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Autore: CassandraBlackZone    30/10/2013    1 recensioni
"...Molto bene, scricciolo. Ti do il benvenuto: io sono il Dottore e da oggi in poi, sarò tuo padre”
(Per poter leggere il resto, bisogna aver letto "A person to remember")
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, Un po' tutti
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Dottore non sapeva ben dire da quanto tempo stessero camminando, ma di una cosa era certo: quella fu decisamente la prima volta che lui e River discussero così a lungo.
Doveva assolutamente sbrogliare la faccenda e fare pace: ormai mancava poco.
“Te lo ripeto per l’ultima volta, River! E’ stata lei a cominciare, non io! Te lo giuro!”
“Si certo, tesoro. Allora significa che mi sono immaginata tutta la scena, dico bene? I suoi occhioni a palla bulbuniani e il tuo sorrisetto compiaciuto non ci sono mai stati, vero?!”
“Sì! Cioè, no! Ma… che diamine! Mi stai facendo impazzire!” disse il Signore del Tempo arruffandosi i capelli.
“La stessa cosa vale per me, dolcezza!” urlò a sua volta la moglie.
“E’ stata una cena orribile! La peggiore della mia vita!”
“Oh,non direi… Io penso che il nostro ritorno ad Asgard sia stato il peggiore… non mi hanno riconosciuto solo perché avevo cambiato il farfallino. Il farfallino, ti dico!”
“Non cambiare discorso, chiaro!? Questa volta non te la cavi, e la colpa è tutta di quella sciacquetta tutta pepe”
“Ma insomma… come te lo devo dire mi dispiace? In Nitantia?!”
“Se proprio ci tieni, me lo dovrai scrivere cento volte su una pergamena rara di Birfuny”
Esasperato il Dottore iniziò a imprecare a bassa voce fingendo di mangiarsi le mani.
“River, in questo momento tu sei… sei… davvero impossibile, ecco!”
“Ooooh, che paura!! E’ tutto qui quello che sai dire? Io ho una lunga lista che aspetta di essere spuntata!”
Il povero Gallifreyano cercò invano di far zittire River con bracciate e una serie di shhhh.
“River ti prego, la gente qui non è sorda, vedi di non urlare! Non possiamo litigare quando torniamo a casa?”
“Che sentano pure, tanto abbiamo ancora un bel po’ di giorni davanti! Perciò tanto vale sfogarsi ora”
“River!”
“Tu non hai idea di quanto io abbia aspettato questo momento, vero?!”
Inaspettatamente l’archeologa si fermò davanti al Dottore che subito trasalì. Gli occhi di River iniziarono a diventare rossi e lucidi, ma con forza la donna ricacciò indietro le lacrime e si voltò di spalle incrociando le braccia.
Il Dottore rimase in silenzio e si grattò nervosamente la nuca. Non era mai stato bravo in certe situazione, tant’è vero che ogni volta che capitava erano Vastra e Jenny a risolvere la questione parlando, ma ora che era da solo con River in mezzo ad una cinquantina di alieni di diverse galassie non sapeva che fare.
L’alieno guardò l’orologio sbuffando: ormai non c’era più tempo, doveva inventarsi qualcosa.
“Senti River… ti prego, non roviniamo questo momento per una Bulbuniana”
Ancora River era di spalle.
“E’il nostro anniversario di matrimonio dopotutto - o almeno uno dei tanti - ; un rituale ormai noto tra le coppie sposate per festeggiare gli anni passati insieme. E io e te ne abbiamo passate tante insieme”
La donna iniziò a rilassare le braccia e ad abbassarle, rimanendo sempre girata di spalle.
“Non è stato un matrimonio ufficiale” disse malinconica “In pratica lo siamo, ma non in teoria”
“Questo dipende dai punti di vista e poi cosa potevamo fare, eravamo nel bel mezzo di una guerra. E comunque non è stato meglio per te, no? Tu odi gli abiti da sposa”
River sbottò una risata scuotendo la testa, seguito da un sogghigno soddisfatto del Dottore.
“Sì… non hai tutti i torti. Nonostante tutto noi due siamo spos-…”
Prima che potesse girarsi completamente verso il marito, quest’ultimo prese River e delicatamente appoggiò le labbra sulle sue. La donna si lasciò trasportare allungando pian piano le braccia lungo la schiena del Signore del Tempo.
Le urla, il litigio, la Bulbuniana: River stava dimenticando ogni immagine della cena sostituendole con il volto del Dottore, il suo unico vero amore.
Il tutto era durato poco più di venti secondi, quasi come il loro primo bacio. Entrambi se lo ricordavano molto bene; era il giorno in cui il Dottore rischiò di morire, in cui venne salvato, il giorno in cui Melody Pond era diventata River Song.
Lentamente le labbra si staccarono e i due si scambiarono timidi sorrisi con una punta d’imbarazzo. River si morse il labbro inferiore e un po’ titubante si rivolse al Dottore con una voce che mai l’uomo si sarebbe aspettato.
“Ascolta, tesoro… mi dispiace… e solo che.. sai come sono fatta. Sono molto gelosa se si tratta di te”
“Oh, io questo l’ho sempre saputo, cara. Non ce bisogno che me lo ricordi”
“Allora… non sei arrabbiato?” chiese la donna a denti stretti
“Ma certo che no! Figurati!”
Di nuovo il Dottore guardò il suo orologio da polso e sorrise.
“Perfetto! Siamo arrivati in tempo!”
“Eh? In tempo? Per cosa?”
Il Gallifreyano prese per mano la moglie e la guidò verso una balconata dicendole di chiudere gli occhi senza sbirciare.
“Senti, dolcezza… io non vedo niente perciò non so cosa potrei calpestare, puoi fare piano?”
“Abbi pazienza, siamo quasi arrivati!”
Cercando di aggrapparsi alla sua fiducia, River seguì il Dottore tramite la sua mano e ai suoi movimenti. Un paio di volte sentì come dei lunghi flaccidi tentacoli sfiorarle le braccia e diversi ruggiti in una lingua a lei sconosciuto, ma che capì essere degli insulti dalle scuse del marito.
“Dottore, allora… abbiamo finito di correre?”
“Ok! Ok! Ci siamo! Siamo precisi come un perfetto orologio gallifreyano!”
Il Dottore si mise dietro River con le mani sulle sue spalle. La donna attraverso le palpebre distinse diversi colori che variavano dal viola al blu in continuazione.
“Bene, ora posso aprire gli occhi? L’attesa mi sta uccidendo”
“Sì. Ora sì, puoi aprirli”
Ricevuto il consenso, River aprì le palpebre mettendo bene a fuoco. Non appena le immagini furono chiare, lei spalancò gli occhi portandosi le mani alla bocca.
“Oh santo cielo… ma…”
“Lo so”
“E’… bellissimo”
Questa volta River era davvero sul punto di mettersi a piangere davanti a quello splendido panorama.
“Ti presento le Torri Cantanti di Darillium”
Maestosa e celestiali le due torre puntavano verso un cielo color porpora e blu ciano quasi toccandolo e le stelle attorno ad esse completavano quel meraviglioso quadro.
River non si trattene oltre. Le lacrime rigarono le guance fino al mento.
“Io… non ho parole…”
“Allora non dire niente e ascolta”
“Eh? E perché?”
“Di certo non si chiamano Torri Cantanti per caso. Oh, ecco. Stanno per cominciare”
Il Dottore fece segno all’archeologa di tendere l’orecchio e di prestare ascolto. Fu ad allora che cominciò il canto delle Torri.
Il suono in sé era indescrivibile, una forma di piacere impossibile da imitare da qualsiasi tipo di strumento o artista, una musica sovrumana e paradisiaca. Era il canto più bello, più emozionante che River avesse mai sentito e ciò la commuoveva ancora di più.
“E’ stupendo…”
“Già”
River avvolse l’avambraccio del Dottore accucciandosi sulla sua spalla e sorrise, mentre l’alieno appoggiò la sua testa sulla sua folta chioma riccia. Avrebbero voluto che il tempo si fermasse in quel preciso istante, che quel canto non finisse mai.
“Un giorno dobbiamo ritornarci con Asia”
“Assolutamente, ne sarebbe davvero felice”
“E in tutti posti in cui siamo stati in questi tre mesi”
“Certamente”
“Dottore?”
“Sì?”
“Ti amo”
Il Dottore lanciò uno sguardo veloce alla moglie sorridendo e le mollò un bacio veloce sulla testa.
“Anche io”
   
 
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