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Autore: Littlecancer    29/10/2013    1 recensioni
"Clic.
Il cuore gli si bloccò.
-Vai via.
E il rumore cessò."
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jimmy Page
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.


Charlotte lo scrutò con aria attenta, si sentiva il colorito castano delle sue iridi addosso, studiargli il viso, l'espressione, ogni singola ombra. Sua figlia correva per tutta la stanza con un peluche in mano -cantando a squarcia gola una delle canzoni del padre-, facendolo volare come se questo si divertisse. Avere quattro anni doveva essere bellissimo. I capelli lisci, ereditati dalla madre, le svolazzavano indisturbati dietro la piccola testa, brillanti alla luce del sole che ne veniva da fuori le finestre.
-Jimmy, ascoltami! 
Venne riportato con i piedi per terra dalla moglie, la quale sembrò ora più preoccupata che attenta. Ci mise una manciata di secondi prima di darle segni di vita, aveva ben capito qual'era la domanda che stava per ripetergli.
Che ti succede, tesoro? Sembra che tu abbia visto un fantasma.
Oh, milady, certo che ho visto un fantasma, proprio ieri sera. Incredibile, ma vero. In realtà, non ho idea se sia stato un fantasma, poteva benissimo essere qualcos'altro. Fatto  sta che era stesa sul soffitto, proprio sopra le nostre teste! Un'esperienza incredibile, dovresti provare anche tu se hai intenzione di non dormire la notte! Anzi, alza il tuo bellissimo volto, magari ci sta osservando proprio ora.

-Sì, milady?
-Che cosa ti sta succedendo?
Appunto.
-Dovrebbe succedermi qualcosa?
-Sei pallido...più del solito, e perennemente assente. Puoi parlarne con me, lo sai, siamo tutte e due qui per te.
Detto questo, gli posò una mano sulla spalla, facendo sì che i polpastrelli si muovino in maniera tale da formare piccoli cerchietti invisibili, simulando un'incoraggiante carezza. Sorrise, anche. Il battito cardiaco gli si fece più veloce e insistente una volta notato quest'ultimo particolare, le ricordava così tanto quella cosa.
-Non ho niente per cui essere come dici tu. Sono solo stanco, è stata una faticcia per me, e stanotte ho dormito poco. Quel maledetto vento non voleva proprio fermarsi e mi ha rubato il sonno. Può capitare, Charlie.
E giusto per eliminare quel sorrisetto divertito sulla faccia di Charlotte, si chinò in avanti per stamparle un bacio sulle labbra, strappandole una risatina femminea e delicata. Non ebbe il tempo di stringerla tra le sue braccia, poichè la bambina si mise a urlare schizzinosamente una serie di "blah" e "ugh" che credeva non finissero più. 
-Anche tu un giorno bacerai un ragazzo. 
-...Già.- rispose riluttante lui.
-Suvvia, James. 
Scarlet li raggiunse con il suo peluche a forma di gatto, stretto al petto mingherlino che si abbassava e alzava ritmicamente a causa della corsa di poco fa. Lui poggiò un ginocchio a terra per raggiungere l'altezza della figlia.
-Io non crescerò mai, perchè non voglio crescere. Vero che non succederà, papà? 
-Tutti dobbiamo crescere, prima o poi.-  Nel tuo caso non è ancora successo. -Sarai la donna più bella che io abbia mai visto, piccola mia.
-Con me ci sarà anche Ginger?
-Se lo vorrai.
Accarezzò la testa del pupazzo, per poi passare a quella di Scarlet, decisamente più viva sotto il dorso della mano. Lei le regalò un ampio sorriso, mostrando dentini bianchi come il latte. Non aveva niente a che vedere con quello di sua madre, quello che prima gli aveva purtroppo mostrato. Si abbracciarono, ed è il quel momento che, mentre Charlotte li ammirava addolcita accanto a loro, sentì quel rumore. 
Clic.
Senza spezzare la stretta, cominciò a guardarsi intorno, soprattutto controllando il soffitto a labbra socchiuse e occhi spalancati. 
-Avete sentito?
-Che cosa, Jimmy?
-Clic.
La donna dalle origini francesi lo contemplò interrogativa dall'alto -l'espressione stava a dirgli "Non capisco quello che stai dicendo.", espressione che non guardò davvero-, roteando ora gli occhi su quelli della figlia, nell'atto di ascoltare il nulla.
-Io non sento nulla.
Clic.
-Ecco, ecco!
E si alzò improvvisamente, con il tipico sguardo di chi aveva dimostrato qualcosa di veramente decisivo. Lo scatto aveva spaventato Scarlet, che cominciò a piagnucolare senza distogliere lo sguardo da suo padre. Di conseguenza Charlotte la prese in braccio, calmandola con solite carezze materne. Stava a guardare severamente Jimmy, che si ritrasse abbassando lo sguardo a terra, insicuro.
Sei pazzo, è meglio se consulti uno psicologo. Meglio uno psichiatra, forse.
L'ho sentito.

No, non è vero, sei solo paranoico. E ora smettila, stai spaventando la tua bambina con queste scenate da pazzoide.
Cercò di rincalzare, cambiando discorso nella maniera più disinvolta possibile. Cercava di esserlo, almeno.
-Vi fermate qua per la notte?
Lei annuì distrattamente, era più impegnata a studiarlo per la seconda volta in tutta la giornata, riflettendo sul fatto che no, non sembrava solo stanco. Ma lasciò perdere, lasciandosi andare a un sospiro che s'infranse sul collo della piccola, la quale si era lievemente calmata, cullata dal calore materno.





5.

La luce accesa, proveniente dalla camera da letto, avvisò Jimmy che al suo interno vi avrebbe trovato la moglie, magari assopita nel lato sinistro del letto, come abitualmente accadeva. Ormai era passata un'ora da quando Scarlet, stringendo il proprio Ginger, si era addormentata nella stanza accanto a quella dei genitori. Era passato a buttarle un'occhiata contemplativa appoggiato allo stipite della porta, in silenzio. 
Spero che da grande, tu non diventa come me, tesoro. Lo spero davvero tanto.
Varcò la soglia illuminata dal lampadario appeso a centro stanza, mostrandosi a Charlotte con un docile sorriso. Scomparve immediatamente. Non dormiva, era semplicemente straiata sul materasso ad occhi aperti. Lo stava aspettando.
-Vuoi parlarne?
-Oh, Charlotte, smettila! 
-Non mi freghi, s...
S'interruppe, ritrovandosi il marito a cavalcioni sopra di lei. Le prese i polsi, sbattendoli contro la testata del letto. Charlotte sibilò un gemito di dolore, al momento dell'impatto con il legno. Anche la stretta che Jimmy aveva intorno alla sua pelle, non scherzava.
-Zitta.
Ubbidì, senza azzardare un solo spiffero. Riusciva a spaventarla così facilmente da cominciare a credere che sia sempre stata una donna debole, poco combattiva. Le baciò il collo, che lei gli offrì senza discutere, per poi passare a tastarle il seno, i fianchi, fino a privarle dell'intimo, una volta alzata la vestarglia con ben poca difficoltà. Lui chiuse la luce, premendo agilmente l'interruttore accanto al letto. Charlotte si ricordò il motivo primario per cui aveva accettato la proposta di matrimonio.





6.

Si alzò dal letto insieme ad una matta voglia di bersi un poco di whiskey, sebbene fossero le tre di notte, circa. Non aveva controllato, ma gli sembravano le tre, per chissà quale arcano motivo.
Per tutto il tragitto si strofinò il viso con le dita, rischiando di inciapare sulle scale e rompersi l'osso del collo. 
Aprì il frigo, tirandone fuori una bottiglia mezza vuota di Jack Daniel's -non beveva altro, al massimo l'acqua, per trasgredire- che bevve senza scomodarsi nel versare il contenuto in un maledettissimo bicchiere. Si attaccò direttamente al collo della bottiglia, appoggiandosi al lavabo per mantenere l'equilibrio. Era ancora un po' addormentato. Dopo il primo sorso, si guardò intorno, lo sguardo vuoto e indifferente. Finito, buttò la bottiglia di vetro ormai vuota, riconducendosi in direzione di ritorno, insomma, da dov'era venuto. Doveva passare per quella stanza, come se si aspettasse di vedere qualcosa che lo avrebbe scombussolato ulteriormente. Gli si gelò il sangue quando, nel bel mezzo della sala, stoppò il passo per vedere Scarlet che fissava il quadro, quello antico, mai toccato, nè guardato granchè. Ora avvertiva pienamente il freddo sotto i piedi nudi, come se una ventata d'aria gelida l'avesse investito solo in quella bassa altezza.
Gli dava le strette spalle, appena coperte dalle ciocche chiare di capelli che nel buio risaltavano come non mai. Sembrava assorta il quella tela: raffigurava solo una rustica casa di campagna, cadente e priva di senso, circondata da lunghe colline inglesi. Un po' di nebbia intorno per confermare il fatto di trovarsi nel nord.
-Scarlet.
Lei si voltò immediatamente, il faccino sprizzava di curiosità, e persino il gatto di ovatta si mostrava interessato. Lo teneva per una zampa, lasciando striscire il resto a terra.
-Cos'è, papà?
-Un quadro, tesoro. Ma cosa ci fai qui? Vai immediatamente a letto, è tardissimo.
E ignorando l'ultima frase, si girò un'altra volta verso il quadro, alzando il volto per poterlo ammirare.
-Non andare in quella casa, è cattiva. Cattiva ti dico. Anche Ginger è d'accordo, me lo sta dicendo ora. E' un gatto molto...molto.
-Cosa stai dicendo?
-E' lui che mi ha detto di venire qui.
-Il gatto ti ha detto di venire qui.- ripetè, incredulo e suscettibile.
-Sì sì. Mi ha anche detto di avvisarti, papà.
Scarlet sbadigliò, portando la manina libera davanti la bocca, come mamma gli aveva pazientemente insegnato tempo fa. Jimmy la prese in braccio, dove lei si lasciò andare sul suo petto, posandovi una guancia e chiudendo gli occhi. Era estremamente inquietato  dalle parole della figlia, si sarebbe aspettato uno spettro di fronte, o un mostro assetato di sangue, con l'intenzione di rubargli il corpo o qualcosa del genere, ma non sua figlia in piena notte, davanti a un'inutile quadro. 
Inutile? Tra i tre, pupazzo compreso, sei il solo ad esserne convinto.
Percorse le scale, per poi entrare nella camera provvisoria di Scarlet, dove posò il corpicino nuovamente addormentato sul letto. La nascose sotto il piumino, arrivando a coprirla all'altezza del mento, osservandola turbato. Le baciò la fronte e la lasciò sognare cosa meglio voleva.





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Autrice: Pubblico il secondo capitolo così presto per il semplice fatto che ho scoperto che per qualche giorno non potrò esserci -una settimana-, così eccolo qui, buttato giù il più velocemente possibile. Se ci sono errori di battitura o grammaticali, vi chiedo di avvisarmi, per favore. Spero che vi piaccia, gente, altrimenti...altrimenti niente. 
Per chi continuerà a seguire, ci rivediamo alla prossima boiata che scriverò!
  
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