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Autore: Ceci Princessofbooks    30/10/2013    0 recensioni
Non c'è festa migliore per esplorare le proprie ombre, o le luci più improbabili. Non c'è festa migliore per guardare i propri demoni, o stringere una mano contro il buio. Arthur e Alfred, Feliciano e Ludwig: un pugno di flashfic per divertirsi, intenerirsi, sorridere, e salutare il giorno più stregato dell'anno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Gift – della grammatica di un profumo

 

Ludwig ha sempre amato l'odore della casa di Feliciano: quell'impasto di zucchero e borotalco e frittura che gli invade le narici e gli riempie il petto, specialmente dopo una giornata di allenamenti e marcie nel fango grigio della campagna. Specialmente dopo aver indossato per tante ore la maschera bianca e rigida che, soprattutto da quando ha imparato di nuovo a sorridere, punge e tira sulla pelle.

Oggi però c'è un'altra nota, sotto il profumo che ormai è diventato quello di casa. Aprendo la porta, Ludwig spera disperatamente che non si tratti di un nuovo esperimento culinario.

Potrei non sopravvivere and un altro gulash rielaborato.

-Feliciano!- chiama mentre si sfila gli anfibi nell'ingresso -Sono tornato. Ci sei?-

Niente. Avanza, lasciando i guanti di pelle sulla cassapanca contro il muro. La cucina è un pozzo di buio tenero, un'unica candela che oscilla come una lucciola sul tavolo. Accanto, un piatto di ceramica, uno di quelli dell'unico servizio che Feliciano non ha rotto e conserva gelosamente dai tempi della sua infanzia.

Inarcando un sopracciglio, Ludwig si avvicina, la fragranza misteriosa che diventa più intensa. E finalmente scopre da dove proviene.

Castagne?

Perché Feliciano ha lasciato un piatto di castagne in cucina?

È strano addirittura per lui.

Guarda i frutti tondi e lucidi, perplesso; in quel momento, lo stomaco gorgoglia abbastanza da imporporargli il volto. D'altronde, è da ore che non mangia nulla.

Bè, se le ha lasciate qui vuol dire che posso approfittarne, no?

Lentamente, come un bambino nel pieno di una marachella, allunga una mano, sollevando una piccola bacca scura. Sorride, ricordando quando le cercava nel morbido arazzo delle foglie cadute, nei boschi pieni di tempo e di pioggia dietro la villa in cui è cresciuto.

Quando il mondo era più giovane, e anch'io.

Stringendo la lingua tra i denti, comincia a spaccare il guscio.

Ed è in quel momento che una tempesta rossa e blu gli precipita addosso.

-Nooo!-

Nemmeno i sensi acuminati di Ludwig hanno tempo di prepararsi: prima di rendersene conto è a terra, i polsi serrati da piccole mani calde, un turbine di capelli e stoffa che si agita sopra di lui. Gli occhi però, della stessa sfumatura delle castagne, sono inconfondibili.

-Feliciano- dice, invocando tutta la compostezza nordica che lo contraddistingue -che diamine stai facendo?-.

Per tutta risposta l'altro, seduto a cavalcioni su di lui, indica il piatto sul tavolo. -Le castagne. Non sono per noi. Sono per loro.-

Ludwig inarca un sopracciglio. -Loro chi?-

Feliciano rotola sul pavimento, rimettendosi in piedi con la sua agilità dinoccolata da scoiattolo. -Loro che sono dall'altra parte. Gli spiriti. I fantasmi.-

Ludwig si rialza faticosamente, chiedendosi quanti lividi gli lascerà il pavimento di piastrelle.

-E da quando i fantasmi mangiano castagne?-.

Feliciano, come sempre, non esita neppure un istante. -Da sempre. È una tradizione della mia terra, sai?- continua, recuperando il frutto caduto e rimettendolo accuratamente, no, amorosamente, sulla pila sopra il tavolo. - La sera prima di Ognissanti, gli spettri possono tornare dai loro familiari, e quindi si lascia un piatto di castagne per loro, qui, accanto al fuoco. Per ricordare che non sono da soli, e non li abbiamo dimenticati.-

C'è qualcosa, nella voce di Feliciano: una nota stridente, che non gli appartiene. Odore di cenere, sotto quello di buono e pulito che si porta addosso.

Ludwig si avvicina piano, e lascia scivolare una mano sulla sua schiena; il suo corpo non si tende, neanche un momento, e si adatta alla sua stretta come creta. Come se fosse stato plasmato per la sua mano.

-Ti manca, vero?-

-Tanto. Soprattutto in questi giorni.-

Rimangono così, fissando il piatto, i riflessi liquidi della candela.

Poi Ludwig si schiarisce la gola.-Lo sai, sono sicuro che a tuo nonno piaceranno tantissimo le castagne.-

Feliciano solleva lo sguardo, e la cenere è solo un retrogusto sulla lingua. -Credi davvero?-

Sorride. -Certo.-

Nella luce della fiamma, le loro ombre si fondono in una.

   
 
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