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Autore: OmonimiaCasuale    29/10/2013    0 recensioni
[Limit]
[Limit]Limit è un manga scritto da Keiko Suenobu, autrice già di Life e del manga unico Vitamin, che tratta la tematica del bullismo prima e dei rapporti interpersonali poi. Una storia che era partita molto bene per degenerare nell'ingenuo buonismo (comunque già accennato sopratutto in Life), rendendola assai poco realistica. Ma se per esempio fosse sopravvissuto qualcun'altro al brutto incidente del pulmino scolastico? Le cose sarebbero forse andate diversamente?
Ecco dunque che entra in scena un mio OC: Ayame Saito. Se lei fosse sopravvissuta insieme a Konno, Haru, Kamiya e Arisa come sarebbero andate le cose?
Ho cercato di mantenere fedele almeno parte dello spirito dell'autrice ma ho modificato molto lo sviluppo della storia e il finale. Oltre ad Ayame compariranno altri personaggi originali ma secondari: un compagno di nome Endo, i genitori di Sakura, la famiglia al completo di Ayame e verranno chiarite alcune cose sulla famiglia di Kamiya.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ayame viveva in un bel quartiere, non troppo lontano da quello di Sakura e Konno. Segno di uno status monetario alto, una ragione in più per averla nel gruppo. Megumi e Haru le lasciarono invece un po’ prima.
Erano abituate a fare la strada del ritorno tutte e quattro assieme. All’andata Megumi e Haru andavano in metro, Konno a piedi, Sakura in macchina, accompagnata dal padre e dall’autista di lui.
L’uscita era stata organizzata per conoscere meglio Ayame. Ma lei non disse una parola per buona parte del tragitto. Ascoltò tutti i discorsi delle altre ma non intervenne mai. Rispose soltanto alle domande che le erano state rivolte.
“Tu come vai a scuola Ayame?” aveva chiesto Megumi mentre uscivano dal cancello della scuola.
“A piedi. Preferirei in macchina ma l’abbiamo dovuta lasciare a casa.”
“Quale casa?”
“Quella dove abitavamo prima. E’ in un villaggio sulla costa, vicino a Fukushima.”
“Oh! La casa al mare che bello!”
“Sì… Sì una volta era bello.”
Poi si era zittita. Tutte si aspettavano che avrebbe continuato il discorso ma non fu così. Dato che a Sakura non importava gran che il discorso cadde e iniziarono a parlare d’altro.
“E tu che fai nel tempo libero Ayame?” chiese Haru poco prima di lasciare Konno, Sakura e lei da sole.
“Io? Oh di solito passeggio.”
“Passeggi?”
“Sì. Se trovo qualcosa di carino lo compro, altrimenti niente.”
Non avrebbe potuto essere più evasiva di così. Di nuovo la conversazione filò altrove.
“Sakura…” chiese all’improvviso Ayame. “Haru abita per caso vicino alla scuola Shimizu?”
“La scuola dei matti? Sì perché?”
“Niente. Nei prossimi giorni potrei avere delle commissioni da fare da quelle parti. Credo che farò un pezzo di strada con lei e Megumi.”
“Di un po’…” Chiese Sakura sospettosa “Come mai ti sei trasferita da un paesino in città?”
“Ci hanno costretto.”
“Come?”
“Hanno promosso mio padre come ingegnere dirigente in una sede qui a Tokyo. Non avevamo ampia scelta. Se diceva di no l’avrebbero licenziato.”
“Oh… Strano…”
“Bhè mi fa piacere che te ne sia accorta. Di solito quando lo dico o non mi credono o non fanno caso alla cosa.”
Konno ancora più di Sakura si rese conto che effettivamente la situazione era strana. Anche al suo papà molti anni prima avevano proposto una promozione con trasferimento. Ma quando lui aveva rifiutato non l’avevano mica licenziato! Stava per chiedergli perché quando nella sua testa partì il suggerimento di non chiedere qual’ora Sakura non avesse continuato il discorso. In fondo non erano fatti suoi.
“Bhè in città è più bello! Ci sono più cose!” si limitò a dire.
Ayame annuì.
“Ma manca il mare…”
“Tornerai mai nel tuo villaggio?”
“Forse… e non mi dispiacerebbe. Ancora mi sento con la mia classe.”
“Ah sì? Avevi un gruppo?”
“Certo, la classe è un gruppo.”
“Ma… Tu intendi tutta la classe?”
“Ovvio.”
“E quanti eravate?”
“In tutto venticinque. Più altri sei che però stavano alla ‘scuola per matti’.”
Si fermò all’improvviso.
“Ho detto venticinque?”
“Sì.”
“Ventiquattro. Adesso siamo ventiquattro.”
Si infilò le mani nelle tasche delle gonne e fece le spallucce. “Così è la vita.”
Konno si domandò cosa fosse successo ma saltò alle conclusioni per fatti suoi. Forse qualche ragazzo era morto oppure si era trasferito e aveva chiuso i contatti con tutti.
“E cosa facevate tutti assieme?” chiese Sakura.
“Tante cose. Una volta abbiamo marinato tutti assieme la scuola per andarcene a Kyoto ad un luna park.”
“Devvero?”
“Sì. Ma dato che avevamo solo dieci anni non abbiamo capito che bisognava pagare il biglietto prima di salire sul treno e non dopo così c’hanno riportato a casa.”
“Accidenti!”
Ci fu un po’ di silenzio.
“Endo ti piace?” chiese Sakura all’improvviso.
“Chi scusa?”
“Endo…”
“…”
“Quello con cui ai parlato oggi.”
“Ah quello! Non mi ricordavo il suo nome. Non lo conosco mica, che domanda è?”
“Bhè sai…”
“Sei innamorata di lui?”
“C-Cosa? No!”
“Non ci sarebbe niente di male. Non mi sembra uno cattivo.”
Konno ridacchiò e Sakura sorrise.
“Bhè… Io non ho voglia di pensare ai ragazzi adesso.” Mise un braccio attorno alle spalle di Konno “Ho le mie amiche e mi basta per ora.”
Konno sorrise gioiosa. Era sempre felice quando Sakura ribadiva la cosa.
“Mi sembra giusto.” Disse Ayame sorridendo  “Comunque se anche mi piacesse non penso che andremmo d’accordo.”
“Perché no?”
“Non lo credo e basta.”
“La piccola Konno qui è cotta.” Disse Sakura girandosi verso di lei e facendole l’occhiolino “E io so anche di chi!”
Konno arrossì di colpo e si divincolò dal braccio.
“Non vale!” si lamentò Sakura ridacchiò.
“Non preoccuparti, non penso che ad Ayame interessi dei tuoi dolori d’amore.”
A sorpresa Ayame rispose: “In effetti credo che le storie d’amore siano la cosa che più al mondo andrebbe mantenuta strettamente privata.”
Si fermò e virò verso destra.
“Il mio palazzo è lì. Ci si vede.”
“Ok ciao!”
“Ciao!”
 
Sakura non si era fatta una buona impressione di Ayame, ma aveva deciso che era un elemento troppo importante per poterla escludere dal gruppo. Il giorno dopo e quello dopo ancora continuò a fare la strada con loro. Come sempre parlava molto poco.
A metà aprile venne stabilita la data per un consiglio di classe in cui si doveva decidere la persona per estrarre il numero ad una lotteria. Quel giorno Ayame non era a scuola, la cosa le venne comunicata da Endo il mattino dopo.
“E a cosa serve questa lotteria?”
“E’ per un tradizionale viaggio che fanno tutti quelli del secondo anno. Dovrebbe essere un’esperienza spirituale a contatto con la natura, ma credimi è solo un modo per pregustare le vacanze e fare un po’ di casino tutti assieme.”
“Bene…” Lei sorrise “Mi ricorda i tempi delle medie.”
“E’ vera questa storia che una volta tu e la tua classe ha organizzato un viaggio per Kyoto?”
“Ah, già si è sparsa la voce?”
“Sì. Sakura ha commentato la cosa ad alta voce ieri.”
“Proprio quando mancavo io… Oh bhè non che mi aspettassi di meglio comunque.”
“Io lo trovo forte!”
“Ah sì? Non hai visto la punizione che ci hanno dato quando c’hanno ripescato.”
“Tanto dura?”
“Non più del dovuto in realtà però li abbiamo fatti arrabbiare parecchio.”
Lei sistemò sul banco le sue cose.
“Tu hai fratelli grandi vero Endo?”
“Eh?”
“Hai fratelli grandi, due almeno, vero?”
“Ahahah! Esatto proprio due! Come l’hai capito?”
“Intuito femminile. Maschi?”
“Sì!”
“Tuo padre sarà contento.”
“Come?”
“Niente era una battuta stupida.”
“E tu Ayame? Hai fratelli?”
Lei ci mise un po’ a rispondere.
“Un gemello.”
“Un fratello gemello?”
“Sì.”
“Come mai non è in questa classe?”
Ancora una volta fece una pausa prima di rispondere.
“Non era la scuola per lui e poi i gemelli di solito si dice che vadano divisi.”
“Anche questo è vero. Hinata lì ha un gemello e ha fatto il test per entrare al Nishidate.”
“Pessima scelta…”
“Come?”
“Lascia stare.” Gli sorrise. “Anche io volevo andare al Nishidate ma alla fine ho scelto questa scuola perché giravano meno voci brutte. Però… Ho il dubbio di aver preso un bel granchio.”
“Che vuoi dire?”
In quel momento entrò il professore e il discorso si chiuse con il punto interrogativo.
 
Continua…


Note importanti:
Ho voluto inserire un piccolo finto 'crossover' con il manga Life della stessa autrice: il Nishidate è il liceo che frequenta Ayumu, protaqgonista di tale manga. Soppongo per tanto che entrambe le storie (Life e Limit) siano ambientate a Tokyo, ma potrei anche sbagliarmi. Nel quinto volume di Limit compare per poche vignette il fratello di Hinata, uguale a lui solo con gli occhiali. Ho pertanto provato a supporre che i due siano gemelli ma la cosa non è confermata. Spero che perdonerete queste due libertà.
  
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