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Autore: gloria horan    28/10/2013    24 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA. FORSE RIPRENDERÒ TRA UN PAIO DI MESI. MI SCUSO CON TUTTE VOI
‘Ciao.’ Le disse guardandola dritta negli occhi, come se si conoscessero da una vita. In effetti Lesly aveva quasi la sensazione di conoscerlo da sempre, come se tutti i suoi movimenti e gesti fossero già stati visti e amati.
‘Ciao.’
‘Sono Liam, e tu?’
‘Lesly.’
‘Ehy Lesly..posso chiederti una cosa?’ Annuì. ‘Perché ti crei una barriera intorno e non fai passare le emozioni? Perché lasci che gli eventi ti passino accanto, sfiorandoti, senza essere vissuti?’
A quelle parole, rimase spiazzata e senza fiato. Non riusciva a razionare cosa era successo: davvero Liam le aveva detto tutto quello? Davvero l’aveva inquadrata così bene seppur conoscendola da sole poche ore? Davvero aveva avuto quel coraggio di affrontarla, unito a quella dolcezza e comprensione nei suoi occhi?
Solo il mare avrebbe custodito il loro segreto...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 10 Agosto 2013, il sole era alto in cielo e creava varie ombre sul prato brullo, pieno di asciugamani stesi disordinatamente e persone che erano intente ad abbronzarsi. Il lontananza la striscia di mare azzurro limpido era chiaramente visibile e, più vicino, il cartello “Camping Dei Gabbiani Azzurri” era a scritte cubitali gigantesche.
Mai in tutta la sua vita Lesly aveva odiato un paesaggio come quello che le si presentava davanti. Non avrebbe mai voluto essere lì, in quel campeggio sicuramente pieno di ragazzi e ragazze stupide, con i loro gruppi in cui lei non sarebbe mai riuscita ad entrare, con quel caldo cocente e la totale mancanza di pace e silenzio. Non avrebbe voluto essere lontana dalla sua migliore amica Jakie  proprio nei mesi più belli dell’anno e non avrebbe voluto essere attorniata dalla sua famiglia.
Purtroppo l’avevano costretta a venire con loro e perciò a  rinunciare alla gita in montagna nel bungalow del nonno di Jakie.
Si asciugò la fronte sudata con il palmo della mano e arrancò fino a raggiungere la loro casa presa in affitto. Era più bella di quello che aveva immaginato, aveva un terrazzino abbastanza ampio in cui poter mangiare e la vista di parecchie camere che dava sul mare.
‘Guarda che figa la nostra casa!’ Esclamò Harry, suo fratello gemello.
Harry e Lesly non avevano un rapporto definibile “pacifico”, piuttosto litigavano spesso, l’uno geloso dell’altra. Già, la gelosia era al centro dei loro problemi, ma questo l’avrebbero capito solo con il tempo. Invece di aspetto si assomigliavano molto: 16 anni, slanciati e magri, capelli marroni ricci e occhi chiari. Pelle leggermente brufolosa e sorriso ammiccante.
I due avevano caratteri molto diversi, lui estremamente estroverso, carismatico e  coraggioso.  Lei  timida, impacciata, insicura ed eterna sognatrice.
‘Ci sono anche dei ragazzi che giocano a pallone laggiù!’ Aggiunse Harry indicando un punto distante del prato. ‘Dopo andrò da loro.’ Anche Lesly si voltò a guardarli e potè distinguere quattro figure maschili che si muovevano agili dietro uno stupido pallone. Patetici e carini, ma pur sempre patetici.
 
 
‘Mamma io scendo a giocare a calcio!’ Urlò Harry senza preoccuparsi di ricevere il permesso e sbattendo forte la porta. Lesly prese il suo amato libro “Ricordati di guardare la luna” che aveva portato da leggere durante la vacanza per superare meglio quel supplizio. Odiava il caldo e soprattutto odiava la prospettiva di passare le due settimane seguenti da sola, circondata da persone sconosciute. D’un tratto comparve sua madre con in mano una scopa e una paletta   che la guardò compassionevole.
‘Perché non sei andata con Harry? Non vuoi farti dei nuovi amici?’
‘Non ne ho bisogno, sto bene così!’ Rispose Lesly comodamente sdraiata sul divano e con le cuffiette nelle orecchie. La madre la guardò strano e lei capì esattamente cosa stava pensando. Sicuramente si stava chiedendo perché sua figlia fosse una forever alone che stava a casa la maggior parte dei sabati sera. Allora, per farla felice, si alzò, prese sottobraccio il libro e si diresse verso la porta di malavoglia.
‘Vado se proprio mi vuoi cacciare.’ Le urlò dalle scale sbuffando. Scesa sul giardino, si sedette con la schiena appoggiata alla corteccia di un albero e restò ad osservare suo fratello calciare la palla ad un biondino: sembravano divertirsi molto anche se sudavano come maiali. Fissò per un bel pezzo di tempo il ragazzo con i capelli corti marroni e i muscoli ben definiti sul petto. Si muoveva come una gazzella, era scattante e quando rideva, buttava la testa all’indietro come un dolce bambino. Non poteva vedere i suoi occhi da quella distanza, ma scommise che anch’essi erano dolci e profondi.
Quando si accorse che lo stava fissando da tanto tempo, abbassò immediatamente la testa sulle pagine del libro e ricominciò a leggere, sentendosi come colta in fragrante.
Il vento iniziò a tirare, così  i suoi capelli finirono tutti davanti alla sua faccia, fatto che odiava perché le impediva di vedere le parole. Era intenta a spostare continuamente le ciocche per poter leggere, quando una palla la colpì in piena faccia.
‘Ahia!’ Urlò istintivamente dal dolore. Si massaggiò delicatamente il naso arrossato e quando alzò lo sguardo per capire chi fosse stato il deficiente che le aveva tirato il pallone, vide il ragazzo muscoloso dai capelli castani  venirle incontro correndo.
‘Scusa!’ Le chiese guardandola negli occhi e raccogliendo la palla. Lelsy potè confermare che  erano dolci come la sua risata. Rimase meravigliata dal suo tono della voce così caldo e sexy.
Quel ragazzo le fece ricordare l’innocenza dei bambini mista al fascino dell’uomo adulto con un solo sguardo.
‘Di niente.’ Rispose con un po’ di esitazione. Era imbarazzata e le sue guance s’erano dipinte di rosso. Il ragazzo s’allontanò velocemente e raggiunti gli altri, lo vide chiedere ad Harry qualcosa, ma non capì cosa. Fu però evidente la reazione del fratello: una maxi risata fragorosa, di quelle che lei odiava. Probabilmente aveva fatto la figura della scema ammutolita e asociale.
Comunque scacciò subito quel pensiero dalla testa perché non voleva rovinarsi la vacanza e riprese la sua lettura.
 
 
Quando il sole iniziò a tramontare sul mare, creando uno spettacolo magnifico, la mamma di Lesly e Harry li chiamò per la cena. Tutti e due si diressero affamati verso la loro casa, ma ad un tratto Lesly sentì qualcuno afferrarle il braccio e fermarla. Si girò di scatto e fu molto sorpresa di vedere il ragazzo muscolo dai capelli corti e la risata dolce.
‘Ciao.’ Le disse guardandola dritta negli occhi, come se si conoscessero da una vita. In effetti Lesly aveva quasi la sensazione di conoscerlo da sempre,  come se tutti i suoi movimenti e gesti fossero già stati visti e amati.
‘Ciao.’
‘Sono Liam, e tu?’
‘Lesly.’
‘Sei la sorella di Harry, esatto?’
‘Esatto.’
‘Stasera ho invitato alcuni miei amici a casa mia, quelli con cui giocavo prima a calcio. Mangeremo una pizza e ci sarà anche Harry, perciò se anche tu vuoi venire…’
L’ultima frase la spiazzò, come mai uno come Liam aveva invitato una come lei? La prospettiva di stare la sera in una casa sola con quattro ragazzi sconosciuti e suo fratello rompiscatole non la entusiasmava.
‘No grazie.’ Gli rispose secca e preparandosi per uscire da quella conversazione ed andare a mangiare.
‘Aspetta!’ Liam  la prese nuovamente per il braccio, cosa che la fece innervosire. Come si permetteva? ‘ Eddai, non faremo nulla di pericoloso, saremo calmi e ci divertiremo, ci sarà pure tuo fratello che ti proteggerà!’
Come se a lui importasse di me, pensó Lesly guardando l’erba sotto i suoi piedi. Non sapeva che scusa usare per liquidare la proposta di quel ragazzo maledettamente insistente.
‘Non  per quello, è perché…’
‘E’ perché sono troppo occupata a leggere il mio stupido libro!’ Le fece eco suo fratello imitandola e facendo delle smorfie. Liam rise, cosa che la fece innervosire ancora di più. Non era di certo lì per essere presa in giro e trattata come un cane al guinzaglio! Si voltò, decisa a tornare a casa e maledicendo quella volta in cui era uscita per far contenta sua madre.
‘Aspetta aspetta!’ Le urlò Liam da dietro. ‘Allora oggi vieni?’
‘Forse.’ Gli rispose tanto per farla finita.
 
 
Lesly non credeva di averlo fatto. Ora si trovava di fronte alla casa di Liam, tutto per colpa si suo fratello. Era andata così: appena varcata la porta di casa aveva urlato alla mamma che sarebbe andato a cena da una amico e che anche Lesly era stata invitata, ma alla fine aveva rifiutato perchè aveva paura. Lei aveva provato a spiegare che il termine paura non centrava nulla e che le parevano antipatici, ma non era servito a  molto. La lagna che le aveva fatto sua madre successivamente l’aveva portata ad accettare l’invito. Però era riuscita a vestirsi normalmente, con jeans e camicetta azzurra, al contrario di sua madre che le voleva far indossare un abito rosso degno di un Red Carpet. In realtà non l’aveva neppure messo lei in valigia, era stata sempre sua madre che aveva insistito caso mai ci fossero stati eventi importanti. Eventi importanti in un villaggio vicino al mare nel Sud, come no…
Ora si ritrovava davanti a casa di Liam, con due bottiglie di Coca e un sorriso un po’ forzato. Harry aveva raggiunto il suo scopo, era riuscito a farla venire e Lesly era quasi sicura al cento per cento che l’avrebbe messa in imbarazzo nel corso della serata. Faceva sempre così d’altronde: lui era quello con molti amici, molte serate in discoteca …mentre lei la solitaria che si accontentava di uscire con la sua amica del cuore Jakie nei giardinetti dietro casa.
‘Ehi!’ Esclamò Liam subito dopo aver aperto la porta e averli fatti entrare. ‘Non pensavo saresti venuta anche tu, vedrai che non te ne pentirai!’ Disse poi rivolto a lei, che arrossì. Già vederlo con quella t-shirt aderente che evidenziava le forme dei pettorali era abbastanza imbarazzante, se poi la salutava anche così amichevolmente…
‘Lo spero pure io!’ Rispose sorridendo. Liam li condusse in salotto dove, sul divano, erano seduti quattro ragazzi intenti a giocare  alla play- station.
C’era un biondino, un moro dalla pelle ambrata e uno dai capelli castani che faceva continuamente battutine divertenti e che quando vinse esultò quasi avesse vinto la Coppa del Mondo.  Si presentarono uno ad uno dopo aver finito la partita.
‘Ciao, sono Niall!’ Le disse il biondino con un accento marcato di cui però Lesly non riuscì a capire la provenienza. Niall era il più timido tra tutti, ma con degli occhi color giacchio e una risata contagiosa.
‘Ciao, sono Louis, ma tu puoi chiamarmi Lu, amo le carote, i video games, le carote, l’estate, le carote, i piccioni, le carote e….le carote!’ Esclamò tutto d’un fiato.
‘Ok, piacere Lu.’ Gli rispose sconcertata Lesly: l’unica cosa che aveva capito in tutto quel discorso era che adorava le carote e che era un po’ schizzato.
‘Ciao, sono Zayn.’
‘Come scusa?’
‘Zayn. Z-a-y-n. Mio padre viene dal Pakistan.’ Spiegò il ragazzo dalla pelle ambrata e dal sorriso magnetico.
‘Oh, ciao Zayn!’
Dopo le presentazioni mangiarono subito la pizza e Lesly dovette ammettere che quei ragazzi erano molto meglio di come se li era immaginati: non erano selvaggi, piuttosto gentili e simpatici. Non avrebbe mai pensato che al mondo esistessero ancora dei maschi così.
Niall faceva ridere perché era un pozzo senza fondo, eppure era magro. Mangiava di tutto e ogni volta che si liberava al water, tornava più agguerrito che mai! Louis faceva battutine in continuazione ed era come un libro infinito di barzellette idiote. Zayn era abbastanza taciturno ma era bravissimo a disegnare e infatti fece le caricature di tutti, lei compresa. Diciamo che non se la prese troppo quando fece la faccia piena di brufoli e il naso sproporzionato perché quando le consegnò il foglio fu molto dolce nel dire “è solo una caricatura, non rende giustizia.”
Dopo aver cenato giocarono un altro po’ alla play-station e Lesly  restò a guardare. Siccome era parecchio noioso, dopo un po’ disse che doveva andare al bagno e così salì al piano superiore. Iniziò a curiosare per il corridoio osservando le foto appese, in molte c’erano Liam e due femmine, che dovevano essere le sue sorelle. Verso la fine del corridoio si trovò davanti ad una porta con appeso un cartello: NON ENTRARE SENZA PERMESSO! Ecco, quella scritta la riempì di curiosità e non potè fare a meno di infilare dentro la testa: vide un letto con qualche vestito scaraventato sopra distrattamente, una scrivania, un computer e una chitarra. Entrò completamente e vide anche dei quadri appesi alle pareti che raffiguravano Liam con un cane, dunque quella doveva essere la sua camera. Presa da sempre più curiosità, si avvicin ò alla chitarra, sfiorandone le cinque corde, poi andò verso la scrivania e presi un foglio: iscrizione per l’università.
Quindi Liam voleva andare all’università, che scoperta inaspettata!
‘Allora un po’ d’istinto d’avventura ce l’hai!’ Lesly sobbalzò a sentire quella voce alla mie spalle, si voltò e vide Liam appoggiato allo stipite della porta. 

ECCOMI QUI! 
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto perchè ho grandi aspettative da questa ff. 
La precedente mi ha fatto capire come scrivere e come reagire alle critiche, è stata un po' una prova, mentre questa è ua vera e propria ff. 
Grazie davvero tanto a chi recensirà questo capitolo e mi darà più coraggio per continuare. Personalmente amo il personaggio di Lesly. Il fratello della protagonista  è come sempre Harry, non so perchè ma lo vedo bene come fratello maggiore, anche se qui è un po' cattivo. 
E che ne pensate di Liam? Che tipo vi pare? Vi prego scrivete quello che pensate di questo primo capitolo. 
Ringrazio tanto tanto tanto MissCappuccino per il banner stupendo e per aver sempre sorbito le mie lagne ahahaha.
Con questa ff sarò più regolare con l'aggiornamento, promesso, perciò a presto, ciaooooooo 
  
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