Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |       
Autore: emme30    28/10/2013    10 recensioni
[STORIA SOSPESA E INCOMPLETA]
“E cosa non ho fatto che ti ha irritato così tanto?”
“Oh, non lo so Sebastian, dimmelo tu. Abbiamo passato la giornata a uno dei matrimoni più romantici a cui abbia mai partecipato e ti ho visto in totale forse cinque minuti. Sai, non mi avrebbe fatto schifo stare insieme oggi e fare le cose che fanno le coppie.”
Sebastian sollevò un sopracciglio. “Io e te non facciamo mai cose da coppie.”
Blaine a quel punto alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, ma Sebastian si rese conto che sarebbe stato meglio se non lo avesse mai fatto.
“Lo so che non facciamo mai cose da coppie. E sai, credo sia il caso di dire che ormai ne sono ufficialmente stufo .”
Sebastian deglutì, avvertendo un peso nel petto quando Blaine disse quelle parole.
“Sei stufo... di me?”
Blaine abbassò lo sguardo, ma lo rialzò quando rispose.
“Sì.”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Lezione n°1
Guai in Paradiso

 

 

Sebastian capì che c'era qualcosa che non andava nel momento esatto in cui Blaine chiuse la portiera della macchina e si allacciò la cintura di sicurezza.

Con la coda dell'occhio, notò che il sorriso che il suo ragazzo aveva avuto sulle labbra tutto il giorno si era dissolto, lasciando il posto a una smorfia che poteva benissimo essere intesa come l'espressione di qualcuno molto arrabbiato.

Cercò di non farci caso e provò a convincersi che era tutto frutto della sua immaginazione, che era colpa del vino che aveva bevuto un paio di ore prima, che era semplicemente molto stanco e quella era solo una percezione del suo inconscio.

Tutte quelle convinzioni crollarono come un castello di carte nel momento esatto in cui accese la radio e Blaine la spense un secondo dopo senza proferir parola, con un gesto seccato e uno sbuffo.

Sebastian provò a decifrare i tratti del viso del suo fidanzato nel buio dell'abitacolo, ma Blaine guardava fuori dal finestrino e sembrava essere spiaccicato contro la portiera, come se volesse stargli il più lontano possibile.

“Va tutto bene?” domandò dopo dieci minuti di silenzio teso, sentendo la mancanza della solita parlantina di Blaine a fargli compagnia mentre guidava.

“Certo,” commentò l'uomo in tono secco e asciutto, senza neanche voltarsi verso di lui e continuando a guardare fuori dal finestrino.

“Sei sicuro?” domandò nuovamente Sebastian con un sospiro, conoscendo già la risposta.

Certo,” rispose Blaine con lo stesso identico tono di prima.

Sebastian non tentò oltre fino a quando non arrivarono a casa. Blaine non disse niente quando uscirono dall'abitacolo e neppure nell'ascensore. Nelle luci accecanti del cubicolo che li portava al loro piano, Sebastian riuscì a vedere bene quanto fosse tesa la mascella del proprio ragazzo e come evitasse accuratamente di guardarlo negli occhi.

Entrarono nell'appartamento senza scambiarsi neanche una parola o uno sguardo, nello stesso silenzio teso dell'ultima mezz'ora, che neppure la loro cagnolina riuscì a spezzare nel corrergli incontro per salutarli.

Sebastian si inginocchiò per accarezzarla dietro le orecchie, ma Blaine non si fermò neanche per sfiorarle il capo come faceva ogni volta quando tornava a casa; continuò spedito a camminare lungo il corridoio.

“Blaine, porto io fuori-” Sebastian non riuscì neanche a finire la frase, visto che venne interrotto dalla porta del bagno che sbatteva.

“... Crawley,” finì di dire con un sospiro alzandosi in piedi e recuperando il guinzaglio dal mobiletto all'entrata.

Si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo verso la loro cucciola di labrador che scodinzolava, felice di vederlo dopo aver passato la giornata in casa da sola.

“La vedo proprio male stasera, Mary,” mormorò Sebastian, inginocchiandosi di nuovo per agganciare il guinzaglio al collarino. Il cane inclinò la testa di lato e allungò il muso per leccargli una mano, ma Sebastian non era proprio dell'umore per giocare o per coccolarla.

Tornò a casa circa dieci minuti dopo, ma, nonostante avesse passato tutto il tempo della passeggiata con Mary a pensare a cosa avesse fatto di male, non riuscì a trovare niente. Non aveva fatto battute di cattivo gusto al matrimonio, non lo aveva messo in imbarazzo, non aveva raccontato a nessuno i dettagli della loro vita sessuale, non lo aveva preso in giro in pubblico e non lo aveva neanche implorato per una sveltina nei bagni dell'hotel. Si era comportato in modo esemplare quel giorno, Blaine non aveva motivo di essere così tanto arrabbiato con lui.

Dopo aver fatto un rapido giro per casa e controllato che fosse tutto a posto per il giorno dopo, entrò titubante in camera da letto, solo per trovare Blaine sdraiato su un fianco intento a leggere un libro, un paio di occhiali sul naso e che dava le spalle alla sua parte del letto. Si sfilò la cravatta, cercò una gruccia per il suo smoking, deciso di mettere tutto a posto il giorno dopo e si diede una rinfrescata in bagno, per poi trascinarsi a letto nel più completo e imbarazzante silenzio.

Dopo averci pensato per un paio di attimi, Sebastian decise di sfidare la sorte e provare a far scaricare a Blaine tutta la tensione che sembrava avere addosso. Forse era per quello che era così arrabbiato. Sebastian si avvicinò alla sua schiena, facendo scorrere una mano per il braccio scoperto del suo ragazzo, modellandosi contro di lui e combaciando con la sua figura. Lo sentì irrigidirsi al su tocco, ma continuò ad accarezzarlo, iniziando anche a baciargli il collo e il mento cercando di essere il più sensuale possibile. Blaine non rispose, continuò a leggere il libro e a fare finta di niente, allora Sebastian fece scivolare la mano che gli stava accarezzando il braccio sul suo petto, sfiorandogli leggermente i capezzoli coperti dalla maglietta della salute e scendendo verso il basso, sempre con tocco leggero, sempre baciandogli il collo.

Fu quando la mano di Sebastian fu pericolosamente vicina al proprio obiettivo che Blaine reagì.

Sbuffò, allontanò il braccio del suo ragazzo e si sfilò i boxer che stava indossando fino a mezza coscia, scoprendo il sedere e l'inguine.

Fammi sapere quando hai finito,” disse gelido, girando una pagina e tornando al proprio libro, scioccando completamente Sebastian, il quale, a quel punto, si bloccò e si tirò indietro, offeso da quella risposta.

“Blaine, cosa diavolo ti prende?” si mise a sedere a gambe incrociate, fissando il suo ragazzo che si rifiutava ancora di guardarlo in faccia.

“Beh, tanto meglio,” sbuffò Blaine, tirandosi di nuovo su i boxer e coprendosi, quasi sollevato dal rifiuto del suo ragazzo.

“Posso sapere cosa ho fatto, almeno?” domandò sconfitto Sebastian, stufo del fatto che Blaine lo stesse così palesemente ignorando.

Niente, non hai fatto proprio niente.”

Sebastian attese un altro minuto in silenzio, prima di perdere la pazienza. “Fa' come ti pare,” sibilò arrabbiato alzando il lenzuolo e sdraiandosi su un fianco, dandogli le spalle e allungandosi per spegnere la lampadina sul comodino.

Il silenzio teso continuò per ancora troppo tempo per i gusti di Sebastian e siccome non aveva davvero intenzione di andare a dormire non sapendo perchè Blaine ce l'avesse così tanto con lui, sospirò e si sdraiò sulla schiena, fissando il soffitto.

“Qualunque cosa io abbia fatto che ti ha innervosito così tanto, ti chiedo-”

“Oh, ma ti ho detto che non hai fatto nulla, non hai mica bisogno di scusarti,” lo interruppe tagliente Blaine, chiudendo il libro con un colpo secco.

“E cosa non ho fatto che ti ha irritato così tanto?”

“Oh, non lo so Sebastian, dimmelo tu. Abbiamo passato la giornata a uno dei matrimoni più romantici a cui abbia mai partecipato e ti ho visto in totale forse cinque minuti. Sai, non mi avrebbe fatto schifo stare insieme oggi e fare le cose che fanno le coppie.”

Sebastian sollevò un sopracciglio. “Io e te non facciamo mai cose da coppie.”

Blaine a quel punto alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, ma Sebastian si rese conto che sarebbe stato meglio se non lo avesse mai fatto.

“Lo so che non facciamo mai cose da coppie. E sai, credo sia il caso di dire che ormai ne sono ufficialmente stufo.”

Sebastian deglutì, avvertendo un peso nel petto quando Blaine disse quelle parole.

“Sei stufo... di me?”

Blaine abbassò lo sguardo, ma lo rialzò quando rispose.

“Sì.”

Quella frase lo lasciò completamente senza parole, gli tolse il fiato che aveva nei polmoni e gli fece quasi appannare la vista.

“Mi...” si morse il labbro nervoso, non riuscendo a credere a quello che stava per dire, togliendosi le coperte di dosso e sedendosi a gambe incrociate. “Mi puoi dire almeno... perchè? Fino a stamattina andava tutto bene e non... mi stai facendo preoccupare.”

“Perchè questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso Sebastian, perchè io sono davvero stufo del fatto che tu sia ancora così chiuso, che non voglia mostrare i tuoi sentimenti, che non voglia lasciarmi entrare. Sono quasi quattro anni che stiamo insieme e... oggi è stato umiliante essere da solo quando c'era la musica per ballare un lento o quando gli sposi si sono fatti quella stupenda dichiarazione d'amore.”

Blaine fece una pausa, schiarendosi la gola. “Tu non... non hai mai fatto nulla di romantico per me. Non abbiamo mai neanche attraversato quella fase di luna di miele che hanno tutte le coppie non appena si mettono insieme. Siamo passati da amici a scopamici e poi in una relazione, e tutte le volte che c'era da proporre un impegno serio, ero io quello che ci teneva a portarlo a termine.”

Sebastian ancora lo stava guardando con gli occhi spalancati e la gola secca.

“Non ci sono mai stati fiori, cene romantiche, regali, o... da quanto stiamo insieme non mi hai mai fatto pensare a clichés come 'Ti amo più di ieri ma meno di domani', o queste stupide cose che si trovano nei cioccolatini. Dopo tre anni che stiamo assieme e uno che conviviamo, ancora mi dici ti amo con il contagocce, come se fosse qualcosa di estremamente orribile da dire.”

“Blaine... lo sai che sarei perso senza di te.”

Blaine alzò gli occhi al cielo. “Certo che lo so, lo so perchè ci voglio credere, non perchè tu me lo abbia mai dimostrato. Sembra quasi che tu stia insieme a me soltanto perchè ti fa comodo.”

Sebastian abbassò lo sguardo, fissandosi le mani in grembo. “Io... io sono fatto così, sempre lo sono stato e sempre lo sarò e sapevi benissimo in che guaio ti stavi cacciando quando hai deciso di metterti con me,” mormorò quelle parole con tono deciso, perchè era la verità e Blaine lo sapeva.

“Certo che lo sapevo, ma presumevo che tu per me almeno un poco saresti cambiato, come io sono cambiato per te, ho accettato tutte le tue manie e ho cercato di farmi andare bene tutto del tuo folle carattere. Ma dopo la giornata di oggi...”

Blaine sospirò, togliendosi le coperte di dosso e sedendosi a gambe incrociate di fronte a Sebastian. “Ho parlato con un sacco di fidanzate dei tuoi colleghi oggi e... e quando mi hanno chiesto qual era la cosa più romantica che avevi mai fatto per me, non ho saputo come rispondere. Perchè non c'è mai stata. Ma neanche da parte mia c'è mai stata, per paura di irritarti o farti arrabbiare. E' stato bruttissimo, perchè mi sono messo a pensare e a riflettere su quello che siamo io e te... e non mi sento amato, non mi sento come se fossi tutto il tuo mondo, quando tu per me lo sei.”

Sebastian strinse i denti, perchè quelle affermazioni stavano cominciando ad irritarlo. “Sai di esserlo.”

“Sì, ma è così difficile dimostrarmelo di tanto in tanto?”

Sebastian scosse la testa e si portò una mano tra i capelli, non sapendo più cosa dire.

“Io sono fatto così Blaine. Se non ti vado bene, quella è la porta.”

Non lo intendeva davvero, ma l'espressione sul volto di Blaine gli fece capire che invece il suo fidanzato aveva accusato il colpo.

Rimasero in silenzio per un paio di minuti con lo sguardo basso.

“Non voglio lasciarti,” mormorò Blaine dopo un poco, cercando con gli occhi lo sguardo di Sebastian. “Ma devi capire che è frustrante per me, per me a cui piacciono le romanticherie. Ti rifiuti persino di dormire abbracciati e tutte le cose carine che fai per me sono solo per invogliarmi a fare sesso. Sei quasi più romantico con Mary che con me. Anche se non vorrei farlo, io invidio altre coppie, non posso farci nulla.”

“Ma non hai nulla da invidiare ad altri, io non... non capisco perchè di punto in bianco vuoi che io diventi romantico e zuccheroso.”

“Perchè...” Blaine fece un sospiro, “Ho paura che tu possa iniziare a darmi per scontato e io non... non credo di potercela fare a stare in una relazione del genere.”

Sebastian rimase particolarmente colpito da quelle parole, le prime che Blaine diceva con voce roca e quasi dispiaciuta. Capì all'istante anche il motivo di quella sfuriata, era stato un idiota a non pensarci prima.

“Cosa vorresti fare, Blaine? Vuoi... prenderti una pausa o...?”

“No, non è questo il motivo per cui ti ho detto queste cose,” Blaine si morse il labbro e si portò una mano a scompigliarsi i capelli. “Volevo solo metterti al corrente dei miei pensieri e di cosa mi aveva turbato tutto il giorno,” fece una piccola pausa prima di continuare. “E magari speravo che avresti voluto concedermi almeno un po' di coccole...”

Sebastian era sicuro che con quella frase Blaine sperava che lui lo prendesse tra le braccia e lo facesse contento. Ci pensò pure per un attimo a farlo sul serio, ma non riuscì a muovere neanche un muscolo. Rimase fermo e in silenzio a guardarlo, dando così la sua risposta a Blaine.

“Ok, come non detto,” mormorò lui, chiaramente deluso. Si sporse in avanti per baciarlo a stampo e sforzò un sorriso sulle labbra. “Buonanotte.”

Sebastian non disse nulla, si sdraiò semplicemente accanto a lui sotto le lenzuola e gli diede la schiena, troppo scioccato da quella conversazione e da quello che era appena successo.

Gli ci volle un po' per capire la protesta di Blaine, tutto quello che gli aveva detto e soprattutto il motivo di quella sfuriata, ma una volta che arrivò a comprendere il quadro generale si sentì davvero uno schifo. Non sapeva davvero per quale motivo Blaine stesse ancora con lui nonostante fosse un fidanzato così terribile, che non era in grado di far sentire la persona più importante per lui amata come avrebbe dovuto. Blaine aveva ragione, stava cominciando a darlo per scontato, e quella era una cosa che non voleva assolutamente fare.

Passò la notte insonne, cercando di trovare una soluzione per risolvere quella situazione, ma il mattino arrivò senza portare consiglio, facendolo sentire, se possibile, ancora peggio.

 

 

 

 

“...e questi sono i documenti che devi firmare per la fusione con la Simmons e... Sebastian, ma mi stai ascoltando?”

Sebastian sbattè le palpebre per un paio di volte, mettendo a fuoco la sua segretaria che era in piedi accanto a lui con un plico di fogli in mano.

“Uhm sì, lascia tutto qui, ci do un occhio dopo,” mormorò distratto, appoggiandosi allo schienale della sedia e tornando a fissare il bicchiere con le matite, cercando di non pensare all'espressione sul viso di Blaine la sera prima.

“Eh no, adesso basta.”

Il tono deciso di Veronika e quelle parole, gli fecero posare nuovamente gli occhi su di lei e sul vestito rosso che era decisamente troppo corto per una giornata in ufficio.

“Hai passato tutta la mattina in trance, non hai litigato con Reynold come fai ogni singolo giorno da quando sei qua e, soprattutto, non mi hai ripresa per questo vestito. Mi vuoi dire cosa succede o devo mandarti a casa?”

Sebastian arricciò il naso, perchè il vestito lo aveva notato, visto che non era un grande amante delle forme femminili, ma era stato troppo immerso nei suoi pensieri per lamentarsi. “Perchè ti sei messa quel vestito così corto?”

“Non fare domande di cui non vuoi sapere la risposta.”

Sebastian alzò un sopracciglio, ma cercò inutilmente di mantenere le distanze e tornare al suo stato pietoso in cui non faceva altro che pensare a come risolvere la sua situazione.

“Signorina Stein, le suggerirei di non alzare troppo la-”

“Oh, dacci un taglio,” lo interruppe lei spazientita. “E dimmi cosa ti sta succedendo.”

“E' personale!” sbottò Sebastian irritato. “E vorrei ricordarti che il capo sono io e che non decidi tu quando vado a casa.”

Veronika incrociò le braccia al petto e lo guardò con aria di sfida. “Scommettiamo?”

Sebastian deglutì, sconfitto, perchè sapeva benissimo che la sua segretaria impicciona sarebbe riuscita a fargli fare tutto quello che voleva.

Si abbandonò contro lo schienale della sedia e sospirò, slacciandosi un poco la cravatta.

“Oh Dio, va così male. Cosa gli hai fatto stavolta?”

“Niente e, che tu ci voglia credere o no, è proprio questo il punto.”

Veronika inclinò la testa e con uno sbuffo prese una delle sedie che erano di fronte alla scrivania di Sebastian e la trascinò dall'altro lato del tavolo per sedersi di fronte a lui.

“Ok,” disse una volta che si fu accomodata. “Dimmi tutto, cocco.”

Sebastian alzò gli occhi al cielo e in quel momento si pentì di averla assunta, quasi due anni prima. “Non c'è niente da dire Vi, sono affari nostri.”

“Sì, ma quando tu vieni in ufficio in questo stato pietoso diventano affari anche miei, quindi ti conviene sputare il rospo, così almeno posso trovare una soluzione e farti lavorare.”

Sebastian sospirò. “Blaine dice che non... che non si sente amato, perchè non faccio mai nulla per dimostrargli che lo amo e non sono mai romantico con lui.”

“Beh, ha ragione.”

Sebastian la guardò allibito. “Tu dovresti essere dalla mia parte!”

“Io sto dalla parte di chi ha ragione, tesoro, e in questo momento tu hai torto marcio. In due anni che lavoro qui non ti ho mai visto comportarti in modo decente nei confronti del tuo ragazzo.”

“Ma non... io non sono così! Non sono una di quelle persone che dice ti amo ogni tre secondi, o compra mazzi di rose o fa dichiarazioni d'amore. Non sono così gay!”

“Non gli hai mai regalato dei fiori?”

Sebastian quasi si vergognò allo sguardo accusatorio che gli lanciò la donna. “No, non mi è mai sembrato necessario.”

“Ma qualcosa di romantico per lui lo avrai fatto... almeno i primi tempi in cui non ti conoscevo e non potevo giudicarti.”

“Cosa non hai capito della frase 'Non sono uno romantico'?”

Veronika lo guardò quasi scioccata. “Come faccia Blaine a voler fare ancora sesso con te è davvero un mistero.”

Sebastian alzò gli occhi al cielo, infastidito dal non aver ottenuto l'appoggio della donna. “Il fatto è che... non voglio che pensi queste cose di noi, non voglio che pensi che io lo do per scontato. Lui è tutto per me, e anche di più.” Non riusciva a smettere di pensare a come lo aveva guardato Blaine prima di mettersi a letto, non poteva pensare che l'amore della sua vita potesse guardarlo in quel modo.

“Hai mai provato a dirglielo e a dimostrarglielo?”

“Non saprei neanche da che parte cominciare.”

Veronika si morse il labbro e lo guardò pensierosa per un paio di secondi, per poi modellare le labbra in un sorriso che preoccupò immediatamente Sebastian. Osservò confuso la donna prendere la cornetta del telefono e digitare un numero.

“Posso sapere cosa stai facendo?” domandò, lisciandosi la cravatta.

“Sto annullando il tuo appuntamento delle tre, abbiamo da fare io e te.”

“Ma quell'appuntamento era importante!”

“Il tuo gay lo è di più e non osare neanche contraddirmi, il comando lo prendo io d'ora in poi. Entro stasera ti renderò l'essere più romantico che ogni uomo gay possa desiderare, o almeno proverò a infonderti un po' di buonsenso.”

Sebastian si lasciò andare divertito contro lo schienale della sedia, sentendo il peso che aveva all'altezza del cuore farsi un poco più leggero.

In quel momento, ringraziò di aver assunto Veronika e la sua faccia tosta.

 

 

 

 

 


Lo so che non avrei dovuto, eppure eccomi qua ancora una volta con un'altra minilong seblaine a rompervi le scatole. (Tanto lo so che vi sono mancata :3)

Questa nuova storia è molto, molto leggera, e lo so che non ci crederete mai, ma non c'è neanche un po' di angst. Cioè, questo inizio è il massimo di angst che avrete da me per i prossimi 7 capitoletti, quindi preparatevi ad essere travolti da una marea di fluff e zucchero e romanticismo che di più non si può 

Spero vivamente che vi piaccia e che vi faccia fare le fusa o sciogliere in una pozza d'ammmoreh, non mi riterrò soddisfatta finchè non avrò raggiunto tale obiettivo. E sì, lo so che questo capitolo non dice ancora nulla, ma state certi che con i prossimi vi faro venire gli occhi a forma di cuoricino :3

I ringraziamenti vanno a Shin83 e Medea00 per aver letto la storia in anteprima e per avermi tranquillizzata che fosse carina, e ovviamente alla mia MMM (Meravigliosa e Mirabolante Metà) per aver corretto tutto e per avermi fatto quel meraviglioso bannerino che vedete in cima alla storia (se non conoscete la bravura della Ila shame on you andate a sbavare sulle sue grafiche).

E un grazie grande va anche a voi per aver letto questo prologo e non essere scappati. Ogni nuova avventura è sempre tremendamente emozionante per me, e sapere di non essere da sola è sempre la cosa più bella, quindi grazie 

Il prossimo capitolo potrebbe POTREBBE arrivare mercoledì in giornata, ma vi conviene controllare la mia pagina autore, che sicuro dirò qualcosa.
A presto, e spero davvero tanto che questo inizio vi sia piaciuto,

un bacion

Marti

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: emme30