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Autore: ReggyBastyOp    28/10/2013    3 recensioni
Avevo cominciato a scriverla dopo la 5x22. Riprende la scena in cui Barlow afferma che Lisbon è "un po' innamorata di Jane". Ho deciso di modificare un po' il seguito, per immaginare come sarebbe una Teresa più aggressiva e un Patrick che cerca per la prima volta, sempre con modi un po' infantili, di chiarire la situazione tra di loro. Per il momento tra le vittime c'è un famoso naso.
Ovviamente nella serie i protagonisti non agirebbero mai in questo modo, quindi è molto "what if". Sembrano quasi due bambini.
E' la mia prima fanfiction. Don't be cruel.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Restò impassibile. Un completo estraneo non poteva aver appena detto, davanti  a Jane, che lei n’è un po’ innamorata. No. Era davvero tentata di prendere la pistola e puntargliela contro la tempia per fargli supplicare pietà, ma era un momento critico.
“Sii ferma. Non fare alcun cenno, non capiranno mai… Ma sii anche rilassata. Oddio ma perché sempre io?!”
Perché era sempre circondata da gente che poteva leggerle la mente? La cosa cominciava ad annoiarla, ed anche molto. L’annoiava perché davvero aveva passato la serata a pensare quell’idiota del suo consulente. In cuor suo sapeva che, probabilmente, Jane già lo sapesse però.. Magari per una volta era riuscita a tenere qualcosa per sé.
Sospirò, non vedendo l’ora di andarsene. Chissà a cosa pensava il collega seduto a pochi centimetri da sé.


-Lisbon?- Jane richiamò la sua attenzione con tono delicato.
-Cosa?- Si morse il labbro arrabbiata, continuando a tenere le dita contratte contro il volante.
-Non sarai mica scossa per quello che ha dett..-
-Non mi va di parlare.- Lo interruppe prima ancora che potesse finire il riferimento. Distolse lo sguardo finalmente dalla carreggiata, permettendo agli occhi di lubrificarsi.
Silenzio.
-Teresa.. Forse dovremmo.- Cercò di dire il consulente con fare sciolto.
-No, non c’è niente di cui parlare.- Respirò flebilmente, cercando di farsi scoprire il meno possibile. Parcheggiò nel giro di due secondi, sentendo quella tensione distruggerla dall’interno.
-Va bene.- Ticchettò Jane contro il proprio labbro senza seguire la collega, ormai già scesa dall’auto, diretta con foga verso l’ingresso del CBI. Sulla fronte si cosparsero rughe d’indecisione.



-Non è possibile. Ha passato le ultime cinque ore lì dentro, e non è mai uscita. Neanche per andare un attimo in bagno. Sarà successo qualcosa con Jane?- Rigsby sussurrò all’orecchio di Van Pelt con fare indagatore.
-Non lo so, prova a chiedere.- Rispose la rossa, fingendo di cercare la biografia di un certo Willis Ford, molto a caso.
-Cho?-
-Ma se neanche c’era.-
-Non posso chiedere al capo, e nemmeno a Jane..-
-E allora aspetta e sapremo. Non mettermi ansia- Disse la ragazza mordicchiandosi un’unghia.
-Aspettare cosa?- Sbucò dietro le loro spalle una figura in completo grigio-azzurro, dalla folta chioma bionda e riccia.
-Che sia pronto il caffè- Risgby si raschiò la gola e s’allontano verso il cucinino, mentre Grace finse di compilare un documento.
Alzò gli occhi al cielo. Ma possibile che non ci fosse nessuno di maturo lì intorno? Non che Cho non lo fosse.. Ma era fin troppo preso da quel libro e non gli andava di disturbarlo. Più che altro non era con lui che voleva parlare. Sospirò rassegnato e si diresse verso l’ufficio di Lisbon.




-Jane ti prego, ho da fare.- La chioma bruna nemmeno si alzò per controllare che fosse davvero lui.
-Parliamo.-
-Sono occupata.- Lasciò cadere la penna sui fogli ed incrociò le dita, agitata.
-Lo so perché fai così, ma non ce n’è bisogno. Davvero.- Si chiuse la porta alle spalle, bloccando la serratura.
-Perché hai chiuso?- Alzò lo sguardo verso le sue spalle che s’apprestavano a chiudere le tendine.
-Jane? Ma che diavolo…?!- Si mise in piedi non capendo quali fossero le sue intenzioni, anzi le aveva intuite ma non era pronta.
-Adesso respira profondamente e siediti. Forza- Jane accompagnò il suo corpo verso il divano, poi prese una sedia e si sedette davanti a lei.
-Non ci provare nemmeno, lo so cosa vuoi fare. E non ci riuscirai.- Lisbon, davvero in ansia. Sentiva il panico crescerle in petto, e di respirare profondamente non ne aveva la minima intenzione.
-Se necessario non mi farò problemi, ti prenderò a pugni.-
-Shh..- Le sistemò i capelli dietro l’orecchio sinistro, sorridendole rassicurante.
La donna scattò all’indietro, sentendo il cuore battere sempre più velocemente. Jane scosse la testa con fare di disappunto e si sistemò contro lo schienale sempre più divertito.
-Ti odio.-
-No, non mi odi- Ridacchiò.
-Sì, invece.- Come una bambina intestardita, affermò la menzogna.
-Ma non ti ho fatto niente. Barlow ti ha davvero messo in crisi eh?- Ancora non aveva deciso da che lato prenderla, ma dall’espressione della donna a quanto pare l’umorismo non era quello giusto.
-Quindi.. Sei innamorata di me?- Chiese, retoricamente, con un mezzo sorriso stampato sul volto.
-Certo che no.- Lisbon girò lo sguardo passandosi una mano nei capelli. Ma come si permetteva?
-Bene, questo già lo sapevo. Ma precisamente da quanto? Me lo sono sempre chiesto..-
-Non puoi essere serio, non puoi. Vuoi solo torturarmi, ma non te lo permetterò.-E per la prima volta Jane vide sul suo volto il pentimento insieme agli occhi lucidi. Infondo non era colpa di Lisbon se non riusciva a nascondere meglio ciò che provava. Sentì il cuore spezzarsi in due, non era pronto ad una reazione simile. Era sempre molto forte, la sua Teresa, e non si aspettava che sarebbe crollata fino a piegare le labbra a mo’ di disgusto per se stessa. Non credeva  sarebbe accaduto per così poco ma, ovviamente, non era così poco.
-Mettiamo le cose in chiaro.- Con decisione si mise in piedi cominciando a puntargli l’indice contro il naso. –Sai bene che non confermerò mai niente, perché tu non vuoi e non puoi amarmi. E mi sta bene così. Non voglio niente e non pretendo niente. Vai per la tua retta via, uccidi Red John, renditi orgoglioso di una stupida vendetta. Sono tua amica e quindi ti voglio aiutare, ma adesso non ho bisogno che mi consoli perché sei convinto che –E per un secondo pensò cosa dire- per una sciocchezza simile non possa farcela. Sto bene.-
Jane cercò di seguire il discorso un po’ sconnesso ma alla fine capì soltanto che le labbra dicevano l’opposto dei suoi occhi. Appena la vide allontanarsi per uscire dalla stanza l’afferrò per il polso con ferma decisione. Che importava ormai? Prima ancora che potesse ribattere fece risuonare la propria voce lungo le pareti.
-Chi ha detto che non ti voglio amare?- Disse incontrando i suoi occhi verdi, puri di sorpresa.
-Perché è ovvio.- Riuscì a balbettare, diventando scarlatta.
-E perché mai lo sarebbe?- Chiese con sincera curiosità, da tempo aveva deciso di non studiarla come faceva con gli altri. Voleva scoprire insieme a lei ciò che restava d’ignoto ad entrambi e le risposte non erano più conosciute riguardo ai suoi pensieri personali.
-Perché tu amavi Angela, e poi Lorelai..-
La risata del consulente riecheggiò. Lisbon abbassò lo sguardo amareggiata, sentendo la rabbia scorrerle nelle vene, già pronta a tirargli un pugno sul naso. E lo fece. Forte, sì. Finalmente un po’ di quella tensione corporea si era diluita. La mano iniziò a farle davvero male mentre dal naso del consulente cominciava a sgorgare sangue a fiotti, imbrattandogli il completo.
-Oh Signore!- Esclamò Lisbon terribilmente dispiaciuta.
-Non importa- Mormorò Jane, con occhi lucidi e socchiusi, cercando tempestivamente il suo fazzoletto di stoffa dalla tasca.
-Jane davvero non volevo, no cioè volevo ma non così forte. Sei irritante- Borbottò a mo’ di giustificazione. –Vado a prenderti del ghiaccio.- Sussurrò rammaricata, ma anche meno tesa.
-Vengo con te- Jane con voce gutturale e testa all’insù, la seguì velocemente sedendosi al tavolo del cucinino. Due secondi dopo una busta di ghiaccio liquido premeva contro il suo setto nasale. Fece per prenderla ma nel farlo sfiorò la mano di Lisbon, la quale avvampo’ violentemente e si scostò subito dopo.
-Sai.. Saresti stata una campionessa nella boxe.- Cercò di dire divertito sentendo i capogiri arrivare.
-Adesso chiamo Rigsby e ti faccio accompagnare all’ospedale. Magari sono stata così brava da farti venire un trauma cranico.- Mormorò compiaciuta, spostandosi verso il frigorifero.
-Nah, sto bene. Mi faresti un thè?- Le chiese docilmente, trattenendo un sorriso divertito e togliendo il ghiaccio dal viso, la cui parte sinistra era completamente arrossata, ma non più sporca di sangue, a differenza della camicia imbrattata.
-Solo questa volta però, anche se te la sei cercata.- Commentò accendendo il bollitore.
-Se non avessi cercato di cambiarmi le generalità facciali… - Una lieve risata risuono tra le mura – Sarebbe potuta andare diversamente.- I loro sguardi s’incrociarono. La voce di Jane era stata profondissima e calma. Rilassato mentre appoggiava la schiena alla parete aspettando il thè. – Ah. Lo sai che ci verso prima il latte.- Le sorrise.
Lei scettica, sentendosi presa in giro, se ne tornò all’ufficio, sotto gli sguardi indiscreti dei suoi sottoposti, con i pugni serrati pronta a sferrarne altri a chiunque le si fosse messo d’intralcio lungo la strada.




Note dell'autrice (inutili): Non so cosa mi passasse per la testa quando cominciai a scriverla ma who cares? Prometto che nelle prossime cercherò di restare più fedele ai caratteri reali dei personaggi, è solo che m'immaginavo questa scena da secoli ed ho sempre voluto una Lisbon più grintosa e arrabbiata anche se sempre molto emotiva riguardo a Jane. Per quest'ultimo ho optato per il solito atteggiamento idiota che, anche se cerca di capire e rassicurare Teresa, comunque lo fa alla leggera, non essendo davvero pronto nemmeno lui ad affrontare questo tema così ancora poco esplorato da entrambi. Inutile dire che nello show non agirebbero mai così *fa spallucce*. C'ho provato ^^
Alla prossima
 
  
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