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Autore: JiJensen    28/10/2013    3 recensioni
Il primo passo verso l'inizio di tutto...
"Il famoso cantante e ballerino Lee Tae Il, stava percorrendo l'aeroporto in fretta.
Il passo risultava un po' goffo, tutto lo infastidiva:
le urla delle fan, quelle del manager e persino quel dannato borsone che gli impediva di camminare come essere umano deve.
Il giaccone lo tirava, aveva caldo e si sentiva soffocare dalle mille sciarpe.
Gli occhiali scuri impedivano alla gente di vedere lo sguardo perso e stanco.
Si assentò prima di prendere l'ennesimo volo, e pensare che all'inizio li piaceva pure.
Appoggiò non troppo dolcemente il borsone a terra, nel ennesimo bagno sporco che trovava.
Fu' li che accadde tutto:
Un momento vedeva tutto tranquillamente, l'altro no."
Ciao ciao! :D non posso svelarvi nient'altro! Rovinerei tutto! ;)
Bacio,
JI
Genere: Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahn Jaehyo, Lee Taeil , Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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5. La sensualità delle bugie.

 
Il profumo di plum-cake alla vaniglia gli fece aprire gli occhi a mala voglia. 
La testa gli scoppiava, e il viso gli faceva male. 
Si toccò il viso, quasi non urlò vedendo che la sua rosea pelle era stata 'inquinata' dallo sporco del fango. 
Non solo il suo viso, ma anche i suoi capelli erano sporchi. 
Alzò la testa in balia del vomito e di altri mali che non sapeva descrivere. 
Si sentiva in scatola. 
Guardandosi intorno si rese conto che forse stava sognando. Era seduto su un comodo sedile beje di pelle morbidissima. 
Voleva darsi uno schiaffo per svegliarsi da quel sogno che sembrava troppo reale. 
Ci volle davvero poco per rendersi conto che non era un sogno. 
Era su di un aereo. Forse un jet, ma non era importante, si affacciò ai finestrini, era su di un dannato aereo che stava volando. All'orrizonte solo bianche nuvole spumose. 
Si alzò dal sedile in preda al panico, scorazzando da una parte all'altra del jet. 
Sedendosi su di ogni sedile. 
Alla fine si arrese, sfinito si lasciò cadere su di un sedile, sfinito. 
Alla fine, per liberarsi dallo stress che lo opprimeva, cacciò un urlo. 
Sentendosi un po' meglio chiuse gli occhi. 
Dalla cabina, l'unico posto in cui non aveva pensato di guardare, si aprì la porta. 
Rimase bloccato sull'attenti nel sedile dove stava, proprio davanti a quella porta. 
Ne uscì il selvaggio. 
E per un momento stette per fiondarglisi sopra. Improvvisamente pervaso da un senso di protezione. 
Poi però, aprì gli occhi e lo guardò meglio.
Anche se erano la fotocopia l'uno dell'altro, non era mezzo nudo e non portava la braghetta da tarzan.
Portava un elegante smoking di armani, che gli calzava a pennello. I primi bottoni della camicietta lasciati a loro stessi, la cravatta messa un po' larga. Ma non era lasciato niente al caso, era elegante nella sua semplicità.
<< Ciao, Taeil >> disse in perfetto coreano, giocando con il colletto della giacca. Lo sguardo malizioso e sfrontato. No, non era il suo selvaggio. 
<< C-come sai il mio nome? >> chiese Taeil balbettando
<< So' tutto di te, Lee Tae Il. >> disse con la solita smorfia, scandendo bene il nome. 
<< Ma chi diavolo s-sei? >> Taeil era agitato, si chiedeva chi diavolo era questo. 
<< Ma come? Non mi riconosci? Mi chiamo Ahn Jae Hyo. >> disse facendo il finto sconsolato. 
<< No che non ti conosco! >> gli uscì come un urlo soffocato
<< Sono il tuo caro 'selvaggio' >> nel vedere la reazione di Taeil a quel affermazione, un ghigno gli si dipinse sull'viso. 
Non riusciva ad accettare quello che gli stava dicendo. 
<< Ma che.. Pe-perché? >> scosse la testa guardando a terra.
<< NO! Tu.. e lui non potete essere la stessa persona! >> aggiunse Taeil con la voce da cui era palpabile l'evidente isteria. 
Jaehyo sbuffò. 
<< Vediamo se tutto coincide.. mmh, ti ho salvato dai banditi, dico bene? >> la sua era una domanda retorica, a cui non occoreva risposta. 
<< Poi, ti ho portato in salvo nella foresta, ti ho nutrito, protetto e... baciato. Ho sbagliato qualcosa? >> 
Il solito sorriso spavaldo. 
Taeil lo guardò con gli occhi pieni di lacrime. 
<< No.. sono.. sono io che ho sbagliato i calcoli. >> doveva fare i conti con se stesso. 
Almeno lo stava portando a casa.. poi un fulmine a ciel sereno squarciò i suoi pensieri. 
Lo guardò in preda al panico.
<< Dove stiamo andando? >> urlò. 
Jaehyo alzò le braccia in segno di protesta
<< Per favore! Calma, non urlare. Stiamo andando in Scozia, a casa mia. >> 
<< Cosaa?? Appena mi troveranno, TU, farai una brutt- >> Jaehyo lo interuppe
<< Credi che un paio di stolti possano riuscire a rapire un artista del tuo calibro? No, certo che non possono. Gli ho ingaggiati io, gli ho spediti diretti in Corea e ti hanno portato dritto dritto in Messico. Dove come sai, c'è ben poco di legale. >> fece una pausa per sfiorare con un dito la guancia di Taeil da dove scendeva una lacrima. La persona per cui aveva iniziato a provare un profondo sentimento, non era che un impostore.
<< Non te la prendere. Era tutto organizzato, tu non hai sbagliato niente. >> gli sfuggì una risata
<< Sono io, troppo bravo a recitare. >> tornò serio, ma sempre con una punta d'ironia. 
<< Ma gli animali? Loro... >> Taeil non glielo voleva chiedere veramente, ma era come se il suo pensiero avesse preso da solo il possesso sul da farsi. 
<< Forse quella era l'unica cosa vera che ti ho mostrato. Sono andato a vivere nella giungla, per studiare meglio gli animali. Ci ho vissuto per un paio di anni. >> 
Non gli importava se aveva vissuto nella giungla per un eperiodo, ciò che gli premeva sapere era ben altro.
<< Ma io ti ho baciato! >> la sua voce lasciava trasparire un po' troppo la sofferenza che provava pronunciando quella frase. 
<< Già.. secondo te, come ho fatto a trasportarti fino all'aereo? Ti ho trasmesso del sonnifero tramite 
il bacio. Non fraintendermi, è stato molto bello. >> 
Jaehyo, guardò attraverso i finestrini, poi annunciò ad un incredulo Taeil
<< Siamo quasi arrivati. Tra poco il mio jet attererà. >> 
Lo guardò assente, come faceva sempre quando Taeil lo conosceva come il 'selvaggio'.
<< Ti conviene sederti, e chiudi la bocca non è educato! >> Taeil fece come aveva detto. Era ancora sconvolto. Una volta che Taeil si sedette, Jaehyo sparì di nuovo dietro la porta della cabina. 

Il jet atterrò, e per tutto il tempo Taeil non si mosse dalla sedia, fissando la parete d'acciaio lucido davanti a lui. Le immagini gli scorrevano in mente una dopo l'altra, come un film. 
Se ci pensava, gli venivano dei colpi al cuore.. ma come era possibile! 
Ma nessuno lo avrebbe fermato una volta sceso da quel jet, avrebbe chiamato il suo manager.. e lui sarebbe corso a prenderlo. Non voleva chiamare proprio lui per primo, ma doveva, voleva andarsene da li. 
Il jet si fermò, e dopo che si furono spenti i motori, si aprì anche la porta. 
Un tizio, vestito da maggiordomo, gli passò davanti, gli accennò un inchino, ed infine si fermò con degli ascugamani ed una bibita in mano. 
Jaehyo uscì di nuovo dalla cabina, presa la bibita, e si mise uno degli asciguamani intorno al collo.
Scese senza degnare Taeil di uno sguardo. 
Il tizio reggeva in mano ancora un altro asciugamano che, porse a Taeil. 
<< Mi scuso se non le ho portato anche una bibita, ma non sapevo cosa le potesse piacere o meno. >> 
Taeil non si era ancora alzato dalla poltrona, accettò l'asciugamano. 
E provò a ripulirsi la faccia un poco con esso. 
La sua attenzione fu' catturata dallo stemma inciso sull'asciugamano. 
Lo stemma era piuttosto carino. Un aquila che portava nel becco una rosa e nelle zampe una spada a cui era attorcigliato un gelsomino. 
Sotto l'aquila, una corona a sette punte, con scritto il nome della casata. 
<< Signorino? >> si preoccupo' il tizio che probabilmente era davvero un maggiordomo.
<< Eh? >> lo guardò assorto Taeil. 
<< Dovrebbe scendere. La accompagno. >> disse il maggiordomo molto educatamente. 
Taeil si alzò e scese, per poi guardare il panorama davanti a lui. Il maggiordomo alle sue spalle. 
Il sole picchiava sulle loro teste.  
<< Ma dove siamo?! >> si girò verso il maggiordomo, guardandolo a bocca aperta. Non aspettò, però, che egli gli rispondesse, e ritornò a guardare davanti a lui. 
<< Siamo, nel castello del signor Ahn, in Scozia >> Taeil si girò di nuovo verso il maggiordomo, guardandolo con la bocca a penzoloni. 
<< Un c- un castello?! >> 
<< Si. >> disse il maggiordomo benevolmente.
<< Signorino, però ora deve proprio sbrigarsi, il Sig. Ahn la aspetta. >> aggiunse il maggiordomo.

Percorsa l'entrata della tenuta in macchina, si diresse dentro il castello.
Una volta dentro, fu' diretto da Jesmund, il maggiordomo, in un ala della reggia.
Jesmund camminava svelto e impettito davanti a lui, svoltando di corridoio in corridoio.
A Taeil quel posto ricordava un labirinto.
Era sicuro di non aver mai visto nulla di più bello, quadri da collezione, giardini perfetti, lampadari di cristallo, le decorazioni dei muri.
Jesmund si fermò di colpo, poi si girò verso Taeil. 
<< Signorino, in questa stanza troverà le doccie, abiti puliti ed asciugamani. >> fece una breve pausa. 
<< Si ricorda come è arrivato fino a qui? >> A quella domanda Taeil voleva tanto rispondere di si, ma non ne era sicuro, quindi scosse la testa. 
<< Bene. Allora suona uno dei campanelli, ed io verrò a farti strada fino allo studio >> Taeil non ebbe il tempo di chiedere il perché, visto ché Jesmund era già sparito dietro ad uno dei muri.
Si lavò, puli e vesti. 
Una volta uscito dal bagno e suonato il campanello, era tranquillo e rilassato. Con l'acqua della doccia anche alcuni dei suoi pensieri negativi erano scivolati via. 
Era sicuro ormai, che una volta trovato un telefono, avrebbe telefonato al suo manager che sarebbe accorso subito.
Jesmund apparì di nuovo. Espressione seria e sguardo fiero. 
<< Bene, mi segua, il signorino la sta aspettando. >> un moto d'insicurezza invase Taeil.
Giunsero davanti ad una porta di scuro legno di acero. 
Jesmund gli fece un cenno con il capo per farlo entrare. 
Poi gli apri la porta, fece un leggero inchino a Jaehyo, che si trovava dentro, poi annunciò
<< Signorino, lui è qui. >> 
Jaehyo, imperturbabile, guardava fuori dalla finestra, senza voltarsi rispose
<< Bene, fallo entrare e lasciaci soli. Torna solo quando ti chiamo io. >>
Un altro inchino al suo padrone e Jesmund se ne andò sotto gli occhi disperati di Taeil. 
Taeil non accennava ad entrare, i suoi piedi non gli rispondevano più.
<< Allora che fai? Rimani lì a reggere la porta? Entra! >>
Ancora fissava fuori dalla finestra, dando le spalle a Taeil.
Un ultima frase mentale d'incoraggiamento 
"Forza, Taeil, ce la puoi fare, non farti spiazzare da uno come lui." 
Taeil deglutì, poi entrò e chiuse la porta.
In quel momento Jaehyo si voltò, il viso contratto in una smorfia. 
<< Ce ne hai messo di tempo! La prossima volta, sarà bene che tu sappia che io non perdono nessuno che manca i miei ordini. >> la rabbia che gli attanagliava il viso, lasciò un poco la sua presa.
<< Siedi. >> a quel ordine Taeil non si mosse. 
<< Siedi. >> questa volta indicò anche l'elegante poltrona di camoscio nero, con un altrettanto elegante gesto della mano.
Nel vedere che Taeil non obbediva, perse la pazienza 
<< Ho detto siediti!!! >> questa volta l'urlo si librò scuotendo l'immenso studio. 
Taeil sobbalzò d'impulso, e si sedette di conseguenza. 
Si posò le mani sudaticcie sulle ginocchia. 
Ammirò lo studio, il soffitto altissimo decorato, i muri che lo reggevano ornati da quadri maestosi e davanti a lui una parete su cui si estendeva una libreria colma di libri posti ordinatamente. 
Davanti alla libreria, c'era la sua scrivania di elegante legno intagliato, dove c'erano parecchi plichi di fogli e cartelle, penne ed un pc portatile.
Tutto messo in un perfetto ordine. 
Alla destra di Taeil una parete semi-vetrata che dava su uno dei splendidi giardini che circondavano la reggia. 
Divanetti dietro di lui, tavolini ed un piccolo bar dove c'erano parecchie bibite alcoliche. 
Il tutto era pieno di piante qua è la, ricordando a Taeil la passione che il suo selvaggio aveva per la natura. 
<< Bene. >> Jaehyo si passò una mano tra i capelli. 
Ammirò il suo studio, canzonando Taeil
<< Bello, vero? Era lo studio di mio padre, ed ora è il mio. Mi piace trascorrere il tempo qui. Ad ogni 
modo.. >> passò davanti alla scrivania e si appoggiò sopra.
Era faccia a faccia con Taeil. 
<< Noi due, dobbiamo discutere di affari. >>
Taeil deglutì di nuovo, poi trovò il coraggio di parlare
<< Quali affari? >>


 


OHMMIODDIO. Sono tornata! Ahahaha...
Okay, forse nessuno se ne accorgerà, ma ho avuto il coraggio di ingoiare il rospo e caricare questo capitolo. :D
Graciiiia a tutte se siete arrivate fin qui! 
Veramente grazie! :D Un caloroso bacione,
JI

 
  
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