarpa» disse piano temendo la reazione di Zayn a quello sciocco “problema”. Ci fu il silenzio per alcuni secondi, poi il ragazzo sospirò pesantemente
«Sto aspettando così tanto per portarti a cena fuori solo per una sciarpa?»
«Non è solo una sciarpa» lo scimmiottò lei mostrando un adorabile broncio. L’altro roteo gli occhi scuotendo la testa
«Sì Jane, è solo una sciarpa. – puntò gli occhi nei suoi – Ma se ti crea così tanti problemi ti aiuto a cercarla.»
Sul viso della riccia si aprì un enorme sorriso e gli occhi parvero brillarle. Si allacciò al suo collo strillando come Zayn non aveva mai sentito fare e gli venne spontaneo scoppiare a ridere. Era così imprevedibile, quella ragazza.
Jane lo trascinò nella sua stanza al piano di sopra con tutta quella foga che potrebbe avere solo un bambino che non aspetta altro di mostrare i suoi giochi ai compagni. Spalancò la porta mostrando al moro un.. campo di battaglia? Sì, Zayn ne era più che certo: quella non era affatto una camera da letto. Sembrava fosse passato un uragano lì dentro, milioni di vestiti erano sparsi fin dove era possibile, alcuni cassetti erano spalancati e addirittura un paio erano sul letto dalle coperte chiare.
«Scusa il casino, ma davvero la sto cercando ovunque!» mugolò Jane voltandosi verso di lui, le guance leggermente imporporate dall’imbarazzo. Zayn annuì piano sfilandosi la giacca che gli limitava i movimenti posandola poi su una sedia in legno affianco alla porta, sapeva che ci avrebbero messo fin troppo.
«Allora, da dove si comincia?» chiese retorico guardando una Jane sempre più in imbarazzo.
 
Il moro si buttò a sedere sul letto sbuffando, sfinito. Jane ripose al suo posto l’ultimo cassetto che avevano controllato, poi si voltò verso il suo ragazzo guardandolo con le mani posate sui fianchi.
«Niente.» affermò più a se stessa che al giovane che la guardava stanco. Sospirò appena avvinandosi alla figura di Zayn che subito le prese la mano e se la trascinò davanti, proprio tra le sue gambe lunghe.
«Sicura di non averla lasciata da qualche parte?» chiese dolcemente stringendole piano le cosce tra le mani grandi.
«Sicurissima.» disse l’altra passandogli le mani fini tra i capelli scurissimi. Zayn socchiuse gli occhi a quel tocco così dolce, familiare e che riusciva a rilassarlo anche in momenti particolarmente stressanti.
«Senti, non è un problema. Okay? Avrai tante altre sciarpe in casa.» mugugnò posando il viso sul ventre della ragazza in piedi che comunque non smise di accarezzargli il capo.
«Sì certo, ma era.. era il regalo di tua madre, ecco.» svelò Jane tutto d’un fiato.
Ecco, lo aveva ammesso. Quella sciarpa era il primo regalo di Trisha per lei, rossa e in lana grande; caldissima e comodo. Era una semplice sciarpa, certamente, ma era un regalo.
A Zayn sfuggì un sorriso che però si accertò di tenere ben nascosto dalla vista della sua ragazza, tossicchiò appena e alzò in fine lo sguardo su di lei.
«Davvero tieni a quella cosa? – mantenne una risata solo perché lo sguardo di Jane non prometteva nulla di buono, si schiarì di nuovo la voce – Non devi farti problemi, tesoro. Davvero.» continuò donandole uno di quei sorrisi che farebbero sciogliere anche la persona più fredda nell’universo.
«Ma..» piagnucolò la riccia, subito interrotta dall’occhiata seria che le diede il ragazzo.
«Smettila, è una stupidissima sciarpa. Te ne comprerò un’altra. Anzi, te ne comprerò due, così se ne perdi una hai l’altra.» sbottò Zayn iniziando a ridere durante l’ultima parte di affermazione. Jane gli diede un buffetto dietro la testa, imbronciata ma con un sorriso pronto a riempirle il viso.
«Ho già detto che non sei simpatico, vero?»
«Sì, già detto.» confermò il moro lasciandole un leggerissimo bacio sul ventre. La riccia avvampò tutto in una volta, non si era ancora abituata a quei piccoli gesti e Zayn non aiutava sicuramente a ripeterli continuamente. Calò il silenzio, tra i due, durante il quale ci furono solo scambi di occhiate.
«Quindi non si arrabbierà se verrà a saperlo?» domandò dal nulla la rossa cercando di distogliere l’attenzione del ragazzo dalle sue guance in fiamme.
«Oh, ma va Jane. Se c’è una persona che non si arrabbia mai è proprio mia madre.» si alzò piano il giovane, trovandosi di nuovo a superare la piccola figura di Jane. Le accarezzò una guancia dolcemente e si avvicinò a lasciarle un baciò sulle labbra morbide.
«Nh, va bene..» sussurrò sulla sua bocca l’altra, aggrappandosi poi al suo collo e baciandolo ancora. Il moro le cinse piano la vita e se la strinse il più possibile addosso.
«Adesso posso portarti a cena fuori?» le domandò, poi, piano e lei annuì energicamente, ridendo. Sorrise Zayn, felice di averla convinta che sarebbe andato tutto bene; se avesse detto la verità, molto probabilmente, Jane lo avrebbe rincorso per tutta casa con una qualche arma in mano.
 
Trisha bussò alla porta scura della camera del figlio e quando la sua voce le acconsentì l’ingresso, aprì piano la porta. Il moretto se ne stava sul letto, la schiena appoggiata alla testiera e il pc sulle gambe fasciate dalla tuta grigia.
«Ciao, tesoro.» lo salutò dolcemente la donna entrando e avvicinandosi al figlio. Zayn le sorrise dolcemente ricambiando quel saluto silenziosamente e le prese la mano stringendola.
«Com’è andata la serata?» domandò premurosa inchiodando gli occhi scuri del giovane.
«Benissimo, come sempre! Jane ti saluta» riferì entusiasta l’altro abbassando lo schermo del pc e posandolo di lato.
«Oh, che carina. Ringraziala quando la vedi» si raccomandò accarezzando i capelli scuri del figlio e abbassandosi poi a posargli un bacio sulla fronte. Lui annuì rivolgendole quel sorriso che riservava solo ed esclusivamente a sua madre. L’adorava.
«Vado a preparare la cena, altrimenti le tue sorelle sbranano entrambi!» sbottò la donna gesticolando e alzando gli occhi al cielo sfinita. Zayn scoppiò in una fragorosa risata e si alzò dal letto.
«Hai bisogno di una mano in cucina?» le chiese aggiustandosi gli occhiali da riposo dalla montatura scura sul naso.
«Sarebbe magnifico, Zaynie, – acconsentì quella avvicinandosi alla porta per poter raggiungere la cucina al piano di sotto – ma levati la sciarpa che altrimenti si impregna degli odori di cucina.» gli disse uscendo definitivamente dalla stanza.
«Okay!» quasi urlò il moro guardandosi la sciarpa rossa al collo. Lentamente se la sfilò avvicinandosela l’ennesima volta al naso sentendo chiaramente il profumo di Jane invadergli le narici e riempirlo di lei. La piegò accuratamente posandola sulla scrivania in legno chiaro affianco al letto e sorrise dolcemente.
Se Jane avesse saputo di quel piccolo furto sarebbe andata su tutte le furie, per non parlare della paternale che gli avrebbe fatto riguardo alla loro ricerca della sciarpa. Effettivamente era stato un po’ stupido a spendere una buona oretta nella falsa caccia di quella cosa, ma doveva in qualche modo risultare innocente o no?
Corse giù per le scale raggiungendo sua madre in cucina e pensando che, probabilmente, riconsegnare la sciarpa a Jane poteva considerarsi una buona idea. Ovviamente, l’avrebbe nascosta in qualche cassetto e gliel’avrebbe fatta trovare dal nulla; le avrebbe concesso di portarla almeno una settimana o due, e poi se la sarebbe presa nuovamente trovandola ancora più profumata di Jane.
***

Angolo Autrice:
No, scusate, avevo bisogno di un altro spazietto; lo so, sono ingombrante.
Volevo semplicemente dire che è una minchiata pazzesca, scritta sulla base di una mezza idea venuta una sera parlando con la picia.
Veloce, scritta completamente a caso senza un senso logico e/o morale (?), piena di discorsi diretti e manco una riflessione, ma avevo bisogno di dedicarla.
Spero possa piacervi, e spero che piaccia soprattutto a quelle tre.
Basta, non c'è altro da dire. 

Bye, xx.
  
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