Fuori pioveva.
Ero veramente stufa di
tutto questo: stare sempre in tensione per colpa dell’acqua,
sempre spaventata.
Era più forte di me, o forse ero io a lasciare che io fossi
più debole della
paura.
Ero insicura sul
fatto di poter
veramente superare il mio problema. Potevo veramente farcela? Solo il
tempo
avrebbe dato una risposta concreta. Fatto sta che ho trovato un angelo
che mi
sta guidando verso l’uscita, verso la salvezza. Spesso siamo
convinti che le
nostre paure siano impossibili da eliminare, ma è solo il
terribile pensiero di
chi soffre, di chi è tremendamente abbattuto. La pioggia
picchiava forte sul
tetto di casa. Stavo seduta in cucina a leggere Zafòn. Era
il mio scrittore
preferito: sapeva unire l’avventura, il mistero,
l’amore in maniera impressionante.
Ma la pioggia continuava a picchiare ed io decisi di mettere il
segnalibro e di
chiudere.
Aprii la porta
che dava al giardino.
Pioveva molto. I lampi zigzagavano tra le nuvole, mentre i rimbombi dei
tuoi
facevano tremare le mie ossa. Faceva freddo e l’acqua aveva
inzuppato il
terreno. Feci un bel respiro, poi un altro, poi un altro ancora. Mi
mossi
lentamente in avanti, fino a finire sotto la pioggia. Chiusi gli occhi
e
continuai a respirare con molta intensità. Ci restai un
quarto d’ora sotto la
pioggia. Finii per ammalarmi.
Probabilmente in
molti penserete che
ero uscita fuori di testa, ma la verità è che
quella sera mi sentii
terribilmente strana. Mi ero sentita come chiamata dalla natura,
chiamata dalla
stessa acqua. Ed ero uscita serena tra la pioggia, vogliosa di farmi
bagnare,
vogliosa di sentire il suo tocco.
E poco importa
se rimasi a letto tre
giorni. Ero comunque felice. Mi sentivo potente, capace di scegliere
l’esito
del mio futuro.
Quello fu un
comportamento anomalo,
ma forse era l’inizio di un futuro senza paura
dell’acqua.
Mi stavo
sbloccando, finalmente. Un
piccolo passo in avanti. Non bisogna mollare mai.